L'Oro del Drago

di _Lightning_
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4. Non è tutto oro quel che luccica (ma a volte sì)

 



«Non è possibile,» ripeté Nathan per la settima volta, marciando avanti e indietro davanti all’ingresso della grotta. «Ci dev’essere un errore.»

«Nate...» lo chiamò Elena, a metà tra l’affranto e il sollevato.

«No, no, non è... non può finire così! Questa è una truffa!»

«Da parte di chi?» inclinò un sopracciglio Elena.

«Da... da parte dell’ufficio del turismo vietnamita! Non lo so!» sbottò Nathan, additando il cartello che indicava l’ingresso a Hang Rồng, la "Grotta del Drago".

Una mezza dozzina di turisti girò la testa verso di loro, incuriosita dai loro schiamazzi, così Elena si decise a trascinare Nathan da parte, appena discosti dal sentiero allegramente percorso dai primi avventori del mattino. Lui non oppose resistenza, anche se gli rimase in viso un cipiglio torvo.

«A te sembra giusto?» le chiese, agitando le mani a dare enfasi a quelle parole.

«No, ma la buona notizia è che non dobbiamo nuotare fino alla costa o procacciarci cibo per giorni. È già una vittoria, no?»

Nathan borbottò qualcosa che non sembrò molto convinto ed Elena colse un "rovinato tutto" in quella sequela di parole.

«Avrei dovuto capirlo,» aggiunse, incrociando le braccia con fare rassegnato. «"Oro del drago"... ovvio, che fosse un tempio buddhista.»

«Magari vale comunque la pensa visitarlo,» scrollò le spalle Elena, accennando alle due mastodontiche statue dell’Illuminato che fiancheggiavano l’ingresso alla caverna sormontate, quasi a sbeffeggiare loro, da un sinuoso drago a fauci spalancate scolpito direttamente nella montagna.

«Magari sì... però ho un’idea migliore,» sorrise d’un tratto lui.

«Cioè?» chiese Elena, sospettosa.

«Vieni,» non rispose lui, offrendole la mano, che lei accettò.

In pochi minuti, la condusse di nuovo al lago, sulle sponde perfettamente circolari che racchiudevano il suo occhio cristallino e rivolto al cielo. Una volta lì, si distanziò da lei di un passo, sotto il suo sguardo incuriosito. Puntò le mani sui fianchi, schiarendosi la voce come se fosse improvvisamente a corto di parole.

«Per una volta, avevi torto,» dichiarò infine, con una nota compiaciuta.

«Ah, sì? Questa è nuova,» rise lei, stupita da quel repentino cambiamento d’umore. «Su cosa, esattamente?»

«Sul fatto che non fosse una “fuga romantica”.»

Elena assottigliò gli occhi, squadrandolo attentamente.

«Tu hai una 
strana idea di romantico.»

«Senti chi parla!» la rimbeccò lui, senza malizia. «E comunque, sto per stupirti.»

Elena non capì subito cosa stesse accadendo, quando Nate poggiò un ginocchio a terra di fronte a lei.

«Nate?» riuscì a dire, col cuore che saltava un battito e decollava.

«Elena Fisher,» replicò lui, d’un tratto serio, ma con gli occhi che ridevano. «Il piano non era esattamente questo e c’è stato qualche... incidente di percorso. Qualche tempesta, qualche notte all’addiaccio e qualche pranzo improvvisato. E non posso prometterti che non sarà sempre così... perché, in realtà, vorrei che fosse 
sempre così, con te. Se lo vorrai,» aggiunse, con un sorriso timido.

Detto questo, con un tremito emozionato delle labbra schiuse la scatolina. Un semplice anello argenteo catturò i raggi del sole. Elena tacque, con la sensazione di galleggiare ancora tra i flutti della baia – salati come il velo che le offuscò gli occhi.

Sorrise, senza riuscire a trattenere una piccola, incredula risata: solo Nathan Drake poteva architettare un piano così folle per chiedere la sua mano.

«Sì,» rispose di getto Elena, senza nemmeno rifletterci, come se quella risposta ce l’avesse avuta incastrata in gola da sempre.

«Sì,» ripeté, quando l’anello le scivolò al dito e si lasciò trascinare da Nathan in un abbraccio, unendo subito le labbra alle sue.

Lui sorrise, con quel raro sorriso privo di malizia che portava una luce più dolce sul suo volto – la stessa luce di quando pensava a una nuova avventura. Si staccò brevemente, guardandola in volto con una scintilla commossa e divertita al contempo:

«Posso fare una battuta sdolcinata su quale sia il vero “oro del drago”?»

«No.» Elena lo baciò. «Non puoi.»

»

 


Note dell’Autrice:

Cari Lettori,
questa mini-storia molto scema è nata in occasione del contest a tema "Shipwreck" indetto da WattpadFanfictionIT ♥

Purtroppo il limite di parole, fissato a 4000, è stato un durissimo scoglio da superare. Mi sarebbero servite 3000 parole solo per spiegare i perché e i percome relativi al tesoro; nella storia trovate solo una piccolissima parte delle ricerche che ho fatto in merito :’)
Sicuramente, una volta finito il contest espanderò la storia, con molti più capitoli e una trama meno affrettata, ma qui volevo che il focus fosse la relazione tra Nathan ed Elena e, visto che non viene mai esplicitato quando si fidanzano, ne ho approfittato.
Spero che la lettura sia stata gradita, lasciate commenti se vi va ♥
Alla prossima,

-Light-





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