Rosa blu

di Yurippe
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Contesto: Bloody Sunset;

Personaggi: Lucifero e Katherine Williams;

Prompt: Rosa blu.

 

 

Katherine Williams osserva la persona davanti a lei che, altri non è, che l’angelo caduto più famoso al mondo: Lucifero.

Il motivo per la quale colui che, un tempo, era l’angelo più vicino a Dio è apparso nei sogni di una bambina? semplice: l’aveva posseduta.

Katherine non riusciva a ricordare quando tutto questo aveva avuto inizio.

Quanto tempo era passato da quando il suo corpo non le apparteneva più? Giorni? Mesi? Anni?

Quello che sapeva è che tutto era partito da un sogno. Un sogno raffigurante uno strano bambino. Egli stava seduto sopra una bara e, sorridendole, le aveva chiesto: “ti va di giocare?” Lei gli aveva risposto di si.

Già questo era stato alquanto strano dato che lei odiava socializzare e per questo aveva pochissimi amici ma, stavolta, era stato diverso. Peccato che questo suo atto di estroversita’ l’aveva cacciata in un bel guaio.

Al suo risveglio tutto aveva avuto inizio.

Erano stati giorni tremendi, nella quale non aveva fatto altro che bestemmiare, insultare le persone, anche quelle più vicine a lei, urli disperati alla vista di croci e altri oggetti sacri, senza contare le ferite inflitte al suo piccolo corpicino.

Neanche quando chiudeva gli occhi aveva tregua. Gli incubi l’avevano tormentata ogni notte, più del solito.

Quel sogno, però, era diverso dagli altri.

Il luogo dove si trovavano sembrava quello di una vecchia chiesa, di cui non riusciva a scorgere niente a causa del buio che regnava, fatta eccezione per la luce della luna piena che entrava da una piccola finestrella tonda, posta in alto, che andava a illuminare un tavolo con sopra un vaso di cristallo, dove all’interno stava una bellissima e rara rosa blu, priva di spine.

Lucifero stava vicino al tavolo. I suoi capelli corvini arrivavano al collo, gli occhi azzurri erano gli unici che spiccavano insieme al mantello dello stesso colore, dato che il resto del vestiario era nero, come i suoi capelli e le sue sei ali, che in quel momento non c’erano. La sua figura era alta e imponente, trasmetteva timore e fascino al tempo stesso.

“Lilith…vieni qui”.

Lilith, il nome con cui la chiamava dal momento che era entrato nella sua vita.

Katherine non riesce a capirne il motivo, come non riesce a capire perché in quel momento non stia scappando, come il suo istinto le direbbe di fare.

Invece no. Non appena Lucifero le dice di avvicinarsi lei lo fa in automatico.

Pochi sono i passi che compie prima di arrivare vicino al tavolo. A quel punto la luce lunare illumina anche lei. Rivelando una bambina sui sei anni, con pochi ma chiari graffi sulle guance, segno che sono stati fatti di recente. Ella indossa un semplice pigiamino invernale color crema. I suoi capelli sono dei lunghi ricci castani e gli occhi, grandi, sono del colore dell’ambra. Essi trasmettono paura ma al tempo stesso ammirazione.

Paura per la situazione in cui si trova da qualche tempo. Ammirazione…quella non la sapeva spiegare. Ciò che sapeva era che Lucifero riusciva ad affascinarla, come se avesse un potere abbagliante su di lei.

Lucifero, a quel punto, con entrambe le mani afferra la rosa, togliendola dal vaso, per poi avvicinarsi a lei, inginocchiarsi per arrivare alla sua altezza e, guardandola dritta negli occhi, iniziare a parlare.

“Ascoltami bene, Lilith: il mio tempo con te è terminato e domani ti ridarò il tuo corpo. Però, voglio che tu mi prometta una cosa”.

All’udire quelle parole Katherine si incuriosisce.

Ovviamente è contenta di riavere il suo corpo, ma al tempo stesso non può nascondere la curiosità che l’ha avvolta dal momento che ha saputo di dover fare una promessa a colui che s’è n’è servito. Un po’ di timore c’è, ma, pensa, peggio di così non può andare, no?

Con quei pensieri la bambina non può fare altro che pronunciare una sola parola.

“Dimmi.”

 “Non so quando io e te ci rivedremo, ma una cosa è certa: questa non sarà l’ultima”.

All’udire ciò la bambina non può che sgranare gli occhi spaventata. Che cosa significa che quella non sarà l’ultima volta che si vedranno? Lui sarebbe tornato nuovamente a tormentarla? Magari in sogno? No! Non voleva!

Tuttavia l’ex arcangelo dai capelli corvini pare capire il suo stato d’animo perché subito prende parola.

“Tranquilla, non intendo possederti di nuovo, almeno non per il momento”.

A quel punto Katherine si tranquillizza, tanto che rilassa il corpo dapprima teso. Gesto che, a quanto pare, tranquillizza anche Lucifero, che tira un sospiro di sollievo prima di riprendere il discorso.

“In ogni caso…io e te ci rivedremo quando sarà il momento. Nel frattempo ti lascio questa rosa, voglio che tu la conserva, me lo prometti?”

Stranamente a quella domanda la bambina dai lunghi capelli mori risponde subito, senza pensarci troppo.

“Te lo prometto!”

Lucifero annuisce.

“Molto bene. Sappi che il giorno che questa rosa perderà l’ultimo petalo noi ci rivedremo. Nel frattempo io ci sarò sempre, anche se non mi vedrai. A presto…Lilith.”

Con quella strana e inquietante promessa Lucifero si rimise in piedi, non appena la bambina prese la rosa tra le sue piccole manine, e indietreggiò, per poi sparire nell’oscurità.

Al risveglio Katherine non solo si ritrovò libera ma trovò anche la rosa, posta sotto il cuscino.

Nonostante i dolorosi ricordi di quell’esperienza non la abbandonarono mai lei mantenne comunque la promessa, sentiva che doveva farlo. Conservò la rosa dentro a un vaso in camera sua, dove lo ammirava ogni giorno, come se fosse un tesoro prezioso, e forse lo era.

Lo ammirava sempre, almeno una volta al giorno, per diversi minuti.

Soprattutto quando un petalo si staccava, cadendo sul tavolo, segnando un rincontro che solo il destino sapeva quando sarebbe arrivato, inaspettato come la pioggia in una giornata di sole.

 

Angolo dell'autrice:

Questa storia è un regalo per una cara amica che oggi compie gli anni: Sarah Shirabuki.

Spero davvero ti sia piaciuta, ancora auguri sister mille di questi giorni <3.





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