Eppure... tu, ancora tu.

di Lady Moon
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Vorrei tu fossi in grado di leggere tra le pause dei miei sospiri, Abby.
Ma le cime sono alte e folti gli alberi, non ti vedo, non mi vedi, e delle mie urla non ti raggiunge che un flebile eco.
Sei bella come una pallida e velenosa mattina di autunno.
Mi ricordi il volteggiare delle onde prima della tempesta. Sei ferma lì, Abby, tra lo scontro di nuvole plumbee e l'avanzare di una signorile alba.
Di oro cenere, quello dei tuoi capelli, si veste il mio giorno, quando miracolosamente mi accorgo di essere ancora al mondo, nel suo nitido buio.
Non c'è via d'uscita, sento le campane della sconfitta, di un supplizio. 
Eppure... tu, ancora tu. E io, che inciampo in continuazione nel ricordo del tuo velato sorriso. Nei segni della tua pelle. Nella dolce solitudine dei tuoi occhi. Nel contorno mansueto del tuo seno. Mi costringi, mi costringo a crederti.

Perché mi fai questo, Abby?

- Owen.




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