Un
debole trillo ruppe il silenzio dell'abitazione.
Yagi
Toshinori posò il libro che stava leggendo, si alzò e,
a passo rapido, si avviò verso la porta.
Posò
l'occhio sullo spioncino, poi la aprì.
Nell'abitazione,
entrò un uomo di media statura e di corporatura robusta,
vestito d'un lungo cappotto marrone, che raggiungeva i suoi piedi.
Un
cappello fedora, un poco più chiaro del cappotto, copriva i
suoi capelli e occhiali da sole neri mascheravano i suoi occhi.
‒
Ciao,
Vincenzo. Entra, non stare sulla porta. ‒ lo accolse l'eroe in
un italiano fortemente accentato.
L'uomo,
a passo rapido, entrò nella stanza.
Gettò
uno sguardo circospetto, diffidente, all'ambiente.
L'imponente
eroe, accortosi di questo, sospirò.
‒
Puoi,
almeno per ora, smettere le vesti di poliziotto e ritornare l'eroe
più forte d'Italia? ‒ domandò, piccato.
A
quella frase, l'uomo si irrigidì e una ruga corrugò la
fronte.
‒
Quel
tempo è finito per sempre, Toshinori. Ora, lavoro nella
polizia. ‒ replicò.
‒
Va
bene. Però, ora, siediti. Cosa desideri? ‒ chiese.
Il
viso di Vincenzo si addolcì un poco.
‒
Caffè.
E spero tu lo faccia bene. ‒ affermò con tono ironico.
Yagi
sorrise a sua volta ed entrò nella cucina.
Alcuni
minuti dopo, uscì, stringendo tra le mani un vassoio, su cui
erano posate due tazze e una zuccheriera.
Con
un gesto deciso, Vincenzo si tolse gli occhiali e rivelò due
occhi grigi, dal taglio allungato, simili a due lame metalliche.
Prese
una delle tazze e la accostò alle labbra.
Yagi
contrasse la bocca in un'espressione di disgusto.
‒
Come
fai a bere quella roba senza zucchero. Non capirò mai voi
italiani. ‒ affermò e cominciò a versare
cucchiaiate di zucchero nella sua tazza.
‒
Potrei
dire la stessa cosa a te: vuoi mangiare zucchero nel caffè? ‒
replicò l'altro, ironico.
Poi,
il suo sguardo si adombrò.
‒
Che
cosa vuoi da me, All Might? ‒
Lo
sguardo ceruleo di Toshinori, sentendo quella domanda, si incupì.
Come sempre, Vincenzo D'Amato si era mostrato duro e diretto.
‒
So
che stai indagando su delle organizzazioni criminali del sud Italia.
Sbaglio? ‒
Con
calma, l'europeo posò la tazza sul tavolo.
‒
Sì.
Sospettiamo siano legate al Numero Uno dei Cattivi. ‒ rispose,
pacato.
Yagi
fissò su di lui uno sguardo lucido di interesse.
‒
Continua.
‒ disse.
‒
Traffico
di roga, prostituzione, ricettazione, riciclaggio di denaro sporco,
gioco d'azzardo, Sono alcune delle attività di cui, con grande
profitto, si occupano le mafie del sud Italia. E muovono imponenti
masse di denaro. ‒ dichiarò.
‒
Capisco:
tu pensi che All For One voglia impadronirsi dei loro soldi. Ma
perché non ucciderli? ‒ chiese Yagi.
Vincenzo
sollevò le labbra in un sorriso sottile.
‒
Perché
dovrebbe? Le faide attirano sempre l'attenzione della polizia e degli
eroi. E All For One ne ha già troppa. E poi, anche loro hanno
sicari abili e agguerriti, che non si fanno scrupoli a usare i loro
quirk per uccidere. Per questo, è meglio un accordo. Non
sappiamo ancora la contropartita, ma non ci arrendiamo. ‒
affermò.
Non
è da te arrenderti., pensò
l'eroe. Quell'uomo, col suo esempio, aveva contribuito a cambiare
molte cose in Italia.
Era
stato un eroe roccioso e si era tramutato in un poliziotto risoluto e
determinato, che non si fermava davanti a nulla.
Gli
ideali delle forze dell'ordine erano per lui un punto fermo e
imprescindibile.
Ma
anche lui aveva una debolezza e poteva essere sfruttata dai cattivi.
‒
Però,
dubito che tu voglia informarti sulle mie indagini. Qual è il
motivo di questo incontro informale? ‒ chiese Vincenzo.
Lo
sguardo dell'altro si indurì ancora di più
‒
Tu
hai una figlia, Vincenzo. Che cosa sta facendo? ‒ domandò.
Vincenzo
lanciò all'erculeo eroe un'occhiata stupefatta.
‒
Sta
studiando per diventare eroina all'accademia Vincenzo
Cuoco
di Napoli. A dire il vero, potrebbe anche studiare a quella di Bari,
ma quella di Napoli ha una tradizione più lunga. Poi, vuole
andare in Francia, per completare il suo addestramento. ‒
rispose.
Yagi
prese due lunghi respiri.
‒
Portala
qui, in Giappone. Potrà proseguire la sua formazione alla
Yuei. ‒ propose.
L'italiano,
per alcuni istanti, fissò sul simbolo della pace uno sguardo
esterefatto, ardente d'ira.
‒
Stai
scherzando, vero? Mia figlia ha la sua vita e i suoi amici. Non posso
coinvolgerla di più nel mio lavoro. Non ora. E' troppo
giovane! ‒ rispose.
Yagi
si avvicinò all'italiano e gli posò una mano sulla
spalla.
Con
un gesto stizzito, l'uomo allontanò la mano dell'eroe.
‒ Rifletti:
tu sei un avversario pericoloso per i cattivi. Pensi che non
colpiranno anche lei? Tu e tua moglie potete difendervi, ma lei non
ha ancora gli strumenti per farlo. ‒replicò l'eroe di
origini statunitensi.
‒
Stai
trattando come idioti gli eroi e la polizia italiana, Toshinori. E
non te lo permetto. Non siamo bambini che hanno bisogno di essere
sempre salvati. Specialmente da te. ‒ replicò Vincenzo,
gelido.
Toshinori
strinse i pugni, frustrato. Gli occhi grigi di quell’uomo
sembravano rimproverarlo.
Il
suo sguardo, ardente di sprezzo e d’ira, gli ricordava quello
di Endeavor.
I
loro caratteri erano differenti, ma quelle iridi erano accumunate
dalla stessa espressione accusatoria.
‒
Credimi,
la mia intenzione non è di denigrare gli eroi o la polizia
della tua terra. Ma All For One vede solo in me un effettivo
pericolo. In te, vede un eroe ritirato, facilmente eliminabile. E
anche tua moglie non sarà un problema, per lui, nonostante la
sua forza. ‒ replicò ancora.
‒
Di
sicuro, sarà a conoscenza che in Italia la proibizione
dell’uso dei quirk, se non per gli eroi, è stata tolta,
anche grazie a me. Non vedo cosa cambi. ‒ ribatté
Vincenzo.
Le
labbra di Toshinori si sollevarono in un sorriso.
‒
Sì,
ma ci hai messo diversi anni. Lui penserà che la tua forza sia
diminuita. E’ meglio lasciarglielo credere. Un colpo è
più pericoloso quando è inaspettato. ‒ affermò.
Per quanto collerico, era un uomo giusto e un padre.
Nulla
valeva più della protezione della sua unica figlia.
Vincenzo
sospirò.
‒
Ne
discuterò con mia moglie. Ora, scusami, ma devo andare. ‒
Stese
il braccio, strinse il pugno in un gesto di saluto e si allontanò.
P.S:
il nome dell'accademia di Napoli è di mia invenzione e fa
riferimento all'intellettuale partenopeo Vincenzo Cuoco, autore di un
saggio sulla rivoluzione napoletana del 1799. Nel manga, non mi
risulta si vedano accademie eroiche in paesi europei, ma penso ci
siano. (se esiste anche un'eroina Usa, per quanto deficiente...)
Napoli,
poi, è una città importante per il sud Italia, ma i
protagonisti della mia storia (almeno non tutti) non sono campani, ma
pugliesi. Volevo omaggiare una realtà della mia terra.
Ho
preso un po' in giro la mania del caffé (sono meridionale, ma
lo odio) e ho fatto vedere che il padre della futura protagonista ha
dei motivi di critica verso Toshinori. Ma non è malvagio. Anzi...
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