God Save The Queen
God Save The Queen
Era lì, stoico, in silenzio, in piedi.
Quando lo avevano chiamato alla residenza reale di Balmoral, aveva avuto un brutto presentimento.
Credeva di essere pronto, 96 anni erano tanti per un’umana, ma
una parte di sé, sperava che ce la facesse, che arrivasse almeno
a 100 anni, anche solo per poter fare cifra tonda.
Ma non era stato così, e Sua Maestà la Regina Elisabetta
II si era spenta pacificamente, circondata dall’affetto della
Famiglia Reale, in un anonimo pomeriggio di Settembre.
Inghilterra doveva mostrarsi forte, lui, l’immortale nella
stanza, doveva essere la roccia a cui gli umani si aggrappavano quando
avevano bisogno di certezze, quando si calavano nel buio, avrebbe
pianto in privato, come aveva fatto per Filippo, per Diana, e per tanti
altri umani prima di loro, e come avrebbe fatto molto probabilmente per
tutti coloro che erano nella stanza con lui in quel momento.
Ogni volta che moriva un monarca, la sua visione del mondo si faceva
momentaneamente più cupa, guardava gli umani che lo circondavano
e pensava “per quanto ancora? Per quanto tempo potrò stare
loro accanto, prima che diventino freddi?”
Quanto sarebbe passato prima di piangere Re Charles III?
O William? O George?
Mai abbastanza, questa era la risposta che si dava ogni volta, affezionarsi agli umani era sempre più doloroso.
E suo fratello Scozia gli avrebbe rinfacciato per anni che la Regina fosse morta nel suo territorio, invece che in Inghilterra.
Ma ai suoi fratelli ribelli avrebbe pensato in un secondo momento, era con la Famiglia Reale che doveva stare adesso.
La sera, fu finalmente solo.
Era mentalmente esausto per essersi trattenuto così tanto,
esausto per essere stato la loro roccia, l’essere a cui avevano
guardato tutti in cerca di conforto e tranquillità.
Perché se la Casa Reale era una certezza per il popolo, lui era la certezza per la Casa Reale.
Immortale, eterno, molto probabilmente sarebbe durato più della
Casa Reale stessa, se un giorno il suo popolo avesse deciso di renderlo
una Repubblica.
Anche se, a dirla tutta, “Repubblica di Gran Bretagna e Irlanda
del Nord”, non suonava nemmeno lontanamente bene quanto
“Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord”.
Ma come era capitato a tante Nazioni prima di lui, anche in quel caso
avrebbe solo dovuto sopportare, e andare avanti, come era suo dovere,
il motivo per cui erano stati creati da Dio.
Sospirò, prese una bottiglia di whiskey e se ne versò un
bicchiere quasi pieno, con lo spazio giusto per un po’ di
ghiaccio.
Andò in balcone e si fermò ad osservare il cielo, sorseggiando il pregiato liquore.
Al contrario degli umani, loro erano certi che esistesse un Dio, erano
una Sua creazione in quanto Nazioni, ma nemmeno loro avevano idea di
cose ne fosse delle anime degli esseri umani, una volta che lasciavano
questo mondo.
Le Nazioni finivano in Paradiso, perché la loro sofferenza in Terra era tale che andava pur ricompensata in qualche modo.
Ma gli umani?
Cosa succedeva loro?
Avrebbe rivisto i suoi Re e Regine in paradiso?
Storse la bocca, bevendo un altro sorso.
Diciamoci la verità, la maggior parte dei suoi monarchi non se lo meritava certo il Paradiso.
Nemmeno lui se lo sarebbe meritato in verità, ma se qualcuno
come Impero Romano ci era finito, forse c’era una speranza anche
per l’ex-Impero Britannico, no?
Forse, chissà.
La notizia fece rapidamente il giro del mondo, i leader politici fecero
le loro dichiarazioni ufficiali, e lui ricevette numerose chiamate in
privato dalle altre Nazioni, ma come previsto, non da Scozia e Irlanda
del Nord.
Non poteva biasimarli per nutrire risentimento verso la Casa Reale, non
gliene faceva una colpa, non ci badò, seppellendo tutto in
fondo, come sempre.
Sapeva che sarebbe scoppiato, malamente e impropriamente, restava da
capire chi delle altre Nazioni sarebbe stato ad ascoltarlo questa volta.
-Signor Inghilterra?-
Arthur si girò verso il maggiordomo, vestito anche lui a lutto come da protocollo.
-Sì?-
-Le guardie hanno fermato un ragazzo che voleva intrufolarsi nella
residenza, non è armato e dice di essere gli Stati Uniti
d’America-
Inghilterra sospirò rumorosamente, stropicciandosi gli occhi.
-Quell’idiota…è biondo, occhi azzurri, occhiali e faccia da scemo?-
-Non…non saprei per la faccia da scemo signore, ma il resto della descrizione corrisponde-
Bevve un lungo sorso di whiskey, appoggiando il bicchiere al tavolo.
-Portatelo pure da me, gli farò un bel discorsetto-
Il maggiordomo fece un leggero inchino e si allontanò.
-Quell’idiota…ma che gli è saltato in testa?! Bastava un messaggio così avvertivo le guardie!-
Dopo pochi minuti arrivarono due delle numerose guardie del palazzo,
portavano Alfred piuttosto rudemente tenendolo per un braccio ciascuno.
La parte divertente era che se avesse voluto, con la sua forza
l’americano si sarebbe potuto facilmente sbarazzare di entrambi.
-Si può sapere che ti è saltato in mente?!-
-Volevo farti una sorpresa!-
-Ma sei scemo?! Potevi farti sparare! Hai idea di che livello di sicurezza ci sia qua?!-
-Scusami tanto se volevo essere gentile!-
-Sarei tentato di farti rinchiudere nelle stalle!- scosse la testa,
prendendo un altro sorso di whiskey -andate pure, scusate per il
disturbo-
Le guardie lasciarono Alfred e dopo un breve cenno saluto se ne andarono, chiudendosi la porta alle spalle.
-A quanti bicchieri sei arrivato?-
-Questo è ancora il primo, siediti-
Gli indicò una delle poltroncine del tavolino, e prese un bicchiere anche per lui.
-Piuttosto, come sei arrivato così velocemente? Ci vogliono molte ore di volo da Washington a qui-
-Ero già in Europa…sai…insomma, da Polonia ecco-
Inghilterra annuì, porgendogli il bicchiere pieno e sedendosi a sua volta.
-Dovevi avvertirmi, e se ti avessero sparato? La notizia della morte
della Regina si è diffusa, come si è diffusa la notizia
che molti membri della Famiglia Reale sono qui, le guardie sono in
allerta massima-
-Beh visto che siamo in Scozia non posso certo biasimarli, sarebbe un’occasione d’oro per i fanatici-
Arthur lo guardò torvo, trattenendosi dal gettargli l’alcol ghiacciato in faccia.
-Volevo farti una sorpresa, so qual è la tua stanza in questa
residenza, immaginavo ti saresti messo in terrazza perché ti
metti sempre a guardare il cielo quando sei triste, quindi il piano era
attirare la tua attenzione dal basso o arrampicarmi come Spider Man!-
-Tu…non…ah, ed io che ancora mi stupisco-
Sospirò, rilassandosi sulla poltrona, rigirandosi il bicchiere nella mano.
Alfred sorrise leggermente, prese un sorso di whiskey e si avvicinò a lui, accarezzandogli appena il ginocchio.
-Ma adesso l’eroe è qui, al tuo servizio-
-Tsk-
-Non so cosa si provi a perdere un Re o una Regina, ma so cosa si prova a perdere un umano importante, quindi…sono qui-
-Non…non è la stessa cosa che con gli umani normali sai?
Voglio dire…Churchill, ok? Lui è stato un grande uomo, un
grande politico, non so come avrei fatto senza di lui durante la
Guerra, ma…è diverso sai? Lui non l’ho visto
crescere…Sua Maestà sì-
Emise un lungo sospiro, appoggiando il bicchiere sul tavolo.
-Ai tempi in cui è nata…lei non era nemmeno erede al
trono, George non doveva diventare Re, Edward sarebbe dovuto
diventarlo…ma lei era comunque della Famiglia Reale, e quindi le
sono stato accanto fin dai primi mesi, l’ho vista crescere, le
ho…le ho insegnato a cavalcare, le raccontavo le storie della
buona notte…- le lacrime cominciarono lentamente a scendere sul
suo volto -poi è scoppiata la guerra…sono partito per il
fronte che lei era ancora una bambina, almeno ai miei occhi…sono
tornato, ed era una donna, quasi non la riconobbi quando mi accolse al
porto al mio ritorno…era cresciuta, capisci? Mi ero perso gli
anni di crescita e sviluppo, per colpa di quella dannata
guerra…la mia futura Regina era maturata mentre non c’ero,
costretto a combattere per proteggerla…mi ripromisi che non
sarebbe mai più accaduto, che sarei stato al suo fianco
finché lei avesse avuto fiato in corpo…ma…-
Arthur chiuse gli occhi, strofinandoseli con una mano.
Non voleva piangere, non davanti ad Alfred, non voleva scoppiare in
lacrime, urlare ed essere vulnerabile di fronte proprio a lui, di tutti.
-Quel momento è arrivato troppo in fretta-
L’americano concluse la frase per lui.
Inghilterra si limitò ad annuire, sollevando lo sguardo, gli occhi rossi.
-In fondo, cosa sono per noi 96 anni Alfred? Tu sei giovane, forse non
te ne sei ancora reso conto, ma te lo dico io…niente, 96 anni
per quelli come noi non sono niente! Per lei è stata una vita
intera!-
Si rese conto di stare urlando, le lacrime avevano ricominciato a scendere, ma non riusciva a fermarsi.
-Ho perso Re e Regine per secoli, ma fa ancora male! Dovrei saperlo che
non mi devo affezionare a loro, ma non ci riesco! Come puoi non
affezionarti quando li vedi nascere?! Crescere?! Quando passi i momenti
più importanti al loro fianco?! Io c’ero il giorno della
Sua incoronazione! Io ero lì il giorno del suo matrimonio! Ero
lì il giorno in cui ha partorito Charles! Sono sempre stato
lì, perché esattamente come Philip, quello era il mio
posto! Al fianco di Sua Maestà, Regina del Regno Unito di Gran
Bretagna e Irlanda del Nord! L’ho vista nascere, crescere,
regnare e morire!- ormai stava urlando a squarciagola, per fortuna la
sua stanza era insonorizzata, o avrebbe svegliato tutti -e fa male!
Dopo secoli fa ancora male! Perché non mi sono abituato?!
Perché provo ancora questo dolore lancinante al petto ogni volta
che un mio monarca muore?!-
Alfred non sapeva come rispondere, ma sapeva che non era una risposta ciò di cui Arthur aveva bisogno.
-Perdere i politici, per quanto importanti, non fa così male! Ti
ci abitui! Ma con loro è diverso! Li vedi fin da piccoli, aiuti
a crescerli, fai loro da insegnante, da mentore! Vedi la loro nascita e
la loro morte! Perché dobbiamo essere immortali quando tutti
coloro a cui ci affezioniamo muoiono?! Perché non ho ancora
imparato?! Perché?!-
Era un fiume in piena, non riusciva più a fermarsi,
cominciò a singhiozzare e si rannicchiò sulla sedia,
piangendo a dirotto.
Non doveva finire così, Alfred non avrebbe dovuto vederlo in quel modo.
America si alzò, si avvicinò a lui e lo abbracciò, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.
-Perché non sei cinico quanto vuoi sembrare, e va bene così-
Inghilterra non ci provò nemmeno più a trattenersi,
scoppiò in un pianto disperato, stringendosi
all’americano, che odorava ancora di aereo.
Alfred sorrise dolcemente e lo strinse a sé, come Arthur aveva
fatto a sua volta numerose volte, quando lui era un bambino.
Non voleva aggiungere altro, aveva paura che qualsiasi cosa avesse
detto avrebbe rovinato quel momento di intimità che si era
creato fra di loro, anche lui sapeva fare il serio, a volte, e sapeva
quanto ad Inghilterra costasse farsi vedere in quel modo, specialmente
da lui.
-Dovrei essere abituato…loro muoiono…muoiono sempre…-
Lo strinse a sé fino a quando, stremato dal pianto, non si addormentò fra le sue braccia.
-Gli umani moriranno, ma io ci sarò per sempre, te lo prometto-
Sussurrò Alfred, dandogli un leggero bacio sui capelli.
Lo portò senza sforzo sul letto, si tolse le scarpe e si sdraiò con lui, continuando ad abbracciarlo.
Perché alla fine, gli immortali, possono amarsi solo tra di loro.
Buonasera a tutte!
In passato
scrissi fanfiction sulla morte sia di Elisabetta I che su quella di
Vittoria, ed ho voluto dedicare due righe anche alla morte della
Elisabetta moderna, concedendo un po' di compagnia ad Arthur, non
volevo lasciarlo di nuovo affrontare il lutto da solo.
Non ho
volutamente scritto interazioni con i membri della Famiglia Reale, ed
ho cercato di evitare il più possibile riferimenti politici,
Scozia e Irlanda del Nord erano troppo ovvi ed immediati per esimermi,
ma fare politica del Commonwealth non era il mio obiettivo, e spero si
sia capito.
Ciò che
intendevo fare era concentrarmi più sul lato umano ed emotivo
del loro rapporto, su come Inghilterra si possa sentire alla morte di
colei che, nel bene e nel male, è stata la sua Regina per
più di 70 anni, anche nell'anime/manga del resto, abbiamo avuto
numerose prove di come loro si affezionino agli umani che sono
particolarmente significativi per la loro Storia.
Spero dunque
che questa storia vi sia piaciuta, e che le shipper UsUk abbiano
gradito la piccola parentesi alla fine, chi mi segue in fondo sa che
loro sono la mia OTP.
Recensioni e critiche dette in modo civile sono sempre ben accette, alla prossima!
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