Blue Velvet

di Heart
(/viewuser.php?uid=67431)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Epilogo

 

Il sole si stava mostrando caldo e intenso, in quella conca oscura. I demoni abbassarono le loro armi per respirare a pieni polmoni, la guerra era finita, però nessuno sorrideva. Il vuoto per la sua mancanza si avvertiva in tutti, dalla sua famiglia al suo esercito. Sesshomaru provava compassione? Nemmeno lui sapeva capire quel sentimento che avvertiva dentro di se. Notava gli abbracci di conforto di suo padre con la sua moglie umana, di come l’aveva raggiunto era un mistero, dalla miko che piangeva e si stringeva a quell’inietto del fratello, e dalla madre di Dafne che fissava il nulla. Il marito l’era giunto immediatamente accanto, prendendole le mani e portandoseli sulle labbra; quell’uomo amava quella donna con tutto se stesso e lo dimostrava i suoi sguardi e quel sentimento che lo avvolgeva come un guanto. Lei poi si era buttata sul suo petto a piangere. Perdere qualcosa di così prezioso era una condanna, anche lui lo aveva sperimentato in passato. Quando Rin si era ritrovava nel regno dei morti, se non riusciva a resuscitarla che valore aveva la sua vita, senza la sua piccola umana? La consapevolezza di quel mancamento, quel vuoto che si era ingrandito quando un buco nero lo aveva portato ad abbandonarsi, ma poi l’amore era prevalso. Suo padre aveva cercato in ogni maniera di farglielo capire e adesso ne era grato. Saltò tra una roccia all’altra fino a fermarsi su una, essa aveva tra i piedi qualcosa che luccicava e ne fu sorpreso a costatare che cosa fosse. Una sfera di pura luce, calda e avvolgente.

Quella era … non riuscii a continuare che il cielo si fece scuro, un grande uccello aveva coperto l’astro solare e adesso si dirigeva verso di loro.

-Ancora? –disse Inuyasha, brandendo la sua spada. Però l’uccello ritirò le sue lunghe ali color del fuoco e si depose su masso.

Nessuno riuscii a spiccicare parole, videro Jenny abbandonare l’abbraccio del marito per dirigersi verso l’animale che abbasso il muso, permettendo così di farsi accarezzare.

-Bentornata. Sapevo che non mi avresti lasciata.

La donna pianse di sollievo e ben presto la sua famiglia sorrise.

Per i demoni e il loro gruppo era ancora perplessi su quella situazione, ma Kagome come se fosse illuminata lasciò il suo demone per andare verso di lui.

-Kagome, no, dove vai?

-Inuyasha, ancora non l’hai capito?

-Che cosa dovrei capire?

-Voi demoni siete davvero tonti.

Quelle parole non furono gradire ai tre che irrigidirono, soprattutto Sesshomaru che voltò le spalle.

-Kagome, spiegami!

-Inuyasha lei è…

Però la fenice allungò nuovamente le sue magnifiche ali, le fiamme avvolsero tutti quanti, però non si bruciarono, in effetti servivano per purificare l’aura della conca.

-Grazie. –disse l’uccello con grazia –vi riporto i vostri doni.

E con questa comunicazione dal suo petto apparvero delle sfere di luce.

Una si avvicinò a Izayoi in cui si riprese la sua anima, infatti riacquistandola si ritrovò a sentire sulla pelle il calore del suo amato. Toga ne su felicissimo.

Invece per gli altri, come per Inuyasha e la piccola Rin gli fu consegnata la loro energia latente ciò il cuore umano.  E infine l’anima di Dafne che apparve nelle sue sembianze da umana, facendo smaterializzare pian piano la fenice che c’era in lei.

-Aspetta! –borbottò Inuyasha.

-Dafne era la fenice che in passato ci ha donato quelle capacità, ecco risolto il mistero. –disse Miroku risoluto.

-Quanto tempo sprecato. –borbottò Sesshomaru già pronto per andarsene.

-Sei sempre a lamentarti, Maru.

Quella voce, lo riempiva di brividi. Il demone schizzò verso di lei, però si ritrovò a fronteggiare più spade in cui lo guardarono male.

-Aspetta che guarisca e poi sarà pronta a darti una lezione, demone. –La madre di Dafne era decisa, nessuno avrebbe più fatto male alla sua famiglia.

-Sarò lieta di accogliere la tua richiesta, signore dell’Ovest. –rise Dafne per poi abbracciare tutta la sua famiglia.

-Non ci provare mai più, ci hai fatto prendere un colpo! –le gridò la sorella maggiore.

-Perdonami, Juuri.

-E come si dice, quel che finisce bene…

 

 

Era sera ad ovest e in quel momento nella sala grande si stava consumando la cena, le portate erano immense e abbondanti per sfamare ogni ospite poco gradito come avrebbe detto Sesshomaru, ma Toga prendendo in contro piede il figlio aveva annunciato che ognuno sarebbe stato accolto nel suo regno.

Adesso in quella sala si mangiava con entusiasmo, bevendo e ridendo come se fossero una grande famiglia. Il demone orso poté riabbracciare il suo amico, risero come ai vecchi tempi, si abbuffarono, ma felici di quel momento. Inuyasha e la sua squadra si concedevano quei momenti in pace, parlando tra di loro ma vedendo con occhi sereni che la guerra non li aveva abbattuti; dall’altra parte ci stava la famiglia di Dafne, accanto alla sua compagna stava Kaname, il padre, che guardava ogni demone con freddezza, poiché la moglie era bellissima e catturava l’attenzione e poi i suoi figli che erano cresciuti e Dafne. La ragazza era felice, però leggeva infondo alla sua anima solitudine, capiva perfettamente, non avere un legame spezzava, ma non sarebbe mai stata sola. Il tempo portava notizie.

-Un brindisi. Vi ringrazio per averci aiutato. –disse Jenny.

-Oh Jenny-sama siete uno splendore –disse Miroku, però fermato dallo sguardo di Kaname.

-Sei sempre il solito bonzo. –rispose Sango.

-All’amore! –urlò Juuri prendendo il calice di vino, ma per poi ritrovarsi dell’acqua. Guardò male prima la madre e poi il compagno.

-Sai benissimo che non puoi bere alcolici, - affermò Aki.

-Maledetto!

Non ci fu ragione che i due si ritrovarono a rincorrersi senza una reale motivazione, nel gruppo risero più forte poiché assomigliavano ad Inuyasha e al piccolo Shippo.

La serata si concluse in fin dei conti bene.

 

 

La notte era per i vampiri e come tale per Dafne che si rigirava tra i corridoi.

La sua missione in quell’epoca era finita, era il momento si ritornare a casa. Il viaggio l’aveva fatto maturare ma anche conoscere nuova gente.

Sorrise senza un motivo e sospirò.

 

-Mi devi uno scontro.

Una voce ben conosciuta la fece voltare, la ragazza avvertii il batticuore e sorrise.

-Sempre con la mania di battersi, però accetto la tua sfida, principe dei demoni. –gli disse, per poi richiamare Mekai che apparve con il fuoco azzurro –che ne dici di non perdere tempo?

In un tempo brevissimo i due si ritrovarono a duellare a cospetto della luna, mentre dalle finestre circostanze si affacciavano i loro amici.

-Sempre i soliti, non mi stupisco della loro complicità. - disse Inuyasha mentre fissava il fratello sorridere.

-Dafne non gliela darà mai vinta e questo Sesshomaru lo sa benissimo, ma vedi che c’è anche riconoscenza, anche se non lo dice apertamente- disse Kagome raggiungendo il compagno.

-Riconoscimento? Hai per caso sbattuto la testa? quello vuole solo sconfiggerla e sentirsi superiore.

-Perché vedi solo ciò che mostra, Sesshomaru è un ottimo stratega per quanto risulta l’emozioni.

-Per me stai vaneggiando.

-Che cosa?

-Tuttavia, non m’importa di lui, ma di te. Ti amo, Kagome. – le disse, prendendola dai fianchi e baciandola prima con dolcezza e infine intensificando il contatto. Gli era mancata come l’aria, ma per fortuna tutto si era risolto al meglio.

-Ti amo anch’io, Inuyasha.

 

 

 

In un’altra stanza, tra le lenzuola giaceva nudo un demone millenario. Il suo corpo da dio copriva con la sua stazza il corpo fragile della sua amata.

-Che cosa stai pensando? –chiese la moglie, accarezzando il viso.

Toga la fissò. –Che ho due figli simili, ma nello stesso tempo differenti. E ti ringrazio mia amata Izayoi per questo dono. A quel tempo credevo che l’amore non esistesse, ma il tuo arrivo nella mia vita mi ha stravolto, non rimpiangerò mai quel giorno… ti amo. –confessò per poi abbassarsi sul viso della donna e baciandola, per poi iniziare una nuova danza d’amore. Ancora entrambi erano perplessi per quel stato, ma lo avevano messo di lato per vivere quella occasione speciale.

L’amore era un sentimento unico, che legava i cuori più freddi.

 

Al mattino i due contendenti erano ancora lì. I loro abiti più logori di un sacco di spazzatura stavano in piedi solo grazie a qualche laccio che aveva permesso di reggersi con tenacia. Sesshomaru aveva ferite su tutto il corpo che pian piano stavano guarendo, certo non come aveva preavviso; Mekai era una arma differente alle altre e i suoi colpi erano costituiti da un potere più forte. Però amava quello scontro, finalmente aveva messo a nudo il suo avversario, catalogandola come fonte di un potere immaginabile e anche una persona che poteva stare al suo fianco.

Dall’altra parte Dafne rideva di cuore, imprimendo quelle vicende nel suo cuore.

Si raddrizzò e con una fiamma nuova si cambiò. Aprii le braccia e degli uccelli si posarono sui palmi della mano.

-La natura è il nostro potere. Ti ringrazio di questo scontro, principe, adesso posso andare tranquilla. –disse. Il demone non ci pensò e si ritrovò a sferrare un colpo improvviso, ma non fu così, poiché Dafne lo predisse e come attacco lo prese dal bavero della tunica e lo baciò.

Il demone avvertii tutti i sentimenti che la sua proprietaria stava mandando, però non ricambiò e rimase fermo.

-Grazie, Sesshomaru. – gli disse lasciando il giardino che pian piano stava rinascendo.

-Addio.

 

 

 

-Non ci rivedremo più nee-chan? Domandò la piccola Rin.

-Sempre, quando avrai bisogno di me chiamai, io ti raggiungerò. –disse ponendo la mano sulla sua testolina, che annuii che si ritirò accanto al suo demone.

Dafne fissò i suoi compagni di viaggio, Inuyasha aveva quell’aria balorda, ma sotto si sentiva triste per quell’addio. Sango e Kagome l’avevano abbracciata con impeto, le avevano detto che la volevano rivedere. Miroku aveva tentato di approcciare qualche gesto, ma Eddy era intervenuto e lo aveva bloccato con la spada. Infine Toga affianco ad Izayoi porse quella domanda – credo che anche per noi sia giunto il momento di andare.

Inuyasha si sentii subito raffreddato, avere entrambi i suoi genitori, era un sogno che si era realizzato, ma sapeva che era giusto così.

-Sbagliato. – La voce di dafne portò scompiglio.

-In che senso?

-Nel senso che siete liberi. Potete vivere qui o da qualche altra parte, la scelta cade su di voi. Questo è il mio dono per voi. –disse.

-Dafne –sama questo… -Izayoi non credeva alle sue orecchie, finalmente il suo più grande desiderio si era avverato. Vivere la sua vita con l’uomo che amava e poi trascorrere del tempo con il suo bambino.

-Grazie, grazie, infinitamente. –Toga abbassò il capo come rispetto, perché in quel momento non c’era una ragazza ma una divinità che aveva dimostrato il suo grande amore per loro.

-Inoltre vi dono qualcos’altro. Mia madre ha il potere di concedere la vita illimitata, queste sfere vi permetteranno di vivere più allungo del solito e anche di legarvi ai vostri compagni con una piccola cerimonia. Però sarà un segreto nostro, non posso permettere che altri ne siano a conoscenza. Sarete liberi e senza preoccupazione, Tu Kagome potrai legarti a Inuyasha e non avere paura di lasciarlo solo, e anche voi due. Invece per Miroku e Sango avete la possibilità di vivere una vita da umani o più calma, nel senso il vostro orologio della vita sarà più lento, a voi la scelta.

-Oh Dafne, grazie. –disse Sango.

-Adesso miei cari amici, vi saluto. Non è un addio, ma un arrivederci. Chissà se il destino ci farà nuovamente rincontrare.

Pian piano le fiammelle svanirono lasciando quel mondo in pace e con una consapevolezza di aver fatto del bene. Perché infine ciò che dai ritorna a te in ogni modo.

 

Fine

 

 

Benvenuti alla conclusione di questa storia che ha visto alti e bassi.

Sono orgogliosa di me di aver dato un finale. Sono stati anni altalenanti, e dopo due anni ero ritornata con un capitolo che pochi anno letto ma va bene così. Amo questa mia creazione e credo che anche voi.

Vi ringrazio per avermi fatto crescere, sorridere e pianto.

Un grazie va a me stessa che ha trovato la forza di dare una fine e poi a voi.

Grazie. Sognate e vivete i vostri desideri.

Tuttavia ci sarà un capitolo bonus. Chissà che cosa mi inventerò a presto.

Heart





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4021160