Fields of Gold

di ester_potter
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“You’ll remember me when the west wind moves
Upon the fields of barley
You’ll forget the sun in his jealous sky
As we walk in fields of gold”
 

 

Pieck si guarda allo specchio per quella che giura essere l’ultima volta e osserva la sua figura per intero, da capo a piedi. Si sistema una ciocca dietro l’orecchio e sbuffa. Non è ancora convinta dell’acconciatura, ma si dà il caso che proprio oggi sia scaduto il tempo per i ripensamenti, perciò se ne fa una ragione.

Alza gli occhi al cielo con un sospiro esasperato e ricomincia a camminare avanti a indietro sotto gli occhi straniti di Zeke, intento a finire la consueta sigaretta mentre se ne sta appoggiato allo stipite della porta. Nemmeno la valanga di complimenti che Gabi e Zofia le hanno rovesciato addosso riesce a farla stare meglio. Ma non è solo il suo aspetto ad averla gettata nel dubbio.

Si ferma in mezzo alla stanza con le mani appoggiate ai fianchi e, dopo aver fissato a lungo il pavimento, alza gli occhi su di lui.

“E se stessimo sbagliando?”

“Per l’ennesima volta, non c’è verso che Porco abbia cambiato idea”

Pieck chiude gli occhi e ingoia. Recupera tutto l’autocontrollo di cui dispone in silenzio, e sorride amaramente.

“Io gliel’ho detto che non è obbligato” dice. “Tanto mi restano solo due anni. Ma lui non ha voluto sentire ragioni”

Zeke finisce la sigaretta in silenzio, lo sguardo perso sul suo riflesso allo specchio.

“La gente non si sposa solo perché ha davanti una vita lunga e felice, Pieck. A volte, paradossalmente, è la prospettiva opposta a spingerla a farlo”

“Non mi sembra comunque una buona ragione”

Zeke la guarda fisso.

“Ma tu hai detto di sì, no?”

“Sì, l’ho detto”

“Perché?”

“Perché mi ama ed è era così—” Si costringe a fermarsi per riprendere abbastanza fiato da ricacciare indietro le lacrime. “Sembrava così felice di sposarmi”

Zeke annuisce. “E tu lo ami?”

Pieck si volta verso di lui.

“Lo amo” risponde con voce ferma. “Su questo non ho mai avuto dubbi”

“E allora andiamo” taglia corto Zeke, guardandosi l’orologio al polso. “Perché io dovrei accompagnarti all’altare e siamo in ritardo, Porco deve aver già avuto tre esaurimenti nervosi e Reiner come testimone non gli sarà di alcun aiuto”

Il solo immaginarsi la scena la fa sorridere.

“Comunque,” continua Zeke, “non mi sentirei in pace con me stesso se non te lo dicessi: ci sono due porte laterali, a circa metà della navata; se dovessi essere tu a cambiare idea, non hai che da stringermi il braccio, e io ci guiderò con nonchalance verso una delle due. Sarai fuori ancor prima che possano rendersi conto di cosa stia succedendo”

Pieck getta indietro la testa e ride di cuore. “Oh, credo che non sarà necessario”

Quando fanno il loro ingresso e il suo sguardo incrocia quello di Porco a distanza di metri, quel “credo” svanisce nel nulla, lasciando spazio alla certezza che non ci sia modo migliore di passare i suoi ultimi anni, se non con lui.

Ed è vero, che durerà poco. Ma almeno avranno un assaggio di pace in una vita di guerra.





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