Eclissi

di LordLunaPuff
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E in particolare grazie al prompt di My Pride

La storia è ambientata principalmente subito dopo Torchwood stagione 3 e Doctor Who stagione 4, con flashback durante Torchwood stagione 2 e di poco prima dell'inizio della serie. 

Non ho ascoltato le storie audio quindi i personaggi di Alonso e di Lucia sono per quel che ci viene mostrato dell'uno e accennato dell'altra solo durante le serie televisiva.

 

 

 

Vi era un momento del giorno in cui il sole passava proprio dietro gli asteroidi, in una frammentata eclissi. Capitava ogni volta all'ora dell'aperitivo, o forse era Jack che aveva deciso di consacrare quei momenti ad un drink, seduto su una delle poltroncine proprio davanti alla grande vetrata del ponte principale. Non erano tra le poltrone più comode, quelle della sala ologrammi erano senz'altro meglio, ma preferiva decisamente quello spettacolo reale. Per pochi momenti poteva guardare ad occhio nudo verso il sole, mentre milioni di arcobaleni si rompevano nel pulviscolo.
-Ehi- Alonso aveva allungato una mano per richiamare la sua attenzione, come se temesse che parlare non bastasse a distoglierlo dal gioco di luci fuori dalla base -Sei triste?
-Come?- Jack si era voltato a guardarlo, un poco sorpreso.
-A cosa pensi?
-Ti sembro triste?- Chiese a propria volta il capitano, senza rispondere.
Alonso aveva sorriso: -Forse è solo un'impressione mia, e comunque non devi parlarmene per forza. Ma se ti va io...
Era sempre molto dolce Alonso. Parlava in modo un pochino pomposo a volte, ma era un bravo ragazzo, combattivo, coraggioso e di buon cuore: era chiaro perché fosse piaciuto tanto al Dottore.
-No, è solo che non lo so neanche io- Cercò di tranquillizzarlo, ed era anche la verità.
Alonso annuì e fece un cenno verso la danza di luci: -E' sempre molto commovente...
-Sì, forse è quello.
Lo era?

-A cosa stai pensando?
Ianto lo fissava dalla porta dell'ufficio, con il caffé ancora in mano e il nodo della cravatta che si tese appena mentre deglutiva la propria stessa saliva.
Jack aveva allungato la mano: -Dammi qua.
Ianto si era avvicinato allora, e il capitano aveva afferrato la tazza, nascondendosi dietro di essa.
Il segretario era timido, ma quel timido che non ha paura della propria stessa timidezza e che alla fine si butta sempre, magari con le guance rosse ma senza fermarsi. Mai.
-Puoi dirmi tutto, lo sai!
Jack aveva riso: -Posso o devo?
Ed eccolo lì, quell'arrossire che non basta a fermarlo. Implacabile.
-Io ti dico tutto.

In quel momento uno dei pochi raggi sfuggiti ad una delle pietre sospese nello spazio aveva creato un arco verde intenso proprio in alto a destra della grande vetrata.
Anche Alonso stava guardando fuori adesso. Jack aveva ammirato il suo bel profilo illuminato da quella luce cangiante. Era bello Alonso coperto di arcobaleni. Erano due del resto le cose che servivano per piacere a Jack: essere sexy e avere tutto ciò che serve per poter piacere al Dottore. E lui le aveva entrambe, con quel suo sguardo dolce e l'incedere da soldato, come se fosse sempre in dubbio tra imbracciare un'arma o abbracciare un pupazzo di pezza.
Era uno che poteva vivere nella complessità, che poteva comprenderla. Quindi forse, se vedeva Jack triste, non era solo un abbaglio della luce.
-Stavo pensando che non bisogna regalare terre promesse a chi non le mantiene.
Parole enigmatiche che caddero sotto uno sguardo perplesso: -Che vuoi dire?

Era stato sul tetto di un edificio una notte, una delle molte volte che un qualche amante lo aveva ucciso. Jack faceva uno strano effetto alle persone.
Lui non capiva perché volesse restare sulla Terra in quel tempo.
-Queste persone. Tutta la bellezza che non sai vedere. E' per questo che torno.
Aveva creduto di aver finalmente imparato ad evitare rapporti autodistruttivi, ma si era sbagliato. Anche se non lo avevano più ucciso, era stato lui a... mai apposta, non senza un'ottima ragione almeno, eppure...

-Vuoi un poco d'acqua?
Lucia aveva premuto un pulsante del letto automatizzato per sollevare il lato del cuscino, bevve alcuni sorsi dal bicchiere che Jack le porgeva quindi rimase così. Si arrotolò una ciocca di capelli intorno all'indice.
-Vorrei tingermi- Aveva dopo alcuni momenti -Anche se continuerò a sembrare tua madre comunque, lo so bene.
Jack le aveva rivolto il sorriso migliore che gli riuscisse e le aveva preso una mano tra le sue, portandosela alle labbra in un gesto galante: -Se ti piacciono questi giochi ti posso chiamare mammina Mary, per me va bene amore.
L'ex agente di torchwood, ora sotto protezione come una pensionata qualsiasi, aveva riso: -Sei sempre il solito scemo!
Lui aveva risposto subito, incalzante come in un flirt da primo appuntamento: -E' la tua presenza che mi rincitrullisce.
-Ti prego, mi fanno male le costole se mi fai ridere!
-Non stavo scherzando.
-Magari stai parlando della mia giovane dottoressa? Dell'infermiera bionda? O di quello alto e riccetto?
Lui aveva ghignato: -Hai una infermiera bionda? Davvero? Non l'avevo notato, non riesco a vedere nessun altro quando sei nella stanza.
Lei aveva alzato gli occhi al cielo: -avete già scopato?!
-Mary, ti prego, lo sai che sono un gentiluomo.
-Sei innamorato?
Jack le aveva baciato di nuovo la mano: -Certo che ti amo.
Lucia aveva schioccato la lingua insofferente.
-Dai Jack, sii serio un momento, come ti va la vita? Raccontami qualcosa!
-Lo sai, sto cercando di mettere insieme la mia squadra e questo è tutto. Lavoro lavoro lavoro.
-Figurati... Ti sei già fatto tutti vero?
Jack aveva distolto gli occhi: -Ma no!
Lo sguardo della donna però era implacabile e lo aveva tenuto inchiodato finché lui non aveva detto:
-Ad esempio con l'ultimo assunto, Ianto, non ho fatto niente.
-Non ancora?
-Lu... Mary, dai...
Lei aveva assunto un'espressione più seria, un sorriso pensoso ed enigmatico come quello di una sfinge, a nascondere ogni turbamento: -È solo che non voglio che resti solo.
-Ma che discorsi sono!
-Me lo devi giurare Jack. Non restare solo troppo a lungo.
Lui si era limitato a sbuffare, gli occhi apparentemente interessati ad una qualche luce oltre la finestra.
Dopo un altro po' la voce di lei si era levata di nuovo -Un cantautore delle mie parti cantava "voi che siete uomini, sotto il vento e le vele, non regalate terre promesse a chi non le mantiene".
Il capitano era restato in silenzio, soppesando le parole pensosamente.
Non disse niente, finché lei non parlò ancora.
-Devi giurarmi un'altra cosa.
-Cosa?
-Lo sai cosa- lei aveva allungato una mano a prendergli il mento per costringerlo a guardarla di nuovo -Melissa e il piccolo Steven. Tienili al sicuro Jack.
-Ma certo! Ed è Alice adesso, non Melissa!
-Sì scusa, sono vecchia... comunque...
Lui aveva annuito, con uno sguardo intenso: -Ci sarò sempre per nostra figlia e nostro nipote, è ovvio, te lo giuro.

-Nervoso?
Ianto aveva sorriso: -Forse. E' che... Non sono mai uscito con un uomo prima.
-Allora guarda è molto semplice- gli aveva spiegato Jack -Non mi devi aprire la porta. Offrirò io perché ti ho invitato, e sono il tuo capo. Per il resto non c'è niente di diverso, a parte che io sono fantastico ovviamente- aveva aggiunto con un sorriso smagliante -E per quanto riguarda il dopocena non credo di doverti spiegare niente dopo le ultime volte sulla mia scrivania.
Le labbra di Ianto si erano increspate appena mentre distoglieva gli occhi.
Senza più dire nulla si diressero verso il tavolo che avevano prenotato. Lì si scambiarono qualche parere sul menù e fecero la loro ordinazione, ma poi nell'attesa delle pietanze Ianto tornò a farsi curioso: -E tu, con quanti uomini e donne sei uscito?
-Ma non ne ho idea!- aveva riso Jack.
Le sopracciglia di Ianto si erano sollevate -Non ti ricordi?
-Ma certo che mi ricordo, semplicemente non tengo il conto tipo tacche sulla cintura.
-Ah. Suppongo di no- il segretario aveva scosso le spalle -e quel tipo dell'Agenzia del tempo?
-Cosa?
-Eri innamorato?
-Forse. Molte vite fa.
-E non hai pensato per un momento di voler partire con lui?
Jack era parso sorpreso da quella domanda: -Mi ha ucciso- aveva risposto secco.
Ianto però non era vacillato nel suo guardarlo indagatore: -Però poteva riportarti al tuo tempo.
In quel momento furono interrotti dal provvidenziale arrivo del cameriere con le loro ordinazioni. Non era facile da spiegare che fosse quello il suo tempo adesso e quanto gli fosse prezioso sapere Ianto diverso, che guardandolo negli occhi Jack si sentisse certo che non lo avrebbe mai ucciso.
Solo molto tempo dopo gli avrebbe promesso che non lo avrebbe dimenticato, ma già allora lo sapeva bene.

Lentamente il roteare dell'orbita su cui volteggiava la stazione spaziale fece riapparire uno spicchio di sole e poi un altro e gli arcobaleni iniziarono a sfumare in una più compatta luce bianco-rosata.
Jack fece roteare nel bicchiere quel che restava del suo cocktail, quindi lo avvicinò alle labbra, bevendo l'ultimo sordo. Lo tenne in bocca un attimo prima di ingoiare, socchiudendo gli occhi contro la luce, senza però sottrarre il volto ai raggi. La figura di Alonso ora era sfocata tra le ciglia e il misto di liquori speziati gli scivolò in gola. Gli sarebbe mancato quel gusto, ma aveva ad attenderlo una terra che ormai era divenuta sua, nonostante tutto. Non poteva aspettarsi altrove la sua redenzione.





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