La ninfa e il cigno

di lmpaoli94
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Perché morire nel silenzio?
Perché rimanere a tacere quando le acque placide del lago fanno risuonare il cinguettio degli uccellini che si posano sopra quel silenzio senza che le nuvole potessero minacciare l’ennesima bella giornata?
Tutto ciò se lo stava domandando Giselle, impegnata a fissare quel piccolo borgo in cui aveva trovato rifugio dopo essere fuggita alla grinfie della regina Narissa.
Sì perché il male non avrebbe potuto trionfare per sempre.
Il male doveva scomparire e quella bellezza celeste e verdeggiante sarebbe stata la sua vittoria mentre le sembianze di una ninfa bellissima avrebbe ammaliato il primo viaggiatore che avrebbe messo piede in quel territorio così mistico dopo più di mille anni.


< Papà, non siamo ancora arrivati? Domandò una piccola bambina con voce gracile mentre era stanca di camminare.
< Ormai manca davvero poco. Non riesci a resistere ancora un po’? >
< E’ tutta la mattina che stiamo camminando ed io ho le gambe a pezzi. >
< Morgan, pazienta ancora un po’. Ti prego. >
In fondo a quel giovane uomo era rimasto solo l’amore di sua figlia dopo che la sua amata se n’era andata.
Aveva bisogno di distrarsi e quale miglior modo se non camminare in mezzo a quella natura e a quel silenzio rotto solo dai lamenti di quella bambina.
< Eccoci arrivati, finalmente: Isola Santa. >
Anche se la sua bambina immersa nell’ignoranza più profonda non potesse vedere le bellezze che riusciva ad adocchiare suo padre, si limitò a buttare per terra il suo zaino sospirando dalla stanchezza.
< Adesso possiamo mangiare qualcosa? >
< Non riesci proprio a resistere per niente, vero? >
< Papà, non abbiamo nemmeno fatto colazione. Posso almeno mangiare un piccolo panino. >
< Va bene. Affare fatto. >
< Grazie per la gentile concessione. >


Mangiando velocemente per contemplare le bellezze del posto, Philip fu attirato da una musica celestiale proveniente da una voce magica, quasi ipnotica.
Sua figlia non riusciva a capire perché suo padre potesse essere ammaliato in quel modo, cercando di capire che cosa davvero lo stava distraendo.
< Ma tu non riesci a sentire niente, Morgan? >
< No, papà. Cosa dovrei sentire? >
< Questa musica… sembra molto diversa da tutto… >
Philip non riusciva a capire che cosa lo potesse frenare.
Forse la paura di un’allucinazione. O forse la paura d’incorrere in un pericolo che non avrebbe mai creduto possibile.
Ma quella musica era diversa e il sole irradiava quel laghetto così misterioso mentre una figura nitida diventava sempre più reale.
< Non posso crederci, Morgan. Riesci a vederla anche tu? >
< Ma papà… E’ forse una creatura del bosco? >
< Sì tesoro. Quella creatura è una ninfa. >





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