Scene da un funerale - Lacrime

di Quella Della Pasta
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Si ambienta alla fine del film Miss Fisher e la cripta delle lacrime. Perché la Miss meritava una riunione anche con la sua famiglia, non soltanto con l'ispettore Robinson...



 

Non piangere, Dot.

Quanto ti è costata, la tua bugia? Tutti quei giorni che ti sei persa simili a granelli di sabbia, come quelli che hai calpestato o hai scosso dalle spalle. Identici, in questo modo. Tutti riflessi nelle lacrime della ragazza più dolce del mondo. Della donna più cara del mondo, anche se non riesci a non rivedere nel suo familiare volto a cuore – ammorbidito dalle cure per aver portato una nuova vita nel suo grembo, proprio come ha sempre desiderato – la ragazzina spaventata oltre ogni logica, ma decisa oltre ogni paura, che si è presentata sull’ennesimo uscio lussuoso della tua seconda o terza vita. E in punta di piedi, come allora, non ti ha chiesto di restare. Pregandoti in silenzio di farlo.

E tu, Phryne, quando l’hai ascoltata?

Non piangere, Dottie.

Ma è tardi, lo sai, per recuperare quei giorni preziosi – e come potrebbe, un semplice essere umano come te, non la supereroina che ogni tanto ti concedi anche tu di credere di essere, afferrare tutti quei granelli dispettosi e sfuggenti, ormai volati via alle tue spalle? Persi per sempre nel grande fiume del tempo, come in quella vecchia leggenda che ha allietato le tue notti insonni, bruciate dal caldo e dai tuoi nervi sempre all’erta per far sì che non mollassi l’ennesima promessa troppo in là da mantenere per la spericolata e stimabile lady Phryne Fisher. Non vorresti, ma condividi l’arroganza di tuo padre, in questo.

E i tuoi unici amici ne hanno fatto le spese, e lo rimpiangerai per sempre. Rimpiangerai per sempre di aver mancato lo sbocciare della splendida creatura che hai visto nascere, andare passo dopo passo quasi fosse la figlia che non hai mai avuto né desiderato.

Non piangere, Dorothy.

«Mi sei mancata ogni giorno, Dot.»

«Anche lei, miss. Ogni giorno.»





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