Writober, giorno 7: Drunk enough to say I love you?
Ostinazione
I bicchieri vuoti sul tavolo del New Inn aumentano col passare dei minuti.
Hob gesticola mentre racconta: è una cosa che ha iniziato a fare di recente, - deve aver viaggiato molto, nell’ultimo secolo, ed aver fatto suoi usi e costumi dei luoghi che ha visitato – e che lo rende, contro ogni logica, ancora più interessante da ascoltare.
Sogno non se lo spiega come sia possibile, come di quell’uomo non riesca mai a stancarsi.
C’è qualcosa in lui che non sa decifrare. Non capisce quell’ostinazione per la vita da dove arrivi, e soprattutto da dove venga la sua ostinazione verso quell’esperimento: se dalla sua fronte che si arriccia quando sorride, oppure dalla piega indulgente dei suoi occhi quando lo guardano. Sa però che luccicano, ora alla luce dei led come cinquecento anni fa al bagliore delle candele, pieni di entusiasmo, pieni di stupore, pieni di fame: di conoscenza, di esperienza. Semplicemente di vita. Insaziabili.
Sogno scuote la testa, torna al presente. Hob lo sta fissando con un’espressione sibillina, sulle labbra un mezzo sorriso di chi la sa lunga.
“Quanto devo farti ubriacare per sentirmelo dire? Il vero motivo per cui continuiamo ad incontrarci. Per cui ci siamo visti già tre volte questo mese, amico mio.”
Sogno piega le labbra in quella smorfia leggera che solo un visionario come Hob potrebbe chiamare sorriso.
“Mi dispiace dirtelo ma per far ubriacare un Eterno non basterebbero altri mille anni.”
Hob allunga la mano sul tavolo, si ferma a pochi centimetri dalla sua. “Meno male che non ho ancora nessuna intenzione di morire, allora. Significa che ho tutto il tempo per continuare a provarci.”
Quando la smorfia di Sogno raggiunge gli occhi, e le loro dita si intrecciano, Hob ha già la sua risposta.
⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣⍣
Boom baby! Prima settimana di Writober andata senza fallire!
👸🏼
*fine autocelebrazione*
|