Perdonami, Granger

di jarmione
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Storia scritta per il May I Write indetto sul gruppo facebook Non solo sherlock - gruppo eventi multifandom”

L’ho sistemata ed ho deciso di pubblicarla anche qui.

Stavolta ci sono andata pesante con questa coppia...perdonatemi.

Buona lettura


 


 

Era sera tarda, il castello era silenzioso e tutti gli studenti erano rintanati nei loro dormitori.

Persino i fantasmi erano andati a dormire se così si poteva dire e le torce accese nei corridoio iniziavano a spegnersi lentamente.

Gli insegnanti, che avevano pattugliato il castello per assicurarsi che tutto fosse in ordine, si stavano accingendo a tornare alle loro stanze.

Hermione, a capo della casa dei Grifondoro, era l’ultima...almeno così credeva.

Stava per rientrare, ma si fermò a circa metà strada.

Accanto ad una delle finestre del corridoio, che davano sul cortile principale, vi era Severus.

Stava fermo e osservava fuori, venendo appena illuminato dalla luce della luna piena.

“Professore?” azzardò Hermione, temendo una brutta reazione da parte dell’uomo.

Per fortuna, ciò non avvenne.

Severus venne ridestato dai suoi pensieri e si voltò con il solito sguardo impassibile.

“Granger” disse con un piccolo cenno del capo.

Ogni volta che Severus parlava, ad Hermione partivano le farfalle.

Non c’era nulla fra i due...nulla di concreto, in realtà.

Sembrava che si cercassero in continuazione ma, allo stesso tempo, si tenevano a distanza.

Eppure lei, dentro di sé, aveva iniziato a provare una grande stima per lui nonché qualcosa di diverso.

Forse era la giovane età, oppure era la sua voglia di aiutare il prossimo, ma più il tempo passava e più quella sensazione diventava sempre più vivida.

“Dovresti essere nella tua stanza” disse lui, interrompendo il silenzio che si era creato.

Hermione scosse la testa “Non sono più una studentessa” sorrise appena, sentendo il bisogno di avvicinarsi a lui.

“Hai ancora la testa di legno” ribadì lui, facendola ridere “Lo trovi divertente, Granger?”

“Mi spiace” cercò di contenersi “Ma ammetto che sentirsi dare della testa di legno quando si è professori è...strano”

Severus non volle domandare il perché di quel ragionamento e non gli interessava.

Ciò che davvero lo premeva, in quel momento, era tutt’altro: perché, quando Granger ride, nel suo stomaco partono le cosiddette farfalle?

Era di nuovo calato il silenzio e, di nuovo, la tensione era salita.

“I-io…” Hermione deglutì “Chiedo scusa, non volevo mancare di rispetto”

“Figurati” rispose Severus.

Hermione sospirò, avrebbe voluto parlare, dire o fare qualcosa, ma non era facile e...non poteva.

“Esatto, Granger, non puoi” disse Severus, all’improvviso e senza un motivo apparente.

“C-cosa?” domandò Hermione, senza capire

“Quello che stai pensando” rispose “Confermo, non puoi”

Hermione spalancò la bocca, portandosi le mani alla testa come a voler bloccare i suoi pensieri.

Si era totalmente dimenticata che Severus era un legilimens e, per questo, chissà quante volte le avrà letto la mente e visto/sentito quello che ci passava all’interno.

Arrossì.

“Qualcosa non va, Granger?” domandò, come se nulla fosse successo.

“E’ violazione della privacy!”

Severus fece qualche passo avanti, arrivando molto...troppo, vicino a lei “Non esiste privacy in questo luogo”

Hermione abbassò lo sguardo, ma lui la obbligò a guardarlo e fece sì che i loro occhi si incrociassero.

Fece per avvicinare il suo volto a quello di lei, i respiri si stavano già fondendo e le loro labbra erano pronte a toccarsi.

Hermione deglutì e chiuse istintivamente gli occhi, ma c’era qualcosa che non andava.

Non si accorse che Severus si era fermato e aveva spostato il tutto accanto al suo orecchio.

“Tutto questo può essere meraviglioso, Granger” mormorò “Ma per farlo bisogna essere in due ed io non sono disponibile”

Hermione spalancò gli occhi, sentendo il cuore spezzarsi in mille pezzi e le farfalle aumentare il loro battito.

Perché?

Non gli era bastato umiliarla con la lettura della mente?

Era davvero così sadico?

No, non era per quello, il motivo era un altro “E’ per lei, non è vero?” domandò con la voce rotta “E’ per via di Lily?”

Severus non disse nulla, non subito.

Hermione giurò di aver visto i suoi occhi cambiare espressione e colore.

Rosso fuoco, rosso di rabbia.

Era talmente immersa in quegli occhi, da non essersi accorta che la bacchetta di Severus era puntata contro la sua tempia.

Lo sentì tremare sia di paura che di rabbia.

“Guai a te se la nomini ancora” sibilò.

Severus non aveva mai dimenticato Lily, quello era ovvio, ma questo non gli aveva impedito di provare sentimenti anche per Hermione.

Il suo errore? Non sentirsi pronto ad una relazione con qualcuno.

“S-Severus…” Hermione era evidentemente spaventata e di questo se ne accorse.

Doveva rimediare e, purtroppo, conosceva solo un modo.

“Dimenticati dell’accaduto” mormorò mentre toglieva la bacchetta dalle tempie di lei, seguita da una piccola scia di luce bianca.

Quest’ultima, una volta lontana da Hermione, si dissolse nel nulla.

Hermione, che aveva gli occhi sgranati, di colpo sembrò rilassarsi e guardò Severus con un piccolo sorriso.

Lei era consapevole solo di essere appena arrivata nel corridoio e di averlo appena visto.

“Ha concluso anche lei il giro?” domandò

“Certamente” rispose Severus, che nel frattempo aveva rimesso via la bacchetta “Buona notte, professoressa Granger” la superò, senza darle il tempo di ribattere e si ritirò nel suo alloggio.

-Perdonami, Granger-





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