Fire!
I
personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro, spero vi
piaccia. Buona lettura.
Era successo tutto troppo velocemente, il fuoco, le fiamme che
divampavano ingoiando ogni cosa, lui che per fuggire inciampa e cade
sbattendo la testa, le orecchie gli fischiano, non riesce a tenere gli
occhi aperti, li apre e li chiude mentre cerca di mettere a fuoco una
via di fuga, prova a farsi forza sulle braccia ma niente, non riesce a
reggersi e così con un tonfo torna sdraiato per terra.
L'odore di bruciato è insopportabile, il fumo gli invade le
narici, gli fa bruciare i polmoni, sente il calore del fuoco intorno a
lui avvolgerlo in una morsa letale, sta per essere scorporato ne
è certo, fortunatamente non sono fiamme infernali quelle che
lo
avvolgono, la sua vita non è in pericolo ma il suo corpo
sì, si domanda se sentirà dolore e anche se
è
consapevole che non morirà ha paura lo stesso, non vuole
provare
quell'esperienza, non vuole cercarsi un altro corpo sempre se glielo
darebbero con l'apocalisse imminente, lui vuole salvare il mondo dalla
fine imminente e invece si ritrova lì pronto ad essere
ridotto a
un mucchio di cenere insieme a i suoi amati libri.
Ripensa a tutte le volte che si è trovato in pericolo e di
tutte quelle volte la costante era Crowley ...Crowley sempre
pronto a salvarlo, tirarlo fuori dai guai per non vederlo in imbarazzo,
ah come vorrebbe che anche adesso saltasse fuori quasi magicamente e lo
portasse via da quell'inferno, ma no questa volta sa che non
succederà, avevano appena litigato e certamente il suo amico
aveva mantenuto la promessa, era fuggito su Alpha Centaury, Aziraphale
sospira e chiude gli occhi cercando di ricordare ogni sfumatura del
volto del suo migliore amico, così forse sarà
meno
doloroso morire.
Anche questa volta però il demone lo sorprende, la porta si
apre
e lo sente urlare il suo nome con disperazione, un sorriso gli nasce
spontaneo sulle labbra, apre gli occhi e prova a chiamarlo ma non esce
alcun suono, la sua gola è arida, secca come il letto di un
fiume durante la siccità, prova e riprova ma nemmeno un
rantolo
ha la forza di smuovere le sue corde vocali, che ironia proprio adesso
che poteva essere salvato non ha la forza di farsi sentire.
<< Aziraphale! >>
Intanto le urla di Crowley si fanno sempre più forti e
disperate, la voce incrinata da un pianto che ancora non ha il permesso
di uscire, Aziraphale vorrebbe avere un po' di quella voce adesso
perché se morire è brutto farlo mentre ascolti le
urla
strazianti del tuo migliore amico che ti cerca è ancora
peggio.
<< Aziraphale dove caspita sei idiota! >>
Un boato echeggia nella libreria, il rumore dei vetri che si frantumano
colpiti da un getto d'acqua risuona nelle orecchie del povero angelo
come se gli fosse scoppiata una bomba proprio sotto al naso, la testa
gli duole immensamente ma il suo pensiero va a Crowley, non lo sente
più e spera che non gli sia successo qualcosa.
<< Hanno ucciso il mio migliore amico. >>
Poco dopo lo sente urlare di nuovo, questa volta il suo tono
è
pieno di rabbia e frustrazione, lo sente grattare nel suo cuore
lacerandoglielo come artigli su una tela, vorrebbe urlare anche lui
adesso per far smettere il suo amico di soffrire così, non
può sopportare che si riduca in quel modo per colpa sua, di
una
sua disattenzione.
<< Bastardi! Tutti quanti! >>
Non può vederlo ma il tono di voce è talmente
pregno di
disperazione che riesce a figurarsi il volto contratto da rabbia e
dolore, non immaginava che Crowley ci tenesse così tanto a
lui,
al punto di maledire inferno e paradiso, e dire che segnali ne aveva
avuti, le volte che lo aveva salvato e l'ultima quando gli aveva
chiesto di scappare con lui, ma era stato cieco e sordo e
così
ora gli aveva fatto del male, forse questa era la giusta punizione
per gli angeli come lui, quelli che causano dolore invece che lenirlo.
Chiude gli occhi e una lacrima scende sulla guancia macchiata di
fuliggine, non vuole andarsene sapendo quanto il demone ne
continuerà a soffrire, non vuole lasciarlo con questa pena,
ben
sapendo che finirà per dannare anche se stesso per non
averlo
salvato, vuole dirglielo, vuole fargli sapere che è vivo e
che
se mai dovesse morire non dovrà mai farsene una colpa,
perché lui lo ha salvato molte più volte di
quanto crede.
E con questo pensiero nella testa, le sopracciglia corrucciate a
formare una pieghetta tra di esse che una flebile luce si sprigiona dal
suo corpo, flebile si fa per dire perché in un attimo
raggiunge
gli occhi del demone che stava per uscire con il cuore pesante e
spezzato, attratto da quel bagliore volta la testa, nota uno scaffale
caduto e la luce che viene proprio da lì dietro, senza
pensarci
un secondo si fionda lì trovando disteso a terra il suo
angelo
privo di sensi.
<< Aziraphale! >>
Non appena si china il bagliore cessa di illuminare il corpo etero
dell'altro.
<< Angelo per l'amor di...AH! >>
Crowley non perde tempo, la libreria potrebbe crollare da un momento
all'altro ed è troppo esausto per fare un miracolo,
penserà dopo a tentare di svegliarlo, l'importante
è che
sia vivo, lo prende da sotto le ascelle e lo solleva digrignando i
denti,
si avvolge il braccio fasciato dalla giacca bianca intorno alle
spalle, una mano a reggere i fianchi morbidi e via che si fa
strada
verso l'uscita pregando qualsiasi entità che quegli idioti
dei
soccorsi non li investano entrambi con altra acqua.
Fortunatamente non succede, riescono ad uscire e il demone ignora gli
uomini che gli urlano di portare in ospedale il poveretto che ha tra le
braccia, sistema Aziraphale sul sedile del passeggero curandosi di
allacciargli la cintura, non per qualche motivo particolare ma essendo
ancora privo di sensi non vuole gli finisca addosso mentre guida.
Una volta sistemato l'angelo sale anche lui in macchina, la mascella
ancora contratta, l'espressione rigida di chi ha appena passato un
bruttissimo momento, si toglie gli occhiali rotti facendoli cadere
fuori
dal finestrino e sfreccia in direzione del suo appartamento, ogni tanto
lancia qualche occhiata alla sua sinistra per accertarsi che l'altro
stia continuando a respirare.
Mentre Crowley guida rigido nella postura con le mani che artigliano il
volante, l'angelo di fianco a sé apre gli
occhi, ci mette qualche momento per capire dove si trova, le vibrazioni
del
motore della Bentley gli arrivano ovattate
alle orecchie, un odore conosciuto gli solletica le narici, gira il
volto
verso destra e all'istante un nodo gli stringe la gola, il cuore si
scioglie in mille battiti perduti di fronte a quel viso tanto familiare
che in quel momento stenta a riconoscere.
E' così concentrato ad arrivare a casa il prima possibile
che
non si accorge che Aziraphale si è svegliato, non
è
riuscito a rilassarsi nemmeno un secondo e il suo animo probabilmente
non si sarebbe acquietato finché l'angelo non avesse aperto
gli occhi, e questo Aziraphale lo ha capito e gli fa male.
In tutti i secoli passati sulla terra non lo aveva mai visto
così, solitamente anche nelle emergenze era sempre riuscito
a
mantenere un certo contegno macchiato dal suo umorismo e strafottenza,
Crowley era sempre riuscito a nascondere bene i suoi sentimenti, forse
era dovuto al fatto che tutti i pericoli in cui era caduto non
erano mai stati così gravi. Certo aveva rischiato di morire
ma
lui era sempre arrivato prima e con uno schiocco di dita e un piccolo
miracolo aveva risolto la situazione, e così era facile
nascondere la preoccupazione e l'ansia dietro a un derisorio sorrisetto
che celava il sollievo di aver sventato una disgrazia.
Quella volta però è diverso e Aziraphale lo sa
bene, il
suo migliore amico aveva creduto di averlo perso per sempre e per un
soffio si era accorto di lui ed era riuscito a salvarlo, per questo
comprendeva bene lo stato d'animo di Crowley, i suoi muscoli rigidi e
serrati che non volevano saperne di lasciarsi andare e dare un po' di
tregua a quel fascio di nervi che era diventato il demone.
L'angelo lo guarda perdendosi in ogni tratto che lo distingue, dalla
mascella affilata, le labbra sottili, gli zigomi alti ed è
proprio lì che Aziraphale vi scorge qualcosa che gli fa
agitare
lo stomaco, il viso è sporco di cenere ma una riga pulita
traccia un segno che parte dall'occhio e scende fin giù, che
sia
stata una lacrima a lasciare quella traccia?
Scaccia subito quel
pensiero pericoloso e ingenuo, probabilmente era solo una goccia
d'acqua scivolata probabilmente dai capelli o dalla fronte, non
può essere così sciocco da pensare che il demone
avesse
pianto per lui, certo la disperazione con cui aveva chiamato il suo
nome in libreria poteva far pensare che una cosa simile era possibile,
ma lui non si sente per nulla meritevole delle lacrime di Crowley.
E' talmente preso a contemplarlo che la velocità della
Bentley
non lo scalfisce nemmeno, non è importante, non in quel
momento
dove esistono solo loro due immersi in una bolla di silenzio, bolla in
cui l'angelo sta realizzando molte cose, parecchie delle quali
già le aveva comprese da tempo solo che le aveva rilegate in
un
angolo lontane dal suo cuore così che non gli facessero male.
Non ce n'era una più importante dell'altra, aveva sempre
dato ad
ognuna la medesima rilevanza ma in quel momento si rende conto di aver
sempre mentito a se stesso, sì perché una di
quelle cose rinchiuse nella cassaforte del suo cuore aveva continuato a
bussare imperterrita per uscire, ed ora lui la sente urlargli in faccia
la verità, è perdutamente inn... Non riesce a
terminare il
pensiero perché un paio di occhi gialli si posano nei suoi.
Quando Crowley si era voltato per controllare le condizioni dell'angelo
mai avrebbe immaginato di trovarlo sveglio, ed è
lì che
proprio sotto lo sguardo di Aziraphale accade la magia, tutti i muscoli
del demone sembrano reagire a quella consapevolezza, le spalle si
abbassano, le mani si ammorbidiscono intorno al volante, la mascella si
rilassa facendo in modo che le labbra si dischiudano leggermente, e
lui nota ogni piccolo micro movimento di quel volto che fino a poco
prima era segnato da un'evidente agitazione.
Aziraphale gli regala un debole sorriso, è l'unica cosa che
riesce a fare in quel momento per far capire all'altro che sta bene,
Crowley risponde allo stesso modo deglutendo un nodo d'ansia che si era
impossessato di lui da quando aveva messo piede nella libreria, e poi
torna a guardare la strada, ci sarà tempo per le parole
anche se
il mondo sta per finire.
Una volta arrivati a casa il demone aiuta Aziraphale a scendere
dall'auto, lo sorregge permettendogli di appoggiarsi a lui e all'angelo
non importa nulla di star probabilmente varcando un confine, di star
infrangendo quel tacito accordo che si erano imposti parecchi anni
prima, mantenere le distanze, almeno quelle fisiche, ma lui
è
ancora troppo debole per reggersi in piedi da solo, ha bisogno di tutto
il sostegno che il suo migliore amico è in grado di dargli.
Stretti l'uno all'altro arrivano di sopra, Crowley apre la porta
sperando che Aziraphale non noti la macchia sul pavimento,
fortunatamente non succede e il demone pensa che quel giorno troppe
cose gli stiano andando bene, teme che la fregatura si nasconda dietro
l'angolo ma non è il momento di pensarci, fa appoggiare
l'angelo
sul divano che di nuovo chiude gli occhi troppo debole per fare
qualsiasi cosa, Crowley lo fa sdraiare posandogli sopra la sua giacca
nera, il motivo per cui lo ha fatto? Beh meglio rimanga nella sua testa.
Si lascia cadere sulla poltrona con uno sbuffo, troppo esausto pesino
per schioccare le dita e darsi una ripulita, osserva Aziraphale
così pacificamente addormentato e candido come un fiocco di
neve, Crowley pensa che un angelo appisolato sul proprio divano sia la
gola di ogni demone, quale momento migliore per approfittarsi di un
essere etero con le difese abbassate?
A pensarci bene nessun angelo sarebbe così stupido da
addormentarsi al cospetto di un essere infido che sicuramente ne
approfitterebbe per combinarti chissà quale malefatta, e da
questo pensiero il demone Crowley trae una conclusione, Aziraphale si
fida così tanto di lui da abbassare ogni difesa, non sa
perché quello sciocco pensiero gli fa pizzicare gli occhi.
Aveva sempre creduto che Aziraphale non si fidasse totalmente di lui,
che
nonostante la lunga amicizia qualche dubbio lo nutrisse ed era lecito
che fosse così, era pur sempre un angelo e tutte le creature
celesti erano messe in guardia dall'astuzia di quelli del piano di
sotto, ma forse lo aveva sottovalutato e aveva sottovalutato anche se
stesso credendosi piccolo e insignificante nei confronti delle maestose
ali bianche dell'altro.
Una piccola vocina, così minuscola che a stento si sentiva,
rilegata per anni con la bocca tappata stava di nuovo venendo fuori e
gli diceva che forse, e solo forse loro due avrebbero potuto volersi
bene, che entrambi erano meritevoli dell'amore e dell'affetto
dell'altro, e sempre quella vocina gli suggeriva che probabilmente non
era tanto assurdo il pensiero che un giorno, se fossero usciti vivi da
quel gran casino, avrebbero potuto discutere dei propri sentimenti e
magari chissà amarsi.
<< Ah sta zitta! >> borbotta ad alta voce
mentre si alza
per andare a prendere un drink, non vuole sentire ancora quelle
sciocchezze che non fanno altro che illuderlo.
Prende la bottiglia del miglior liquore che ha in casa, un bicchiere e
torna a sedersi sulla poltrona sicuro che un paio di drink lo avrebbero
aiutato a dimenticare le brutte sensazioni vissute qualche momento
prima, è al secondo bicchiere quando nota un fruscio
provenire
dal divano.
Aziraphale apre gli occhi, si sente intontito e non ha nessuna voglia
di alzarsi, si rende conto di avere qualcosa appoggiato sulle spalle
che gli sta fornendo un piacevole calore, si ricorda che poco prima
Crowley lo aveva coperto con la sua giacca e così cullato da
quella piacevole
sensazione allunga una mano, l'afferra e se la tira fin sopra
al naso,
ne respira il profumo inconsapevole del fatto che qualcuno possa
vederlo o meno.
Quante volte ha sognato di accarezzare quella stoffa, di sentire il
tessuto sotto le dita e ancora più sotto il corpo di Crowley
che
veniva ricoperto da essa, quante volte aveva desiderato di poter
toccare l'amico, di sentire che sensazione gli avrebbe dato la sua
pelle sotto i polpastrelli, e ora tra le mani stringeva la sua giacca e
mai avrebbe sprecato un' occasione come quella.
Si lascia cullare dalle note forti e buone che gli avvolgono il viso,
sorride figurandosi di essere stretto nell'abbraccio dell'amico e quasi
vorrebbe che tutto quello non finisse mai, ha dimenticato l'imminente
Armageddon, l'anticristo, le loro fazioni e persino il luogo in cui si
trova, ma un suono infrange quel dolce sogno in cui si era rintanato.
<< Angelo mi spiace interrompere il tuo pisolino ma
abbiamo una guerra a cui pensare. >>
Oh il demone ha avuto la fortuna di assistere a tutta la scena, da
quando Aziraphale ha aperto gli occhi, mai si sarebbe aspettato quello
che invece è successo proprio sotto il suo naso, l'angelo
che
prende la sua giacca e se la tira fin sopra la testa, ha rischiato di
far cadere il bicchiere a terra e per un istante la mano gli ha tremato
Non poteva credere ai suoi occhi, avrebbe potuto dire qualsiasi cosa ma
non gli veniva in mente niente di sensato e poi non lo voleva mettere
in imbarazzo, conoscendolo sapeva che si sarebbe trovato a disagio
e non voleva gettare benzina sul fuoco...già il fuoco,
meglio non
pensare a quello.
Così aveva optato per la frase più banale ma
vera,
conscio che avrebbe attirato la sua attenzione senza tuttavia creargli
troppa agitazione, almeno così sperava perché
già la
situazione era critica, e avere pure un angelo in piena crisi
esistenziale non avrebbe giovato alla causa e nemmeno a loro stessi.
Aziraphale sgrana gli occhi sentendo quella voce, in un attimo si
ricorda tutto quello che è successo, ricorda dove si trova e
la
pesantezza degli ultimi fatti gli piomba sulle spalle, si alza seduto
di scatto posando i piedi a terra, le gote arrossate e le labbra
dischiuse in un'espressione mista a scuse e vergogna, una parte di
sé vuole convincerlo che Crowley non ha visto niente mentre
l'altra è certa che lui abbia assistito a tutto.
La cosa peggiore è che non sa quale delle due desidera sia
vera,
se non lo avesse visto potrebbero continuare a comportarsi come sempre,
ma se lo avesse visto che cosa potrebbe aver pensato? Certo il suo
potrebbe essere stato un gesto istintivo di chi vuole tornare a
dormire, ma se invece avesse pensato che ci fosse altro dietro e poi
per lui c'era davvero altro dietro? La risposta la conosce
benissimo.
Quel groviglio di pensieri viene interrotto da colui che ne
è
protagonista, il demone si è alzato dalla poltrona e seduto
sul
divano accanto all'angelo che prima sussulta e poi volta il viso verso
di lui, non sa cosa dire, per la prima volta in vita sua si trova senza
parole e torturandosi le dita riesce a balbettare la prima frase che
gli viene in mente.
<< D-devo avere un aspetto orribile >> dice
con una lieve risatina nervosa.
<< Nah sei solo abbastanza sporco, niente che non si
possa risolvere con un miracolo. Piuttosto come ti senti?
>>
Aziraphale deglutisce commosso da tutta quella premura, se non
rischiasse di essere sbattuto contro una parete glielo farebbe
presente, non che quella volta gli sia dispiaciuto essere appiccicato a
un muro con il corpo di Crowley adeso al suo, però conosce
bene la sua situazione psicologica, in quel momento è
talmente
precaria che non reggerebbe un'altra emozione così forte,
potrebbe addirittura scorporarsi.
Per questo si limita a sorridere spostando lo sguardo prima di lato e
poi di nuovo sul demone.
<< Sono...leggermente frastornato ma non posso
lamentarmi,
più che altro una bella doccia sarebbe un toccasana, gli
umani
lo fanno quando devono lasciar andare lo stress e io ammetto che
qualche volta, anzi spesso mi sono ritrovato a...- >>
<< Se vuoi di la c'è una doccia, voglio dire
se preferisci...io non ho alcun problema a fartela usare.
>>
E Dio Aziraphael vorrebbe tanto dire di sì, spogliarsi di
tutti
quei vestiti davanti ai suoi occhi e mostrarsi a lui, dirgli guardami
io sono
questo, sono questo e non ho paura di mostrarlo a te perché
so
che tu non mi farai mai del male, mi fido da lasciarti il mio corpo, la
mia anima e il mio cuore, ma quello che fa è solo agitarsi
sul
divano e trovare abbastanza in fretta una scusa per dire di no.
<< M-meglio di no sai...- >>
Crowley non sa nemmeno il motivo per cui gli ha posto quella domanda,
cosa si aspettava?
<< Certo >> volta il viso deluso, ma poi
deluso da cosa?
Se
anche Aziraphale avesse accettato un'intera stanza e una porta li
avrebbero separati, non poteva mica proporgli di farla insieme quella
dannatissima doccia, certo in un'altra occasione sarebbe stato
divertente stuzzicarlo in quel modo ma non era il momento.
<< Magari quando tutto questo sarà finito, se
riusciremo
ad evitare la guerra e la collera dei nostri superiori noi potremmo,
noi...- >>
Il demone certo non si aspettava che il suo angelo avrebbe dato un
continuo alla negazione di poco prima, e non si aspettava che l'avrebbe
data in quel modo, per questo volta il viso di scatto incastrando
gli occhi in quelli blu del principato, una speranza che palpita nel
petto ma a cui non vuole dare troppa voce.
<< Noi potremmo? Potremmo cosa angelo? >>
Aziraphale si tortura le dita, sente il viso bollirgli per l'imbarazzo
e si domanda il perché abbia iniziato quella mal...benedetta
frase, perché ha dovuto esporsi così tanto, forse
sperava
che Crolwey non lo sentisse o non gli desse peso, o forse sperava
proprio il contrario.
La gola stretta con una morsa d'acciaio, le parole fanno a botte nella
sua testa causandogli un frastuono inaudito, non sa più cosa
fare o dire, preso dal panico si alza di scatto e si allontana, agita
le mani cercando di dire la cosa giusta, quella che non lo
comprometterebbe troppo, quella che se non si realizzasse non
causerebbe troppi guai.
<< N-niente lascia perdere, abbiamo altro a cui pensare
no? >> deglutisce sperando di essersela cavata.
<< Angelo non puoi prima tirare un sasso enorme e poi
nascondere
la mano! Per l'amor di...non è un comportamento per nulla
angelico sai! >>
Aziraphale si agita sul posto.
<< Quale sasso? I-io non ho nessun sasso...-
>>
<< E' un modo di dire >> lo rimbecca
Crowley, troppo stufo anche per alzare la voce.
<< Ad ogni modo non ho fatto nulla del genere.
>>
Il demone si alza sospirando, ha le membra così stanche che
vorrebbe solo mettersi a dormire per un altro secolo intero, lo aveva
detto alla sua sciocca speranza di starsene zitta e buona, ma lei no ha
voluto per forza intervenire e dire la sua, e guarda i risultati,
un'altra delusione da aggiungere alla lista.
<< Non mi hai nemmeno lasciato il tempo di dirti grazie
>> sussurra Aziraphale.
<< Non ce n'è bisogno >>
risponde alterato, l'ultima
cosa che vuole ora sono i suoi insulsi ringraziamenti, cosa deve
farsene? Non lo salva certo per farsi ringraziare dopo, quello che
vorrebbe è che per una volta fosse sincero con lui e finisse
una
dannata frase senza lasciarlo pieno di dubbi e domande.
<< Si invece >> la voce dell'angelo
è un soffio appena udibile.
Crowley si volta dandogli le spalle, sospira e con quel gesto lascia
andare tutta la pesantezza accumulata, è affranto, stanco di
tutto quel non dirsi, di quelle parole che aleggiano sopra le loro
teste senza mai avere il coraggio di lasciare le loro labbra,
Aziraphale lo osserva, le spalle incurvate verso il basso e senza la
sua giacca nera a coprirlo gli sembra ancora più piccolo ed
esile.
<< Dovremmo andare, o meglio cercare di trovare una
soluzione anche se...- >>
<< Crowley >> la voce tremante dell'angelo
blocca quel flusso di parole che stavano uscendo senza un senso preciso.
Il demone si volta e l'immagine che si trova davanti gli fa piangere il
cuore ma lo confonde ulteriormente, Aziraphale ha gli occhi lucidi,
colmi di quelle che sembrano proprio lacrime.
<< Puoi per favore venire qui un attimo? >>
il labbro
inferiore gli trema, il demone lo nota e istintivamente deglutisce.
Non capisce cosa gli stia prendendo, un attimo prima era tutto
agitato ed impettito con la fretta di andarsene ed ora ci manca poco
che si metta a piangere, ma lui non è insensibile e per
quanto
il suo migliore amico inconsapevolmente o meno continui a ferirlo non
lo lascerebbe mai piangere da solo.
Si avvicina con passi lenti e studiati, non sa cosa aspettarsi e quando
si trova di fronte a quella figura eterea tremante ne osserva i
particolari, le mani strette a pugno, il corpo scosso da lievi brividi,
le labbra dischiuse che tremolano come una foglia secca sul ramo di un
albero, e
gli occhi, quelle meravigliose pozze chiare sono lo specchio di quello
che Crowley ha troppa paura di conoscere.
<< Che cosa ti prende? >> gli domanda
cercando di mantenere un tono fermo.
<< I-io >> una lacrima scivola lesta
bagnando la sua guancia.
E in un attimo le barriere crollano, le difese cedono, le labbra
tremano in una smorfia di sofferenza e Aziraphale si lascia andare in
avanti appoggiando la fronte sul petto di Crowley, le mani strette alla
sua maglietta scura, chiude gli occhi sforzandosi di non fare troppo
rumore mentre le lacrime scendono a fiumi, ma non resiste quando sente
le mani del demone posarsi delicate intorno alla sua schiena e
avvolgerlo in un abbraccio.
Non è stato facile per lui compiere quel gesto, in seimila
anni
non ha mai abbracciato nessuno figuriamoci l'angelo, no lui era sempre
stato intoccabile per questo le sue braccia hanno tremato quando
finalmente si è deciso ad avvolgere intorno al corpo
tremante di
Aziraphale, se era la cosa giusta o meno da fare non lo sapeva, aveva
sempre avuto problemi a scegliere, a riconoscere che cosa fosse giusto
o sbagliato fare.
Però qualcosa gli diceva o meglio gli urlava di farlo, di
non
pensare alle conseguenze, a concetti di giustizia che in quel momento
non c'entravano proprio niente, il suo migliore amico si stava
lasciando andare sul suo petto, aveva avuto uno slancio nei suoi
confronti, qualcosa che fino a un secondo prima avrebbe ritenuto
impossibile, e così incurante di tutto quello che sarebbe
potuto
succedere lo aveva stretto tra le sue braccia.
Quel semplice gesto aveva reso l'angelo un fiume in piena, aveva
iniziato a singhiozzare lasciandosi andare completamente, e il povero
demone non sapeva proprio cosa fare, non conosceva il motivo di quel
pianto disperato e nemmeno sapeva come si consola qualcuno, cosa
avrebbe dovuto fare continuava a chiedersi.
Gli era capitato qualche volta di vedere gli umani consolarsi a
vicenda, erano soliti accarezzare dolcemente la schiena della persona
che in quel momento aveva bisogno di conforto, e così anche
Crowley non senza titubanza inizia a muovere le mani delicatamente
sulla schiena di Aziraphale, la sensazione che gli provoca sentire il
calore dell'altro sotto le sue dita è inspiegabile,
è superiore a tutte le fantasie che si era fatto nel corso
dei secoli.
Così istintivamente fa scivolare un braccio verso l'alto,
affonda le dita tra quei riccioli biondi e morbidi alla base della
nuca, non ricorda se gli umani facevano anche questo ma non gli
importa, forse è un gesto troppo personale ma probabilmente
hanno superato quel confine parecchi minuti prima, sente un'emozione
così forte e profonda provenire dal suo cuore che lo spinge
a stringerlo tirandolo più verso di sé, e
ciò che accade lo lascia piacevolmente stupito.
Succede quello che Crowley definirebbe un miracolo, e sì
forse è esagerato definirlo così ma per lui
è la prima volta, è estraneo a quel tipo di
affetto e di sensazioni, è un terreno minato e sconosciuto,
l'angelo sotto le sue carezze inizia a placare i singhiozzi, le spalle
smettono lentamente di tremare e piano piano quel corpo pieno di luce
si rilassa.
A quel punto il demone pensa che si staccherà da lui, invece
non succede, quel fragile ma testardo angelo gli rimane tra le braccia
come se davvero lui possa rappresentare un degno conforto, ed ora
è proprio Crowley che vorrebbe piangere, quando è
caduto non si è sentito meritevole di niente, figuriamoci
delle attenzioni di una creatura eterea come Aziraphale, sono due
creature che dovrebbero essere nemiche, un angelo non dovrebbe mai
voler trovare conforto in una creatura malvagia, e un demone dovrebbe
solo gioire delle lacrime di un essere celeste.
E invece eccoli lì loro due, come sempre è stato
con le loro differenze ma anche con le loro parti in comune, erano
diversi ma simili ed era proprio questo forse ad attrarli l'uno
all'altro, mentre continua a muovere le dita tra i capelli dell'angelo
Crowley pensa che Dio non potrebbe mai punirli per quello che hanno, ed
è certo che non lo farà mai e non appena
sarà tutto finito lo dirà al suo angelo
così che smetta di avere paura e forse finalmente potranno
avere anche loro un lieto fine.
I suoi pensieri vengono interrotti dalla voce spezzata dell'altro.
<< Crowley... >>
<< Dimmi angelo >> stenta a riconoscere la
sua stessa voce e trattiene il magone rimandandolo giù tra
le viscere.
Aziraphale alza il viso verso di lui, i loro occhi si incontrano e non
si staccano nemmeno per un momento.
<< T-ti devo chiedere scusa... >> sussurra.
E Crowley sì che adesso non capisce davvero.
<< Ma che diav...che sciocchezze dici Aziraphale?
>>
<< E' semplicemente la verità >> risponde
l'angelo sempre tenendo lo sguardo puntato nel suo.
Il demone alza un sopracciglio.
<< Si può sapere per cosa poi?
>>
L'angelo sospira, sposta lo sguardo verso il basso e poi lo incastra di
nuovo in quei bellissimi occhi gialli.
<< Per tutto >> risponde.
Crowley si agita, vorrebbe urlare, gridargli di aiutarlo a capire.
<< Che cosa diamine dovrebbe significare per tutto!?
>>
<< Temo di rovinare le cose se facessi quello che ho in
mente... >>
Il demone ora alza entrambe le sopracciglia, sposta le mani sulle
spalle di Aziraphale e le stringe delicatamente.
<< Angelo te l'ho già detto tu non puoi fare
niente di sbagliato, non esiste che rovini le cose, non è
nella tua natura. >>
<< Non è così Crowley e tu lo sai
bene... >>
<< Di cosa parli? >> gli domanda sempre
più curioso e anche spaventato.
<< Ti ho ferito in...in così tanti modi che me
ne vergogno. >>
Crowley stringe le labbra, le sue pupille si dilatano e le narici si
allargano per un attimo, solleva una mano che inizia a tremare appena,
l'appoggia delicata sul volto dell'angelo e la sensazione è
così bella che si sente in paradiso, si avvicina di pochi
centimetri e la cosa bella che gli fa scoppiare il cuore è
che Aziraphale non indietreggia, non si sottrae al suo tocco, rimane
lì con gli occhi incastrati nei suoi.
<< Lascia perdere il passato, potrebbe essere il nostro
ultimo giorno sulla terra, fai solo quello che vorresti fare, fallo e
basta angelo >> la sua voce è così
morbida che quasi pensa di essere diventato un'altra persona.
Aziraphale deglutisce, i dubbi si insinuano nella sua mente e per un
attimo la sua paura più grande non è quella di
cadere, ma di perdere la persona che ama di più al mondo, la
persona che gli ha fatto provare un amore diverso da quello divino, un
amore più simile a quello umano, però sa anche
che Crowley ha ragione, se perdesse anche questa occasione potrebbe non
essercene più un'altra.
Così l'angelo chiude gli occhi e fa quello che mai in tutta
la sua esistenza il demone si sarebbe aspettato, lo bacia, ed
è una semplice unione di labbra che lo manda tra le stelle,
chiude gli occhi anche lui e si spinge verso il basso prendendo il viso
di Aziraphale con le mani, rimangono così per qualche
istante, momenti che entrambi vorrebbero non finissero mai, si sentono
allo stesso modo, protetti, al sicuro, avvolti in qualcosa che
è soltanto loro e che nonostante quello che potrebbe pensare
qualcuno è infinitamente giusto.
Si staccano con lentezza facendo sì che i loro nasi si
sfiorino, aprono gli occhi nello stesso istante ed è come se
anche loro si baciassero, azzurro e giallo che si uniscono a formare
una danza che solo loro possono vedere, l'angelo deglutisce preoccupato
dalla possibile reazione del demone, mentre quest'ultimo è
terrorizzato che possa essere tutto un sogno e che presto
svanirà.
Nessuna delle loro paure si realizza, entrambi sono ancora
lì l'uno di fronte all'altro, Aziraphale tira un lieve
respiro di sollievo e Crowley riprende a respirare.
<< Temo di aver perso troppo tempo >>
sussurra l'angelo.
<< Abbiamo perso >> risponde il demone con
un sorrisetto.
<< Ma se dopo oggi...se in qualche modo riuscissimo a
cavarcela io ti prometto che non accadrà più.
>>
Crowley sorride alle parole del suo migliore amico, che forse -spera-
diventerà presto qualcosa di più, devono solo
affrontare l'Apocalisse, l'anticristo e i loro superiori, una bazzecola
a confronto di tutto quello che già hanno superato insieme,
semplicemente restando uniti.
Fine.
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