Il destino ha gli occhi dei bambini

di lmpaoli94
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Alcuni mesi dopo

 

Con l'inizio del mio lavoro stagionale di cameriere, i due bambini riuscivano a stare in compagnia di mia nonna dopo che li avevo iscritti ad una scuola materna per i loro ultimi mesi.
I bambini sembravano entusiasti di conoscere altri bambini della loro età, ma ciò non li stava spingendo per farli parlare.
Sembrava qualcosa di cronico che solo un dottore esperto poteva risolvere.
Ma in cuor mio sapevo bene che alla fine i bambini sarebbero riusciti a parlare. Bisognava attendere il momento giusto.
Momento che sarebbe arrivato molto presto.


Una volta concluso l'anno scolastico, i due bambini erano fissi da mia nonna ogni volta che io ero al lavoro.
Purtroppo avevo poco tempo per loro e questo lo capirono benissimo, scrutandomi con sguardo trasognato e con i loro bronci ogni volta che mi vedevano tornare.
Ogni sera era molto tardi e purtroppo i bambini erano stanchi dopo una lunga giornata trascorsa assieme.
M a ciò non mi toglieva il fatto di rimanere in loro compagnia una volta che si fossero addormentati, anche se molte volte ero in compagnia della mia fidanzata.
La mia fidanzata non sdegnava il fatto che io rimanessi accanto a loro perchè capiva benissimo che loro avevano solo me come figura da prendere in considerazione. E loro stessi, non sarebbero resistiti per molto senza di me.
Finalmente però, dopo una settimana trascorsa all'insegna del duro lavoro, ci fu il mio agognato giorno libero.
Era una bellissima giornata come tanti ed io attendevo quel momento per portare i bambini a vedere il mare.
Il tragitto da casa mia verso la spiaggia era molto longo e i due bambini sembravano estasiati da quello che stavano vedendo.
Non avevano mai visto il mare e ciò l'avevo capito appena scendemmo di macchina e i due bambini non avevano nessuna intenzione di farlo.
< Che cosa ti succede, piccolina? >
La bambina come di consueto non rispose, facendo finta di nulla e mettendosi dietro di me insieme a suo fratello.
< Va tutto bene. La spiaggia e il mare non vi morderanno. >
Una volta raggiunta la spiaggia, feci vedere ai due bambini come potevano divertirsi scavando alcune buche nel terreno o facendo alcuni castelli di sabbia grazie ai giochi che custodivo da quando ero bambino.
All'inizio erano molto perplessi, ma alla fine doveva fare qualcosa se volevano trascorrere il loro tempo.
Avevo già pensato a non rimanerci tanto perchè anch'io mi sarei molto annoiato.
Ma con sguardo vigile e attento, vidi che i bambini si stavano divertendo come non mai.
Il punto della giornata ci fu quando presero il coraggio di tuffarsi in acqua.
All'inizio, per colpa dell'acqua fredda, non avevano nessuna intenzione di mettere il loro corpo dentro quella distesa azzurra.
Ma quando gli feci vedere che si potevano rinfrescare con poco, i due bambini mi seguirono all'istante.
Essi si divertivano schizzandosi a vicenda e senza disturbare gli altri bagnanti non molto distanti da noi.
Fu un momento divertente che i due bambini non avrebbero mai dimenticato, tralasciando in quelle ore quei momenti tanto rudi che li avevano spinti lontano dalle loro case senza che potessero pensare alla guerra.


Giunta l'ora di pranzo, io e i bambini ci limitammo a mangiare alcuni panini che avevo preparato la stessa mattina, dopo che li avevo convinti a farsi una doccia.
I bambini non avevano nessuna intenzione di lavarsi, facendo i capricci e fissandomi con sguardo corrucciato.
Certamente non capivano quello che un genitore avrebbe potuto fare per loro, ma in fondo sapevano che stavo solamente facendo il loro bene.
Dopo una lunga mattinata, i due bambini si appisolarono sul divano, ed io insieme a loro, feci lo stesso.
Era una giornata spensierata che da tanto tempo sognavo.
Un momento tranquillo che mi sarei goduto in totale compagnia, se non fosse per il fatto che il campanello cominciò a suonare incessantemente.
Talmente incessante che quando mi trovai dinanzi due figure sconosciute, subito capii che avevano troppo in comune con la mia nuova vita e che la mia sorpresa non fu altro che commisurata dalla completa gratitudine che quella giovane coppia dimostrò nei miei confronti per aver potuto ricostruire una famiglia che sembrava distrutta dalla guerra.


Non potevo crederci. Era impossibile.
Un impossibile miracolo che si era manifestato proprio dinanzi a me.
Appena i due bambini videro che non stavo tornando da loro, la loro più grande gioia si manifestò appena li sentii parlare la loro lingua.
I due bambini li avevano chiamati mamma e papà (sì, durante i mesi trascorsi insieme a quei due piccoletti, avevo cercato di comprendere alcune parole in ucraino) e la mia sorpresa fu talmente grande che quasi mi misi in mezzo a loro abbracciandoli.
< Prego. Venite in casa. >
< Grazie mille > mir rispose la donna con un flebile italiano.
La giovane donna mi fissava con gli occhi illuminati dalle lacrime di una madre che nel corso di questi mesi ha saputo soffrire come tanti e solo dopo mi avrebbe raccontato la sua storia.
< Sono stato vicino a mio marito cercando di proteggere i nostri ideali cercando di resistere il più possibile.
E adesso che la guerra è finita, dobbiamo provare a ricostruire le nostre vite.
E solo adesso posso farlo insieme a mio marito e ai miei figli che finalmente potremmo di nuovo essere felici assieme. >
Io non riuscivo a dire niente.
Volevo solo ascoltare quelle parole in italiano pronunciate così perfettamente e ascoltare la storia della sua sofferenza per farmi capire che il mondo in cui tutti viviamo è assolutamente sbagliato.
Perchè non possiamo fare i soliti errori di numerose guerre.
La guerra non porta mai alla pace, soltanto a rancori che non potranno mai essere assopiti in un momento da dimenticare.
Perchè tutto ciò è tremendamente orribile, soprattutto quello che ha trascorso questa famiglia lontano da loro stessi.
Lontano dal loro amore.
E dopo che i due genitori si erano presentati, finalmente la madre mi confessò il nome dei suoi bambini.
< Kateryna e Andriy. Questi sono i nomi dei due bambini. >
Appena mi ritrovai a fissarli, il mio sguardo era cambiato.
Li fissavo ancora con amore ma con la differenza che adesso sapevo i loro nomi.
< Kateryna... Andriy... Spero che siate stati bene in mia compagnia. Finalmente i vostri genitori sono venuti a prendervi per riportarvi a casa. Per riportarvi alla vostra vita.
Io sentirò molto la vostra mancanza perchè in questo periodo mi avete insegnato che la solidarietà e il vostro amore non poteva che essere fondamentale per andare avanti.
Ed io sono stato davvero contento nell'avervi inserito nella mia vita.
Non potrò mai dimenticarvi. In nessun modo.
E cercando di evitare quelle lacrime che presto inoderanno il mio viso appena mi renderò conto che non sarete più qui, io guarderò sempre i vostri volti felici e spensierati. E la vostra forza che vi ha spinto a non arrendervi di fronte alle apparenze a a resistere dopo tutto quello che avete passato.
Sarà un insegnamento che capirete quando sarete molto più grandi.
Perchè voi siete due bambini coraggiosissimi uniti da una cosa sola: la vostra grande forza di non arrendervi dinanzi a niente. >
In quel momento sentii rompere la mia voce.
Non riuscivo più a parlare a causa dei miei sentimenti che stavano avendo il sopravvento.
Quei bambini se ne sarebbero andati da lì a poco, lasciando quel vuoto che solo con il loro pensiero avrei colmato.
Ma dopo quelle parole, fu proprio Kateryna ad avanzare verso di me ad asciugarmi il viso.
< Grazie per tutto, Lorenzo. Sono stata fiera di aver conosciuto un uomo dal cuore nobile come te. Ti voglio bene. >
Parole che venivano dal cuore.
Parole che non avrei dimenticato in nessun modo mentre la bambina mi abbracciava e le lacrime non smettevano di uscire dai miei occhi.
Subito dopo di lei, fu il turno del piccolo Andriy.
< Anch'io non dimenticherò mai la tua bontà. Ti voglio bene Lorenzo e grazie per tutto. >
Anche lui mi ripagò con un abbracciò che sciolse definitamente il mio cuore.
Mi sentivo un fiume in piena ed io non potevo che acconsentire ad ogni loro tocco.
Il padre dei bambini mi ringraziò dandomi una pacca sulla spalla dopo che gli avevo riconsegnato tutte le loro cose.
Ma prima che se ne potessero andare, per poco non persero la foto che Kateryna mi aveva fatto vedere.
< Aspettate. Questa foto... >
< Tienila tu, Lorenzo. Per non dimenticarti di noi. Per non dimenticare la tua bontà. >
Le parole dell'uomo furono come un cielo sereno che sovrasta l'oscurità.
Un'oscurità che fino ad ora, non era stata così lontana come avrei potuto credere.
E mentre non facevo altro che ringraziarli per quello che il destino mi aveva consegnato, Vederli andare via dopo che uscirono dalla mia casa, non fu un atto sacrilego e sofferente, ma un nuovo preambolo di una vita che spero vivamente avrebbe portato molta pace a tutti quei popoli che hanno sofferto e che continuano a soffrire per le cause delle guerre che si combattono in tutto il mondo.
E che insieme gridano che tutto ciò è sbagliato.
Ma noi del mondo occidentale non ce ne rendiamo conto perchè magari non lo sappiamo.
O semplicemente, non ne parliamo.

 

 

Angolo autore lmpaoli94

 

Eccoci arrivati alla fine di questo breve racconto.
Un racconto che scritto molto velocemente impregnandolo di sentimenti che mi venivano dal cuore.
Un cuore che ha rivolto verso quella povera gente che ancora oggi continua a soffrire.
Mi sono immaginato un futuro diverso.
Un futuro di pace per questi popoli e che il loro futuro sia un luogo semplice e felice, senza mai più voltarsi indietro.
Perchè quella gente, soprattutto i bambini, non devono ricordarsi di quei terribili misfatti che hanno colpito la loro terra.
Un giorno di questi dovranno ricostruire.
Ripartire da zero per non dimenticare quello che hanno passato.
E i sopravvissuti saranno il preambolo di questa nuova rinascita che sarà il loro giorno di liberazione una volta che la guerra sarà finita.
Perchè quei popoli non possono continuare a sentire la sofferenza sulle loro spalle.
Le immagini che tutti vediamo sono limpide e indimenticabili.
Perchè nessuno di noi vuole che succeda a loro stessi.
Non devono pensare che la guerra è solo un transito che porterà alla pace, perchè non sarà mai così.
Momenti bui che non dobbiamo dimenticare ma che vogliamo portare dietro le nostre spalle.
Con un po' di solidarietà.
Con un pensiero fermo per andare avanti in un futuro che speriamo tutti sia migliore a questo presente.
Grazie a tutti coloro che commenteranno o che leggeranno in silenzio questo racconto.

Grazie di cuore





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