Fraternizzare?
Aziraphale aveva sempre sostenuto che il fraternizzare di Crowley fosse
solo una ripicca inventata da lui stesso per la questione dell'acqua
santa, non ci aveva mai creduto veramente e aveva vissuto nella beata
consapevolezza che il demone si intrattenesse con gli umani non
più di quanto faceva lui, erano solo lavoro e sì
qualche
volta fonte di qualche piacevole chiacchiera e compagnia ma nulla di
più, in fondo loro erano creature sovrannaturali mentre le
persone erano solo di passaggio sulla terra, per questo l'angelo non
aveva dato troppo peso a quella frase, almeno fino a quella sera.
Era una serata particolarmente nuvolosa quella, un venticello fresco
tirava facendo sventolare le piccole tende che Aziraphale aveva
posizionato accuratamente alle finestre del cucinotto che aveva
miracolato in un angolo della libreria, aveva deciso di chiudere prima
proprio per godersi quell'aria fresca prima dell'imminente temporale e
così fece, solo dopo aver bevuto la sua seconda tazza di
té.
Chiuse la porta a chiave e si avviò quasi danzando per
quella
città che era stata casa sua per tutti quegli anni, si
sentiva
stranamente bene, aveva il cuore leggero e le farfalle nello stomaco,
il pensiero dell'apocalisse era ormai lontano e probabilmente tutto
quel buon umore era dovuto a quello, non sentiva più il peso
del
suo ruolo gravargli sulle spalle, poteva comportarsi come un angelo ma
anche semplicemente da Aziraphale, fare semplicemente del bene
così come il cuore gli dettava ma anche lasciarsi andare a
qualche peccatuccio tipico di quegli esseri che lo avevano adottato.
Dalle porte di un nuovissimo bar situato all'angolo di una strada
rumorosa vide uscire il suo caro, vecchio amico Crowley, era bello
poter pensare a lui in quel modo senza sentirsi colpevole di
chissà quale offesa contro il paradiso, stava per sollevare
una
mano e chiamarlo a gran voce quando subito dopo di lui uscì
un
altro ragazzo, erano vicini, si tenevano a braccetto e ridevano come se
fossero amici da una vita, qualcosa cominciò ad agitarsi
nelle
viscere dell'angelo il cui volto si incupì di botto, il
sorriso svanì e il braccio non ebbe il coraggio di
sollevarsi, improvvisamente la voglia di fare una passeggiata gli era
calata sotto i piedi, sentiva solo di voler tornare a casa,
rannicchiarsi sulla sua poltrona preferita e non pensare più
a
niente.
Una parte di lui invece, quella che teneva sempre a freno e per buone
ragioni desiderava tanto andare dritto da quel demone e dirgliene
quattro, come poteva andarsene stretto a un umano conosciuto da nemmeno
cinque minuti e riderci insieme quando loro due era già
tanto se
si sorridevano, non era giusto, lui si era sempre comportato in modo
impeccabile e pensava che anche Crowley si fosse limitato a compiere le
sue tentazioni e poi andarsene, ma quella scena che aveva visto prima
non sembrava affatto frutto di un'influenza demoniaca anzi tutt'altro,
se la meritava proprio una bella ramanzina, anzi non gli avrebbe
proprio rivolto la parola e così a passo spedito e saldo
delle
sue convinzioni il tenero angelo se ne tornò nella sua
vecchia e
profumata d'antico libreria a rimuginare tutta la notte su
ciò
che aveva visto.
Per tre giorni le due creature ineffabili non si sentirono, Aziraphale
era sicuro di meritarsi delle scuse anche se non era chiaro nemmeno a
lui stesso come poteva il suo amico scusarsi se nemmeno era consapevole
di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma un cuore ferito non
è in
grado di riconoscere la verità nemmeno quando gli viene
presentata sotto al naso e l'angelo era certo che Crowley avrebbe
capito che c'era qualcosa che non andava, il demone d'altro canto era
perfettamente ignaro della faccenda, credeva che Aziraphale fosse
impegnato a catalogare i nuovi libri e per evitare scenate isteriche o
di interromperlo in un momento cruciale aveva deciso di lasciarlo in
pace, e poi era convinto che avrebbe fatto bene ad entrambi rimanere
separati e lui aveva approfittato di quel tempo per divertirsi un po',
nulla di che in verità, semplici divertimenti umani, qualche
bevuta e della sana, buona musica in compagnia di umani divertenti.
Fu dopo una settimana che il demone stanco di passare le sue serate in
discoteca o nei pub decise di far visita a quella creatura che era
così simile a lui, nel corso della storia aveva sentito
spesso
il bisogno di confrontarsi con qualcuno che avesse i suoi stessi anni,
che provenisse dal suo stesso posto e avesse la sua stessa natura,
certo erano di due fazioni opposte ma erano pur sempre creature
immortali, gli esseri umani erano simpatici ed era bello passare il
tempo in loro compagnia ma dopo aver compiuto le sue tentazioni, o
essersi goduto qualche piacere terreno sentiva la necessità
viscerale di riunirsi con l'altra parte di sé che per lui
era
così importante e fondamentale.
Quando entrò in libreria era perfettamente sereno e aveva in
mente un paio di cose da proporre al suo amico di vecchia data, lo
cercò tra gli scaffali trovandolo in cima a una scaletta non
molto stabile intento a sistemare dei pesanti volumi, sorrise
chiamandolo poco conscio di ciò che lo aspettava, Aziraphale
che
in quei giorni si era impegnato a trovare i modi più
fantasiosi
per tenere il broncio a Crowley non lo aveva sentito entrare, non
aveva sentito la campanella del negozio che tintinnava, né i
passi che si erano avvicinati a lui e quella voce che non era pronto a
sentire gli fece saltare il cuore in gola, si girò troppo in
fretta e perse l'equilibrio finendo per capitombolare tra le braccia di
Crowley che per miracolo non finì a terra.
<< Un angelo caduto dal cielo >> disse
Crowley ridacchiando
evitando di pensare quanto fosse bello averlo tra le braccia,
Aziraphale si scostò da lui sistemandosi i vestiti,
imprecò mentalmente per la sua sbadataggine ma poi si
ricordò di essere offeso e allora diede tutta la colpa a
quel
serpente che era arrivato strisciando neanche lui si trattasse di un
succulento coniglietto da addentare.
Tutto nella norma fino a quando i pensieri rimangono nella mente, il
problema era che espresse quel particolare stato d'animo ad alta voce
senza nemmeno rendersene conto, probabilmente la causa erano stati i
giorni di reclusione a sistemare libri già sistemati, quel
chiodo
fisso che non lo aveva lasciato per nemmeno un minuto.
<< Ti sembro forse un coniglio? >>
Il demone alzò un sopracciglio ovviamente confuso da quella
domanda, mentre l'angelo avrebbe voluto ingoiare la lingua per quanto
si
era sentito stupido.
<< Coniglio? Perché dovresti...-
>>
<< Niente, lascia stare >> lo interruppe
Aziraphale rosso
in volto, << hai sete? vuoi un té?
>> domandò
tentando di spostare l'attenzione su altro.
<< Sai che detesto quella schifezza >>
brontolò
facendo una smorfia disgustata, l'angelo se si fosse trattato di una
settimana prima da bravo padrone di casa e gentiluomo avrebbe offerto
al suo più caro amico una lista di bevande ben
più
gradite, tutto per farlo restare in sua compagnia, e lo stava per fare
quando di colpo cambiò idea e la sua espressione divenne
piccata.
<< Bé è quello che berrai
perché al momento
non ho altro, se non ti sta bene puoi anche andare altrove, ho l'aria
di essere un bar? >> domandò senza dargli
tempo di
rispondere perché si diresse a passo di marcia in cucina, il
demone lo seguì con mille punti interrogativi che gli
ronzavano
sulla testa, era decisamente più strano del solito e voleva
saperne di più, decise anche di non ribattere sulla
questione
del té, quando il suo amico era in quelle condizioni la cosa
migliore era essere accondiscendenti.
<< Angelo sicuro di sentirti bene? Sembra tu abbia un
diavolo per
capello >> disse sperando che puntare sull'ironia avrebbe
alleggerito la tensione.
<< Non sono in vena di battute Crowley
>> sottolineò il suo nome sbattendo la teiera
sul
fornello, << vuoi dei biscottini? >>
domandò poi
tirandoli fuori dal frigo e mostrandoglieli, questi cambiamenti di
umore
stavano facendo girare la testa al povero demone, << no,
sai che
non mangio. >>
<< Lo so mio caro, pensavo che avessi cambiato idea visto
che su
molte cose lo hai fatto o forse ti sono sempre piaciute e io non l'ho
mai saputo vero? >> sbatté l'anta del frigo e
gli
schioccò uno sguardo piccato e tagliente.
<< Non capisco di cosa parli... >>
<< In generale, nulla di preciso >> disse
prendendo i
piattini e spostandosi nella saletta mettendoli sul tavolino e Crowley
ovviamente gli andò dietro perché voleva capire
dove fosse il
problema, ma l'angelo continuava a fare avanti e indietro senza mai
fermarsi finendo per portare molte più cose e del tutto
inutili,
<< Aziraphale >> tentò di nuovo
il demone ma quello
niente, non aveva intenzione di fermarsi, spense il bollitore e lo
portò in sala versandolo nelle tazzine il tutto tenendo il
broncio, quando per l'ennesima volta stava per andarsene Crowley stufo
lo fermò prendendolo per le braccia.
<< Fermati un attimo >> gli disse.
<< Devo portare questo di la >> rispose
guardandolo solo per
un secondo negli occhi, Crowley schioccò le dita e il
bollitore
sparì dalle sue mani, << il té si
fredda >>
disse Aziraphale abbassando le mani che stavano stringendo solo l'aria,
<< non me ne importa un fico secco dello stupido
té!
Voglio sapere che cosa ti prende. >>
<< Fa freschino oggi vero? Sarebbe meglio rimanere al...-
>>
<< Aziraphale! >> sbottò
attirando lo sguardo
celeste su di lui, se fosse stato un altro momento l'angelo avrebbe
certamente sussultato e si sarebbe preoccupato dell'agitazione
dell'amico ma non quella volta, << hai ragione Crowley
>>
iniziò e il demone ringraziò qualunque
entità lo
avesse aiutato a mettere la parola fine a quella storia, ma aveva
ringraziato troppo presto << dovremmo sederci e bere il
nostro
té, sarai stanco >> aggiunse serafico mandando
in tilt
l'amico che imprecò a denti stretti maledicendo l'inferno
per
aver inventato la testardaggine.
<< Perché per tutto il paradiso dovrei essere
stanco sentiamo? >>
Aziraphale sollevò le spalle come se non avesse una risposta
precisa a ciò che aveva insinuato << dimmelo
tu Crowley lo
sei? >>
<< No che non lo sono! >>
strillò con voce acuta ed esasperata.
<< Strano...comunque ci sono molte cose che non so di te,
voglio
dire generalmente si pensa di conoscere qualcuno fino a quando fa
qualcosa di completamente estraneo a ciò che ti eri
immaginato
>> disse rimanendo pacato e prendendo posto sulla sua
poltrona,
afferrò la tazzina e bevve un lungo sorso ignorando il
bruciore
che gli fece lacrimare gli occhi.
<< Se questo è uno stupido scherzo sappi che
non è divertente angelo. >>
<< Mi spiace che non trovi la mia compagnia alla tua
altezza,
come ti ho detto quella è la porta >> rispose
con una
tonalità bassa e ferita, ma oltre a sentirsi in quel modo
voleva
anche ferirlo perché capisse come si stava sentendo lui.
<< Ma non ho detto questo...perché accidenti
travisi le
mie parole, hai capito ciò che volevo dire e non fare il
finto
tonto! >>
<< Non sono qui per sentire le tue offese
>> posò
bruscamente la tazzina fulminandolo con lo sguardo, il demone
combatté contro l'istinto di indietreggiare, aveva il petto
in
subbuglio per tutte le emozioni contrastanti che stava provando,
<< basta me ne vado, è inutile rimanere qui a
parlare con
te >> disse voltandosi e guardandosi in torno alla
ricerca di
chissà cosa.
<< Bravo vattene tanto è solo quello che sai
fare, va a
spassartela intanto io me ne starò qui ad aspettare la
prossima
volta che ti degnerai di farmi visita >>
sbottò Aziraphale
alzandosi e a quel punto Crowley non ci vide più, in due
falcate
era già vicino a lui << guarda che puoi venire
anche tu a
trovare me. >>
<< Come no dritto nella tana del lupo, non vorrei mai
disturbarti mentre sei in compagnia di altri. >>
Ora davvero non ci stava capendo più niente, era chiaro che
il
problema era lui ma non ne afferrava il motivo, non si erano nemmeno
visti per questo si trovava in difficoltà, se almeno sapesse
che
cosa aveva fatto per farlo tanto arrabbiare sarebbe stato
più
facile chiarirsi.
<< Chi sono questi altri di cui parli? >>
<< Senti Crowley non mi va di parlarne, per me puoi
gingillarti con chi ti pare e piace, non è affar mio.
>>
<< Gingillarmi? >>
<< In qualunque modo tu voglia chiamare ciò
che fai, non
sono affari miei >> iniziò a dire prendendo i
piattini e
le tazzine e portandole in cucina, << non mi importa
davvero se
passi le tue serate con qualcuno a bere e ridere >> di
nuovo in
sala per prendere il resto delle cose << e se ti diverti
a uscire
con altri, a raccontare cose a loro invece che a me bé puoi
farlo, non hai certo bisogno del mio permesso >> disse
tutto d'un
fiato facendo un sospiro alla fine.
<< Stai piangendo? >> domandò
Crowley corrugando le
sopracciglia mentre l'amico posò le stoviglie sul ripiano
della
cucina << no >> pigolò il
principato senza guardarlo
negli occhi, la prima volta che gli si erano riempiti di lacrime era
stato quando avevano litigato al palco musicale, ma il demone quella
volta non aveva potuto vederli perché si era già
allontanato, ora però aveva visto quello sguardo divenire
umido
e triste e certo non aveva potuto fare finta di niente.
<< A me sembra il contrario >> disse.
<< Bé ti sbagli! >>
sbottò voltandosi verso
di lui, di solito quando uno dei due negava l'evidenza partiva una
discussione tra chi aveva ragione o torto ma non quella volta
perché Crowley aveva capito che il suo più caro
amico
nascondeva qualcosa di importante.
<< D'accordo...allora dimmi perché non stai
piangendo. >>
<< E' semplice...perché non mi importa niente
di quello che fai >> rispose abbassando lo sguardo.
<< Se non ti importa perché stiamo discutendo?
>>
<< Non stiamo facendo nulla del genere, penso sia giusto
visto
che siamo sulla terra fare conoscenza con il genere umano.
>>
<< E' quello che abbiamo sempre fatto >>
disse Crowley
alzando e abbassando le braccia, perché doveva sempre essere
così criptico si chiese.
<< No, è quello che tu hai
fatto, io mi sono limitato ai miei doveri e a interloquire
per lo
più >> rispose questa volta guardandolo dritto
negli occhi.
<< E' la stessa cosa angelo, io e te abbiamo due concetti
diversi di divertimento ma questo non cambia niente. >>
<< Sì hai ragione...non cambia, ora avrei da
fare se non
ti dispiace, ci possiamo vedere domani se ti va >> disse
sembrando tutta un'altra persona.
<< Va bene...sicuro che...- >>
<< A domani caro >> disse sorridendo ma il
sorriso non
riempiva i suoi occhi, quando il demone lasciò la libreria
sentiva che il cuore di quel edificio non batteva più allo
stesso modo, solo che era difficile capire che cosa ci fosse di strano,
Aziraphale non si apriva mai del tutto e lui non poteva obbligarlo a
farlo
Il giorno dopo avevano deciso di incontrarsi al parco, l'angelo era
partito con le migliori delle intenzioni sentendosi in colpa per il suo
comportamento del giorno prima, aveva già i gelati in mano
ma di
Crowley non c'era traccia, il povero demone era rimasto vittima
nuovamente di uno dei suoi scherzetti, quella mattina aveva deciso che
tutti i semafori dovevano essere rossi ma non aveva specificato per
quanto dovessero durare e così in ogni pezzo di strada c'era
una
coda, macchine e motorini e gente che imprecava a gran voce.
Arrivò con mezz'ora di ritardo correndo trafelato e
sciorinando
tutte le sue scuse, dando la colpa agli umani che non sapevano
più rischiare, ma ciò che vide quando finalmente
si
decise a mettere a fuoco il volto dell'amico fu un viso angelico molto,
molto indignato, << sai per quanto sono rimasto qui come
uno
stupido ad aspettarti? Mi si sono sciolti anche i gelati, bé
il
tuo si è sciolto perché il mio l'ho mangiato, ma
il punto
è che ho pensato che non saresti più venuto e
stavo per
andarmene! >>
<< Ti ho detto che mi dispiace, non è colpa
mia, se tu ti
fossi fatto il cellulare come ti avevo suggerito a quest'ora...-
>>
<< Ah non cercare di spostare l'attenzione su di me, ti
eri
dimenticato vero? >> domandò incrociando le
braccia.
<< Certo che no, te l'ho detto i semafori...-
>> ma tutti i
tentativi di giustificarsi finivano per scontrarsi contro la
cocciutaggine di quel bel principato.
<< E tu hai pensato bene di fare una stupidaggine proprio
oggi,
scommetto che quando devi vederti con i tuoi nuovi amici sei sempre
puntuale! >> e poi continuò <<
la verità
Crowley è che io non ti basto più.
>>
Il povero demone si sentiva come se fosse sotto litri e litri d'acqua e
più cercava di risalire per respirare più
qualcosa lo
trascinava giù, ogni parola che diceva sembrava ritorcersi
contro di lui, non sapeva più quali pesci pigliare e poi a
dirla
tutta non credeva fosse la prima volta che faceva ritardo.
<< Senti Aziraphale che cos'è che ti da
fastidio
esattamente? >> forse arrivare dritto al punto era la
soluzione
migliore, l'angelo titubò un po' prima di rispondere,
ammettere
la verità era troppo spaventoso, temeva che avrebbe dato via
a
qualcosa che non era pronto ad affrontare.
<< Niente! Solo questa mancanza di rispetto che hai nei
miei confronti. >>
Crowley sbatté le palpebre, doveva elaborare la nuova
informazione << per un po' di ritardo? >>
<< Un po'? Crowley mezz'ora non è affatto un
po'. >>
<< Sssenti non è la prima volta che faccio
tardi, e poi neanche tu sei sempre così puntuale.
>>
Le guance di Aziraphale si gonfiarono come un palloncino e divennero
rosse << io arrivo addirittura in anticipo caro il mio
demone!
>>
<< E' comunque irrispettoso angelo ti
pare che uno si metta ad arrivare prima, solo per far sentire a disagio
chi arriva all'orario giusto, lo fai sentire come se fosse arrivato in
ritardo! >>
<< Sciocchezze >> borbottò
Aziraphale lanciando le ultime briciole di pane alle anatre.
<< Le tue sono sciocchezze e sono arcistufo di sentirmi
accusare di cose che non ho nemmeno fatto! >>
<< E io ho le mani tutte appiccicose per colpa tua!
>> strillò Aziraphale avvicinandosi a lui.
<< Potevi sciacquartele nello stupido laghetto!
>>
ribatté il demone indicando quello specchio d'acqua e
avanzando di
qualche passo
<< Sai cosa vorrei sciacquarci invece la tua zucca vuota
>>
gridò l'angelo rompendo le distanze, ormai erano quasi naso
contro naso, erano così vicini da potersi sfiorare ma erano
anche troppo arrabbiati per accorgersene, << e io invece
vorrei
chiudere quella tua boccaccia >> disse il demone e ora i
loro
nasi si sfioravano, se qualcuno si fosse avvicinato avrebbe potuto
sentire le scintille che i loro corpi emanavano << fallo
allora
>> lo sfidò Aziraphale ma prima che Crowley
potesse fare
qualsiasi cosa il tutto venne interrotto da uno stomaco che brontolava
e così i due rendendosi conto della vicinanza si separarono
all'istante.
<< Avevo prenotato un tavolo al Ritz ma forse sei troppo
arrabbiato per mangiare >> disse il demone con un tenero
broncio,
Aziraphale sentendo la parola cibo lo guardò di sottecchi
incrociando le braccia e borbottò << sei tu
quello che ha
altre cose da fare di solito >>, Crowley
abbassò le spalle
e disse semplicemente << a me va di andarci con te.
>>
<< Allora va bene >> rispose Aziraphale
guardandolo.
La cena andò abbastanza bene, almeno non avevano bisticciato
nuovamente, anche se tutti e due avevano dentro il cuore dubbi e
domande che temevano di porre per non rovinare quel momento di pace che
si era creato, stavano bene insieme, si godevano la reciproca compagnia
più di quanto fosse loro consentito e questo li aveva sempre
spaventati o almeno messi in allerta, ma il pericolo di una ritorsione
da parte dei capi sembrava ormai una lontana storia quindi non avevano
più motivo di avere paura, ma forse non era così
facile
abituarsi a un nuovo comportamento quando per anni ne hai mantenuto uno
forzato.
Poi si era aggiunto anche il timore da parte dell'angelo che per il suo
amico non fosse abbastanza, e questo aveva contribuito ad aumentare le
distanze e le paure, scoprirsi geloso fu un duro colpo per l'orgoglio
angelico di Aziraphale che per ogni piacere a cui cedeva si sentiva
sempre meno angelo e doveva fare i conti con la sua coscienza, questo
sentimento così forte e negativo per lui non era per niente
consono a una creatura eterea ma più tentava di controllarlo
più quello usciva fuori soprattutto quando era in presenza
della
causa di quell'emozione.
Si erano dati appuntamento per la sera dopo a casa del demone che aveva
preparato tutto per l'occasione, ci aveva pensato tutta la notte e
tutto il giorno ma alla fine era giunto alla conclusione che se voleva
far capire all'amico i suoi sentimenti doveva pur cominciare da qualche
parte, ora che il pericolo era passato poteva permettersi qualche passo
in più e agghindare il salone e il tavolo con candele e
qualche
fiore secondo lui non era correre troppo, ma solo avere gusto e infatti
Aziraphale fu molto colpito da quelle decorazioni così
belle, lo
riempì di complimenti e dolci sorrisi.
<< Vado a prendere il vino, tu intanto accomodati
>> disse
e l'angelo annuì, si guardò intorno osservando
quell'appartamento dall'aspetto così minimale ma che
rispecchiava il suo più caro amico, c'era tanto di lui in
esso,
era la seconda volta che si trovava lì ma la prima non era
certo
per una visita di piacere, scosse la testa scacciando il ricordo della
paura che aveva provato non sapendo se il piano avrebbe funzionato o
meno.
Mentre i suoi occhi celesti scrutavano la stanza caddero su qualcosa di
colorato caduto in un angolo, si avvicinò e lo raccolse,
vide
che si trattava di un pullover colorato decisamente non dello stile del
demone,
il suo cuore si spezzò all'istante, lasciò cadere
quell'oggetto con la consapevolezza che il suo migliore amico non solo
si divertiva fuori con altri ma li portava anche in casa, non capiva
perché quella cosa lo facesse stare così male, in
fondo
Crowley aveva il diritto di fare ciò che voleva della sua
vita,
ma quella vocina che gli ripeteva che non era così
però
continuava a parlare facendogli provare rabbia e ingiustizia.
Quando il demone tornò con la bottiglia Aziraphale aveva
deciso
di fare finta di nulla o almeno di provarci, certo se lui si fosse
almeno degnato di raccontargli qualcosa sarebbe stato più
facile
ma sapeva che non era un gran chiacchierone e raccontava solo lo
stretto
necessario a volte perdendosi nei suoi stessi discorsi.
<< Buono questo vino >> disse Aziraphale
sorseggiandolo.
<< Mi hanno consigliato bene allora >>
rispose l'amico
incurante del povero angelo che stava per soffocarsi con la bevanda a
sentire quella frase, si chiese immediatamente chi poteva avergli
consigliato quella gustosa bevanda, di solito Crowley chiedeva
consiglio a lui o si faceva semplicemente miracolare qualcosa.
<< Bé chiunque sia avrebbe potuto fare di
meglio, è
un po' acidulo >> disse pulendosi gli angoli della bocca
e
rinunciando a berlo le sopracciglia di Crowley svettarono verso
l'alto, era veramente confuso e infatti disse << ma se
poco fa
hai detto che era buono! >>
<< Mmm ci si può sbagliare mio caro, non lo
avevo assaggiato bene. Sai chi ha dell'ottimo vino invece?
>>
<< Fammi indovinare tu? >> ovviamente era
una domanda retorica e gliela pose con un accento piccato.
<< Esatto! >>
<< Mi dispiace che non sia di tuo gradimento
>>
borbottò nervosamente, la serata non stava prendendo la
piega
che sperava.
<< Oh non preoccuparti, non è certo colpa tua.
Il cibo
invece è squisito >> e infatti i suoi
occhietti brillavano
come mai prima, al demone venne un dubbio che non esitò a
porre
<< se ti dico che l'ha preparato qualcun altro dirai che
non
è buono? >>
Aziraphale fece una smorfietta con il viso e poi scosse la testa
<< che sciocchezza, perché mai dovrei fare una
cosa del
genere? >>
<< Perché è esattamente quello che
hai fatto cinque minuti fa! >> sbottò Crowley.
<< Non mi va di discutere in una così bella
serata,
dovremmo goderci semplicemente la cena >> rispose
serafico come
se per lui non ci fosse nulla di strano nel suo comportamento.
Quando erano nel bel mezzo del dolce il cellulare del demone
trillò segnalando l'arrivo di un messaggio, lui lo prese, lo
lesse e mise via il telefonino il tutto sotto lo sguardo attento di
Aziraphale che si sentiva già corrodere dentro dalla
gelosia, il
suo autocontrollo durò per i successivi cinque messaggi che
non
vennero nemmeno aperti e poi scoppiò, << hai
forse un
appuntamento mio caro? >>, Crowley constatò
che l'amico in
quei giorni stava usando troppo spesso la parola caro ma non sapeva se
considerarlo un buon segno o no.
<< Mmm nah... >>
<< Io credo che dovresti leggerli, potrebbero essere
importanti. >>
<< Senti angelo so gestire i miei messaggi se non ti
dispiace. >>
Aziraphale si tolse il tovagliolo dalle gambe e lo posò con
malgrazia sul tavolo.
<< Quindi sai già di chi si tratta.
>>
<< No ma...perché cavolo ti interessa tanto
vuoi spiegarmi? >>
<< Infatti non mi interessa, ma sai non voglio essere un
ostacolo
ai tuoi tanti impegni >> la sua voce era più
acuta e con
una vena di ironia a cui Crowley non voleva cascare, per cui si
alzò e andò dritto verso lo stereo,
<< che ne dici
di ascoltare una di quelle musiche noiose che ti piacciono tanto?
>>
<< E quindi io sarei noioso? >>
sbottò l'angelo
alzandosi con un paio di guance talmente rosse da far invidia a un
pomodoro maturo, in quell'istante il demone capì di essere
nella
cacca fino al collo, come gli era venuto di definire stupida quella
musica e proprio in un momento del genere? Era quasi certo che quella
fosse la vendetta dell'inferno per averli traditi, Aziraphale
arrabbiato faceva più paura di Beelzebù o di
Satana in
persona.
<< N-no...non volevo dire...- >>
<< Ma certo tu preferisci ascoltare quella musica strappa
timpani
che non ha nessun senso logico e magari dando una festa proprio qui nel
tuo prezioso appartamento nel quale non mi hai mai invitato! Quando io
invece nella mia libreria ti ci ho fatto venire ogni volta che ne avevi
voglia, vienimi a dire che non è vero! >>
Ora il discorso o la faccenda stava prendendo una piega del tutto
diversa, non era più questione di cibo o di canzoni qui
c'era
qualcosa di davvero grosso che stava per saltare fuori, effettivamente
l'angelo non aveva tutti i torti, ma non lo aveva mai invitato
perché era sicuro che avrebbe detto di no, solo per
convincerlo
a salire in macchina con lui ci aveva messo un secolo intero per non
parlare di quando gli aveva proposto l'accordo o di quella volta che
voleva semplicemente dargli un passaggio.
Era sempre stato Aziraphale a decidere quali fossero i tempi giusti per
loro, lui magari ci provava pure a proporre qualcosa ma la decisione
finale spettava sempre all'amico che tra i due era quello che aveva
più paura e che rischiava di più, o almeno
così
avevano pensato fino alla non apocalisse.
<< Io non...lo sssai perché non l'ho fatto
>> disse sentendosi accusato e ferito.
<< No Crowley io non lo so. >>
<< Credevo preferissi così, per
sai...per non finire
nei guai >> confessò quella verità
sentendosi un
po' più leggero.
<< Adesso quindi la colpa sarebbe mia? Potevamo finire
nei
pasticci anche se avessero scoperto te nella mia libreria.
>>
<< Lo so >> rispose il demone abbassando la
testa e non
sapendo in quale altro modo continuare, << senti mi
dispiace, ho
sbagliato ok!? >> e Aziraphale rimase colpito da
quell'ammissione
ma gli fece anche male, non voleva che si sentisse così in
colpa.
<< Va bene, non è nemmeno questo il punto
della questione. >>
<< E allora qual è angelo? >>
domandò ormai
al limite, sconfitto da quella confusione, dal non sapere quale tasto
gli fosse concesso toccare, << i-io pensavo che dopo
quello che
abbiamo passato noi due avremmo... >> Aziraphale non
finì la frase sentendo l'ansia risalirgli fino al cuore.
<< Avremmo cosa? >> domandò
Crowley curioso e impaziente di sapere.
<< Pensavo che tu avresti voluto passare più
tempo con me
e che non ti facessi sentire perché ti stavi riprendendo ma
invece eri altrove a divertirti >> confessarlo fu come
togliersi
un grosso masso dal cuore ma chissà perché non lo
fece
sentire poi così meglio, forse era per l'espressione che
l'amico
aveva ora dipinta sul volto.
<< Cosa c'è di male se io mi sono voluto
divertire un po'?
Tu è tutta la vita che fai quello che ti pare, sai quante
volte
ho aspettato una tua chiamata come un idiota? >> il suo
tono era
così ferito da far male alla coscienza di Aziraphale che si
rese
conto in quel momento di non essere stato un amico così
disponibile e che Crowley aveva mandato giù molte
più cose
di quanto immaginasse.
<< Almeno io non me la sono spassata con gente
sconosciuta, un
conto è frequentare gli umani un altro è fare
quello che
fai tu! >> rispose sentendosi punto sul vivo, non voleva
essere
l'unico a prendersi delle colpe.
<< E cos'è che avrei fatto di tanto diverso da
te
sentiamo? >> domandò Crowley sollevando un
sopracciglio
sentendosi davvero furioso.
<< In primo luogo...bé non lo so ma certamente
hai fatto
cose che a me non sarebbero nemmeno venute in mente. >>
Crowley si massaggiò le tempie e poi si avvicinò
a lui
<< sai su cosa dovresti ragionare? Tu non hai diritto di
mettere becco
sulle cose che faccio io...- >>
<< Invece sì perché se non ricordi
io per natura
dovrei contrastarti! >> rispose con un tentativo evidente
di
arrampicarsi sugli specchi e infatti il demone non diede peso a quel
tentativo di portare la conversazione dalla sua parte.
<< E allora fallo per l'amor di qualcuno ma non ti
impicciare, non deve interessarti con chi passo il mio tempo!
>>
<< Invece sì >>
pigolò Aziraphale che sentiva le lacrime arrivargli agli
occhi.
<< Perché!? >> sbottò
Crowley accompagnando la frase con un gesto delle mani.
<< Perché sono geloso! >>
Il demone stava per rispondere a tono quando si rese conto di
ciò che aveva detto Aziraphale, la sua mascella cadde per la
sorpresa e i suoi occhi si spalancarono << c-cosa?
>>
<< Sono geloso Crowley, e lo so che è
sbagliato per un
angelo provare gelosia ma io non posso farci niente, ho già
fatto tante cose sbagliate...Non riesco a pensarti con altre persone
senza provare un fuoco dentro, e non è perché tu
ti
diverti e io no ma perché non sopporto l'idea di vederti
accanto
ad altri. Solo il pensiero che qualcuno ti piaccia più di me
mi
uccide, me ne sono reso conto da poco lo ammetto ma è
così io...muoio di gelosia ogni volta che posi lo sguardo su
qualcuno che non sono io. E ti chiedo scusa so che non è ho
alcun diritto... >>
<< Angelo >> lo chiamò Crowley
vedendolo sollevare
la testa come un condannato a morte, aveva gli occhi così
lucidi
e pieni di senso di colpa che sembravano uno specchio d'acqua, gli
faceva male vederli così, di solito erano pimpanti e pieni
di
vita.
<< Lo so...me ne vado >> disse solo per poi
passare a capo
chino accanto al demone che lo fermò prendendogli un polso,
erano fianco a fianco e Crowley gli domandò a bassa voce
<< dimmi perché sei geloso, voglio sentirlo
dalla tua
bocca, voglio che mi dici perché non vuoi che veda altre
persone. >>
Aziraphale rimase in silenzio per qualche momento con il cuore che
tamburellava come un tamburo da parata, le viscere gli si stavano
contorcendo dolorosamente all'idea di confessare quel segreto
così grande che si era tenuto dentro troppo a lungo.
<< Non è che... >>
deglutì riprendendo fiato
<< non è che non voglio che le vedi, io...non
amo l'idea
che tu possa avere altri generi di divertimenti con loro, cose
più intime ecco >> l'ultima parola
uscì come un
sussurro vergognoso ma il demone la udì perfettamente.
<< D'accordo allora cos'è che ameresti?
>>
Di nuovo silenzio prima della risposta, Crowley rimase zitto
senza aspettarsi nulla e certo non si immaginava ciò che
sarebbe
uscito dalle labbra di Aziraphale.
<< Te. E' te che amo, in un modo folle e sconsiderato
probabilmente ma è così, per questo non mi piace
pensarti
vicino ad altri, perché vorrei che stessi vicino in quel
modo
solo a me. >>
<< Prima di risponderti voglio che tu sappia che non ho
mai fatto niente di quello che immagini con nessuno, è vero
che ho dato delle feste, ho frequentato delle persone fuori e nei
locali ma mai più di questo e ora ti spiego il motivo...
>> prese un bel respiro prima di continuare, stava per
confessargli il suo più grande segreto, quello che si era
tenuto dentro da sempre ed era spaventoso ugualmente anche se
Aziraphale lo aveva già fatto per primo, <<
c'è sempre stata solo una persona con cui ho immaginato ogni
giorno della mia vita di fare alcune cose e quello sei tu,
perché angelo mio da quando ti ho visto non ho
più potuto fare a meno di amarti immensamente, e
sì sentimenti e i modi in cui volevo starti vicino sono
cambiati nel corso dei secoli ma il senso è sempre stato
questo. >>
Il cuore dell'angelo si fermò per un attimo, tanta la
sorpresa di scoprire quella che per lui era una novità,
davvero era stato così cieco da non rendersi conto che la
persona che gli era stata accanto da sempre era innamorata di lui?
<< Non lo dici solo per...rendermi felice?
>> domandò facendo uscire il lato di lui
più insicuro, a Crowley non diede fastidio anzi lo fece
sorridere, << no Aziraphale questa è la cosa
più vera che abbia mai detto da quando sono nato.
>>
E quelle parole furono per l'angelo come risvegliarsi da un lungo e
meraviglioso sogno scoprendo che tutto quello che hai visto mentre
dormivi, quei colori e luoghi fantastici erano non solo una fantasia ma
una realtà, sorrise stringendo le labbra sforzandosi di non
piangere, si scostò posandosi di fronte a Crowley e
stringendo le mani tra le sue, poi si alzò in punta di piedi
e chiuse la distanza con un bacio che venne immediatamente ricambiato,
le parole non servivano più, ne avevano già dette
abbastanza e adesso dovevano solo dimostrasi quello che avevano tenuto
chiuso nei loro cuori che fino a quel momento avevano sofferto.
Si guardarono negli occhi che era lucidi di gioia e rispecchiavano la
felicità di entrambi, la gioia di essersi finalmente
ritrovati e che quelle strade su cui camminavano vicini ora potevano
toccarsi e non dividersi più.
<< E così il mio angelo è geloso
>> disse Crowley pizzicandogli allegramente una guancia.
<< Solo un pochino >> rispose Aziraphale
arrossendo, << ma adesso so che non ho nulla da temere
>> disse accarezzandogli le braccia e posando le mani sul
suo petto.
<< Davvero? E chi te lo dice? >>
<< Tu >> rispose l'angelo sicuro di
sé.
<< Ti fidi delle promesse di un demone? >>
<< Mi sono sempre fidato è solo che prima
avevo tanta paura >> confessò, Crowley lo
strinse tra le braccia incredulo di tutto quello che stava accadendo,
poteva davvero toccarlo e accarezzarlo come mai prima aveva fatto
<< e adesso non ne hai più? >>
domandò sembrando un tenero bambino.
<< No >> rispose serio prima di rubargli un
altro bacio << però rimani sempre uno zuccone
>> disse scherzando e allontanandosi divertito,
<< come sarebbe? >> domandò
indignato Crowley e senza perdere tempo lo inseguì,
<< angelo? >>
<< Dimmi caro. >>
<< Che volevi dire con zuccone? >>
<< Se mi prendi te lo spiego. >>
E così iniziarono quel gioco che durò per tutta
la notte probabilmente, finalmente avevano chiarito i loro sentimenti,
probabilmente le ferite che avevano subito non se ne sarebbero andate
via mai del tutto ma ora erano davvero insieme e uniti com'erano
potevano affrontare qualsiasi cosa senza temere davvero niente.
Fine.
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