La differenza tra le ciliegie e le amarene

di LadyPalma
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Prompt Soulmate: Avete lo stesso simbolo sulla pelle. 


Tu mi hai insegnato la differenza tra le ciliegie e le amarene
E io non la dimenticherò più.
[Pinguini Tattici Nucleari – Pastello bianco]
 
 
 


 
La differenza tra le ciliegie e le amarene
 
 



 
In un mondo in cui le anime gemelle hanno lo stesso simbolo tatuato sulla pelle, diventa essenziale riconoscere la differenza tra una ciliegia e un'amarena. Le ciliegie sono più grandi e il rosso della loro morbida buccia è forte, mentre le amarene sono piccole e il loro rosso è talmente tenue da scivolare nel rosa scuro. Dolores delle amarene conosce tutto, fin dai quattro anni, quando sua madre le ha indicato lo strano disegnino sulla parte interna del suo polso collegandolo a quel nome, e lei ne è rimasta talmente affascinata da cominciare a vestirsi il più possibile in accordo a quella macchia. Di rosa, non rosso. Col tempo, la passione per quegli strani simboli che colorano la pelle dell’intera comunità magica è poi cresciuta abbastanza da diventare un lavoro, precisamente facendole ottenere a soli ventisette anni il ruolo di capo del Dipartimento del Controllo dei Marchi Gemelli. Verificare la validità dei segni, cogliere le più piccole differenze e segnalare le eventuali contraffazioni è qualcosa che appaga la sua ricerca ossessiva di ordine (mettendo a tacere l’altra ricerca malcelata di un marchio esattamente identico al suo).
“... E quindi, sì, signor Silente, riconoscere i segni è davvero così importante, anche se non sembra, e nel mio lavoro–”
Il proprietario del pub, dall’altro lato del bancone, non fa in tempo a esprimere il suo totale disinteresse: nel giro di qualche secondo, un uomo imponente con una gamba di legno e una faccia ricoperta di cicatrici l’ha raggiunta e le ha afferrato senza cerimonie il polso incriminato.
“Ehi, ehi! Quella è proprio una ciliegia!”
Dolores batte le palpebre un paio di volte, a metà tra l’incredulità e il terrore, prima di fare una smorfia e ritirare con forza la mano. “È un’amarena” precisa, con una punta di fastidio.
Il mago solleva un sopracciglio e quello squarcio che ha al posto della bocca si apre in una specie di sorriso divertito.
“Ah, sì? E quale sarebbe la differenza?”
Dolores esita un attimo, tossicchia leggermente e poi inizia a parlare. Non c’è diffidenza che tenga quando si tratta di parlare del suo argomento preferito.


 
***
 

 
[Consistenza della polpa]
Le differenze tra le ciliegie e le amarene Dolores le elenca con precisione, davanti a un giro di drink e, ancora, fuori dal locale. Per qualche strano motivo la spiegazione, di solito accettata passivamente da qualsiasi interlocutore, si è trasformata stavolta in un dibattito e quella specie di uomo non si lascia proprio convincere. Sono diversissime, voglio dire, ehm, non si può fare il maraschino con le ciliegie! insiste lei, con abbastanza alcol nel corpo da lasciarsi sfuggire la sua conoscenza approfondita (ma poco raccomandabile) dei liquori. Sì, certo, sono due frutti diversi, grazie tante, dice lui, ma come li riconosci? Dolores ripete la questione delle dimensioni e dei colori, aggiunge poi la consistenza della polpa – morbida per le ciliegie, soda e dura per le amarene – ma Alastor semplicemente grugnisce, ché i disegni non hanno polpa, le differenze tattili nei simboli sono inconsistenti. Poi, però, la guarda con uno strano scintillio, si avvicina lentamente e le afferra entrambi i polsi, cominciando ad accarezzarne l’interno con una dolcezza inattesa che la fa arrossire.
 
“Si può sapere che sta facendo?
“Sto toccando un’amarena. Che strano: non sembra affatto dura!”
 
 
[Colore]
La differenza tra le ciliegie e le amarene forse le ha salvato la vita, pensa Dolores, quando dopo due settimane che si incrociano quasi tutti i giorni alla Testa di porco, Alastor decide finalmente di riverlarle il suo marchio. Con una enfasi che all’inizio lei non comprende, lui solleva le maniche della giacca, ruota il polso destro e infine le mostra un simbolo uguale – no, simile – a quello che ha tatuato lei addosso fin dalla nascita. Sospira di sollievo nel riconoscere sulla pelle dell’uomo una ciliegia, eppure, quando avvicina i loro polsi per confrontare i rispettivi disegni, il colore di quei frutti all’improvviso non sembra poi così tanto diverso. Eppure, mentre gli sfiora il polso per tratteggiare i contorni di quel simbolo ed evidenziarne le differenze, trema. Trema talmente tanto che lui le afferra la mano e gliela trattiene nella sua per un tempo indefinito.
 
“Si sta ehm intestardendo con me perché pensa che siamo anime gemelle o cosa?”
“Beh, di queste stronzate a me non me n’è mai fregato niente, Bamboluccia. Sei una donna… interessante e, beh, io sono un uomo, lo capisci o anche di questo ti serve un disegnino?”
 
 
[Sapore]
La differenza tra le ciliegie e le amarene dovrebbe essere più marcata, pensa Dolores, rendendosi conto che quell’uomo lei lo vede ormai praticamente tutti i giorni. Mi segue, si dice, mi perseguita, fingendo di non sapere che quelle sconclusionate chiacchierate dopo il lavoro sono la parte che attende di più nella giornata. Ma se ti ripeti una bugia abbastanza a lungo alla fine finisci per crederci, e Dolores il confine tra verità e finzione lo aveva attraversato talmente tante volte da non riconoscerlo più. Non siamo anime gemelle, esordisce brutalmente una sera senza neanche prendere posto, e credo proprio dovremmo smettere ehm questa cosa. Lei non precisa e lui non le chiede di farlo ma alza semplicemente le spalle con noncuranza: D’accordo, ma chissenefrega, Bamboluccia! In fondo, le ciliegie sono quasi amarene, no? Dolores scuote la testa con vigore, mentre la deformazione professionale le impone per l’ennesima volta di ripetere le differenze: consistenza della polpa, colore, dimensioni, sapore e– Il modo in cui lui la bacia è dolcezza e acidità, durezza e morbidezza, rosso e rosa. È tutto questo insieme e anche di più, è tutto e basta, un tutto che però non basta.
 
“Perché dovrei accontentarmi di una ciliegia se nel mondo esiste un’altra amarena?"
“Se chiedi a me, dopo aver assaggiato un’amarena ho scoperto che le ciliegie mi fanno schifo”.
 
 
[Dimensioni]
La differenza tra le ciliegie e le amarene è, secondo Amelia Bones, una barzelletta. Dolores non ha mai visto la sua algida collega così divertita come di fronte al racconto (opportunamente revisionato) dell’incontro con l’Auror Alastor Moody. Se per Dolores è soltanto un esempio pratico di quelle sottili incongruenze a cui bisogna sempre prestare attenzione, per Amelia è invece l’ennesima prova di quanto la sua collega non sia poi tanto competente, in fondo. Pensi davvero che un qualsiasi simbolo abbia la stessa dimensione su un bambino e su un adulto? La domanda confonde per un attimo Dolores, poi lentamente la fa arrivare a una conclusione – quella sbagliata. Io non sono una bambina, commenta con un risolino forzato. Amelia scuote la testa e con un sospiro sceglie di non indugiare su quel punto, perché lei il focus non lo ha perso. Non sto dicendo questo ma, sul serio, le dimensioni dei simboli variano in rapporto alle dimensioni dei corpi, non te ne sei mai accorta? E la stessa cosa vale per il colore, essendo in relazione alla carnagione! Dolores apre la bocca un paio di volte per parlare senza emettere alcun suono e alla fine trasalisce, comprendendo finalmente ogni implicazione.
 
“Bones, ehm, tu dici davvero che Alastor Moody sia la mia anima gemella?”
“Non lo dico io, Umbridge, lo dicono le ciliegie sui vostri polsi”.
 


 
***
 
 
Le anime gemelle esistono (trovarle è il lavoro di Dolores), ma esiste pure la guerra (e quello è il lavoro di Alastor). Lei, però, sepolta nel suo angolo di autorità al Ministero, lo ha quasi dimenticato, tanto da restare confusa quando le dicono che il mago che sta cercando è ricoverato al San Mungo. Ed infatti è ancora alle anime gemelle che pensa quando si avvicina al suo letto e, senza neanche chiedergli come sta (o accertarsi che sia vivo, addirittura), gli rovescia addosso la portata della scoperta che ha fatto. Chi l’avrebbe mai potuto immaginare? conclude, senza ammettere che l’errore è stato suo fin dal principio, e ignorandolo quando borbotta: Io da sempre, Bamboluccia.
Ha sbagliato, è vero (per tutta una vita forse, negli ultimi mesi di sicuro), ma non lo ammette a parole: è una verità che nasconde tra i baci che adesso non ha più paura di ricambiare, tra le ambizioni amorose che si è lasciata alle spalle e le aspettative che all’improvviso ha rimodulato. Sembri ehm più mostro di prima, dichiara quando finalmente si prende il tempo per osservarlo e si accorge che manca qualcosa nel suo volto, ma non si ritrae quando lui ride e la tira più vicino a sé. Non si ritrae perché quello – la sua piccola figura tra quelle braccia enormi, i suoi occhi verdi da rospo a cinque centimetri da un orrendo occhio fatto di vetro e magia – è il suo posto, il suo destino, e a lei non resta più nessuna differenza da spiegare.
Perché a volte le differenze sono soltanto il frutto di punti di vista sbagliati.
Perché, in un mondo in cui le anime gemelle hanno lo stesso simbolo tatuato sulla pelle, la differenza tra le ciliegie e le amarene semplicemente non esiste.




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