Dedico questa
storia a Leila91 per farmi perdonare dell'agnst dell'altra storia,
spero ti piaccia, un abbraccio fortissimo <3
Una scatola di tenerezza
In una giornata particolarmente soleggiata un angelo e un demone
stavano facendo ritorno a casa dopo essere stati nel parco, in mano
tenevano uno scatola parecchio capiente che conteneva qualcosa che a
detta dell'angelo poteva rompersi mentre per il suo compagno quelle
cose non potevano rompersi al massimo danneggiarsi.
<< Crowley sta attento così li fai cadere.
>>
<< Non li faccio cadere angelo, forse tu lo fai!
>>
<< Come faccio, io nemmeno li sto tenendo e tienili
dritti. >>
<< Senti perché non li tieni tu visto che sei
tanto bravo
>> sbuffò il demone spingendogli la scatola
sulla pancia.
<< Ma sei impazzito? >> Aziraphale la prese
con delicatezza
e aprì piano il coperchio constatando con il sorriso che
andava
tutto bene.
<< Non si sono fatti niente >>
brontolò Crowley.
<< Non si sono fatti niente vero? >>
domandò
ma non era certo preoccupato, il suo era un interesse che andava oltre
la premura per qualcuno, era solo per conoscere i fatti.
<< No, sta tranquillo. >>
<< Sono tranquillo >> rispose piccato e
Aziraphale alzò gli occhi al cielo.
Intanto all'interno della scatola cinque piccoli anatroccoli si
stavano chiedendo che cosa stesse succedendo e chi erano quei due
individui che li stavano sballottando da una parte all'altra, ma
soprattutto dov'era finita la loro mamma, ricordavano che si era
allontanata e non era più tornata, che li avesse dati in
adozione a questi due?
<< Li porteremo a casa tua. >>
<< Perché non nella tua libreria?
>> domandò
mentre attraversavano la strada, una macchina che stava andando troppo
veloce frenò di colpo e quasi non li mise sotto.
<< Ti dispiace!? Abbiamo dei bambini qui!
>> sbraitò Crowley.
<< Sì, non dire così caro o
penseranno che abbiamo davvero infilato dei bambini dentro una scatola.
>>
<< Come angelo sarebbe possibile mi spieghi?
>>
domandò Crowley guardandolo perplesso, Aziraphale si
limitò a scuotere la testa senza avere una reale risposta.
<< Ad ogni modo non possono stare nella libreria,
è piena
di volumi molto delicati potrebbero danneggiarli. >>
<< Tieni più ai tuoi libri che a loro?
>>
Aziraphale si sentì accusato e particolarmente offeso da
quelle parole.
<< No! Ma se mangiassero la carta potrebbero stare male,
avanti
Crowley hai un appartamento enorme e spazioso sarebbe perfetto per
loro, e poi sarà solo per pochi giorni te lo prometto.
>>
Il demone e la sua indole di ferro si piegarono come un bastoncino di
gomma sotto lo sguardo supplichevole e il tono di voce morbido di
Aziraphale.
<< E va bene, ma se rompono qualcosa li caccio fuori
chiaro? >>
<< Sì caro >> sorrise l'angelo
conscio di aver vinto un'altra partita.
<< Bene >> rispose secco Crowley convinto
di aver vinto lui visto che aveva messo in chiaro le regole.
Una volta a casa Aziraphale posò la scatola a terra e
l'aprì, cinque testoline gialle si sollevarono guardandosi
intorno, che razza di posto era quello si chiedevano, e dov'erano il
laghetto, il prato e i cespugli dove amavano nascondersi, forse si
erano comportati male e la mamma li aveva mandati lì per
punirli
pensarono.
<< Ecco piccoli questa sarà casa vostra per un
po' >>
<< Non esageriamo, qui voi sssiete solo ospiti e dovete
stare alle mie regole. >>
<< Ci servirà uno stagno >>
disse Aziraphale sollevandosi in piedi.
Crowley lo guardò come se avesse appena detto che la terra
è in realtà una navicella spaziale guidata dagli
alieni.
<< Ovvio un laghetto, cosa molto facile da tenere in un
appartamento, e magari ci aggiungo anche qualche pesce e...-
>>
<< Va bene ho capito Crowley, basta anche una piccola
piscina dove farli nuotare. >>
Il demone schioccò le dita e comparì una bassa
piscinetta
di plastica con tanto di rampa per facilitare ai piccoli la salita e la
discesa.
<< Così può andare?
>> domandò alzando il sopracciglio.
<< Oh è perfetta caro >>
squittì Aziraphale
congiungendo le mani con tanto di occhi sbrillucicanti, il demone
arrossì vistosamente e decise di andare dagli anatroccoli
prima
di evaporare sul suo pavimento.
<< Ce li butto dentro >> disse e i poveri
pennuti lo guardarono terrorizzati.
<< Non puoi buttarli dentro Crowley ma come ti viene, si
faranno
male, ne parli come se fossero spazzatura >> e addio
sbrilluccichio e sorriso da favola, Crowley si alzò
sconfortato e
lo raggiunse per buona pace degli anatroccoli.
<< Non intendevo buttare nel vero senso della parola, era
più un accompagnare. >>
<< Io credo che ci andranno da soli quando saranno
pronti, devono
ambientarsi >> disse l'angelo guardando la scatola.
<< Comunque Crowley io ora devo andare, ho del lavoro da
terminare...- >>
<< Mi vuoi lasciare solo con quei cosi! Non se ne parla
Aziraphale. >>
C'erano alcuni momenti in cui Aziraphale dubitava che quello che aveva
davanti fosse veramente un demone mandato sulla terra per fare
cattiverie e tentare le persone, aveva iniziato a elaborare una teoria
che in realtà fosse un angelo sotto copertura mandato
all'inferno per spiare le mosse dell'opposizione.
<< Hai paura? >>
<< No! Che sciocchezze è solo che li abbiamo
trovati
insieme e dovremmo occuparcene insieme, e poi tu sei l'angelo dovrebbe
essere compito tuo prenderti cura dei...dei...di quei cosi
>> li
indicò con un gesto della mano.
<< Domani lo farò io d'accordo? Ma adesso ho
davvero de
lavoro urgente e non posso stare qui, per favore solo per oggi
>>
di nuovo quello sguardo, il serpente che c'era in lui stava urlando un
secco "no, sono affari tuoi se hai del lavoro arretrato, prenditi i
pennuti e vattene" invece lui disse solo << va bene
Aziraphale,
ma solo per stasera. >>
<< Sapevo che potevo contare su di te >>
sorrise l'angelo e
prima di andare gli schioccò un bacio sulla guancia e poi
corse
via, il demone rimase per qualche minuto a fissare la porta scioccato e
confuso da quello che era appena successo, che avesse avuto
un'allucinazione, si domandò sollevando piano una mano e
toccandosi la guancia, questa volta il serpente andò a
rintanarsi in un angolo con la testa bassa capendo che da ora in avanti
non ci sarebbero più state speranze.
Gli anatroccoli sembravano gradire molto la nuova piscina che era stata
fatta apposta per loro, ci sguazzavano, nuotavano, altri si erano
lasciati andare a un riposino, si poteva dire a una prima occhiata che
fossero teneri ma ovviamente il demone era immune a tanta dolcezza,
l'importante per lui era aver trovato qualcosa che li tenesse occupati,
aveva anche fatto un nido con cuscini e coperte così nel
caso a
quegli affarini fosse venuto sonno non lo avrebbero disturbato.
Si lasciò cadere sul divano con in mano il telecomando,
provò a fare zapping ma in tv non passavano niente di
interessante, decise di guardare un talent show dove gli umani facevano
delle gare, era divertente perché il più delle
volte
cadevano e scivolavano, dopo una buona mezz'ora i piccoli iniziarono a
pigolare.
<< Shhh. >>
Loro però non smettevano.
<< Fate silenzio sto cercando di ascoltare.
>>
Il pigolio però sembrava essere aumentato di volume.
<< Oh per lamor di... >> si alzò
di scatto dal
divano spegnendo la tv, una volta voltatosi verso di loro li vide tutti
raggruppati con i beccucci aperti che pigolavano e starnazzavano senza
un attimo di tregua, Crowley che non capiva il paperese non riusciva a
identificare il problema, avevano l'acqua, un posto dove dormire di che
altro potevano aver bisogno, stava quasi per minacciarli di chiudere il
becco quando gli tornarono in mente le parole dell'angelo "mi
raccomando Crowely trattali bene", abbassò la testa
sconfitto
poi la rialzò come se si fosse accesa una lampadina.
<< Ma certo Aziraphale! Lui saprà cosa fare.
>>
Andò verso il telefono, compose il numero e si
appoggiò
con una gamba sopra il tavolo, i pennuti lo avevano seguito rimanendo
in fila composti speranzosi che finalmente quell'individuo capisse che
cosa stessero cercando di dirgli.
<< Shh fate silenzio >> disse loro e poi
Aziraphale rispose.
<< Angelo meno male che ti ho trovato. >>
<< Che c'è è successo qualcosa?
>>
<< Devi venire qui, loro hanno bisogno di te
>> in
realtà era lui che ne aveva bisogno, ma questa non era una
novità.
<< Crowley non posso, spiegami che cosa succede.
>>
<< Non stanno zitti un attimo, hanno sguazzato in acqua
fino
adesso e poi si sono messi a strillare nemmeno stessero prendendo
fuoco, non riuscivo nemmeno a sentire la televisione per quanto baccano
facevano. >>
Aziraphale rimase in silenzio qualche istante.
<< Mmm non è che hanno fame? >>
Il demone cascò letteralmente dal pero, in effetti non
avevano
mangiato nulla da quando erano arrivati a casa ed era chiaro che gli
fosse venuto appetito.
<< Uhm...no io pensavo fossero già pieni
>>
mentì perché non voleva fare la figura dello
stupido.
<< Provaci comunque, sono piccoli magari hanno bisogno di
più cibo, ora devo proprio andare. >>
Crowley sentì uno strano rumore dall'altro capo del telefono
e si insospettì.
<< Quanta fretta...di un po' c'è qualcuno
lì con te? >>
Aziraphale alzò gli occhi al cielo, a volte quel demone era
veramente ottuso.
<< Sì ovvio >> rispose
sarcastico e se solitamente
era lui a non capire il sarcasmo questa volta fu il turno di Crowley,
ma in sua difesa c'è da dire che quando c'era di
mezzo l'angelo
i suoi neuroni faticavano ad ingranare e così preso da una
gelosia furiosa buttò giù il telefono, diede da
mangiare
agli anatroccoli per poi metterli nella scatola e partire ad alta
velocità verso la libreria di Aziraphale.
Una volta davanti schioccò le dita facendo aprire la porta e
insieme ad essa saltò anche qualche coronaria del povero
angelo
che non si aspettava certo una visita a quell'ora, si tolse gli
occhialini da lettura osservando quella figura spettinata e nervosa che
gli stava davanti.
<< Cosa...- >>
<< Avanti dov'è!? >>
<< Dov'è cosa? >>
domandò confuso Aziraphale.
<< Non cosa, chi, dov'è quello che era qui con
te? Era
questo quello che avevi di tanto importante da fare eh >>
aprì la scatola mostrando ai cinque piccoli -anche loro
molto
confusi- la figura dell'angelo che se ne stava dritto in piedi ancora
senza capirci niente-, << guardate questo è il
traditore,
vi ha lasciati soli per venire qui e spassarsela con chissà
chi.
>>
L'angelo sospirò sentendo l'imminente mal di testa pulsargli
nelle tempie.
<< Prima di tutto io non ho abbandonato nessuno ma li ho
lasciati
con te e sono sicuro siano in buone mani, seconda cosa mio caro Crowley
come puoi vedere qui non c'è nessuno. >>
Gli occhi gialli del demone scrutarono la stanza mentre i suoi sensi
tentarono di percepire la presenza di qualcuno, non si sarebbe certo
fatto infinocchiare da un angioletto, ma con sua grande sorpresa non
percepì nessuno, forse se ne era appena andato si disse.
<< Lo hai detto tu stesso al telefono che eri in
compagnia. >>
<< Crowley stavo scherzando! >>
Il demone sbatté più volte le palpebre sentendosi
estremamente stupido e con la strana sensazione di aver fatto una
figuraccia.
<< Ma...tu...- >>
<< E poi ti lamenti di me che non colgo le tue battute
>>
si lamentò offeso Aziraphale, gli anatroccoli pigolarono e
quei
versetti sembravano tanto simili a una risata, Crowley già
parecchio umiliato non accettò di farsi prendere in giro
anche
da dei batuffoli fatti solo di piume.
<< Bé tu hai un tempismo pessimo per l'ironia
lasciatelo dire >> borbottò guardando di lato.
<< Non sapevo fosse una scienza esatta, e comunque
Crowley se
anche ci fosse stato qualcuno non era certo un problema tuo
>> in
realtà non avrebbe voluto punzecchiarlo ulteriormente ma non
poteva accettare che fosse piombato lì accusandolo di chi sa
cosa
senza nemmeno ammettere di aver avuto torto, e quella frase ovviamente
toccò le corde più dolorose del demone.
<< Certo che sarebbe stato un problema mio visto che mi
hai
mollato a casa con questi cosini, se te la spassi tu mio caro
angioletto posso farlo anche io. >>
<< Eravamo d'accordo che avremmo fatto a turno e poi io
non me la sto spassando, sto lavorando. >>
<< Se è così tolgo il disturbo
>> chiuse la
scatola e si avviò verso la porta, ma poi si
voltò verso
di lui << domani hai intenzione di venire?
>> lo disse con
un tono più pacato come se avesse paura di sapere la
risposta.
<< Certo che vengo, buona notte Crowley. >>
<< Notte angelo. >>
Una volta di nuovo a casa il demone si buttò sul divano a
pancia in giù mentre i piccoli sazi e stanchi si
accoccolarono
sul nido che aveva preparato al suo fianco, ripensò a quella
sera e in particolar modo al bacio sulla guancia che gli aveve dato
Aziraphale prima di andare via, poi però era tornato ad
essere
freddo e lui non capiva dove aveva sbagliato, certo aveva preso un
granchio con la faccenda della persona in libreria ma non era certo
colpa sua se Aziraphale non sapeva fare le battute.
E poi lui stesso cosa avrebbe dovuto dire che tutte le volte che
stavano insieme gli girava la testa, sì perché a
volte
l'angelo era espansivo verso di lui mentre altre sembrava aver fatto
cento passi indietro.
<< Cosa devo fare per riuscire a capire quel benedetto
angelo?
>> sospirò guardando quei batuffolini gialli
che
sonnecchiavano beatamente << bah cosa sto a parlare con
voi che
siete in grado solo di mangiare e dormire >>
sbuffò
rigirandosi malamente sul divano e finalmente anche lui
riuscì a
prendere sonno.
Il giorno dopo Aziraphale si presentò puntuale pronto a
prendersi cura di quei piccoli, ignorò quasi completamente
Crowley fiondandosi immediatamente dagli anatroccoli che sguazzavano
felici nella piscina, ovviamente il demone c'era rimasto molto male,
quei cosi erano lì da nemmeno un giorno e già
avevano
preso il suo posto nel cuore dell'angelo e in più erano dei
perfetti manipolatori, quando avevano visto Aziraphale si erano
raggruppati tutti insieme come per salutarlo e lui era esploso dalla
gioia.
<< Devo travestirmi da anatroccolo per avere un po' di
attenzione? >> sbotto, l'angelo si girò verso
di lui per
capire cosa avesse da sbraitare e poi sorrise.
<< Bé caro non staresti affatto male
>> e addio
anche alla rabbia che fino a un secondo prima stava provando nei
confronti di quel biondo principato.
<< Lasciamo stare >> borbottò
Crowley <<
allora io adesso torno nel parco a vedere se è ricomparsa la
loro madre, tu ...- >>
<< Io rimango qui sì. Ah Crowley ricorda che
è quella con il becco arancione. >>
<< Sì sì angelo lo so
>> disse facendo un
gesto con la mano come per scacciare una mosca, stava per uscire ma poi
tornò indietro << e non ficcanasare tra le mie
cose.
>>
Aziraphale si indignò a dir poco.
<< Io non ficcanaso, non sono certo un impiccione
>> si difese incrociando le braccia.
<< Non si sa mai. >>
Quando il demone uscì di casa Aziraphale si rivolse ai
piccoli
pronto per giocare con loro, gli diede da mangiare, si
divertì a
guardarli nuotare e li prese anche in mano per una piccola dose di
coccole, se il giorno prima i cinque fratellini erano diffidenti ora
avevano capito che quei due non gli avrebbero fatto del male e che
quest'uomo in particolare non avrebbe mai potuto fare qualcosa contro
di loro, era così gentile e dai modi pacati, anche l'altro
era
bravo però secondo loro doveva darsi una calmata ed essere
meno
nervoso.
Come si sa per natura i cuccioli sono curiosi e loro non erano da meno,
così quando il gentile signore si mise seduto sul divano a
leggere loro ne approfittarono per farsi un giro dell'appartamento,
Aziraphale dopo un certo puntò sentì che in casa
c'era
troppo silenzio, si voltò e con suo grande orrore vide che i
piccoli erano spariti, si impanicò all'istante
dimenticandosi
del libro e iniziò a cercarli e chiamarli.
<< Piccoli? Dove siete finiti? Su venite qui ho del pane
fresco per voi. >>
Iniziò a cercarli in tutte le stanze senza risultati e alla
fine
arrivò alla camera di Crowley, era strano essere
lì
dentro ma non ne capiva il motivo, forse perché per gli
umani la
camera era una cosa intima e personale che si condivideva solo con le
persone a te più vicine, comunque loro due erano amici da
seimila anni quindi in un certo senso erano intimi e in più
era
lì solo per cercare qualcosa di importante e non per ficcare
il
naso tra le sue cose, a quel punto armato di coraggio e
autodeterminazione entrò nella stanza.
Si guardò intorno ammirandone lo stille forse troppo
minimale
per lui ma perfetto con la personalità del demone, i piccoli
lì intorno non c'erano per cui provò sotto il
letto e in
effetti erano proprio al centro del pavimento che stavano giocando con
qualcosa, Aziraphale tirò un respiro di sollievo e sorrise
vendendo che stavano bene, il problema ora era riuscire a tirarli fuori.
<< Che ci fai sotto al mio letto? >>
La nuca dell'angelo ebbe un incontro poco piacevole con la sponda del
letto a causa dello spavento che gli aveva fatto prendere il suo caro
amico, aveva il vizio di spuntare nei momenti meno adeguati.
<< Ahu >> mugolò massaggiandosi
il cranio mentre
usciva fuori e con fatica si rimetteva in piedi, Crowley se ne stava
lì in attesa con il sopracciglio alzato pronto ad ascoltare
quale scusa il suo amico gli avrebbe propinato.
<< C-Crowley sei tornato presto...io stavo, non
è come
pensi...stavo solo cercando di recuperare gli anatroccoli
>>
tentò di spiegare balbettando, non capiva il
perché si
agitasse tanto in fondo era la verità.
<< Li hai persi di vista eh angelo? >>
sogghignò
<< significa che sono molto più bravo di te
come baby
sitter. >>
Le guance del principato si tinsero di rosso acceso.
<< Non li ho persi sono solo sgattaiolati via mentre
stavo
leggendo, si erano addormentati e io ho pensato che una sana lettura
non potesse fare alcun male, e poi me ne sono accorto subito.
>>
Crowley si stava divertendo un mondo a vederlo così agitato
che
cercava di giustificare ciò che era appena successo, proprio
non
riusciva ad ammettere di essersi distratto.
<< Sì certo angelo >> lo disse
con tono accondiscendente << ora tiriamoli fuori dai.
>>
Non ci fu bisogno del loro intervento perché i piccoli
uscirono
di loro spontanea volontà tenendo qualcosa stretto nel
becco,
Aziraphale si chinò a raccoglierlo.
<< E questo cos'è? >>
Il demone impallidì quando vide quello che teneva stretto in
mano, si precipitò a strapparglielo via e lo nascose dietro
la
schiena.
<< Niente! >>
<< C'è il mio nome lì sopra
>> disse Aziraphale sicuro di ciò che aveva
letto.
<< No ti ssstai sbagliando >> rispose
iniziando a sudare.
<< Oh mio Dio e quello? >>
strillò Aziraphale
puntando il pavimento con un dito, Crowley fece l'errore di voltarsi a
guardare e l'angelo colse l'occasione per prendergli il foglio dalle
mani, sorrise soddisfatto constatando di aver letto bene.
<< Vedi te lo dicevo che era il mio nome, ma
perché ci sono dei cuori? >>
Il demone avrebbe voluto sprofondare, dannato angelo subdolo che non
era altro e lui potente demone come aveva fatto a finire fregato con i
metodi che utilizzava lui stesso con le persone, e soprattutto che fine
aveva fatto l'ingenuo angioletto che doveva tirare fuori dai guai ogni
due per tre?
<< Non sono cuori, ti pare che io mi metto a
disegnare stupidi cuori!? >>
<< E comunque quel foglio non è mio
>> disse incrociando le braccia.
<< Ma se era sotto il tuo letto. >>
Crowley si voltò a guardarlo con la migliore faccia da poker
che fosse in grado di fare.
<< Qualcuno ce l'avrà messo. >>
Aziraphale non era molto convinto di quella spiegazione ma
decise
di non discutere oltre perché non c'era modo di convincere
l'amico a parlare quando non voleva.
<< Va bene, se lo dici tu >> rispose.
<< E ridammelo, non lo sai che non si prendono le cose in
casa
d'altri!? >> lo rimproverò prendendogli il
foglio dalle
mani e sbattendolo dentro un cassetto.
<< Per quanto riguarda voi cinque siete molto nei guai
signorini. >>
I piccoli corsero a ripararsi dietro la gamba di Aziraphale.
<< Avanti lasciali stare, non è colpa loro.
>>
<< Così finirai per viziarli
>> disse mentre
entrambi si dirigevano in sala con gli anatroccoli al seguito.
<< Non sono bambini mio caro. >>
<< E' la stessa cosa, il principio è uguale
>>
sbottò il demone che di creature viventi se ne intendeva,
sapeva
che l'unica via per farsi obbedire era quella del terrore ma non poteva
certo pretendere che un angelo capisse il concetto per cui
lasciò perdere sperando quelle creaturine non finissero per
prendere il sopravvento.
<< Notizie della mamma? >>
bisbigliò Aziraphale.
<< Perché parli a bassa voce? >>
<< Non voglio loro sentano >> si rivolse ai
piccoli che ora stavano giocando allegramente, il cuore del demone si
sciolse di fronte a tanta premura ma fece finta che così non
fosse e riuscì persino a sbuffare.
<< Comunque nessuna traccia, ho cercato ovunque
più volte
ma niente. Angelo temo dovremmo accettare che sia successo il peggio
e trovare una soluzione diversa. >>
Gli occhi di Aziraphale si riempirono di tristezza pensando a quella
povera mamma anatra finita in chissà quali mani e quei
poveri
anatroccoli così piccoli già resi orfani,
però se
non c'era nemmeno il corpo della poverina magari non tutto era perduto
e così tornò a brillare di vivace energia.
<< Crowley non possiamo arrenderci così,
potrebbe essere
solo ferita, proviamo a cercarla ancora un altro giorno e se non la
troviamo penseremo diversamente. >>
<< Va bene ma non ti illudere troppo non voglio ci rimani
male se non dovessimo trovarla... >> dall'espressione
di Aziraphale capì di essere stato troppo dolce e
così
aggiunse << non mi va di sentirti piagnucolare.
>>
Nel pomeriggio l'angelo rimase ancora con i piccoli perché
Crowley si era ricordato di avere una cosa importante da fare, in
realtà era tornato a cercare mamma anatra nella speranza di
trovarla e fare una sorpresa ad Aziraphale e ai piccoli, dopo quella
sera in libraria sentiva che le cose tra loro non erano del tutto a
posto e così aveva pensato che quel gesto avrebbe
contribuito a
mettere una pietra sopra a tutta la faccenda, purtroppo però
tornò a casa senza risultati e stanco morto.
<< Aziraphale ti va di rimanere qui a cena...a loro
piacerebbe stare ancora con te >> domandò
speranzoso.
<< Solo a loro? >> chiese furbescamente
l'angelo e Crowley
balbettò per qualche secondo prima di riuscire a rispondere.
<< N-No...cioè...anche a me. Voglio dire non
c'è problema se resssti. >>
<< Allora accetto volentieri l'invito >>
sorrise gonfiando le guance e il demone si sentì andare a
fuoco.
Ordinarono del sushi e Aziraphale miracolò dalla sua riserva
un'ottima bottiglia di vino, finita la cena Aziraphale si
occupò
di piatti e bicchieri portandoli in cucina poi quando tornò
in
sala vide qualcosa che gli fece sciogliere il cuore, Crowley
addormentato sul divano con i piccoli anatroccoli che gli dormivano
sulla pancia e uno persino accoccolato nell'incavo tra collo e faccia,
il principato sorrise nel vedere quella scena così dolce e
non
se la sentì proprio di svegliare il demone che sembrava
dormire
così beatamente bene, vide che sul tavolino di vetro era
appoggiato il telefono di Crowley e visto che una volta gli aveva
insegnato a fare le foto decise di immortalare quel quadretto
così tenero.
Fatta la foto si avvicinò e con un dito sfiorò
delicatamente quei teneri batuffoli.
<< Buona notte piccoli. >>
E poi la sua mano titubò, sentiva il desiderio di sfiorare i
capelli di Crowley ma la sua timidezza gli stava facendo scoppiare il
cuore, la mano gli tremava e con titubanza sfiorò quel ciuffo ribelle
per poi ritirare svelto la mano, era stato bello pensò, una
sensazione davvero gradevole che si portò dietro durante
tutta
la notte.
La mattina dopo però il tempo decise per loro, pioveva molto
forte ed era inutile andarla a cercare con quel tempaccio avrebbero
fatto un buco nell'acqua nel vero senso della parola, Aziraphale che si
sentiva così tanto triste e solo telefonò al suo
più caro amico nella speranza che lo tirasse un po' su.
<< Ciao caro...come stanno i piccoli? >>
Crowley lanciò un'occhiata alle paperelle.
<< Bene sembra, se la spassano. >>
<< Già... >> rispose sospirando
<< e tu come stai? >>
<< I-Io? Bene angelo perché? >>
Aziraphale si accigliò.
<< Non posso chiedere al mio migliore amico come si
sente? >>
In quel momento il demone ebbe la certezza che c'era qualcosa che non
andava, tutte le volte che Aziraphale ammetteva la loro amicizia
significava che era nervoso per un motivo e lui voleva scoprire quale
così andò subito al sodo.
<< Angelo che hai? E non dire niente perché so
che non è così. >>
<< Come lo sai? >>
<< Lascia perdere e dimmi cosa ti prende. >>
L'angelo sospirò rigirandosi la cornetta tra le dita.
<< E' solo che oggi abbiamo perso un giorno in cui
potevamo
cercare la mamma dei piccoli, più il tempo passa e meno
speranze
abbiamo ti trovarla. >>
<< Sssenti perché non vieni qui? Stai un po'
con loro e
magari possiamo guardarci un film, sempre se ti va di vedere un film
non sei obbligato...- >>
<< Sì >> rispose Aziraphale,
dall'altra parte del telefono ci fu un attimo di silenzio.
<< Sì cosa? >>
<< Sì mi va >> rise l'angelo per
poi dire che lo
avrebbe raggiunto subito, certo il demone non si aspettava una risposta
così veloce e affermativa, Aziraphale aveva sempre trovato
scuse
quando lo invitava a casa sua, per convincerlo doveva iniziare a
sondare il terreno almeno una settimana prima e invece quella volta
-forse merito della presenza degli anatroccoli- aveva accettato senza
battere ciglio.
Così l'angelo si presentò a casa di Crowley con
un'
ottima bottiglia di liquore e qualche leccornia speciale anche per i
cinque fratellini che gli corsero incontro non appena lo videro, si
chinò per salutarli e il demone non poté che
sorridere
vedendo quella scena.
<< Ti adorano >> disse sfoderando lo
sguardo più
dolce di cui fosse capace, peccato che Aziraphale non potesse vederlo
altrimenti si sarebbe reso conto di molte cose, parecchie delle quali
era meglio rimanessero seppellite lì dov'erano giusto per
non
creare casini o inevitabili discussioni o imbarazzi.
<< Oh sono certo che adorano anche te e se fossi in loro
lo farei
anche io, guarda cosa gli hai preparato >> disse
sorridendo e
guardandolo in un modo in cui mai prima lo aveva guardato facendolo
sentire parecchio emotivo, più del solito.
<< Prendo i bicchieri? >>
domandò l'angelo e Crowley
si riscosse, rispose annuendo per poi ricadere nei suoi pensieri,
seguì Aziraphale in cucina e si rese conto che erano stati
insieme per più tempo in quei giorni che durante il tempo
trascorso sulla terra, Aziraphale sembrava più sereno,
mansueto
come se il nervosismo che mostrava di solito avesse lasciato posto ad
altro e il demone non voleva che finisse, era certo che una volta
mandati a casa i piccoli le cose tra loro sarebbero tornate come sempre
e lui sarebbe tornato ad avere zero possibilità di veder
ricambiati i suoi sentimenti e così decise che quello era il
momento giusto o non ce ne sarebbero stati altri, armato di coraggio e
batticuore si avvicinò al suo ineffabile amico.
<< Angelo devo parlarti di una cosa. >>
<< Dimmi pure >> disse Aziraphale
sorridendogli.
<< Forse è meglio se posi i bicchieri
>> glieli
prese dalle mani sfiorandole e li appoggiò sul ripiano sotto
lo
sguardo stranito dell'altro.
<< Quello che voglio dirti è che...ci ho
pensato tanto e
questi giorni in cui abbiamo passato tanto tempo insieme sono stati
piacevoli...- >>
Aziraphale si esibì in un sorriso genuino.
<< Anche per me >> rispose.
<< D-Davvero? >>
<< Sì certo. >>
Crowley si grattò la nuca a disagio indeciso su come
proseguire.
<< Ecco allora a tal proposito che ne dici se di tanto in
tanto
noi...lo rifacessimo? Perché vedi devo ammettere che mi
mancherà passare il tempo con te e la ragione per cui mi
mancherà è che sono i...- >>
Si sentì un pigolio che distrasse entrambi, Aziraphale si
voltò in direzione di quel suono pronto ad andare a vedere
cosa
stesse succedendo.
<< No aspetta an...gelo >> ma ormai era
troppo tardi, lui
era già sparito in sala e Crowley era rimasto da solo con le
sue
parole strette lungo la gola.
<< Guarda questo poverino è rimasto incastrato
sotto lo scaffale. >>
"Così impara a mettere il becco dove non dovrebbe e a
interrompere i momenti importanti" pensò ma ebbe cura di non
dirlo ad alta voce, non voleva certo scatenare l'ira dell'amico,
schioccò le dita e il pulcino era presto libero, Aziraphale
sorrise soddisfatto.
<< Allora cosa stavi per dirmi? >>
Però il momento era perso e Crowley non se la sentiva
più
di rivelare quei sentimenti che per secoli aveva tenuto silenti dentro
di sé.
<< Niente...non era importante. >>
<< Oh...d'accordo. Guardiamo il film? >>
Ci rimase così male, si aspettava almeno che insistesse o
che
rispondesse a quello che gli aveva detto in cucina invece aveva
cambiato argomento senza nemmeno degnarlo di un minimo di attenzione.
<< Sì guardiamo lo stupido film
>> sbottò acido prendendo il telecomando.
<< Ma che hai? Sembri arrabbiato >> disse
Aziraphale sedendosi vicino a lui.
<< Nulla...non vedo l'ora che questa storia finisca e che
quelli
se ne vadano >> si spostò nel lato del divano
appoggiando
la testa sul pugno chiuso, Aziraphale arricciò le
sopracciglia.
<< Io pensavo ti piacessero. >>
<< Ti sbagli è a te che piacciano, a me non
piace niente di questa situazione! >>
<< Ma se poco fa hai detto...- >>
<< Ah allora hai sentito che cosa ho detto, non sembrava
affatto
visto che te ne sei corso qui lasciandomi come un idiota
>> si
alzò dal divano lanciando il telecomando sul cuscino, anche
Aziraphale si alzò in piedi confuso dalla piega che stava
prendendo la serata.
<< Uno di loro era in pericolo dovevo...- >>
<< Era solo incastrato! Non sarebbe certo morto ad
aspettare un secondo di più. >>
<< Come puoi parlare così, è
crudele >> disse
con voce bassa non riconoscendo la persona che gli era davanti, Crowley
rise amaramente.
<< Sorpresa angelo io sono così se non te ne
sei accorto. >>
<< No tu sei quello che ha accolto cinque anatroccoli in
casa,
che gli ha costruito una piscina e un nido con i cuscini, sei quello
che si è preso cura di loro e quindi non mi bevo quello che
ora
vuoi farmi credere di essere. Solo che non capisco perché te
la
prendi tanto, ti ho anche chiesto di continuare a dirmi quello che
stavi dicendo e tu non hai voluto. >>
Crowley scosse la testa stringendo la mascella.
<< Proprio non ci arrivi a capire il motivo...era una
cosa importante. >>
<< E allora dimmela >> si
avvicinò di un passo Aziraphale.
<< No. >>
<< Crowley. >>
<< Ho detto no! >>
L'angelo alzò gli occhi al cielo.
<< Sei proprio uno stupido testardo >>
sbottò Aziraphale.
<< E tu sei così sciocco da non accorgerti di
quello che hai sotto il naso. >>
<< E allora dimmelo una volta per tutte così
almeno potrò darti ragione! >>
Il demone non ci vide più per la frustrazione e tutti quei
sentimenti gli uscirono di botto in un colpo solo nel peggior modo
possibile.
<< Quello che non vedi è che sono innamorato
di te
stupido, sciocco angelo! Da secoli ormai...e tu ti ostini a fingere di
non vedere o forse davvero non te ne sei mai reso conto.
>>
Aziraphale era spiazzato da quella rivelazione mentre Crowley aveva la
voce che gli tremava, in realtà tutto il suo corpo era
scosso da
un fremito e ora che aveva buttato la bomba non poteva più
fare
un passo indietro e smentirla.
<< Ora risparmiami l'umiliazione e vattene
>> disse sedendosi sul divano con la testa tra le mani.
<< Domani cercheremo la mamma dei piccoli e chiuderemo
questa
faccenda, così potrai tornartene a fare le cose che facevi
prima
>> disse senza avere il coraggio di guardare l'amico
negli occhi,
Aziraphale d'altro canto era rimasto così scioccato da non
riuscire a muoversi, le gambe gli tremavano, aveva proprio bisogno di
sedersi così prese posto vicino al demone.
<< Adesso puoi anche dimenticarti di tutto e fingere che
non ti abbia detto niente >> disse Crowley.
<< Cosa? >> rispose di nuovo scioccato
Aziraphale.
<< Lo so che ti ho sconvolto, per cui ti sto dicendo che
non devi
preoccuparti, sarebbe stato meglio non dirti niente ma ormai l'ho fatto
quindi ignoralo e basta. >>
Non poteva credere alle sue orecchie, non gli aveva dato nemmeno il
tempo di realizzare che già stava facendo marcia indietro,
sentì lo stomaco rivoltarsi e una nausea pressante
togliergli il
fiato.
<< Io devo...andare a casa >>
disse solo alzandosi
dal divano, Crowley prese quella frase come una risposta affermativa a
quello che gli aveva detto e se ne pentì subito dandosi
dell'idiota, le lacrime gli salirono agli occhi ma non ebbe la forza di
ricacciarle indietro.
Il mattino dopo al parco non era partito all'insegna del buonumore, la
tensione tra loro era palese anche se facevano finta che non ci fosse,
si scambiarono qualche parola di circostanza ma era difficile fingere
che quel discorso enorme che avrebbero dovuto affrontare non aleggiasse
sulle loro teste, ma avevano una missione da compiere e prima di tutto
dovevano pensare a quella.
Passò una buona mezz'ora piena di silenzio e nervosismo
prima di
scorgere qualcosa, e infatti vicino al cespuglio dove avevano trovato i
piccoli c'era mamma anatra che evidentemente li stava cercando, il
demone forse per la necessità che quella situazione si
risolvesse o forse per l'adrenalina causata dalla soddisfazione di
averla trovata commise l'errore di correrle incontro e lei ovviamente
spaventata volò via.
<< No! No! Torna qui stupido pennuto abbiamo i tuoi
piccoli
>> sbraitò con disperazione, Aziraphale corse
da lui tutto
trafelato e con un cipiglio parecchio irritato.
<< Sciocco l'hai fatta volare via, proprio adesso che
l'avevamo
trovata. Ma dovevi proprio metterti a correre così?
>> la
rabbia dell'angelo non era tanto per ciò che era successo,
perché ora che sapevano che stava bene era sicuro che
sarebbe
tornata al nido o comunque avrebbero potuto cercarla più
avanti, il suo nervosismo era più per le parole che si era
sentito rivolgere la sera prima.
<< Oh bé scusami se dopo giorni di ricerche
avevamo
finalmente trovato quello sciocco pennuto e non volevo che fuggisse!
>>
<< Bel lavoro hai fatto, è fuggita comunque ed
è
solo colpa tua >> incrociò le braccia
Aziraphale
guardandolo infastidito.
<< Mia!? Perché non hai agito tu visto che sei
tanto
bravo, lasci sempre il lavoro sporco a me e tu te ne lavi le mani
>> rispose astioso Crowley che proprio non aveva voglia
di
sentirsi accusato.
Aziraphale rise di scherno.
<< Quale lavoro sporco Crowley? Tu nemmeno lo faresti se
non
fosse per me, di un po' li avresti presi gli anatroccoli se fosti stato
da solo? Oppure avresti dato un passaggio alla ragazza del libro?
Avresti cercato il bambino? La risposta è no
perché la
cosa che sai fare meglio è fuggire quando le cose diventano
difficili. >>
Era ovvio che l'angelo non si stesse riferendo a tutti quegli eventi ma
a uno in particolare, solo che il demone era troppo ferito per
rendersene conto per cui accusò il colpo e decise di giocare
con
le stesse armi usate dall'amico.
<< Io almeno non sarei scappato da solo, se non ricordo
male ti
ho chiesto di venire via con me e tu ti sei tirato indietro.
>>
<< E ho fatto bene visto che sicuramente una volta
arrivati
chissà dove ti saresti pentito e mi avresti mandato via
>>
rispose Aziraphale stringendo i pugni, Crowley lo guardò
negli
occhi e li vide umidi e tristi, che ci fosse altro dietro quelle parole?
<< Ieri non sembrava così, mi hai confessato
ciò che
provi poi hai avuto il coraggio di rimangiarti tutto e dirmi di
dimenticarmene >> il labbro gli tremò
leggermente e
il demone finalmente capì.
<< Io non mi sono rimangiato niente, ti ho detto quelle
cose
perché pensavo tu volessi così, che fosse meglio
per te
dimenticarti di tutto. >>
<< Tu non sai cosa è meglio per me Crowley,
non lo puoi sapere. >>
Il demone si avvicinò di qualche passo certo di aver visto
uno
spiraglio per riuscire a scavalcare quella corazza che l'angelo si era
costruito intorno a sé.
<< Hai ragione non lo so, perché tu non me lo
dici, non ti
confidi mai con me. Tutto quello che riesco a capire è che
hai
troppa paura di avvicinarti a me e ogni volta che sembra di aver fatto
un passo avanti tu ti tiri indietro. Non ti sto accusando, dico solo
che è difficile capire cosa provi o semplicemente cosa
desideri,
o cosa vuoi che faccia. Io ci ho provato in ogni modo...ma la paura era
sempre quella di fare qualcosa di sbagliato che rovinasse la nostra
amicizia, e tu a volte neghi anche quella. >>
<< Io non... >> abbassò la testa
Aziraphale
perché in effetti era vero che aveva difficoltà
persino
ad accettare che fossero amici, ma non perché non gli
piacesse Crowley, gli piaceva eccome e ormai lo aveva capito da tempo
però c'erano sempre stati problemi, prima le loro fazioni,
l'Armageddon e poi il fatto che lui non ha mai sospettato di
essere ricambiato, aveva sempre pensato di essere solo una buona
amicizia per il demone.
<< Hai ragione Crowley...io non ho mai capito quello che
volevi dirmi, però non sono ancora pronto ad affrontare
questo discorso e poi dobbiamo pensare a mamma anatra. Ti prego non
pensare che per me non sia importante, lo è ma ci sono delle
cose che devi sapere e questo non mi sembra il momento adatto.
Però una cosa voglio dirtela, mi dispiace di averti fatto
credere di non contare niente per me, tu sei importante, il
più importante di tutti...ora scusa ma devo andare
>> lo disse con gli occhi lucidi e la voce roca,
incrinata da quel sentimento così forte, Crowley rimase
lì, sospirò e abbassò la testa non
sapendo più cosa pensare.
Erano già le dieci del mattino del giorno dopo quando un
demone tutto trafelato piombò nella libreria di Aziraphale.
<< L'ho trovata! Angelo l'ho trovata! >>
urlò indicando l'esterno, il suo amico rimase per un attimo
perplesso poi capì e i suoi occhi si illuminarono di gioia.
<< Mamma anatra? >>
<< Sì! L'hanno trovata ieri due ragazzi, si
è ferita ad una zampa atterrando e se ne stanno prendendo
cura, possiamo portarle i piccoli una volta che sarà
guarita. >>
<< Oh ma è fantastico Crowley!
>> d'istinto lo abbracciò forte, poi quando se
ne accorse si staccò piano arrossendo.
<< Scusa... >> disse.
Il demone sorrise e quegli ultimi giorni li passarono insieme ai
piccoli fino al momento del ricongiungimento con la loro mamma, li
portarono al parco una Domenica mattina, mamma anatra era lì
che li attendeva inconsapevole che presto avrebbe rivisto i suoi
piccoli, aprirono la scatola per salutarli.
<< Ciao piccoli pennuti rompi scatole. >>
<< Crowley! >> lo rimproverò.
<< Bé devi ammettere che un po' lo sono
però è stato bello avervi tra i piedi, mi
raccomando non fate troppo i bravi e ricordate gli insegnamenti di zio
Crowley. >>
Aziraphale sollevò un sopracciglio ma poi rivolse
l'attenzione ai piccoli, li accarezzò uno ad uno.
<< Piccolini è arrivato il momento di
salutarci, siete stati degli angioletti e vi devo ringraziare
>> sorrise deglutendo << mi mancherete
così tanto >> piagnucolò, il demone
li fece scendere e loro dopo averli guardati corsero felici a
riabbracciare la loro mamma, le due entità guardarono quella
scena strappa lacrime, Aziraphale iniziò a piagnucolare e
Crowley che non poteva sopportare di vederlo piangere gli mise una mano
sulla spalla.
<< Avanti angelo possiamo tornare a trovarli quando
vogliamo. >>
<< Lo so ma non sarà la stessa cosa
però e così bello vederli felici. >>
<< Sì è vero >> disse
Crowley tirando su col naso, attirò l'attenzione di
Aziraphale.
<< Caro stai piangendo? >>
<< Ma che sciocchezze dici, ti pare che mi metto a
piangere per degli stupidi, adorabili pennuti no! >>
disse voltando le spalle e prendendo la via del ritorno, Aziraphale
ridacchiò intenerito e dopo aver rivolto un'ultima occhiata
alla famigliola riunita gli si avvicinò.
<< Io credo proprio invece che tu ti sia commosso.
>>
<< Non è affatto vero! >>
Continuarono così a lungo e la tensione provata il giorno
prima sembrava essersi dissolta, però ovviamente c'era
ancora un discorso da affrontare e l'angelo aveva trovato il modo
perfetto per far capire al suo caro e testardo amico quanto
significasse per lui, gli disse che doveva fare una cosa e che si
sarebbero rivisti l'indomani così il demone tornò
a casa, decise di fare un riposino e poi la sera si preparò
un ottimo bicchiere di vino da gustare davanti alla televisione, quando
tornò in sala vide che sul tavolo c'era un foglio, si
avvicinò incuriosito e quando scoprì di cosa si
trattava rischiò di mandare in frantumi il bicchiere ed
evaporare istantaneamente.
Su quel foglio c'era lui che dormiva con gli anatroccoli su di lui, non
sapeva che Aziraphale gli avesse fatto una foto e nemmeno che lo avesse
visto in quelle imbarazzanti condizioni, arrossì
così tanto da sentire la faccia andargli a fuoco, che razza
di figura aveva fatto e chissà l'angelo che cosa aveva
pensato, ma sul foglio c'era anche una scritta.
"Al più dolce e adorabile demone che conosca, con amore
Aziraphale" e poi c'era un cuoricino. Crowley rimase per un'intera ora
a fissare quella scritta ed analizzarla, c'era scritto amore ma poteva
essere amore universale e c'era un cuore ma quello poteva essere uno
scarabocchio venuto male, tutte le soluzioni che tentava sembravano non
essere giuste e allora stufo decise di affrontare l'artefice di quella
scritta, si diresse in libreria abbandonando il povero calice di vino
che avrebbe passato la serata solo soletto.
Ovviamente entrò con la sua classica grazia demoniaca
sbattendo il foglio sulla scrivania dove Aziraphale stava lavorano.
<< Che significa? E perché mi hai fatto una
foto così imbarazzante senza il mio permessso?
>>
L'angelo si alzò sorridendo.
<< Eravate troppo carini per non immortalarvi
>> rispose accarezzando il foglio con un'espressione
beata.
<< Mannaggia a me e a quando ti ho insegnato a fare
fotografie >> brontolò.
Aziraphale ridacchiò divertito.
<< Non devi vergognarti di essere tenero a volte, a me
piace questo tuo lato. >>
<< A proposito di piacere...mi spieghi questa frase.
>>
<< Non è chiara? >>
domandò Aziraphale con naturalezza.
<< No a dire il vero, vorrei tu fossi più
preciso. >>
<< Mi sembra giusto >> prese un respiro
prima di continuare << senti Crowley io ho sbagliato
tutto con te, ti ho allontanato deliberatamente perché mi
ero reso conto che quello che provavo per te stava diventato qualcosa
di forte e pericoloso ed è sempre dietro a questo che mi
sono rifugiato. Poi quando il pericolo è passato avevo
così voglia di dirti tutto, di confessarti quello che da
tempo provavo ma poi qualcosa mi ha bloccato, ho pensato che se non mi
avessi ricambiato non saremmo potuti più essere amici e ti
avrei perso, credimi per me perderti era l'opzione peggiore, piuttosto
sarei rimasto altri secoli rimanendo in silenzio ma al tuo fianco.
Quello che sto cercando di dirti e che mi riesce così
difficile è che anche io ti amo...sono innamorato di te
credo da quella volta in cui hai salvato i miei libri o forse da prima
non lo so più... >> confessò
sorridendo, si sentiva così in colpa di averlo fatto
soffrire solo perché aveva avuto troppa paura di parlare.
Crowley non si aspettava certo una confessione del genere, l'angelo non
sembrava certo di quell'idea i giorni prima e invece era saltato fuori
che anche lui aveva sempre nascosto quei sentimenti, il suo cuore
scoppiava dalla gioia ma non voleva che l'altro si umiliasse
così.
<< Non prenderti tutta la colpa, anche io non sono stato
troppo chiaro e ti chiedo scusa per averti detto di dimenticare
tutto...ero solo arrabbiato e ferito.
Aziraphale sorrise dolcemente e si avvicinò stringendogli
piano una mano.
<< Io perdono te se tu perdoni me >> disse
e anche Crowley sorrise.
<< Mi sembra un accordo perfetto >> rispose.
<< E credi ci sia un modo per suggellarlo?
>> domandò Aziraphale con espressione
malandrina.
<< Credo di sì, se vuoi te lo mostro.
>>
L'angelo annuì furbescamente e allora il demone gli
sollevò il mento con due dita e si chinò per
baciarlo, quando si staccarono l'angelo gli accarezzò il
petto.
<< Ne sai una più del diavolo >>
disse ed entrambi risero stringendosi l'uno all'altro ma poi a Crowley
venne un terribile dubbio.
<< Aziraphale non è che hai fatto un'altra
copia di quella foto e te la sei tenuta? >>
Prima lo guardò con espressione terribilmente indignata e
poi sogghignò.
<< Ovvio che sì mio caro Crowley. >
<< COSA!? Dimmi subito dov'è così
la distruggo! >>
<< Non te lo dirò mai
>> disse incrociando le braccia.
<< Avanti Aziraphale sai anche tu che è
illegale tenere la faccia di qualcuno senza il suo permesso.
>>
<< Ma se la vedo sempre la tua faccia, è come
se mi avessi dato l'autorizzazione. >>
<< Non scherzo, tira fuori quella foto >>
sibilò.
<< Altrimenti? >> sollevò il
sopracciglio angelico in attesa della risposta.
<< Altrimenti io...io...oh va al...da qualche parte razza
di manipolatore che non sei altro! >> Aziraphale rise e
si avvicinò a lui.
<< Forse te lo dico, ma devi essere molto, molto
convincente >> gli sussurrò all'orecchio
facendo vibrare tutta la colonna vertebrale di Crowley, ovviamente non
glielo avrebbe mai rivelato ed entrambi lo sapevano ma fingere che non
fosse così era molto più divertente e loro
avevano intenzione di sfruttare il momento e divertirsi davvero tanto.
Fine
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