"Man
cries, his tears dry up and run out.
So
he becomes a devil, reduced to a monster."
-
Kouta
Hirano
-
All
beauty destroyed
Mamma,
mamma, guarda,
ride un bambino puntando il dito verso l'alto.
Piovono
brillantini rosa,
continua, e sua madre grida
-
lo trattiene a sé mentre il cielo cade,
tra i capelli sangue e brandelli di carne.
Piltover
solleva il capo, spalanca la bocca.
Non
è possibile, mormora.
Non
sta accadendo davvero,
nega.
Perché?,
prega
- piange.
Jinx
urla e con lei Zaun.
And
everyone is so kind
with
the lies that they tell themselves.
Una
sedia vuota, un arto mancante.
Non
c'è poi molta differenza quando è la tua speranza a
essere morta - tra le costole un tum
tum pallido,
senza ritmo.
Sevika
fissa la suola dei propri stivali, tace - le parole un confuso
groviglio di grida e
bestemmie e
lacrime che si era ripromessa di non versare mai più.
Chi
è stato, vorrebbe
chiedere, ma è una domanda stupidastupidastupida
e cerca invece di riavviare il cervello - di collegarlo
al
resto del corpo.
Singed
l'affianca, l'ultimo residuo di cosa?
Un
futuro? Una missione? Una famiglia?
"Deve
averlo preso lei."
Sevika
apre e chiude le dita della mano rimasta, contrae la gola per non far
uscire il grido bestiale
che minaccia di spaccarle le costole, il petto.
Singed
inclina il mento verso di lei, studiandola in silenzio.
"Vuoi
sapere come..."
Sevika
digrigna i denti, deglutendo.
"Lo
vedo." ribatte, e c'è una flessione orrenda
nella
sua voce - qualcosa che Singed ricorda aver percepito solo quando sua
figlia era morta.
Sevika
compie un passo in avanti, due - gesti meccanici, rigidi.
Posa
lo sguardo sulla sedia crivellata di colpi, riconosce Pow Pow, le
marionette deliranti di Jinx.
Mylo,
Claggor. Vander.
Si
contrae verso l'interno,
Sevika: le sembra quasi di rimpicciolirsi - la pelle troppo stretta,
la rabbia una forza enorme,
che potrebbe distruggere Zaun, Piltover.
Il
mondo.
Singed
le si avvicina, quieto.
"Non
l'avrebbe mai fatto." mormora, ed è allora
che
Sevika scatta - qualcosa si rompe,
strappandosi e schioccando come un elastico logoro.
Afferra
la sedia con scritto Powder, sollevando il ginocchio sinistro e
spaccandola - sbriciola
quel ridicolo nome rosa e bianco, scaraventando al suolo piatti,
bicchieri, ogni
cosa.
"Non
fai mai niente
apposta
quella piccola merda!" grida, e Singed non batte ciglio quando
colpisce la sedia di Vi, mandandola a sbattere contro la parete.
"Una
fottuta
bomba a orologeria, ecco cosa è sempre stata! Una puttana
incapace di controllarsi, una pazza che dovevo ammazzare quando
ancora potevo!" continua, sollevando sopra la testa la seggiola
di Caitlyn e usandola per distruggere i manichini di Mylo e Vander.
Singed
osserva Sevika esplodere
-
detonare come una delle creazioni di Jinx e spargere attorno a sé
un dolore palpabile, denso come i fumi di Zaun.
La
vede colpire e
colpire e
colpire - smettere solo quando non rimangono altro che schegge di
legno e una sola, desolante, sedia vuota.
Silco.
Sevika
ansima in mezzo a tutta quella devastazione, boccate d'aria che non
le restituiranno più quello che ha perso.
Tutto.
Zaun
non regala altro che macerie e sangue.
Taste
what fell from grace
Wanna
taste what fell from grace
Run
away from the faith
Let's
race if you wanna taste.
Ti
cercheranno.
La
vetrina esplode,
ride
con lei - stride
nell'aria verdastra dei Black Lanes.
Hai
attirato qualche attenzione.
Jinx
scavalca i vetri rotti, lasciando dietro di sé scie di sangue
e pelle - tagliandosi lungo i polpacci, le cosce.
Ti
stai facendo male.
Carica
Fishbone sulla spalla già livida, lo punta addosso il commesso
rannicchiato in un angolo.
Jinx.
"Sono
io, io io io!"
trilla lei, sul viso una smorfia a metà tra il folle e
l'addolorato.
Un
sospiro, ed è quasi
come
sentirlo respirare dietro di lei - le dita sulla nuca, tra i capelli.
Jinx
amplia il sorriso fino a mostrare tutti i denti, sollevando il mento
verso l'alto.
"Il
tuo vestito migliore, baby boy." cantilena, schioccando la
lingua contro il palato.
Il
commesso si rialza, Jinx spara - gli fa saltare prima un piede, poi
l'altro.
"Oh.
Oh, scusami. Non ne faccio mai una giusta." chiosa, portandosi
una mano alla bocca.
Sei
solo una maledizione, un cazzo di problema!
Il
commesso - Reveck, se legge bene il cartellino - sbatte
freneticamente i moncherini sul pavimento, facendo schizzare sangue
ovunque.
Hai
ucciso milioni di persone! Le hai fatte esplodere!
Jinx
tira ancora di più gli angoli della bocca - vuole sentire
male; spaccarsi
la
faccia fino a quando non resterà altro che un dolore
impossibile da sopportare, che la ucciderà e smetterà
di gridarle contro.
Di
farla sentire piccola, inutile, sbagliata.
"Se
lo meritavano." sibila, saltando oltre il bancone e pestando il
braccio supplice di Reveck.
"Dovevo
fargliela vedere." continua, spostando a forza giacche, camicie,
pantaloni.
"Dovevano
bruciare tutti, tutti."
ringhia, e per un attimo - un istante - è il volto di Powder
quello che la fissa dallo specchio rotto.
Jinx.
Powder
muore; si scioglie e lascia posto a lei
-
occhi enormi, pieni di lacrime; guance striate di nero e sporco, un
corpo spezzato,
sottile.
Reveck
cerca di sollevarsi sui gomiti, Jinx alza appena il braccio destro -
spara, e non presta neppure attenzione alla sua testa che si sgrana
all'indietro, aprendosi in un fiore di ossa e materia cerebrale.
Sei
maledetta
perfetta.
"Cerchiamoti
un bel vestito, uhm? Qualcosa di elegante e raffinato." mormora,
fissandone l'espressione quieta, quasi triste.
"Quello
che hai addosso non va più bene." pigola, lasciando
cadere Fishbone e stringendosi le braccia attorno il corpo.
Dietro
di lei Silco è un'ombra e un sogno.
'Cause
everyone is so blind
To
the truth that they're ugly inside.
Il
Concilio dei Clan è caduto.
Il
Concilio dei Clan è stato distrutto - spolpato
come
fosse niente; un pugno di idioti da far esplodere e ridurre a una
poltiglia di carne molliccia e acida.
Piltover
ha visto caderne i pezzi su tutti loro come un presagio e una
promessa - la cifra di un dolore che solo una maledizione può
evocare.
Jinx;
nomen omen.
Caitlyn
le appoggia una mano sulla spalla, riservandole uno sguardo morbido,
comprensivo.
"Tua
sorella è morta." le dice, e sono invece durissime le sue
parole - vere.
"Powder
non esiste più: ha scelto chi essere."
Chi
amare.
Violet
inspira con forza, la guarda - adesso
devi farlo anche tu, Vi.
Attorno
a loro la città brucia
come
gli occhi di Jinx.
You
wanna mess around?
They
gonna take you down, down, down
Wanna
slide and turn
Such
a lovely way to burn, burn, burn.
Seduta
sulla riva del lago assomiglia a un arlecchino triste; un bambina
spaventata e sola.
Perché
lo sei; ma io ti ho insegnato a resistere, Jinx.
Ruota
le dita nell'acqua fredda, ricordando quando lui
l'aveva
immersa senza lasciarla andare mai
-
quando il mondo era ancora al suo posto.
Solo
che tu non lo sapevi.
Un
fruscio, un mormorio nel silenzio.
Jinx
sfrega il naso contro la manica rimasta, addosso nulla più dei
brandelli dei suoi vestiti - di se stessa.
Continua
a piangere e non riesce a fermarsi - non ci riesce mai,
ed
è stato proprio questo a...
Non
dirlo.
Non
si sopravvive alla perdita; non è possibile riparare quello
che si è rotto.
Sei
più forte di così, Jinx.
"Stronzate."
squittisce, sulle labbra lacrime e sale.
Si
stropiccia le palpebre con forza, sporcandosi di nero fino la fronte.
È
convinta che se si impegnerà abbastanza lui
tornerà;
che forse Singed potrà aiutarla, salvarlo come lui ha fatto
con lei.
"Non
può morire, dottore; non lo farà."
I
pensieri si rincorrono senza un ordine preciso e Jinx prova ad
afferrarne uno, poi l'altro - si taglia e sanguina a ogni tentativo,
ma non ha importanza perché solo
uno rimane fermo nel mezzo di tutta quella confusione.
Silco.
"È
colpa mia."
No.
"Sono
una maledizione."
No,
Jinx.
"Rovino
tutto ciò che tocco." singhiozza, sbattendo i piedi
nell'acqua e strappandosi alcune ciocche di capelli.
Click.
Jinx
nasconde il viso contro le ginocchia sbucciate, assapora il dolore
come la giusta punizione - non potrà mai
più stare
bene ed è ora che si abitui perché se lo
merita.
Jinx.
Mia piccola, perfetta, Jinx.
Accanto
a lei il corpo di Silco è freddo come il suo cuore.
When
the mirror's laughing
Time
takes over
You
should know
We're
rotting away.
Zaun
conosce un'alba stordita, confusa.
Si
solleva un popolo che ha conosciuto solo la perdita, il lutto: che si
è preso il proprio spazio nel mondo, strappando pezzo dopo
pezzo qualcosa a Piltover - a se stesso.
Sevika
osserva la città inspirare, nel cielo nubi pesanti, gonfie.
Posa
la mano sulla scrivania di Silco, sfiorandone la superficie lucida,
immacolata.
Vi
picchietta sopra l'indice, percependo ancora l'odore dei sigari che
era solito fumare, il leggero retrogusto di whisky e qualcosa di più
speziato, forse una colonia o un bagnoschiuma.
Si
ferma quando incontra la tazza che Jinx aveva decorato per lui -
Silly
Silco, aveva
canticchiato; Silly
Silco assomiglia a te quando sei arrabbiato,
aveva riso.
Le
dita tremano, bruciano dalla voglia di afferrarla e
stringerla e
scagliarla contro il muro più lontano - distruggerla.
Distruggi,
Sevika; fai quello che sai fare meglio.
Uccidi,
e annichilisci.
La
solleva, preme i denti tra loro - libera un solo, furibondo, rantolo
tra le labbra socchiuse e...
"È
molto bella, Jinx."
Sevika
si lascia andare sulla poltrona vuota e si scopre ancora capace di
piangere.
I
never felt like this before
I
think I might just want some more
I
never felt like this before
I
think I might just
Un
tre pezzi nero e bordeaux - bottoni dorati, rever a lancia.
Jinx
continua a lasciar scorrere le dita tra i suoi capelli, pettinandoli
all'indietro - memorizzandone la consistenza, il peso.
Sa
cosa fa la morte alle persone; come riduce i loro corpi, la loro
memoria, ma per adesso Silco è uguale a prima
- a quando allungava la mano verso di lei e...
"Devo
averti fatto molto male."
Sono
stato peggio.
Jinx
libera un singhiozzo strozzato, che risuona nel silenzio come uno
sparo.
"Cosa
hai provato? Mentre i proiettili ti attraversavano - mentre ti
colpivo."
mormora, sconfitta.
Mentre
ti tradivo - ancora e
ancora e
ancora.
L'occhio
mutato di Silco la fissa, quieto.
Non
mi hai mai tradito, Jinx.
"Ti
ho ucciso."
...
sì.
Jinx
si ferma, posandogli entrambe le mani sul viso.
"Avevi
ragione."
Allunga
le dita verso la cravatta, cercando di annodarla come le aveva
insegnato - movimenti impacciati, lenti.
"Powder
è morta."
Il
nodo un po' storto, unghie scheggiate di blu e rosa conficcarsi
nella
stoffa, cercare di trattenerlo a sé - con lei.
"Non
avrei mai dovuto ascoltarli."
Mylo,
Claggor. Vander.
Jinx
gli liscia le pieghe della giacca, evitando i punti in cui sa
percepirebbe
la pelle bruciata rientrare e slabbrarsi in fori incrostati di sangue
e stoffa.
Scivola
con il pollice lungo il sopracciglio dell'occhio ferito - l'iride un
rosso vivo, pulsante.
"Nessuno
di loro."
Vi
compresa.
Jinx
si china verso il basso, posando la fronte contro quella di Silco e
chiudendo gli occhi.
"Posso
dormire con te?"
"Sei
cresciuta per queste cose, Jinx."
Gli
solleva le braccia, allacciandosele alla vita - respira un odore che
nemmeno la morte è riuscita a portarsi via.
"Il
mio bagno non è la tua sauna personale, Jinx."
Respira,
e per un attimo è di nuovo a casa
- il battito del Last Drop una percussione costante tra le costole,
nei pensieri.
"Jinx!"
"Cosa?"
"Come
diavolo sei entrata?"
"Segreto."
Nella
sua mente, per la prima volta, non c'è altra voce se non
quella di Silco.
There's
no
Nothing
left for me
When
all beauty's destroyed.
Zaun
vivrà.
Zaun
continuerà a camminare - a resistere.
Zaun
si è solo fermata un momento per commemorare; per ricordare.
"I
Chem Baron sono in agitazione."
Sevika
solleva il viso, addosso null'altro che una maschera di dolore mutato
in determinazione e ossessione.
"Karvyq
è l'unico che sembra non voler compiere alcuna azione
contro... be', quello che resta."
Singed
la guarda, Sevika risponde al suo sguardo senza esitazione.
"Quanti
uomini ci restano?"
"Adesso
che Piltover ha dichiarato guerra?"
Sevika
indurisce la linea della mandibola, arriccia appena un angolo delle
labbra.
"Non
sanno ancora chi
ha ucciso Silco, ma sono al corrente della caduta del Concilio."
Nessuna
replica.
"E
vedono in questo una possibilità."
Sevika
ricorda l'ammonimento di Silco a Finn - ma
adesso siamo circondati da parassiti come te, che hanno dimenticato
da dove vengono. Che sapore avesse l'aria infetta dell'Undercity -
che per troppo
tempo di sono crogiolati nel sole concesso da Piltover -
annuisce.
"Chiama
Karvyq."
Singed
tace, aspetta.
"E
anche gli altri Chem Baron." aggiunge, posando la mano sullo
schienale della poltrona di Silco.
Sevika
si piega leggermente in avanti, combattuta - dilaniata
dalla
sensazione di star occupando un posto non suo, a cui non ha diritto.
Che
ha rubato a un sogno.
"Il
potere è di chi se lo prende." sussurra, e Singed inspira
con forza - annuisce.
Con
ogni mezzo possibile e fottendosene della morale.
La
pesante doppia porta in metallo e legno si chiude, Sevika libera un
respiro che non si era accorta di aver trattenuto.
Dietro
quella scrivania non si era mai sentita più piccola.
Slide,
shake your bones out if you wanna ride
Throw
your head back, make you feel alive
The
kind of bad that make you feel good.
Galleggia
con lui, Jinx.
Si
era svegliata che la notte era ormai trascorsa - Zaun un profilo
lontano, coperto da una nebbia densa, malsana.
Si
era sollevata e per un attimo - un desolante istante - aveva creduto
d'essere ancora nel letto di Silco, i piedi aggrovigliati nel
lenzuolo di cotone e il suo respiro lungo la nuca, tiepido.
"Ho
avuto un incubo."
"Uhm."
"Di
quelli brutti."
"Perché
ne esistono forse di belli, Jinx?"
Jinx
è fredda - nelle ossa, sulla pelle - e non c'è una
reale differenza tra lei e Silco - oh,
stupidina: certo che c'è. Lui è morto.
E
io anche.
Lo
guarda e il cuore le si schiaccia
nel
petto - si contrae con una tale forza da renderla insensibile a nulla
che non sia il proprio dolore.
"Non
ti avrei mai lasciato a loro; mai."
Jinx
accartoccia la faccia in una serie di smorfie, dondola avanti e
indietro - ignora le proprie dita sporche di sangue, le ferite che il
suo corpo indossa come punizioni.
"Il
Concilio, Piltover: possono bruciare, tutti."
Apre
la bocca in un grido muto, incapace di prendere forma - consistenza.
"Ho
bisogno di te come mai prima, Jinx."
Si
spezza, Jinx, e non c'è più niente che possa rimetterla
insieme - renderla di nuovo integra, viva.
"Sei
mia figlia;
non ti abbandonerei mai."
Le
voci tacciono - morte - nella testa solo lei
- la sua rabbia, la sua agonia.
"Non
piangere."
Jinx
scuote la testa fino a quando non fa male, trattiene un gemito che si
spegne presto in un assolo disperato, inconsolabile.
"Tu
mi ami?"
"A
cosa devo questa domanda?"
Riapre
gli occhi, posandoli sul lago - quieto, a malapena increspato dal
vento.
"Sì
o no?"
"...
certo che ti amo, Jinx; sei mia..."
"Non
in quel modo."
L'acqua
richiama a sé tutto quello che ha lasciato andare molto tempo
prima.
And
everyone is so torn
Between
truth and a false veneer.
Piltover
vincerà; questo dicono.
Piltover
farà vedere loro chi comanda - cosa succede a chi osa
sfidare
il suo potere.
A
chi si è permesso di introdurre morte e miseria nella loro
bellissima
equazione
di ricchezza.
Piltover
avrà giustizia, motteggiano; là,
dove Zaun gridava vendetta loro avrebbero invece dispensato
democrazia ed equità.
Caitlyn
si muove inquieta al fianco di Vi, ascolta le parole di suo padre -
le sue promesse.
Ha
occhi pieni di lacrime, Caitlyn, eppure non ne versa nessuna: rimane
immobile mentre viene eretta la lapide in memoria dei caduti - per
primi i membri del Concilio che avevano provato
a
guidare quelle bestie
verso una giusta e ragionevole pace.
Jayce
Talis, Mel Medarda, Salo. Shoola, Bolbok, Hoskel.
Cassandra
Kiramman.
Pace,
l'avevano chiamata; sconfitta, aveva sibilato Silco.
Abbandono,
era stata invece la parola di Jinx.
Vi
si umetta le labbra, allungando la mano verso quella di Caitlyn.
"Mi
dispiace." mormora.
È
colpa mia, vorrebbe
aggiungere, ma Caitlyn le afferra le dita e stringe
- china
il capo, nascondendosi dietro una cortina di capelli nerissimi e
lucidi.
"Prigioniera?
Jinx non è trattenuta da Silco, idiota. Lavora con lui."
La
folla applaude, commossa; Caitlyn rafforza la presa sulla sua mano,
irrigidendo la linea nelle spalle, quella della schiena.
"Il
suo nome è Jinx!"
Vi
solleva lo sguardo al cielo - terso, pulito.
"Tutti
ci hanno tradito, tutti: Vander. Lei.
Siamo solo noi, Jinx."
Piltover
le risponde con il suono scrosciante degli applausi al Consigliere
Marcus Kiramman - padre, vedovo.
"Mi
dispiace, mi dispiace, mi dispiace. Mi dispiace, Silco."
Vi
chiude gli occhi e piange una sola, asciutta, lacrima per tutto ciò
che era stato e non sarà mai più.
God,
the kinda wrong that make you feel right
The
little death that make you feel alive
The
kinda shouldn't that mean that you should.
C'è
qualcosa di etereo nel modo in cui il corpo di Silco affonda nel lago
- di elegante, e triste.
Jinx
ripete i movimenti che gli aveva visto fare la sera della sua
(ri)nascita - lo inclina leggermente in avanti, una mano sulla nuca,
l'altra ancora stretta nella sua.
"Jinx,
smettila: sei grande."
"Per
cosa?"
"Per
questo."
"Oh,
Silly Silco: è solo un bacio."
Si
immerge con lui, Jinx, rifiutandosi di lasciarlo andare - scendendo
sempre più giù,
dove l'acqua diventa nera e fredda.
"Jinx."
"Lo
so, lo so: non è appropriato."
I
polmoni le bruciano, ma non ha importanza - non più.
"Jinx."
"Mi
piace come dici il mio nome; mi fa sentire amata. Importante."
Ondeggiano
attorno a loro fili azzurri e bianchi e Jinx si chiede se sia
possibile rimanere così per
sempre -
se morire sia un po' come nascere.
"Non
è quello che vuoi."
"Invece
sì."
"...
non va bene."
Jinx
inspira, ingoia un fiotto di acqua salmastra e gelida.
"Solo
questa volta."
"...
non è una linea che possiamo attraversare e poi fare finta di
niente, Jinx."
"E
quello che voglio io non ha importanza?"
"Sai
che non è così."
Preme
le palpebre tra loro, cade e
cade
e
scivola
- la mente leggera, il corpo pesante.
"Allora
mostramelo; provami che sono importante - che non mi abbandonerai
mai."
L'acqua
la schiaccia, la mano di Silco la conforta - sempre.
"...
sarai la mia morte, Jinx."
Jinx
riapre gli occhi, osservandolo un'ultima volta - svuotando la propria
memoria per fare posto a quella di Silco.
Alla
sua bocca sulla propria, al mezzo sorriso che le riservava quando
erano da soli e Zaun sonnecchiava ancora - le ore scivolare pigre,
indolenti.
Jinx
si chiude in se stessa e lascia che l'acqua liberi entrambi.
Well
no one wants to be alone
In
the wake of their faults and fears.
Sono
due parti di uno stesso organismo, Piltover e Zaun, eppure da oggi li
divide una ferita insanabile - una squarcio creato dal dolore di una
singola persona.
"Jinx
è
Zaun."
Imbraccia
la sua arma migliore, Piltover; lorica dorata, scettro bianco in
pugno.
Ride,
Zaun, perché è lei
quella
che combatte con le nocche sbucciate e il sangue tra i denti; lei
quella
che si veste di stracci e ti colpisce da tergo, girando la lama nella
tua carne e sorridendo.
Sevika
li guarda uno per uno, si assicura che il suo sguardo sia limpido,
sicuro.
"Andremo
in guerra."
Karvyq
inclina il mento verso di lei, neutro.
"Il
Concilio piangerà i suoi morti, poi verrà da noi."
Lenare
picchietta con le dita metalliche sul bracciolo della sedia,
pensierosa.
"Non
possiamo farci trovare divisi." insiste, e Karvyq le rivolge uno
sguardo consapevole, che scava,
e sembra lasciarle i pensieri nudi, esposti.
"I
nostri interessi devono coincidere."
Lenare
alza un sopracciglio, sulla punta della lingua una domanda - scomoda,
a cui Sevika non vuole rispondere.
Chi
ha ucciso Silco? Chi ha osato colpire uno di noi?
Karvyq
indulge in un sorriso storto, seguendo con i polpastrelli argentati
il tatuaggio che gli decora il petto.
Un
amore proibito - pagato con il sangue e il rimpianto.
"Vander
parlava di pace, ma con quei cani grassi e viziati non ho mai pensato
fosse possibile." dichiara, nella sua voce una nota morbida, di
cui Aurelie doveva essersi innamorata subito.
Petrok
e Saito si guardano, ridacchiano e nelle orecchie di Sevika quel
suono è veleno.
"Cazzo,
sì: andiamo a prenderci un Piltover Deluxe." concordano,
e Voss arriccia le labbra sui denti, disgustata.
"Siete
degli animali."
"Animali
che difendono il territorio." sputa Petrok, e Lenare accavalla
le gambe, silenziosa.
Voss
liquida entrambi con un gesto distratto della mano, tornando poi a
Sevika.
"Chi
ha colpito il Concilio?" chiede, e Karvyq amplia il sorriso,
sollevando il posacenere decorato di rosa e verde di Silco.
Sevika
gli concede un'occhiata obliqua, mantenendo il respiro calmo,
regolare.
"Non
ha importanza."
"Io
credo ce l'abbia." mormora lui, rigirandosi l'oggetto tra le
mani.
"La
loro pace era solo una servitù."
Karvyq
libera un piccolo hum
di
gola, reclinando il capo verso di lei.
Sevika
lo fissa senza arretrare, ma quello che vede non le piace per niente.
"E
Silco." prosegue poi, posando i gomiti sulle ginocchia "Ucciso."
Gli
altri Chem Baron lo fissano con attenzione, bestie il cui guinzaglio
è stato improvvisamente spezzato.
Karvyq
sospira con fare melodrammatico, premendo le labbra in un sorrisetto
condiscendente, che sa troppo.
"Difenderemo
Zaun." le conferma, seguito anche dagli altri.
"È
casa nostra." ammette, ed eccola la scintilla selvatica che
anima tutto ciò che cresce nell'Undercity - quella fame
che
non si spegne mai.
"I
Topsider possono baciarmi il culo per quello che me ne frega."
ringhia, e Lenare lo accompagna con una risata leziosa, crudele.
Sevika
tace, lo segue con lo sguardo mentre si alza, avvicinandosi a lei e
lei soltanto.
"Gliel'avevo
detto a Silco." sussurra, inclinandosi verso il suo orecchio -
sfiorandolo con le labbra, il respiro.
Karvyq
posa il palmo della propria mano sul tatuaggio, schiudendo le dita -
nell'inchiostro tutto ciò che resta del suo unico, grande,
amore.
Cenere
e desiderio.
Sevika
inspira, mantiene un'espressione neutra, concentrata.
"L'amore
uccide, Silco."
bisbiglia, poco più di un refolo d'aria - impalpabile.
Karvyq
si scosta appena quel che basta per cercarle gli occhi - scuri, pieni
di un sentimento che riconosce come dolore, rabbia.
Tenerezza.
"E
quella ragazzina sarà la tua maledizione."
conclude, raddrizzando le spalle in una posa elegante, fluida.
Nomen
omen.
Sevika
tace e si prepara alla guerra.
Dirty
little animals
It
makes your blood run hot
It
makes your spit taste sweet
It
makes you feel more alive
Than
you have ever been.
Una
ragazzina che si trascina dietro un'arma più grande di lei,
nulla più.
Una
ragazzina spigolosa, dai cui fianchi pendono cartucce vuote - attorno
a lei finalmente il silenzio.
Un
orfano di Zaun la guarda, sollevando una mano verso di lei - cercando
di toccare la testa dello strano pesce.
Jinx
lo ignora, proseguendo per la sua strada - un passo davanti
all'altro, lungo la schiena rivoli di sudore e acqua.
Jinx.
L'avevano
chiamata in tanti modi; da sgorbio a scarafaggio, qualcuno persino
mostro,
ma per lei non aveva mai avuto alcuna importanza.
"C'è
un mostro in ognuno di noi, Jinx."
Ehi,
ci facciamo un Undercity Deluxe?,
avevano persino bisbigliato alle sue spalle alcune guardie del Last
Drop ed era toccato a lei
ridere quando la voce era giunta alle orecchie di Silco.
"Hai
una sola fortuna, ragazzo;
Jinx
si porta una mano al volto, copre un sorriso asimmetrico, troppo
grande per il suo viso - storto e deformato dall'agonia.
la
lama è affilata."
Lo
Shimmer batte in lei, pulsa al ritmo sincopato del suo cuore - si
riverbera tra le costole, facendole venir un'improvvisa voglia di
ballare e
gridare e
far esplodere qualcosa, qualsiasi
cosa.
"Potevo
fare da sola."
"È
una questione di rispetto, Jinx."
Ed
è sangue e
delirio, Jinx; pelle tesa su ossa e
muscoli e
follia - un'arma carica senza sicura e dal grilletto facile.
Si
blocca, inciampando nei suoi stessi piedi e fermandosi nel mezzo
degli Slums.
"Li
ho uccisi."
Sì.
"Li
ho uccisi tutti."
ripete, e sotto la pioggia è minuscola, Jinx - un profilo
tagliuzzato e rotto.
Si
lascia cadere a terra, abbracciando Fishbone e posando la guancia
contro la metà sfregiata del muso dello squalo.
"Gliel'ho
fatta vedere." mormora, e qualcuno
le
tocca una spalla, poi il fianco - si siede vicino a lei, reclinandole
il capo contro una camicia morbida, tiepida.
La
mia preziosa Jinx,
la blandisce la voce di Silco.
La
mia bellissima Jinx, lusingano
le sue labbra contro la tempia, sulle palpebre stanche - tra i
pensieri, dove il passato giace morto, ripudiato.
"Sono
stata brava, Silco?"
"Mi
ami ancora, Silco?"
Sempre,
Jinx, le
dice, e quando riapre gli occhi lui è lì, con lei.
Intatto,
vivo.
Jinx
gli circonda la vita con le braccia, percependone la consistenza
solida sotto le dita, contro il petto.
"Ho
freddo."
Lo
so.
"Sono
così stanca." mormora, ma è sempre più
sottile la sua voce - debole.
Puoi
riposare adesso, Jinx.
"Non
te ne andrai?"
No.
"Me
lo prometti?"
Silco
le accarezza i capelli, scostandole alcune ciocche bagnate dalla
fronte.
Jinx
si aggrappa la bavero del suo cappotto, raggomitolandocisi dentro -
tabacco e una nota speziata, che ricordava averla cullata attraverso
gli incubi e
la
paura e
il desiderio.
Sì.
Sarò
sempre con te, Jinx; in te.
La
pioggia continua a cadere, incurante; ricopre Zaun, le sue miserie e
le sue grandezze.
Si
mescola ai liquami tossici, danza tra le fessure del cemento, creando
disegni impossibili e che le assomigliano - rotti e spezzati
come
solo che cose uniche sanno essere.
"Quando
non ci sarò più..."
"Oh,
Silly Silco; tu non morirai. Sei vecchio, ma non così tanto."
"...
è un'eventualità che devi prendere in considerazione
e..."
"No."
"...
Jinx."
"No.
Tu non mi abbandonerai. Me l'hai promesso."
Silco
si aggrapperà a quelle parole fino al suo ultimo respiro e
oltre.
****
"L'abbiamo
trovata."
Sevika
si volta, tra le dita un bicchiere di brandy e in gola troppi
rimpianti.
"Negli
Slum." specifica Singed.
Gli
rivolge uno sguardo interrogativo, lucido di alcol e stanchezza.
"È
ridotta uno schifo, ma è viva."
Sevika
posa lo sguardo sulla pistola colorata che ha gettato nel primo
cassetto della scrivania - Pow
Pow! L'ho chiamata così perché fa un sacco di rumore,
Silly Silco.
Singed
inclina il capo verso la spalla, Sevika richiude il cassetto con un
calcio secco.
"Posso
mandare qualcuno a prenderla."
"Si
chiama Jinx e da questo momento è sotto la mia protezione."
Stringe
le dita attorno il bicchiere, percependolo scricchiolare - gemere, e
incrinarsi.
"Ha
con sé l'arma che ha usato sul Concilio."
Nessuna
risposta.
"Sarebbe
utile averla con noi."
Sevika
fissa fuori dalla finestra, un riflesso di come Singed aveva visto
fare a Silco centinaia di volte.
"Non
sappiamo tutta la storia."
Gli
ha sparato e l'ha ucciso,
vorrebbe ribattergli Sevika, ma sceglie di tacere, trattenendo a sé
il dolore, la rabbia.
"Sevika."
la chiama, neutro.
"Quella
ragazzina è una mina vagante, Silco: diventerà sempre
più difficile controllare le sue crisi."
Sevika
chiude gli occhi, inspira con forza - li (ri)vede; Silco seduto
dietro la scrivania e Jinx raggomitolata sulle sue gambe anche quando
era ormai inappropriato
farlo, braccata dai suoi fantasmi e dalle sue paure.
Da
grida che alcune volte era quasi certa d'aver sentito anche lei.
Sevika
preme le labbra tra loro, sbatte le palpebre una, due volte - scaccia
una puntura molesta e liquida che minaccia di diventare altro e...
"Sei
a casa, Jinx."
"No."
dice, ed è egoista il dolore - violento e
vendicativo e
crudele.
"Lasciala
in quel vicolo sporco e buio." aggiunge, bevendo un sorso di
brandy.
"Non
è più una di noi." conclude, serafica.
Che
se la mangino gli incubi e i ratti; che si divertano con la figlia
prediletta dell'ex Occhio di Zaun i reietti delle sue strade. Che sia
l'Undercity Deluxe di chiunque abbia le palle di provarci a ficcarci
una mano in quelle mutande.
Singed
annuisce brevemente, ritirandosi - lasciando dietro di sé un
vago odore di reagenti chimici e sangue.
Non
è colpa sua, Sevika.
Sevika
chiude gli occhi, lancia il bicchiere contro la parete - crash;
vetro e argento.
"Lo
è sempre stata." bisbiglia, e chissà se anche Jinx
lo vede - se è davvero lì,
con
tutti loro, oppure è solo un'emanazione di quella piccola
mente psicotica e
folle
e
delirante e...
"Ti
voglio bene, Silly Silco."
Nel
silenzio del Last Drop la voce di Jinx e quella di Silco sono l'eco
di un futuro nel quale aveva creduto fino alla fine.
"I
wish I had been born a storm.
No
heart, no tears, just a terrible gale."
-
Kouta
Hirano
-
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