"Some
pain has no relief; it can only be sealed.
You
can grasp the wound to feel the scar unhealed."
-
Munia
Khan
-
Echoes
Non
c'è pietà negli occhi di Sevika, compassione.
Sei
morta,
le dicono, e Jinx ride perché va bene così - se lo
merita.
Stupida
stupida stupida Jinx.
Rimane
immobile fuori dal Last Drop, fissandola come se potesse squarciarla
solo
con il pensiero.
Jinx
inclina il capo verso la spalla e Sevika nota quanto siano luminosi i
suoi occhi - gonfi di lacrime e Shimmer.
Attorno
a loro si solleva una nebbia fredda, umida; che striscia lungo il
braccio scoperto di Sevika, dandole la sensazione d'essere caduta in
un fiume pieno di alghe e pesci morti.
Jinx
ride e
ride e
ride e
stride
- perde pezzi a ogni respiro.
Sevika
estrae appena la punta dalla spada da sotto il mantello e sa
che
Jinx può vederla - piccola, disgustosa,
scimmia.
Si
chiede quale voce le stia parlando; se le senta ancora.
Per
un istante desidera quasi
poterla
perdonare; accogliere le parole di Silco e farle sue - comprenderla e
raccogliere tutti quei frammenti di se stessa che lascia dietro di sé
come briciole di pane.
No.
Ma
è una guerriera, Sevika, e il dolore le impone di lottare - di
uccidere
il problema, ripulire la scena, eliminare l'incognita.
Jinx
apre le braccia, allargandole attorno a sé - mostrandole un
corpo magro, spigoloso.
Ferito.
"Avrei
dovuto ucciderti molto tempo fa." mormora, impugnando la spada.
Jinx
sorride e piange.
1.
La
bambina ha sette anni, forse otto.
La
fissa con occhi enormi, di un blu profondo, intenso.
Sevika
le riserva uno sguardo irritato, il punto della spalla da cui il
braccio è stato strappato
pruderle
fino a farla diventare matta.
La
bambina stringe tra le mani qualcosa,
e Sevika non ha né voglia, né tempo per capire di cosa
si tratta - da
quando abbiamo pastelli colorati per l'ufficio?
"Vattene."
le dice, girando il capo dall'altra parte.
Nessun
cambiamento.
"Sei
sorda o stupida? Fuori dai coglioni."
Tump.
Sevika
aspetta ancora qualche minuto, voltandosi solo quando percepisce un
vuoto dove prima si trovava la bambina.
Sulla
coperta una granata inesplosa ricoperta di glitter.
2.
La
bambina si chiama Powder, così le ha detto Singed.
Era
una degli orfani raccattati da Vander, le
spiega, controllandole la ferita.
Ha
creato lei la bomba che è esplosa nella fabbrica, aggiunge,
sollevando i bordi di pelle per controllare se ci sono segni
d'infezione o necrosi.
Li
ha uccisi tutti,
prosegue, annuendo soddisfatto quando vede il tessuto sano, rosato.
Sevika
lo fissa con attenzione, frugando nel suo viso alla ricerca di un
particolare - un guizzo
che
le anticipi il fine del discorso.
Singed
tampona gli orli della ferita, disinfettando i punti di sutura e
preparando le bende pulite.
"Perché
non me lo chiedi e basta?" la interrompe, canticchiando un
motivetto stonato tra sé e sé.
Sevika
inspira con forza, rilasciando un sospiro esausto.
Singed
abbozza un sorriso asciutto, senza allegria.
Tre
giorni dopo i sospetti di Sevika troveranno conferma quando vedrà
Powder
seduta ai piedi di Silco come se nulla fosse.
3.
Sevika
apre e chiude le dita della protesi meccanica, trattiene una smorfia
quando la bambina punzecchia un filo elettrico, stringendolo tra il
pollice e l'indice.
"Non
è un giocattolo." le dice, e Powder si limita a voltarsi
verso Silco - sempre.
"Jinx."
mormora Silco, rimanendo concentrato sui documenti che sta leggendo.
Non
Powder; non marmocchia o sgorbio o come la chiamano tra le guardie,
sputando al suolo per scacciare la malasorte, misfit.
La
bambina aggrotta le sopracciglia, rafforzando la presa.
Silco
allunga una mano verso di lei senza nemmeno alzare lo sguardo dal
foglio, quieto.
Powder
la fissa per qualche secondo, afferrandola e scivolandogli sulle
gambe.
Nasconde
il viso contro il suo petto e Sevika è sicura di sentirla
bisbigliare un zitti,
state zitti. Lui mi vuole bene. Lui vuole me.
Non lo farà.
Silco
passa alla pagina successiva, ignora sia lei sia i borbottii della
bambina.
Sevika
ne osserva i profili intrecciati e si scopre vederli già
coperti di polvere e macerie.
4.
È
diventata ormai una scena ricorrente quella di Silco seduto dietro la
scrivania e Powder
- no,
Jinx -
arrampicata nel soppalco che ha costruito da sola o seduta sul
pavimento vicino a lui, pastelli fosforescenti e ingranaggi
sconosciuti sparsi attorno a lei.
Sevika
non batte più nemmeno ciglio, limitandosi a svolgere con lui
tutte le riunioni necessarie affinché Zaun (ri)sorga
e prenda il suo posto nel mondo - per diritto e per volontà.
"Questi
conti non tornano."
"Lo
so: per questo ho già avviato un'indagine alla fabbrica 43."
gli ribatte, gettando un'occhiata distratta a Jinx.
La
bambina preme la lingua tra le labbra, concentrata; solleva una
granata con sopra disegnata la bocca di uno squalo, fissandola.
Silco
tamburella le dita sul sottomano in cuoio, assorto.
"Pandur
deve star diluendo lo Shimmer e vendendolo autonomamente."
Sbam.
Sevika
alza un sopracciglio, cercando di ignorare lo scoppio improvviso che
proviene da sotto la scrivania.
"O
lui o uno dei suoi spacciatori."
"Me
ne occuperò io."
Silco
inclina il mento verso di lei, fissandola.
"Non
fargli capire che gli stiamo addosso: lascia che effettui un'altra
consegna e prendilo in quel momento."
Sevika
annuisce, sta per alzarsi quando qualcosa
vibra
e Jinx scatta verso il divano, afferrando Silco per un braccio e
urlando kabooom!
Ruota
su se stessa, tende i muscoli delle cosce, quelli del braccio rimasto
- preme,
e
la protesi meccanica le inietta dello Shimmer direttamente nelle
arterie della spalla, esplodendole nel cuore, dietro le palpebre.
BAM.
La
stanza si flette,
Sevika solleva istintivamente il mantello verso Silco - si prepara al
dolore, a sentir (di nuovo) la propria pelle bruciare e...
Rosa?
Jinx
spunta da dietro il divano, sorridendo da un orecchio all'altro.
Sevika
solleva lo sguardo, cauta - per tutto lo studio diffondersi nuvole di
fumo rosa e azzurro.
Silco
sospira, alzando una mano verso l'alto e afferrando un pugno di
ritagli di carta a forma di cuore che sarebbero anche carini
se Jinx non avesse disegnato su ognuno di loro forme stilizzate di
persone trafitte o morte.
"Jinx."
mormora e c'è una nota divertita nella sua voce - qualcosa che
le fa drizzare i peli sulla nuca, mettendola a disagio.
"Sorpresa!"
trilla Jinx, saltando a piedi uniti il divano e abbracciandolo.
Silco
sfrega un cuore tra il pollice e l'indice, fissando l'omino
sbudellato disegnato sopra.
"Ti
piacciono? Sono i Topsider! " ripete Jinx - occhi grandi, che a
Sevika sembrano improvvisamente pericolosi.
Silco
rimane in silenzio per qualche istante, piegando poi un angolo della
bocca all'insù e annuendo.
Jinx
sbatte le mani tra loro, baciandogli la guancia sfregiata e ridendo -
Silly
Silco, Silly Silco.
A
terra, tutto quel rosa ha già assunto tinte rossastre e cupe.
5.
Sta
crescendo, Jinx.
Armeggia
con una pistola più grande di lei, le gambe piegate sopra il
soppalco e il resto del corpo penzolante e mai
come
in quel momento a Sevika ricorda una scimmia molesta e pericolosa.
Uguale
a quella giocattolo che era esplosa nella fabbrica due anni prima.
Sta
crescendo, ma di notte urla ancora - grida,
e
scuote l'intero corridoio con i suoi incubi.
Falli
smettere, stride;
bastabastabasta!
Non è colpa mia! Non è colpa mia, ripete,
ed è sempre Silco a sconfiggere i mostri della sua mente,
Non
un cavaliere o un eroe: un mostro molto più grande e feroce di
loro.
mettendoli
a tacere.
E
li ha visti, Sevika; ha visto come quella bambina non abbia paura di
Silco - come lo cerchi anche quando rientrano all'alba e Zaun gli ha
lasciato addosso cenere e sangue.
Ride,
Jinx, ed è un pugno di colore in mezzo a tutto quel nero e
rosso - al fianco di Silco.
"Volevi
ucciderla quella notte? Quando ti è costata litri di Shimmer e
decine di uomini?"
Un
cacciavite cade sulla poltrona in angolo, Jinx vi atterra sopra,
incrociando poi le gambe sotto il corpo.
"...
no."
Sevika
scivola con lo sguardo lungo il suo profilo - i capelli troppo lunghi
sulla fronte, un viso che sta perdendo la rotondità
dell'infanzia.
"Non
ci hai pensato nemmeno per un istante?"
Silco
inala pigramente una boccata di fumo, trovando nuovi poliziotti da
corrompere - leve da usare, storie da manipolare.
Jinx
emette un suono stizzito, colpendo la pistola con un pugno.
Sevika
si trattiene dal sussultare e dirle di piantarla;
che farà esplodere di nuovo qualcosa se continua così e
di andare nel suo laboratorio a fare casino e...
Click.
Jinx
punta la pistola verso Silco, chiudendo un occhio e sorridendo.
Sevika
si irrigidisce, percepisce l'adrenalina tenderle i muscoli,
accelerarle il cuore.
Silco
inclina appena il mento verso Jinx, rivolgendole un'occhiata neutra.
"Bam:
sei morto." ridacchia lei, salendo sulla scrivania.
Silco
piega un angolo delle labbra, afferrando tra le dita la canna della
pistola - un gesto languido, indolente.
"Ah,
chi salverà Zaun adesso?" le dice, e Sevika capisce che
per loro è tutto un gioco - una fottuta
recita
in cui i proiettili sono veri e il sangue scorre a galloni.
Jinx
sembra riflettere sulle sue parole, negli occhi farsi strada
un'espressione spaventata, dubbiosa.
"Non
lo farei mai."
mormora, gettandosi occhiate nervose dietro le spalle.
"No.
Nonono."
ripete, cominciando a tremare e Sevika riconosce tutti i prodromi di
una crisi psicotica in piena regola.
"Io...
io... no, no."
alza la voce Jinx, e Silco rafforza la presa sulla pistola,
trattendola a sé.
Jinx
apre e chiude la bocca, la paura e l'orrore espandersi da lei in
ondate appiccicose, che Sevika riesce quasi
a
vedere.
Silco
posa il sigaro, allungando la mano verso il viso di Jinx e toccandola
- strappandola ai fantasmi che le divorano la mente, i pensieri.
Jinx
si lancia addosso a lui come quella
notte, gettando la pistola di lato e liberando un solo, desolante,
singhiozzo.
Silco
riprende il sigaro dal posacere e mormora tra i suoi capelli promesse
e sogni.
That's
when everything went wrong
Now
that's when everything went wrong
I
lay down to die on the concrete floor (baby)
that's
when everything went wrong.
Ci
sono pessime
abitudini
che non le ha mai tolto.
Ci
sono atteggiamenti che non ha mai corretto, né modificato.
Perché
avresti dovuto, gli
mormora la sua coscienza; Jinx
è perfetta così, e tu lo sai.
Un
meccanismo innescato, un'arma senza sicura - una miscela chimica
altamente infiammabile: così l'aveva definita Sevika.
Un'orfana
di Zaun, una bambina sola; una ragazza spezzata,
questo
quello che vedeva Silco in lei.
In
se stesso.
Sospira,
posando lo sguardo su Jinx, una sagoma raggomitolata sul divano.
"Non
vai ancora a letto, Silly Silco?"
"Ho
del lavoro da finire."
Si
alza, percependo tutto il peso degli ultimi anni nel cuore, tra i
pensieri.
"Ti
aspetto."
"Non
è necessario, Jinx."
"Non
voglio dormire da sola."
Per
alcuni istanti non riesce a fare altro che rimanere fermo così
-
una mano posata sulla scrivania e gli occhi sul profilo di Jinx.
"...
non smettono mai."
"Lo
so."
Si
avvicina, accarezzandole appena una guancia con le nocche della mano
destra.
"...
mi lascerai, Silco?"
Jinx
si muove nel sonno, cercandogli istintivamente la mano - intrecciando
le proprie dita alle sue.
"No."
Silco
si china in avanti, posandole la fronte contro la tempia.
"Jinx."
"Anche
se dovessi sbagliare ancora?"
Jinx
inspira con forza, socchiudendo gli occhi - guardandosi intorno e
mettendolo a fuoco dopo alcuni secondi.
"Mai."
E
c'è quel
momento - quel
flebile
istante - in cui gli sorride e le voci di entrambi tacciono: in cui
sembra libera e
viva e
bellissima e può specchiarsi in lei e vedere tutto quello che
potrebbe essere se Zaun diventasse autonoma, se non fossero così
rotti e spezzati e disperati
da...
"Silly
Silco."
Silco
chiude gli occhi, Jinx gli circonda il collo con le braccia,
lasciandosi sollevare come se pesasse niente.
Contro
il suo petto Jinx trova pace e casa.
6.
Ha
tre coltelli sotto la giacca.
Il
primo, per minacciare; lama grossa e impugnatura in cuoio.
Il
secondo, per ottenere;
ha una calibrazione migliore e l'acciaio è temprato più
finemente - taglia,
e recide un'arteria senza dover imprimere troppa forza.
"Ho
saputo che hai un figlio, Abney."
L'uomo
irrigidisce un muscolo sotto la mandibola, dilatando le narici.
Silco
si fissa le unghie, mostrandogli il suo profilo migliore - quello che
l'infezione ha masticato
via
come le sue illusioni.
"Mi
aspettavo almeno un invito."
Abney
inspira, muove gli occhi da una parte all'altra della stanza - un
movimento frenetico, spaventato.
"O
un
cazzo di
avviso che non ricordi più il tuo posto."
Sevika
rimane immobile, trattenendo un sorriso a metà.
Silco
si ferma, sottile e affilato come la sua terza lama - nascosta a
sinistra, poco sotto il cuore.
Inclina
il mento verso Abney, nell'occhio azzurro un'espressione quasi
compassionevole.
Quasi.
Ed
è veloce, Silco - lo è sempre stato.
È
un serpente arrotolato nell'erba alta, una piccola e furba
volpe
che viene di notte e
prende e
prende e
prende.
Non
smette mai.
Sevika
si è ormai abituata alla sua rabbia - una fiamma che divampa e
brucia e
distrugge.
Diverso
da Vander - dalla sua forza bruta e un po' stupida.
Abney
arretra, Silco lo afferra per il bavero del cappotto - friiiip.
Plotch.
Plotch. Plotch.
E
c'è qualcosa di ferale
in
Silco quando quella fiamma si accende - una scintilla che gli
trasforma il viso, rendendolo una maschera di assoluta furia.
Di
spietata bellezza.
Sevika
sospetta che Silco riviva ogni volta il tradimento di Vander: che usi
quella
delusione - quel dolore - come combustibile.
Esattamente
come Jinx quando fa esplodere qualcuno e ride.
Ma
non ride, Silco: non accenna nemmeno un sorriso soddisfatto.
Ripulisce
la lama sulla camicia ormai fradicia di sangue di Abney, togliendogli
dalla tasca interna della divisa la foto della sua famiglia.
"Un
memento." le dice, porgendogliela.
"Con
le condoglianze alla sua povera
vedova."
aggiunge, oltrepassandola.
"Che
sia di monito per il prossimo." conclude, e per un attimo Sevika
è sicura
di
intravedere un'ombra che scivola via dalle travi del soffitto - nel
silenzio umido una risatina delirante e gioiosa.
Silly
Silco.
Il
giorno dopo Jinx chiamerà un nuovo prototipo di mina antiuomo
Abney.
7.
Ci
sono cose
che
non capisce.
Ci
sono sprazzi
di
qualcosa che non riesce del tutto a cogliere - parole che rimangono
sospese nell'aria, sguardi che intendono altro.
Sevika
si era sempre ritenuta una donna perspicace - dal buon naso, attenta
ai dettagli.
Poco
sfuggiva al suo sguardo, ancora meno alla sua lama; eppure mentre
ascolta Jinx parlare tra sé e sé la pelle le si
rattrappisce
sui
muscoli e una sensazione di malessere la stritola, accorciandole il
respiro.
"No,
non è così." borbotta Jinx, prendendo a martellate
un pezzo di metallo.
"Non
capisci niente:
non hai mai
capito
niente." mastica, sollevando una placca colorata di verde e
giallo.
Sevika
la osserva inclinare il capo di lato, ascoltare una voce invisibile.
Jinx
aggrotta le sopracciglia, accartocciando la faccia in una smorfia
disgustata.
"Lui
non
è così." la sente sibilare, inferocita.
"No
no no no!" ribatte alla sua destra, lanciando una chiave inglese
in quella direzione "Tu... tu,
brutto
maiale..."
Sevika
rimane immobile, fissandola mentre ribalta il tavolino da caffè
nell'ufficio di Silco, spezzandolo in due.
"Vattene!"
urla adesso, i pugni stretti lungo i fianchi e le guance rosse.
"Vattene
vattene vattene!"
ripete, scuotendo la testa così
forte
che Sevika teme si staccherà dal collo.
Jinx
batte un piede a terra, si contrae prima in avanti, poi all'indietro
- sembra preda di una sofferenza fisica profonda
e insanabile.
Afferra
una sparachiodi, puntandosela sulla coscia e...
"Cazzo."
ha il tempo di esalare Sevika, togliendogliela dalle mani con un
colpo netto del gomito.
Jinx
si morde il labbro inferiore fino a strapparlo, lungo il mento sangue
e saliva.
Sevika
allontana la sparachiodi con un calcio, fissandone la cima del capo -
adesso un ammasso di capelli azzurri raccolto in una treccia.
"Che
cazzo credevi di fare, fottuta idiota?"
Jinx
si tiene la mano ferita, tace - tra le ciglie lacrime enormi,
pesanti.
Sevika
le afferra le spalle, scuotendola.
"Ehi,
parlo con te! Che cazzo volevi fare?"
Jinx
ignora il suo sguardo, emettendo una serie di grugniti tra il
frustrato e il furioso.
Sevika
snuda i denti, pulendole la bocca con un fazzoletto dalla scrivania
di Silco.
"Lui
non è così." pigola Jinx, e Sevika si accorge di
quanto
sia cresciuta mentre le stringe le spalle - la curva ancora modesta
del seno, l'inizio di un tatuaggio a forma di nuvola lungo
l'avambraccio destro.
Arretra
leggermente, lasciando che solo la punta delle dita le tocchi la
pelle - ed è allora
che qualcosa scivola sotto il viso di Jinx, facendole schiudere le
labbra in un sorriso folle.
Sevika
raddrizza la schiena, Jinx si volta - un movimento disarticolato, che
le ricorda quello di una bambola rotta.
"Lui
è diverso."
mormora, e non c'è più incertezza nella sua voce,
dubbio.
"Lui
mi ama."
sancisce, e Sevika può annusare
il
lezzo dell'adrenalina, quello acido dei reagenti chimici con i quali
si stava baloccando - la pazzia e
la rabbia, il desiderio e
la fame.
Jinx
la guarda, Sevika non si muove - il tempo si arresta e riprende a
scorrere solo quando le doppie porte in legno si aprono, rivelando la
figura di Silco.
Gli
occhi di Jinx sono un tumulto di emozioni a cui Sevika non riesce
dare nome.
8.
Il
potere non è solo forza bruta.
Il
potere è una rete sottile di informazioni, pensieri.
Il
potere è una leva, un monito, un obiettivo.
Un
mezzo e un fine.
Silco
aveva conquistato il potere, assurgendo a signore di Zaun - il suo
occhio e il suo protettore.
Ne
hai la prossemica, il fascino; e quell'occhio, aveva
motteggiato Finn, indicandolo.
Rumoreggia
il Last Drop sotto di lui - batte,
ed è quasi possibile sentirle
tutte quelle persone muoversi al ritmo della musica, lucide di sudore
e Shimmer.
Nel
suo ufficio il rumore diventa una sorta di palpito lontano, attutito;
Jinx ondeggia le dita nell'aria seguendone il ritmo, canticchia a
mezza voce un motivetto inventato.
Apre
le braccia, improvvisa una serie di passi di danza - salta,
atterrando sulla sua scrivania con un tonfo sordo e spargendo fogli
ovunque.
Silco
ruota appena la poltrona verso la finestra, continuando a leggere.
Percepisce
Jinx
sporgersi verso di lui, posandogli il mento su una spalla.
"Posso
farlo io." si propone, e Silco si ferma, fissandola in tralice.
Jinx
si allunga in avanti, flettendo la schiena e scivolandogli sulle
cosce.
"Deve
farti molto male." mormora, prendendogli via di mano il
fascicolo.
Silco
solleva il viso verso il suo, quieto.
Jinx
lo fissa ancora per qualche istante, toccandogli poi lo spazio sotto
l'orbita - nudo, ormai privo di trucco.
Apre
le dita attorno l'occhio mutato, avvicinandosi ulteriormente.
Da
quella distanza riescono a vedere le imperfezioni l'uno dell'altro -
le piccole cicatrici delle ferite che Jinx si era autoinflitta,
quella più grande e ruvida che l'acqua tossica gli aveva
lasciato sulla guancia sinistra.
"Sì."
sussurra Jinx, seria "Deve fare male."
Silco
le afferra il polso, portandoselo alle labbra e baciandone l'interno.
"Pagina
cinque, riga sei." le dice, e Jinx abbozza un sorriso, usando la
mano libera per riaprire il carteggio - lascia l'altra in quella di
Silco, accarezzandone di tanto in tanto il palmo.
L'alba
li coglierà ancora insieme.
9.
"Quindi
Silco ha una figlia."
Sevika
beve un sorso di rum, premendo la lingua contro il palato.
"Karvyq."
"Sevika."
ribatte lui, sedendosi.
"È
la mia serata libera."
"Ah,
quelli come noi non hanno mai
una
serata libera."
Sevika
socchiude gli occhi, fissandolo.
"Cosa
vuoi, Karvyq?"
"Io?"
replica lui, richiamando l'attenzione di una delle prostitute del
bordello "Niente: sono semplicemente sorpreso che abbia
resistito tanto."
Sevika
studia una ragazzina poco più grande di Jinx ondeggiare verso
Karvyq, addosso nulla più di un elaborato intrico di fili
dorati e perle.
Lo
Chem Baron amplia il sorriso, tendendole la mano.
"Il
tuo nome?"
La
ragazzina sposta lo sguardo da lui a Sevika - sa chi
sono, cosa rappresentano.
L'Occhio
di Zaun e i suoi alfieri.
"Irisha."
Karvyq
annuisce, schioccando tra loro il pollice e l'indice.
"Irisha,
saresti così gentile da portarci un'altra bottiglia di rum?
Possibilmente di quelle buone, che vengono da Piltover."
La
ragazzina sembra per un momento sorpresa, ma si riprende in fretta e
si incammina verso il bar senza replicare nulla.
Sevika
lo fissa con un'intensità guardinga, che puoi sentire
sulla pelle, tra i pensieri.
Karvyq
si volta, guardandola.
"Pensavi
me la sarei scopata?"
"Non
l'hai ancora dimenticata." mormora lei, e Karvyq si tocca
istintivamente il petto, il tatuaggio che lo ricopre.
"No."
ribatte, durissimo "Mai."
Sevika
si porta il bicchiere alle labbra, appoggiandolo appena.
"Capisco
perché piaci tanto a Silco."
Karvyq
ammorbidisce la linea della bocca, quella attorno agli occhi, ma non
riesce a nascondere l'acciaio che vi dimora - la brutale
determinazione
con la quale si era fatto strada tra i bassifondi di Zaun.
"So
cos'è
la fedeltà, Sevika." afferma, inclinandosi in avanti "E
so che non c'è nulla di più prezioso al mondo della
lealtà di un amore."
Sevika
tace, spostando il peso da un fianco all'altro.
Karvyq
si passa una mano tra i capelli, liberando un sospiro malinconico -
morbido.
"Io
e Silco non sia poi così diversi." sussurra, e nella sua
voce c'è qualcosa che vibra - no, trema,
quasi stesse per spezzarsi.
Sevika
posa il bicchiere sul tavolino, chinando il capo.
Karvyq
chiude gli occhi, perdendosi in un pensiero - un ricordo.
"E
per le persone come noi il finale non cambia mai."
confessa, scuotendo la testa.
Sevika
promette a se stessa che per Silco e il suo sogno tutto
sarà diverso.
10.
Definire
Jinx un disastro sarebbe un eufemismo.
Chiamarla
un
po' confusionaria
un errore - una pessima
scelta di parole.
Sevika
la vede combattere e si chiede come
cazzo faccia
a evitare tutti quei proiettili - a rendere tutto un fottuto
gioco.
"Palla
in buca!" urla Jinx, caricandosi in spalla un lanciagranate più
grande di lei.
Sevika
sgrana gli occhi, si lancia di lato - fottuta
psicopatica di merda,
le grida.
Jinx
ride, sollevando un piede in avanti e reclinando la testa
all'indietro.
"Sei
leeenta." chiosa, tirando fuori la lingua e alzando il dito
medio verso di lei.
"E
tu una stronza." mastica Sevika, estraendo la spada e compiendo
un movimento a scatto con la spalla - clang;
grin grin grin, ecco che lo Shimmer entra il circolo, brucia, e le
dilata le pupille, il cuore.
Jinx
salta al suo fianco, Pow Pow nella mano destra e il lanciagranate in
quella sinistra.
"Me
lo fai provare?"
Sevika
si flette sulle cosce, la ignora.
"Daaai."
pigola lei, mettendo il broncio "Solo un po'."
"No."
"Non
lo dirò a Silco."
"Non
se ne parla."
"Solo
una goccia."
Sevika
si volta, afferrandole il mento tra le dita meccaniche.
"Perché
non lo chiedi direttamente a
lui di
spararti una bella dose in vena, uhm? Così smetti di rompere i
coglioni a me."
Jinx
sorride, consapevole di quanto lo Shimmer renda le persone
suscettibili - ricettive e sensibili
a
ogni stimolo, mentale e fisico.
Sevika
digrigna i denti, lasciandole andare il viso in un movimento brusco,
stizzito.
"L'hai
già
fatto."
Jinx
tace, dondolando sui talloni ed esibendo un'espressione divertita.
Sevika
inspira con forza, infastidita dal suo silenzio.
"Avrei
proprio voluto vederti mentre ti dava un bel due di picche."
sibila Sevika, cogliendo le forze di Piltover comparire dietro la
polvere dell'esplosione.
Jinx
fischietta, saltellando da un piede all'altro fino a quando non le è
abbastanza vicino da dover sollevare il viso all'insù per
incontrare il suo.
"Silco
non mi dà mai
un
due picche, Sevika." mormora Jinx, dai suoi occhi essere
scomparsa ogni traccia di ilarità.
"Mai."
ripete, asciutta.
Sevika
indurisce lo sguardo, la polizia di Piltover irrompere solo per
essere maciullata dalle mine di Jinx - Jumpy Grumpy, le aveva
chiamate.
L'aria
si riempie di urla, dietro di loro viscere appese come festoni e arti
divelti.
All'improvviso
Jinx le sembra così seria da averne quasi
paura.
Ninety-nine
ways that you're willing to die
Break
your mama heart now she startin' to cry
Broken
beer bottles that are starting to fly
know
my time is coming soon.
La
bambina siede in un angolo del suo ufficio, suscitando non pochi
sguardi interdetti.
Silco
li ignora tutti, accettando il suo silenzio, le occhiate intense
che gli riserva quando sono da soli.
Disegna
mostri dalla bocca enorme e denti aguzzi - squali rosa e scimmie blu.
Ha
ridotto i pastelli che le aveva preso a moncherini che le si
sciolgono tra le mani, ostinandosi a usarli fino a quando non le
lasciano macchie di colore sui polpastrelli, sotto le unghie.
Silco
sospira, reclinandosi all'indietro e coprendosi gli occhi con un
braccio.
È
una notte di pioggia e fango a Zaun; una di quelle sere in cui il
cielo vomita tutto ciò che Piltover scarica su di loro come se
fossero niente
- la fogna del loro splendido
cesso personale.
Pat
pat.
Silco
solleva appena il braccio, abbassando lo sguardo sulla bambina - un
profilo stropicciato, esausto.
Non
ha più parlato dalla notte in cui tutti
l'hanno
abbandonata - in cui le sue suppliche si sono scontrate con il
silenzio.
Si
raddrizza sulla poltrona, chinandosi verso di lei.
La
bambina sposta gli occhi da una parte all'altra della stanza,
spalancandoli.
"Non
c'è nessuno." la rassicura lui, allungando una mano.
"Non
ascoltarli, Jinx: non credere a quello che ti dicono. Non è la
verità."
La
bambina inspira con forza, trasformando quel suono in un singhiozzo.
"Mentono."
ripete lui, sfiorandole appena una spalla.
"Sono
invidiosi di te, Jinx: lo sono sempre stati." blandisce, e la
bambina esplode
in una bolla di energia nervosa ed elettrica - si aggrappa alla sua
mano, arrampicandosi e nascondendogli il viso contro il petto.
Ed
è piena di dolore, Jinx: qualcosa che lui conosce bene.
È
una delle creature di Zaun - spezzata, rotta; avvelenata.
È
perfetta,
Jinx, perché...
"Lei
non è te, Silco."
"No,
ed è un bene."
"È
pazza."
"Allora
lo siamo tutti, Sevika."
Jinx
continua a piangere, preda di fantasmi che scompariranno quando sarà
troppo tardi.
"Sei
una maledizione! Una disgrazia!"
Silco
ascolta la pioggia confondersi con il rumore delle sue lacrime.
11.
"Io
propongo di tagliargli le mani."
"Uhm."
"Zac
zac!" mima Jinx, lasciandosi cadere all'indietro sulla scrivania
e accartocciando il viso in un'espressione eccessivamente
addolorata.
Sevika
si trattiene dal roteare gli occhi al cielo, picchiettando appena con
le dita sul bracciolo.
"Oppure
le orecchie!" suggerisce, sollevandosi di scatto e afferrandosi
le proprie.
"Meglio
le mani." replica Silco, continuando a scrivere "Per un
ladro mi pare una punizione più che giusta."
Jinx
alza un dito, piegando le labbra in una smorfia furba, che Sevika
definirebbe maliziosa.
"Oppure..."
inizia, abbassando l'indice di colpo verso Silco "... potremmo
tagliargli il cazzo!"
Silenzio.
Sevika
sgrana gli occhi, libera un guaito che non è altro che una
risata malcelata.
Jinx
gonfia il petto, orgogliosa di se stessa.
"Eh?
Cosa ne dici? Cosa ne dici?" ripete, sbattendo le mani tra loro.
Silco
si blocca a metà del foglio - la penna sospesa sulla parola
mercantile,
nell'occhio
azzurro un'espressione indecifrabile.
Jinx
amplia il sorriso, chiudendo le mani a pugno e sporgendosi in avanti.
"Non
è una buona idea?"
"Ne
morirebbe, Jinx." ribatte lui, perfettamente calmo.
Jinx
aggrotta le sopracciglia, riflettendo: compie poi un movimento
circolare con le dita, mimando un nodo.
"E
se glielo legassimo'"
Silco
rimane impassibile, guardandola.
"Così
non perderebbe sangue." aggiunge lei, serissima.
Sevika
gonfia le guance, non sa se sia rispettoso
scoppiare
a ridere in faccia al capo, ma porca
troia se
la situazione sta sfuggendo di mano.
"Jinx."
inizia Silco, posando la penna "Tu conosci qualcosa di anatomia,
vero?"
"Ovviamente."
chiosa lei, lasciando penzolare le gambe oltre il bordo della
scrivania.
Silco
annuisce, spostandole i piedi quando comincia a sbattere contro il
legno.
"Allora
saprai anche che non c'è molto
da
annodare quando si taglia il cazzo a una persona."
Sevika
sta per dire qualcosa - lo sa, lo sente
sulla
punta della lingua: che sia una bestemmia o una battuta non ne è
ancora certa, ma la gola le brucia
dalla
voglia di farlo.
Jinx
sbatte le palpebre una, due volte: si dipinge addosso un'espressione
comica, quasi infantile.
Silco
la fissa, imperturbabile - solo la contrazione involontaria di un
nervo sotto la mandibola ferita mostra una tensione.
"Be',
immagino questo dipenda." la sorprende Jinx, incrociando i piedi
sulle cosce di Silco.
Sevika
alza un sopracciglio, confusa.
Dipenda
da
cosa?
Silco
la studia in silenzio, posandole una mano sulla caviglia e
stringendo.
"In
un certo senso." le concede, abbozzando un sorriso asimmetrico e
sottile.
Crudele
e divertito.
Sevika
osserva Silco tornare a scrivere come se nulla fosse successo.
12.
È
raro vedere Silco infuriato per qualcosa, ma quando succede non è
mai
un bello spettacolo.
Sevika
lo ricorda più giovane - più prono
a questo genere di manifestazioni - ma con l'aumentare dell'età
e delle responsabilità i suoi scatti
erano
diventati sempre meno.
"Il
tuo non è coraggio, ma stupidità."
ringhia, colpendo nuovamente uno dei sottoposti di Spindlaw.
L'uomo
sputa un grumo di sangue e denti - dadi senza numeri che rotolano ai
piedi di Sevika.
"Fottere
me."
mastica, ed è gelido Silco - avvelenato da una rabbia che ha
affondato le radici in profondità, diventando parte di lui.
Può
indossare gli abiti dell'industriale e dell'uomo di successo -
coprire le cicatrici per apparire più gradevole
a
Piltover e alla loro ipocrisia, ma sotto
Silco
è un figlio di Zaun, forse il suo prodotto migliore.
Come
Jinx.
È
più sottile di lei, Silco, eppure la violenza con la quale
prende a calci Kor le ricorda il
perché abbia
consegnato a lui la sua fedeltà, il suo futuro.
Zaun
e una speranza dolorosa anche solo da nominare.
Silco
solleva il piede, staccando di netto la mandibola di Kor
dall'articolazione - pop!,
ecco
che se ne va la possibilità di masticare da adesso in poi
qualcosa di solido.
"Cinquanta
litri di Shimmer buttati per colpa tua."
gli dice, abbassandosi al suo livello ed estraendo due coltelli.
Kor
solleva la palpebra rimasta attaccata
all'occhio,
cercando di parlare.
Silco
inclina il capo verso la spalla in un movimento curioso, derisorio.
"Spindlaw
non può aiutarti." mormora, e c'è qualcosa di
grottesco nel modo in cui la metà destra del viso si flette,
mentre la sinistra rimane quasi immobile - l'occhio rosso e nero
scavarti dentro, prendendo e valutando.
Sevika
incrocia le braccia al petto, lascia che sia Silco a gestire la
situazione - a gestire un'irrequietezza che pare essersi fatta
frequente negli ultimi mesi.
Come
Jinx e le sue bombe esplosive.
Kor
socchiude la bocca, Silco taglia
-
nel silenzio della stanza un urlo disumano, atterrito.
Sopra
di lei la risata di Jinx è un contrappunto delirante e
perfetto.
13.
A
volte si chiede come faccia: come riesca a gestirla.
"Chiudi
la porta." mormora, e Sevika obbedisce, girando la chiave due
volte nella serratura.
Silco
solleva da terra un fagotto di stracci che gli ricade contro il petto
senza forza, ricordandole un pupazzo di pezza.
Sevika
comprende rapidamente come quel profilo arrotolato in una posizione
fetale sia Jinx - ci mette qualche secondo di più a capire che
è invece sangue
quello
che macchia il pavimento, la camicia di Silco.
Lo
vede raccogliere la giacca da terra, usandola come un asciugamano per
tamponare il viso di Jinx - nell'occhio azzurro un'espressione
stordita, agitata.
"Faccio
io." gli dice Sevika, avvicinandosi e distogliendolo da quel
nucleo pulsante di confusione e paura.
Puoi
ancora provare paura, Silco?
Afferra
Jinx, percependola leggera - un uccellino tutto ossa e piume
colorate.
"L'ho
trovata così." le spiega, e Sevika si chiede da quando
quella
nota ansiosa si sia infilata nella voce di Silco.
"Le
ho solo detto che non poteva; non ancora."
continua, e Sevika afferra il
motivo per
cui sono adesso entrambi lì, chini sul corpo di una ragazzina
che gronda sangue e disperazione.
Una
delle sue crisi, pensa
ancora prima di dirlo, ma di così violente
non
ne aveva ancora viste.
Stende
Jinx sul divano, abbassandole la giacca dal mento all'ombelico -
scoprendo un corpo ferito, su cui si aprono piccole fenditure
rossastre e lucide.
"Una
granata." aggiunge Silco, cercando di calmare il respiro.
"Non
l'ha buttata in tempo: non ha voluto."
mastica, e c'è adesso una frustrazione più profonda in
lui - qualcosa che Sevika riconosce come troppo
vicino alla colpa.
Sevika
tace, conta i danni, premendo le labbra tra loro quando vi trova
anche glitter rosa e pezzi di chiodi.
Silco
si siede sui talloni alla testa di Jinx, prendendole le tempie tra le
mani.
"Abbiamo
bisogno di Singed."
"No."
Sevika
solleva lo sguardo, fissandolo.
"Rischia
di morire."
Silco
scuote la testa, la irrita nella sua determinazione - la spaventa.
"Possiamo
fare noi."
Sevika
inspira con forza, lo guarda.
"Tu
non vuoi che si sappia."
Nessuna
risposta.
"Da
quanto?"
Silco
indurisce lo sguardo, concedendole la possibilità di tacere
e
fare finta di niente.
"Se
diventerà un problema..."
"Non
lo sarà." la rassicura lui, adesso di nuovo nella pelle
dell'uomo d'affari - l'Occhio di Zaun e tutta la sua ieratica calma.
Sevika
lo studia con attenzione e Silco lascia che frughi in lui - nel suo
volto scoperto, nudo senza il solito trucco a coprire i segni
dell'infezione.
Jinx
emette un debole lamento, aprendo gli occhi senza mettere bene a
fuoco nulla.
Cerca
di portarsi le ginocchia al petto, Sevika gliele blocca con una presa
durissima e impietosa.
"Vaffanculo."
bisbiglia Jinx, tossendo.
Sevika
chiude le dita a pugno, trattenendosi dal mollarle una sberla dritta
in faccia.
"Vaffanculo
tu, scimmia psicotica del cazzo." le ribatte, e Silco inspira
bruscamente.
Jinx
abbozza un sorriso a metà, irriverente e feroce, liberando un
lamento quando un pezzo di metallo si sposta all'interno di una delle
ferite.
Silco
le mormora qualcosa nell'orecchio, accarezzandole le guance, la curva
tra il collo e le spalle.
Sevika
osserva il corpo di Jinx rilassarsi, le gambe scivolare verso il
basso e lì rimanere.
Si
alza, afferrando il kit di soccorso da dietro un pannello della
libreria e tornare poi al loro fianco - i pollici di Silco descrivere
piccoli cerchi concentrici sulla fronte di Jinx, sulle labbra parole
che non riesce a sentire - comprendere.
Dear
friend, across the river
my
hands are cold and bare.
Dear
friend, across the river
I
will take what you can spare.
I
ask of you a penny,
my
fortune it will be.
I
ask you without envy
We
rise no mighty towers,
our
homes are built of stone.
So
come across the river,
and
find me. (1)
Jinx
scivola in un sonno senza incubi.
14.
Per
un attimo Sevika la vede.
Per
un istante la coglie,
e si dispiega davanti a lei chi
avrebbe
potuto essere Jinx - senza tutte quelle voci nella testa, nel cuore.
Vestita
di nero e blu Jinx ha dismesso i panni dell'arlecchino folle, una
precauzione necessaria per nascondere le bende che le coprono quasi
del tutto l'addome.
Siede
sul divano dell'ufficio di Silco - come
sempre -
apre la testa di un coniglio a molla, collegando tra loro fili
bianchi e rossi, verdi e fluo.
Sevika
si prende un momento per guardarla e la mette quasi
a disagio vederla così seria, composta.
Ha
dita sottili, Jinx; agili e precise, che non tremano mai - a cui
Silco affida il compito più delicato, intimo.
Disegnano
armi, le costruiscono
- progettano parti elettroniche, rendendole funzionanti e operative.
Sevika
nota un'attenzione nuova nei suoi movimenti - cauta:
il peso caricato sul fianco sinistro, il braccio corrispondente non
riuscire a sollevarsi più di qualche centimetro dal tavolino.
"Il
rapporto?" la interrompe Silco, chino sulla mappa dei
trasportatori idraulici che collegano Zaun a Piltover.
Sevika
si schiarisce la voce, posando un carteggio sulla scrivania.
"La
consegna è stata effettuata senza problemi. Cadwell è
stato parola."
Silco
annuisce, spostando lo sguardo sul Rising Howl.
Click.
Sevika
si irrigidisce d'istinto, la mano al pomello della spada, quella
meccanica già pronta a contrarsi
e a liberare lo Shimmer.
"Stai
tranquilla." la raggiunge la voce di Jinx, quieta - aliena.
Posa
il coniglio giocattolo sul tavolino, un occhio illuminato di rosso e
uno di giallo.
"Non
scoppierà."
E
tu? vorrebbe
chiederle: quando
ti romperai di nuovo cosa farai? Trascinerai tutti noi nella fossa
con te?
Jinx
solleva lo sguardo, incontrando il suo - le mostra un'espressione
consapevole, adulta.
Anche
lui, Jinx?
"Per
adesso." le ribatte Sevika, umettandosi le labbra.
Jinx
non sorride, non schiude la bocca in uno dei suoi soliti ghigni
manicali e deliranti - non fa nulla.
"Per
adesso." concorda, trattenendo una smorfia di dolore quando si
reclina all'indietro, posando il capo contro lo schienale del
divano.
Sevika
rimane immobile al centro della stanza, la vede fissare Silco mentre
annota qualcosa a margine della mappa - abbozzare un sorriso morbido,
seguirlo come...
"Puoi
andare."
Sevika
si scrolla dal suo torpore, sbattendo le palpebre un paio di volte.
"Tornerò
più tardi per l'aggiornamento serale." gli dice e Silco
annuisce, congedandola con un gesto distratto della mano.
Quando
si chiude la porta alle spalle la sensazione d'aver mancato qualcosa
in
quella stanza si fa ancora più forte.
15.
Ci
sono frammenti
nella
sua testa che le impediscono di ragionare correttamente.
Ci
sono fantasmi che le dicono cose orribili,
ricordandole che non vale niente,
che nessuno l'amerà mai - che non merita altro che miseria e
solitudine.
La
fissano con quelle loro mostruose
bocche piene di denti e odio, brillando più forti delle luci
al neon del Last Drop.
E
poi ci sono momenti come quello,
in cui respirare è più facile - meno doloroso.
Jinx
chiude gli occhi, lascia che intrecci le dita nei suoi capelli,
sciogliendo i nodi che si sono creati durante la giornata.
Si
inclina leggermente in avanti, restando in equilibrio sulle cosce di
Silco - fuori un cielo livido, di cui solo loro riescono a coglierne
la bellezza.
L'intima
e distruttiva
natura
di una città avvelenata, mai morta.
Tacciono
le voci, e le permettono di pensare: di sentire.
Sospira,
dondolando all'indietro e appoggiandosi completamente al suo petto -
rannicchiandosi come quando era piccola e il mondo urlava e
urlava e
urlava e...
"Non
ascoltarli, Jinx."
Jinx
apre gli occhi, allunga la mano verso quella di Silco, traendola a
sé.
"Gridano!
Gridano, e non smettono mai!"
Solleva
il viso verso l'alto, incontrando il suo - un profilo affilato, che
per lei è sempre stato un luogo sicuro a cui tornare.
"Allora
chiamami, Jinx. Chiamami, e io arriverò e li ucciderò
per te. Tutti. Di nuovo."
"Mi
dispiace." sussurra, ed è quasi impercettibile - un eco
morbido, soffice.
Silco
le accarezza una guancia con la mano libera, sorride - una piega
asimmetrica che rivolgeva a lei e lei soltanto.
"Non
ha importanza, Jinx." la rassicura, sfiorandole le ciglia con il
pollice.
"Sempre."
E
si pone una domanda scomoda,
Jinx; che ha cominciato ad affondare le radici nella sua mente, in un
posto diverso
- di cui non riesce a calcolare la vastità, l'importanza.
O
forse non vuoi, Jinx, le
aveva sussurato Mylo notti prima, malevolo.
Jinx
studia con attenzione il viso di Silco - si sofferma sull'iride
rossastra, in cui lo Shimmer galleggia ancora, producendo una
simbiosi di colori inquietante e bellissima.
Che
non l'aveva mai
spaventata:
nemmeno mentre uccideva e
faceva del male e
ricordava a tutti chi fosse l'Occhio di Zaun - perché.
Silco
la guarda e qualcosa si flette
-
un respiro più corto dell'altro, una tensione nuova, che non è
né l'adrenalina della lotta, né quella della paura.
"Un
giorno mi dirai anche tu che sono inutile, stupida: una sciagura."
Jinx
lo percepisce con la stessa facilità con cui incastra
tra
loro esplosivi e parti metalliche - la stessa, naturale, sensazione
con la quale sa
che
una cosa funzionerà: che è perfetta proprio così
com'è.
"No,
Jinx: non succederà."
Silco
si china verso la sua bocca, Jinx si solleva insieme a lui - si
incontrano a metà e anche quando sarà troppo tardi
questo
ricorderà
di lui Jinx.
Questo,
e tutto quello che avrebbe potuto essere - che era stato e che lei
aveva bruciato
insieme
a ogni altra innocenza.
La
crudeltà dell'amore è quella di esserci,
e
non morire mai.
The
devils coming after me,
devils
coming after me
The
devils coming after me.
Sevika
l'aveva capito troppo tardi.
L'aveva
compreso quando i fili erano ormai aggrovigliati,
i pensieri intrecciati, le anime fottute.
Quella
di Silco di sicuro: per quanto riguardava la scimmia psicotica non
era poi così sicura ne avesse una.
Jinx
continua a parlare di esplosivi, diagrammi e che vuole del bergamotto
da aggiungere alle sue miscele - così
avranno anche un buon profumo,
aveva blaterato, saltellando da una parte all'altra dell'ufficio.
Sevika
rimane rigida sulla soglia della porta, incerta quando
i
pezzi fossero andati tutti al loro posto - insieme,
collimando con la forza stordente di una granata.
Forse
un dubbio doveva venirti quando l'hai trovata seduta al centro del
suo letto, a terra un
cazzo di
graffito fosforescente che recitava Jinx
è stata qui.
Oh
no. No,
quello era anche normale: lo sgorbietto lo faceva da
sempre -
correva da un corridoio all'altro preda degli incubi e finiva a
piagnucolare davanti la porta di Silco implorandolo di aprirle - cosa
che lui faceva ogni. Cazzo. Di. Volta.
Allora
quando fece esplodere un carico di Shimmer e Silco non battè
ciglio.
Cazzate:
era ben consapevole della preferenza che aveva il capo per Jinx - e
litri di acido chimico per sciogliere gli
avanzi delle
sue scorribande ne erano la prova.
Allora
perché adesso ti si è accesa questa idea di merda in
testa, uhm? Cosa è cambiato? Hai fiutato una pista? Che c'è?
Da quando in qua le persone cambiano odore quando...
Sevika
inspira con forza - cuoio ed elettricità - espira - tabacco e
metallo.
Silco
e Jinx - nulla di più, nulla di meno.
Contrae
le dita della mano artificiale, si concede un altro momento - un solo
- per esserne sicura.
Per
non cadere nella trappola delle sue stesse paranoie.
Jinx
si siede sul bordo della scrivania, libera una risatina frivola, un
po' isterica.
Normale.
Silco
le sposta appena un foglio da sotto la gamba, continuando a scrivere.
Normale.
Jinx
si china verso di lui, elenca una serie di cose di cui ha
assolutamente
bisogno,
a quanto pare - vernici fluo, martelli e altri attrezzi.
Normale.
Silco
sospira, arretrando con la poltrona e massaggiandosi le palpebre.
Normale.
Il
vociare di Jinx si spegne all'improvviso e Sevika scopre che la sta
guardando dritta negli occhi, irritata.
Abbastanza
normale.
Silco
segue il suo sguardo, incontrando quello di Sevika.
Normalissimo.
"Hai
bisogno di qualcosa, Sevika?"
Sì.
"No."
Silco
inclina il mento verso destra, esortandola a continuare.
"Sono
venuta solo a consegnarti il rapporto dei Chem Baron."
"Perfetto:
appoggialo pure sul tavolo."
Sevika
fa come le ha detto, rimanendo ancora qualche secondo al centro della
stanza.
Non
c'è nulla di diverso in Silco, ma in Jinx sì,
e
non riesce a capire cosa
-
forse è il modo in cui occupa lo spazio, emanando una
sicurezza diversa, adulta.
O
forse hai bevuto troppo ieri sera e vomitare questa mattina ne è
stata la dimostrazione.
Silco
alza un sopracciglio, scoccandole un'occhiata interrogativa.
"Stasera
c'è una consegna per Piltover." gli dice, e Jinx piega le
labbra in una smorfia impaziente.
Silco
tace, aspetta.
"Immagino
vorrai un aggiornamento sullo stato una volta conclusa."
"Ovviamente."
le risponde, intrecciando le dita tra le cosce.
Sevika
vorrebbe trattenersi ancora un momento - togliersi
quel
prurito tra le scapole che non le dà pace - ma lo sguardo
neutro di Silco le suggerisce che l'incontro è finito e non
c'è altro da aggiungere.
Sevika
annuisce, voltandosi e chiudendosi le doppie porte alle spalle.
Tump
- clack, clack.
Una
serratura che scatta, un dubbio che rimane - uno sparo nel buio.
Piltover
sarà presto cenere e polvere sotto la forza devastante
di
quella scintilla.
****
È
distrutta, Jinx.
È
un grumo di rimpianti e pelle tesa sulle ossa - i tatuaggi a forma di
nuvola macchie violacee e tumefatte.
Sevika
ansima, fissandola mentre la pioggia lava via il sangue, le lacrime.
E
non smette di piangere, Jinx: non ha smesso nemmeno mentre la colpiva
e
la colpiva e
le faceva male
- sfogava su di lei tutta la sua tristezza, il suo dolore.
La
osserva portarsi le ginocchia al petto, chiudersi nella stessa
posizione in cui l'aveva vista nascondersi tante volte.
Ma
non c'è più Silco a tirarla fuori dai suoi incubi:
dall'orrore di essere sbagliata, maledetta.
Sevika
respira sempre più in fretta, la rabbia premerle nel cranio,
nel petto.
Jinx
si rattrappisce talmente in se stessa da diventare minuscola - una
bambina sola e
spaventata e
divorata.
"Non
è colpa sua, Sevika."
E
vorrebbe crederci, Sevika: lo vorrebbe tanto.
Vorrebbe
anche lei che Silco fosse lì,
a dirglielo: potrebbe almeno discuterci. Sbattere una mano sulla
scrivania e grugnire tutto il suo disappunto.
Uscire
dal suo ufficio con l'odore del sigaro che ancora le rimane addosso,
bere qualcosa al Last Drop e ripetere tutto il giorno dopo - sempre,
fino a quando Zaun non sarebbe stata libera e indipendente.
"Ci
hai ucciso tutti."
gracchia, ed è rotta la sua voce - delusa.
"Credeva
in te." insiste, puntandole contro la spada.
"Aveva
fiducia in te, anche quando combinavi una stronzata dietro l'altra."
mastica, la sofferenza premerle in gola, nel petto.
Jinx
apre l'occhio non gonfio su di lei, mostrandole un'agonia così
profonda che per un attimo le toglie il fiato - la ragione.
Sevika
digrigna i denti, scrolla il capo come una bestia riottosa - urla,
e Zaun si scuote assieme a lei, alla sua rabbia e
alla
sua tristezza e
a tutto ciò che le è stato strappato
via
come il suo braccio.
"Jinx
è perfetta, Sevika: deve solo capirlo. Accettarlo."
Sevika
affonda la punta della spada a pochi centimetri dal suo viso,
bruciandole una guancia con la lama incadescente.
"Ti
amava, stupida, stupida
ragazzina."
mormora, ed è allora
che
la vede distruggersi
- aprirsi in così tanti pezzi che Sevika comprende non ci sarà
più ritorno per Jinx.
Per
nessuno di loro.
Estrae
la spada dal cemento, sollevandosi sotto una pioggia pesante, fredda.
Jinx
rimane immobile in quella posizione, occhi sgranati ed enormi -
vuoti.
Sevika
le concede un ultimo sguardo - un addio che entrambe sanno essere
definitivo.
"Silco
è morto a causa tua."
Jinx
tace, non sbatte nemmeno le palpebre.
"Sei
sempre stata una fottuta
maledizione,
Jinx."
"Non
piangere; sei perfetta."
Sevika
rinfodera la spada, fissandola.
"Non
ucciderti è il mio ultimo atto di fedeltà a Silco."
A
me stessa.
"Spero
che tu muoia nella guerra che hai scatenato." conclude,
allontanandosi - portando via con sé l'ultimo residuo
dell'unico luogo in cui sia mai stata amata, protetta.
Jinx.
Nessuna
risposta.
Jinx,
alzati.
"Non
voglio."
Devi.
"Lasciami
qui."
Jinx;
ti prego.
"Se
morissi potrei rivederti."
Ma
io sono ancora qua, Jinx: non mi vedi? Non mi senti?
Jinx
contrae le labbra in una smorfia terribile, grida,
e quel suono si perde nella cacofonia della città, delle sue
fabbriche in continua espansione.
Jinx,
guardami.
Jinx
scuote la testa, sbatte i piedi in aria - non vuole non vuole non
vuole, perché
se lo farà vedrà che è tutta una bugia e che lei
è di nuovo sola e che...
Jinx,
apri gli occhi.
Tra
le lacrime e il sangue il viso di Silco le riserva lo stesso sorriso
di sempre.
"I'm
tired of bein in the dark. Mostly it's the pain.
There's
too much. If I could end it, I would.
But
I can't."
-
Stephen King -
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