Una quindicenne si stava osservando con occhio molto
critico allo specchio, si chiedeva se quel vestito rosso non fosse troppo
eccessivo per un pomeriggio al luna park.
“Uh, tesoro, questo vestitino che ti ho regalato ti
dona moltissimo, farai girare la testa a tutti i ragazzi!” trillò la madre
della ragazza con voce entusiasta e facendo arrossire vistosamente la figlia.
“Ma mamma, vado solo al luna park con le mie amiche.
E se devo dire la verità andiamo perché sono curiose di farsi predire il futuro
da quella veggente di cui parlano tutti!” spiegò Bulma
spazientita alla madre.
Già era piuttosto spazientita, ormai lei aveva 15
anni e un pomeriggio al luna park non era esattamente tra i suoi passatempi
preferiti, ma le sue amiche avevano tanto insistito perché lei le accompagnasse;
le avevano ripetuto che sarebbe stato divertente e che comunque tutti i loro
compagni di scuola erano andati da quella donna e alcune sue previsioni si
erano già avverate addirittura.
“Ci saranno comunque dei ragazzi carini e poi sarà
divertente andare dalla veggente; quasi quasi potrei venire anch’io!” esclamò
la madre di Bulma.
“Non ci pensare nemmeno, mamma, anzi ora è meglio
che vada, sono già in ritardo, ciao!” rispose la ragazza uscendo
frettolosamente dalla stanza, ci mancava solo che sua madre decidesse davvero
di accompagnarla e allora sì che avrebbe potuto lasciarsi sprofondare
lentamente.
Bulma
s’incontrò con le sue amiche Umi e Fuu all’ingresso
del luna park, le sue amiche erano a dir poco raggianti, avevano grandissime
aspettative su quella sedicente veggente; mentre lei in quanto futura
scienziata, credeva che fossero solo un mucchio di fandonie ed era prontissima
a farlo presente anche a quella donna se ce ne fosse stata l’occasione.
Il luna park della Città dell’ovest come sempre era
pieno di persone, perlopiù bambini che trascinavano i genitori da una giostra
all’altra e la ragazza si augurò che tutto finisse quanto prima perché ne aveva
già abbastanza.
Soprattutto decise che ne aveva abbastanza quando
giunsero alla tenda della veggente, la quale si trovava leggermente discostata
rispetto alle altre attrazioni, quasi fosse qualcosa a sé: era un tendone di
colore viola con delle stelline dorate come decorazione attaccate ovunque e
davanti c’era una lunghissima fila di persone.
“Ragazze, ma c’è la fila, ci vorrà un sacco di tempo
per entrare, perché non torniamo in un altro momento? Un altro giorno magari?”
provò Bulma augurandosi che le amiche fossero d’accordo
con lei.
“Sarà meglio se ci mettiamo in coda invece, mio
fratello ha detto che ogni giorno questa veggente ha coda davanti alla sua
tenda e sembra che ormai siano gli ultimi giorni che rimarrà qui in città!” le
rispose Fu mettendosi in fila e tirando Umi per un braccio.
Bulma
sbuffò, ma comprese che non l’avrebbe avuta vinta, quindi offerse per andare a
prendere i gelati per tutte visto che l’attesa sarebbe stata piuttosto lunga.
E così fu, poiché la giovane riuscì a prendere i
gelati, tornare indietro, mangiare i gelati e allontanarsi di nuovo per
prendere anche lo zucchero filato; ormai era davvero esasperata, ma era
praticamente l’unica a pensarla così, le altre persone sia prima che dopo di
lei stavano ordinatamente in fila senza protestare. E chi usciva dalla tenda
poi, usciva entusiasta e rassicurando gli ancora aspettava che ne valeva
davvero la pena, tant’è che Bulma si chiese se la
donna fosse più una fattucchiera che una vera veggente.
Finalmente dopo un’eternità in coda giunse il turno
delle ragazze, le amiche di Bulma entrarono
ridacchiando nervosamente, mentre la giovane scienziata si guardò attorno con
occhio critico: anche l’interno della tenda era imbarazzante come l’esterno, c’erano
sparsi ovunque dei volumi aperti a casaccio e dei piccoli scaffali con delle
boccette di tutti i colori.
L’occhio di Bulma si
spostò sulla veggente, era una donna piuttosto anziana, rugosa e pingue, con
dei ridicoli capelli viola e dei vistosi occhiali da sole di colore lilla. Sul
tavolo era posizionata una grande sfera di cristallo, proprio come nei migliori
film, pensò con disprezzo Bulma, mentre prendeva
posto vicino alle sue amiche.
“Benvenute care bambine, cosa posso fare oggi per
voi? Vi ricordo che i miei servigi costano 50 zeni a
consulenza…e si paga in anticipo!” le salutò la donna indicando una piccola
cassetta di colore viola vicino alla sfera. Le tre ragazze misero il denaro
dove fu loro indicato, anche se Bulma tra le tre fu
la più riluttante, più passava del tempo in quella tenda e più tutto le pareva
un’immensa sciocchezza.
La donna chiese alle ragazze chi volesse essere la
prima a conoscere il suo futuro e Umi alzò la mano ansiosa e con un filo di
voce chiese alla veggente come sarebbe stata tra dieci anni.
La donna iniziò ad agitare le mani attorno alla
sfera, dicendo una litania che si ripeteva:”Ollaolla appari nella bolla!”, le tre ragazze
strizzarono all’unisono gli occhi per vedere cosa appariva nella bolla, ma
nessuna delle tre vide un bel nulla e intanto la litania continua crescendo d’intensità.
“Vedo una giovane donna che viaggerà all’estero e
avrà molti amori, ma troverà il vero amore solo quando deciderà di smettere di
viaggiare!” sentenziò la veggente e Umi annuì seria ringraziando la donna per
la sua profezia.
Venne poi il momento di Fuu,
e dopo aver ripetuto tutta la litania la veggente annunciò alla ragazza che
avrebbe trovato il vero amore da lì a pochi giorni, un giovane dai capelli
verdi e gli occhi azzurri le avrebbe rapito il cuore, dalla bolla poteva vedere
che era dedito ad una disciplina con la spada, ma non le era chiaro quale fosse
dalla visione; anche Fu quindi ringraziò entusiasta la donna.
“Bene, mia cara, rimani solo tu; sai ho notato le
tue occhiate scettiche, ma ti posso garantire che non sono una ciarlatana io e
presto te lo dimostrerò, dimmi cosa desideri sapere!” ordinò la veggente a Bulma.
La giovane che fino a quel momento aveva assistito
alle profezie delle sue amiche sforzandosi di non sbottare che era tutto
davvero ridicolo decise che era il caso di concludere la cosa alla svelta ed
andarsene e quindi chiese alla donna di raccontarle come sarebbe stato il suo
futuro tra un anno.
Gli occhi della veggente scintillarono sotto gli
occhiali da sole e poi riprese con la sua litania e infine fece il suo
responso: “viaggerai in compagnia di due giovani uomini e affronterai dei pericoli,
tanti pericoli, oh e vedo anche l’amore, vedo un giovane bandito che ti ruberà
il cuore, ma è meglio che tu faccia attenzione ragazza”.
Bulma
aveva ascoltato quelle parole senza senso con gli occhi sgranati e a quel punto
non era più riuscita a trattenersi ed era scoppiata in una fragorosa risata :”ma per favore, un giovane bandito, io? ma dove
siamo? In un telefilm di serie b? davvero assurdo, certo che ne hai di fantasia
vecchiaccia. Vedete ragazze, sono un mucchio di sciocchezze, abbiamo speso le
nostre paghette inutilmente ecco!” accusò Bulma,
alzandosi in piedi bruscamente per andarsene.
“Ehi mocciosa, come ti permetti di affermare che
dico fandonie e tutto vero e vedrai che avrò ragione, anzi visto che non sei
soddisfatta ti regalerò un’altra consulenza, stai a sentire ragazzina
diffidente!” le rispose la veggente riprendendo ad agitare le mani sulla sfera
e questa volta Bulma notò dei vapori viola attorno
alla sfera, anche se durarono per pochi secondi, tant’è che li classificò come
un altro trucco della fattucchiera.
“Amerai il giovane bandito, oh se lo amerai, ma poi
arriverà un principe, un principe dai capelli corvini e lui sarà il vero amore,
anche se per voi la strada sarà tutt’altro che semplice. Vedo tanto dolore,
tanta sofferenza e purtroppo anche morte, ma alla fine sarai tu a spuntarla. E
con questo spero di averti soddisfatta!” sentenziò la veggente con una voce
completamente diversa rispetto a quella delle precedenti profezie.
Soddisfatta? Quella maga da strapazzo credeva che
con quelle parole ancora più folli e senza senso lei fosse soddisfatta? Un principe…era
assurdo tanto quanto il suo amore per il giovane bandito…dove diavolo avrebbe
trovato due ragazzi così diversi e assurdi? C’erano più probabilità che un
giorno si sposasse con il figlio di qualche altro scienziato collega di suo
padre o magari con un industriale…le sue amiche la stavano fissando in attesa
della sua risposta che non tardò ad arrivare:”Bah vecchia, a me sembra che tu mi abbia appena
descritto una delle telenovela che probabilmente guardi al pomeriggio, ma non
importa, apprezzerò il tuo impegno”.
“Sei davvero una mocciosa difficile e maleducata e
mi hai già fatto perdere abbastanza tempo prezioso e dal momento che il tempo è
denaro, andatevene e lasciate il posto a chi può apprezzare davvero i miei
servigi!” e indicando seccatamente l’uscita alle ragazze le invitò ad
andarsene.
Le ragazze uscirono di corsa e si allontanarono
dalla tenda correndo; quando furono abbastanza lontane Umi rimproverò Bulma per come si era comportata, dopotutto poteva anche
essere più gentile con quella vecchietta, non stava facendo nulla di male.
“Già nulla di male a parte prendersi i nostri soldi
dicendo delle fesserie!” rispose acida Bulma, tant’è
che poco dopo si separò dalle amiche per tornare a casa, ne aveva davvero
abbastanza e poi, lei, aveva da fare, stava lavorando su un piccolo progetto
legato ad una strana sfera arancione che aveva trovato poco tempo prima in
cantina.
Quando due settimane dopo la sua amica Fuu conobbe Ferio un ragazzo con
i capelli verdi che proveniva da una famiglia di spadaccini ritenne che fosse
solo una coincidenza, quella vecchia aveva solo avuto fortuna e comunque era
troppo impegnata nel creare un radar: quella sfera arancione che aveva trovato
in cantina non era la sola esistente, anzi a quanto pareva erano sette e se
fosse riuscita a radunarle tutte addirittura sarebbe riuscita a realizzare un
desiderio, trovava la cosa entusiasmante, se fosse stato vero avrebbe avuto un
mucchio di cose da chiedere e non certo banditi o principi.
Molto lontano dal pianeta Terra, in una base aliena
c’era un giovane dai capelli neri, si stava lavando via il sangue degli ultimi
allenamenti e starnutì per la terza volta; trovò la cosa molto strana, i saiyan non si ammalavano mai, eppure aveva passato un
intero pomeriggio a starnutire, si augurò di non aver preso qualche virus
alieno nella ultima missione, forse era il caso di passare qualche ora nella
vasca di rianimazione, così per precauzione.
Eccomi, torno a distanza di quasi un
anno con un raccontino, che spero vi piaccia. E’ una sciocchezza che mi è
venuta in mente l’altro giorno dal nulla e nonostante i mille impegni ho dovuto
trasformarla in una fanfiction.