Guard Me For Eternity

di LadyYuna94
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Capitolo 40 Finale:

Quella mattina Elena si era alzata col sorriso stampato sulla faccia, non che fosse una novità ultimamente, ma quel giorno era particolarmente felice.
Afferrò la sua vestaglia appoggiata ai piedi del letto e scostò le tende, facendo entrare quel tiepido sole primaverile. Sorrise e vide che la superficie del Tevere in lontananza sembrava essere ricoperta di diamanti, riflettendo la luce del mattino, amava osservare quel fenomeno e il ricordo di aver già vissuto una mattinata simile le tornò in mente, colpendola nel profondo, il ricordo della mattina in cui aveva conosciuto l’uomo della sua vita. Le parve strano per un attimo che era passato quasi un anno da quel momento, il momento in cui tutto era cambiato.
Chiuse gli occhi e si godé quella sensazione di pace appieno, immaginando già di fare colazione nel suo modo preferito, con i piedi distesi sul tavolo di marmo e i pancakes con la crema.
- Buongiorno, amore mio- disse Rei abbracciandola da dietro e dandole un bacio nel collo
Elena sorrise e si lasciò dondolare continuando a godersi il panorama, cosa che fece anche Rei e se ne stettero in quella posizione per qualche secondo.
- Buongiorno, a te- rispose lei, poi si voltò e realizzò che quel nuovo panorama batteva decisamente Roma a mani basse.
Il suo Rei con i lunghi capelli neri sciolti che gli arrivavano alla vita, gli occhi che brillavano più di qualsiasi astro, e quel sorriso con i canini appuntiti, se ne stava lì ad osservarla con dolcezza. Elena gli accarezzò il corpo nudo, i pettorali scolpiti, facendo scorrere lentamente le dita sulle cicatrici e seguendo il contorno del tatuaggio raffigurante la creatura sacra del blader cinese.
- Qualcuno aveva promesso una colazione speciale stamattina- ricordò Elena, facendo la voce da bambina
Rei le prese una mano e la baciò, continuando a guardarla negli occhi.
- Hai ragione, sei la moglie del capo della Tribù della Tigre Bianca adesso, meriti un trattamento da regina- confermò lui, passando il pollice sull’anello che Elena aveva all’anulare, a cui ancora anche lei doveva abituarsi e pensò che ventiquattro ore per farlo non erano decisamente sufficienti.
- Ora sì che mi piaci, anche perché qui c’è qualcuno che protesta- disse lei ironica, indicando in basso.
Rei sorrise e prese ad accarezzarle il pancione, facendo ancora fatica a credere che dentro la sua Elena stesse crescendo il frutto del loro amore, concepito durante quella notte di passione, prima delle battute finali del Cammino quando Elena era ancora la blader designata a salvare il mondo dal Team delle Tenebre e Rei era il suo Guardiano.
- Torno tra poco- annunciò lui, stampandole un bacio sulle labbra e avviandosi di sotto.
Elena sospirò felice, vedendo l’uomo che amava sparire dietro la porta della camera da letto e poi si stiracchiò. Si girò verso il grosso specchio sul comò e diede un’occhiata alle foto buffe con Rei che aveva messo lì mesi prima, si avvicinò, notando le polaroid che aveva scattato Max il giorno precedente, ispezionò qualche istantanea velocemente e poi decise di aggiungere un altro ricordo a quelli già presenti, la foto che ritraeva lei e Rei in abiti nuziali, intenti a imboccarsi con la torta.
Elena sorrise pensando di aver inaugurato uno strano album di momenti spensierati sulla superficie del suo specchio, poi sentì scalciare.
- Sì, lo so, la prossima foto che aggiungerò sarà la tua. Speriamo avrai il sorrisetto del tuo papà, è una cosa che mi fa impazzire, ma non dirglielo, è un segreto tra noi- confessò Elena, accarezzandosi dolcemente il ventre-
E mentre parlava con il suo bambino, cosa che faceva ogni giorno, fece correre le dita su due meravigliosi contenitori di vetro in bella mostra sul comò e sorrise fiera, guardando Driger e Vulpilyon scintillare come due preziosi gioielli.
- Chissà quale sceglierai...- pensò ad alta voce accigliandosi
Aprì il cofanetto e prese Vulpilyon, guardò in basso attendendo una reazione, ma tutto sembrava tacere, così ripose il suo Beyblade e prese Driger. Attese una reazione e dopo qualche secondo che stringeva il Bey tra le mani, sentì un altro calcio.
- Sei proprio una piccola peste, lo sai? Ma ti capisco, il Beyblade del tuo papà è leggendario e la Tigre Bianca sarà la tua migliore amica, la tua forza e il tuo punto di riferimento, potrai sempre contare su di lei- disse Elena, osservando il bit, per poi riporre soddisfatta il Beyblade nella sua teca.
- Sono tornato- la voce di Rei in cima alle scale distolse Elena dai suoi pensieri e quando lo vide entrare in camera era piuttosto confusa.
- Dov’eri? Ero convinta stessi preparando la colazione- disse lei
- In un certo senso...- rispose il moro con un sorrisetto, mostrando un sacchetto il cui logo Elena conosceva benissimo.
- Non ci credo!- disse lei emozionata
- Una promessa è una promessa- commentò lui ovvio, tirando fuori dal sacchetto i cappuccini e i cornetti della pasticceria preferita di Elena. La stessa identica colazione che lei gli aveva portato quando era andata a casa sua per convincerlo a diventare suo Guardiano.
Quella colazione che si erano promessi di ripetere, una volta finita la missione.
- Sei unico- disse convinta la ragazza, Rei le sorrise un po’ in imbarazzo. Si stava ancora abituando a tutta la dolcezza della sua amata Elena.
- E ti amo da morire- concluse
- Io...- la interruppe lui
- Sono io che ti amo da morire, lo hai dimenticato?- disse Rei alzando un sopracciglio ed Elena scosse la testa sorridendo, per poi addentare il suo cornetto, godendosi la colazione più bella di tutta la sua vita.
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Cinque anni dopo

- Dio benedica villa Tornatore- disse Emily indossando gli occhiali da sole e sdraiandosi su uno dei lettini a bordo piscina.
Elena sorrise, alzando il calice di champagne verso di lei, in segno di brindisi.
Come ogni anno ormai da tre, Rei ed Elena ospitavano gli amici a casa loro a Roma per tutta l’estate, era diventato una sorta di rito, come se il tempo perso in precedenza si dovesse, in qualche modo, recuperare più in fretta.
- E quest’anno Natale a New York, come promesso- avvisò Max, salendo le scalette della piscina.
- Assolutamente, Makoto non vede l’ora di vedere l’albero di Natale gigante a Times Square- ammise Hilary, sedendosi accanto a Takao.
- Già, non fa che parlarne da quando David glielo ha mostrato in foto, comincia a diventare irritante il piccoletto sull’argomento- proseguì Takao.
- Poi pattineremo sul ghiaccio, andremo in giro per negozi, it’ll be amazing!- concluse Max già gasatissimo con quattro mesi di anticipo
- Max vive per il Natale, è peggio di me- ammise Elena con un sorriso
- Fosse per lui addobberebbe già casa o sbaglio?- disse Rei prendendolo in giro
- Smettetela, intanto ho il primato nel quartiere per gli addobbi più belli- disse il biondo fiero
Poi la loro attenzione venne catturata da un rumore molto familiare: Beyblade che cozzavano tra di loro e si rincorrevano e i bambini che si davano la carica l’un l’altro.
- Hanno cominciato- disse Takao con un sorriso di sfida
- Non azzardarti a disturbarli, lo sai che se si sentono osservati smettono di giocare- lo ammonì Hilary
- Daitenji ieri si è lasciato sfuggire delle qualificazioni ai campionati del mondo aperte a tutti davanti a loro ed ecco che hanno cominciato ad allenarsi con molta più intensità del solito- osservò Rei in tono fiero.
- Non ce la faccio, il richiamo è troppo forte- commentò Takao, incapace di stare fermo e, in effetti, non era l’unico ad avvertire il forte impulso di lanciare il suo Bey.
- Judy mi ha chiesto di gareggiare con Draciel, ha detto che dalla prima volta che lo ha lanciato ha sentito i brividi- disse Max con un sorrisetto
- Le spetta, è la primogenita- rispose ovvio Rei
- Ma David ha Trygator e non so so se sua sorella avrà tanta voglia di combattere contro di lui, non appena imparerà ad usarlo come si deve- commentò con aria di superiorità Emily
- Anche Lyn combatte con Driger – aggiunse Rei, facendo l’occhiolino ad Elena che lo guardò in cagnesco
- Nostra figlia è anche una Tornatore, nel caso te ne fossi dimenticato, potrebbe anche scegliere di gareggiare con Vulpilyon un giorno, magari proprio ai mondiali- ribatté Elena abbassandosi gli occhiali da sole sul naso, Rei le si avvicinò
- Sì, ma prima di essere una Tornatore, è la primogenita del capotribù e mi dispiace amore mio, ma non c’è paragone, il richiamo delle sue origini cinesi è troppo forte.- concluse il moro col suo sorrisetto sghembo, per poi dare un bacio a stampo ad Elena che non poté fare a meno di pensare che, in effetti, i geni di Rei avevano fatto quasi tutto il lavoro nel concepimento della piccola.
Lyn era una bambina meravigliosa, tranquilla ma determinata quando ce n’era bisogno, proprio come suo padre. Era nata la notte del solstizio d’estate e, secondo un’antica credenza della tribù d’origine di Rei, questo le avrebbe portato forza, gioia e fortuna nella vita. La bimba aveva da poco compiuto cinque anni ed Elena ancora faticava a realizzare come avesse fatto a mettere al mondo una creatura tanto perfetta, con lunghi boccoli neri, gli occhi ambrati e i canini un po’ aguzzi, l’immagine in miniatura del suo papà.
Sì, Rei aveva ragione, Lyn era proprio l’erede della Tribù della Tigre Bianca.
- Lo ammetto all’inizio ho faticato un po’ a cedere Dragoon a Makoto, ma sapete com’è, è figlio di suo padre e sembra essere nato per questo sport, anche se non avrei condiviso il mio Drago Azzurro con nessuno- ammise Takao
- E il premio come miglior padre dell’anno va a...- cominciò Hilary decisamente troppo sarcastica, facendo scoppiare a ridere tutti.
- Ragazzi, questo lo dovete venire assolutamente a vedere. Si vede che sono vostri figli, hanno talento da vendere- disse il Professor Kappa entusiasta, facendo cenno di seguirlo.
- Adesso gli faccio vedere io come si combatte- disse Takao, alzandosi con uno scatto dalla sdraio
- Bambini, lo zio Takao sta arrivando e vuole sfidarvi tutti!- stava dicendo Takao mentre si avvicinava a passo veloce alla zona del giardino dove i quattro bambini erano in posizione per lanciare, tutti e quattro contemporaneamente.
- Non cambierà mai- commentò Hilary, portandosi una mano al volto, esasperata, per poi seguire tutti gli altri.
Judy Mizuhara sembrava quella più sicura, lo stesso sguardo di sfida e di superiorità della sua mamma. A undici anni padroneggiava il Beyblade meglio di suo fratello di sette, ma Makoto Kinomiya e Lyn Kon, nati a pochi mesi di distanza e figli di due grandi campioni, nonostante gli anni di differenza con la figlia maggiore di Max ed Emily, non stavano lì a farsi intimidire.
- Però, il match a quattro è una novità, non lo avevano ancora sperimentato!- disse Elena entusiasta
- Daitenji. Gli ha suggerito di provare questa modalità, magari vuole reintrodurla ai mondiali- disse il Professore.
- Ragazzi, non per fare la guastafeste, ma per i nostri non è un po’ presto per i mondiali?- chiese Hilary a tutti, indicando sé stessa ed Elena accanto, con malcelata preoccupazione nella voce.
- Se la cavano alla grande! Se sei bravo a giocare e passi le selezioni, non c’è mai stato un limite d’età per le gare, certo ci vuole il consenso dei genitori quando sono così piccoli- commentò il prof e Hilary sospirò pesantemente
- Ho paura che Takao non mi darà voce in capitolo in questo caso- disse rassegnata
- Rilassati, li seguiremo passo dopo passo. Se riterremo non idonea la loro partecipazione, dovranno tornare a casa senza fare storie- la tranquillizzò Elena
- Mi preoccupano i nostri mariti. Si faranno trascinare anche loro a casa con i bambini?- chiese con un sorrisetto ironico ed Elena ridacchiò, poi la loro attenzione venne catturata dai bambini pronti a lanciare.
- Tre, due, uno. Pronti, lancio!- urlarono i quattro ragazzini, lanciando contemporaneamente i loro Beyblade nell’arena, mentre i loro genitori li osservavano rapiti.
- Vai, Dragoon, attacca!- Makoto era già partito all’inseguimento
- Ah! Non mi prendi! Corri, Draciel- ordinò Judy al suo Bey, facendo le smorfie al figlio di Takao.
- E’ tutto tuo, Trygator!- David non dava tregua a Lyn, ma la bambina sorrideva serafica, sapendo il fatto suo.
- Mostriamogli la nostra velocità, coraggio, Driger!- ribatté la bimba
- Non mollarlo, Makoto- suggerì Takao
- Papà, mi stai guardando?- chiese Lyn, senza staccare gli occhi dal suo Beyblade
- Non mi sto perdendo neanche un attimo di questo incontro, vai forte, piccola mia- la rassicurò Rei
Quei quattro bambini stavano dando vita ad un match sensazionale proprio di fronte agli sguardi fieri e stupefatti dei loro genitori, forti del fatto che quello che stavano facendo era praticare uno sport meraviglioso, che avrebbe sviluppato il loro senso del dovere, del rispetto nei confronti degli avversari, lo spirito di squadra e tante altre meravigliose caratteristiche che li avrebbero formati non solo come futuri blader, ma anche come esseri umani, senza dimenticare la cosa più importante: divertirsi da morire nel giocare. Quello era lo scopo principale per cui si lanciava un Beyblade, la prima cosa che i loro genitori gli avevano insegnato nel trasmettere loro questa passione, ancor prima che venissero al mondo.
E fu così che la nuova generazione dei Bladebreakers cominciò a muovere i primi passi verso un futuro costellato di successi e soddisfazioni, in un giorno caldo d’agosto, in una imponente villa poco fuori Roma.

FINE (FORSE...)
 

Ciao a tutti!!! Siamo giunti alla fine di questo viaggio e, come annuncia l'ultima parte del capitolo *rullo di tamburi* questa storia avrà un sequel a cui ho lavorato per mesi e che non vedo l'ora di condividere con voi!!!
Colgo ancora una volta l'occasione per ringaziare tutti, è stata la mia prima esperienza come autore su questa meravigliosa community e devo dire che i riscontri sono stati decisamente positivi!!!
Ci vediamo preso... stay tuned <3
LadyYuna94

 





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