Dedico questa storia al
Crowley del mio Aziraphale, Nadia, senza di te non l'avrei scritta,
grazie per avermi ispirata e grazie soprattutto per essere speciale e
dolce, per sclerare con me e per essere nella mia vita. Ti voglio un
mondo di bene, il tuo angioletto.
Sei buono come l'ultimo biscotto inzuppato nel tè
Questa la frase incriminata che tiene Crowley sveglio da giorni ormai,
non che per lui sia un problema, ma aveva creato una buona routine
proprio come Aziraphale aveva fatto con i pasti e questo improvviso
sconvolgimento gli stava creando parecchi fastidi, è
più
irritabile del solito, ansioso all'inverosimile e si lascia andare
più spesso di prima a piccoli dispettucci poco graditi agli
esseri umani.
Certo non si può attribuire a lui tutta la colpa, sfido
chiunque
a vivere sotto lo stesso tetto di un bel principato che non fa altro
che coccolarti, lanciare frecciatine peccaminose, frasi ambigue o
lasciate a metà e che governa il tuo cuore come Poseidone fa
con le onde, a dire il vero quella non è proprio una
novità, il cuore del demone è sempre stato debole
nei
confronti dell'etereo angioletto solo che ora è molto, molto
più morbido, come se la parte demoniaca fosse stata grattata
via.
Non che non fosse più un demone sia chiaro, lo era eccome ma
rimanendo così a contatto con Aziraphale aveva preso certe
abitudini che prima non aveva, per esempio guardare un film romantico
abbracciati sul divano e a volte, pochissime volte commuoversi, oppure
sorridere ai gattini per strada, quando però la tenerezza
diventava troppa si divertiva a far arrabbiare Aziraphale per esempio
le
volte in cui l'angelo gli chiedeva di portargli la colazione a letto,
lui lo faceva ma commentava.
<< Angelo sei un vero despota. >>
E allora Aziraphale diventava rosso in volto, gonfiava le guance e
metteva su un broncio così adorabile da fargli venire le
gambe
molli, in quei casi ci voleva più di una sessione di baci
sul
pancino per fargli passare l'offesa e Crowley si prestava volentieri
dicendo tra un bacio e l'altro << angelo se li avessi
inventati
io i baci saresti stato tu la mia ispirazione, la tua pancia sembra
fatta
apposta per essere baciata >>, quella frase lo faceva
cedere ogni
volta << oh Crowley...sei assolutamente perdonato
>> e lo
guardava con quegli occhi più belli del mondo.
Ma torniamo al presente, al demone e il suo problema, ovviamente la
causa era l'angelo che aveva pronunciato quella frase un giorno, dal
nulla, come se fosse stato sovrappensiero e poi lo aveva baciato
lasciandolo lì ad interpellarsi su che cavolo volesse dire.
Il punto è che tutt'ora non sa se deve prenderla bene o
male, se
era un complimento o un insulto velato riferito a qualcosa che aveva
fatto e di cui non si era nemmeno reso conto, per questo ora si trova
in cucina, seduto sul tavolino di legno con di fronte una tazza di
tè fumante e una scatola di biscotti.
Sia chiaro lui odia quella bevanda, gli sembra inutile sprecare spazio
nello stomaco per una cosa così insulsa e priva di sapore,
ma
per il bene della sua sanità mentale deve scoprire il
significato di quella frase e deve farlo prima che il suo angelo bello
del paradiso torni se non vuole finire nel girone dell'inferno di
quelli che comprano scatole di biscotti e non le condividono.
Il demone la condividerebbe volentieri, anzi gliela lascerebbe proprio
tutta ma in questo caso serve per dimostrare qualcosa, non sa bene cosa
ma spera di scoprirlo, così biscotto dopo biscotto, smorfia
dopo
smorfia arriva finalmente all'ultimo pezzettino di pasta frolla.
Crowley lo guarda e quelle due goccine di cioccolato sembrano formare
due occhietti che lo guardano a loro volta, è inquietante ma
non
può farsi intenerire da uno stupido biscottino per giunta
nemmeno di quelli così speciali, lo prende tra le dita, se
lo
rigira e dice << che avrai mai di così
speciale? >>
poi lo inzuppa e lo mangia.
Si lecca le labbra, lo assapora, passa la lingua tra i denti e beve
l'ultimo sorso di tè con aria solenne in attesa
dell'illuminazione, ma
niente l'ultimo biscotto aveva il gusto di tutti i precedenti che ha
mangiato, niente di speciale, niente di più e lui si ritrova
nuovamente al punto di partenza, considerando che sicuramente con
quella frase Aziraphale non si riferisse davvero all'ultimo biscotto.
Frustrato fa sparire tutto e attende pazientemente il ritorno del suo
tormento più bello.
E' dopo cena che le cose sembrano smuoversi un po'.
<< Caro che ti prende? Sono giorni che ti vedo distante,
sembri
addirittura nervoso, non è che ce l'hai con me per caso?
>>
Crowley accavalla le gambe e incrocia le braccia.
<< Ma no figurati perché dovrei?
>>
<< Non saprei, nemmeno ti sei reso conto che ho tagliato
i capelli. >>
Il demone volta il viso come attratto da una calamita, i sensi di
allarme si accendono contemporaneamente, una risposta sbagliata e non
solo finirà in bianco per una settimana intera ma
dovrà
convivere con un angelo ferito e con il muso da cagnolino dimenticato
fuori casa in un giorno di pioggia.
Deglutisce, il pomo d'Adamo si muove su e giù, non vede
davvero nulla di diverso nei suoi capelli.
<< A-angelo...forse sarà la luce, o io che
sono un po'
stanco ma i tuoi capelli mi sembrano esattamente uguali a quando sei
andato via questa mattina. >>
<< Ma non vedi che ne manca un pezzo? Tanto
così >>
e mostra unendo pollice e indice una misura equivalente alle dimensioni
di una formica.
<< Oh! Oh sì certo che sciocco, adesso che ti
guardo bene lo vedo. >>
E come per miracolo il volto di Aziraphale si illumina nemmeno fosse
fatto di sole, accende quel sorriso meraviglioso, luminoso come le
stelle e il cuore di Crowley come sempre perde un battito di fronte a
quella meraviglia.
<< Davvero? >> domanda e come ogni volta
quando si tratta
di lui gli brilla la voce, così meravigliata che sembra
fatta di
tanti piccoli brillantini che tintinnano tra loro, è un
suono
che il demone non riesce a definire, l'unica parola che gli viene
è ineffabile, come quella volta che si è
presentato nella
bastiglia per salvarlo dalla ghigliottina, ricorda il suo tono quando
ha
esclamato "Crowley!", è un suono che non potrà
mai
dimenticare, se lo avessero sentito quelli delle loro ex fazioni
avrebbero sicuramente capito tutto.
Avrebbe tanto voluto vedere l'espressione accompagnata a quella
musicale tonalità, ancora oggi di tanto in tanto sogna di
trovarsi davanti a lui invece che dietro e quando si sveglia ha il
bisogno viscerale di baciare il suo angelo perché non sa
come
farebbe se non gli fosse accanto.
<< S-sì ovviamente, sei bellissimo Aziraphale
e questo non ha nulla a che vedere con i tuoi capelli. >>
Il cuore dell'angelo fa una capriola e le sue paffute guance si
colorano di un rosso fragola, Crowley deve trattenere l'istinto di
morderle ma al suo posto si sporge in avanti lasciandogli un dolce
bacio, solo che Aziraphale è pur sempre un principato e se
questo non bastasse ha alle spalle seimila anni di vita in compagnia di
quel demone che sicuramente gli nasconde qualcosa, così a
malincuore si stacca da quel contatto così piacevole.
<< Allora me lo dici che cos hai? E non dire niente.
>>
<< Niente. >>
L'angelo alza gli occhi al cielo.
<< Crowley... >>
<< Seriamente angelo io sto divinamente. >>
<< Hai detto davvero divinamente? >> gli
domanda sollevando le sopracciglia bionde.
<< Tu ti fissi troppo sulle parole >>
borbotta incrociando
le braccia, "senti da che pulpito" dice una vocina dentro di lui, ma lo
stress degli ultimi giorni non tarda a farsi sentire e così
le
risponde, ad alta voce.
<< Chiudi la bocca! >>
Ovviamente Aziraphale sgrana gli occhi e lo guarda confuso.
<< Ma non ho detto niente. Perché mi parli
così? >>
Crowley va in panico, tutta quella situazione gli sta sfuggendo di mano.
<< Maledizione >> impreca dannando la sua
stupida linguaccia.
<< Angelo scusa non parlavo con te. >>
<< Allora con chi parlavi si può sapere?
>>
Oh no quel tono lo conosce bene
<< I-io...con...con nessuno >> risponde
titubante ma sa che il suo compagno non se lo berrà mai.
<< Crowley mi hai stufato, me ne vado a raccontare una
storia
alle tue piante, almeno loro sono più loquaci di te!
>>
sbotta alzandosi,
prende una sedia e la mette al centro della stanza, quello ormai
è diventato il suo modo per sbollire la rabbia quando
discutono,
ovviamente da bravo angelo non si dedica a loro solo nei momenti di
nervosismo, ci ha messo un po' a convincere il demone a lasciarlo fare
ma poi è riuscito a convincerlo e le piantine sono meno
terrorizzate di quando sono arrivate.
Crowley ovviamente lo segue, rimane dietro alla porta ad ascoltare la
voce soave dell'angelo del suo cuore raccontare quella strana favola,
non era abituato a quel genere di racconti, alcuni erano molto sciocchi
secondo lui ma con il tempo ha imparato ad apprezzarli, anche se dentro
di sé è convinto che se le leggesse qualcun altro
non gli
piacerebbero così tanto, poi però la fiaba si
interrompe
e un sospiro prende il posto delle parole.
<< Scusate piantine ma non riesco a concentrarmi,
è che
non capisco che cosa prende a Crowley, è così
strano e
non vuole parlarmi e...credete voglia lasciarmi? >>
Le piante non sanno cosa rispondere, per loro è
più
semplice e non ne sanno molto di sentimenti umani o ultraterreni che
siano, quello che però subisce una stilettata in pieno petto
è proprio il demone che non si era nemmeno reso conto di
essersi
allontanato a tal punto, non può rimanere indifferente di
fronte
alle paure di Aziraphale così entra nella stanza, si piazza
davanti a lui chinandosi, gli prende il viso tra le mani e lo bacia.
E' un bacio tenero ma profondo, delineato da movimenti lenti e studiati
per far sentire con i movimenti di labbra e lingua tutto l'amore che
prova per lui, Aziraphale mugola piacevolmente stupito sentendo il
petto che si riscalda e il bacino che formicola impaziente, quando si
staccano hanno entrambi le labbra rosse e avide di altri baci ma
Crowley deve dire una cosa prima.
<< Angelo io ti amo, il mio amore per te supera quello
per la mia Bentley. >>
Aziraphale sussulta sorpreso.
<< Mi ami più della tua macchina?
>>
<< Ti amo più di qualsiasi cosa ci sia in
questo mondo e nell'universo intero. >>
L'angelo sorride con le guance colorate di un tenue rosso, accarezza il
viso di quello che è il suo amore pazzo e folle.
<< Io rinuncerei all'ultimo boccone di sushi per te, ma
solo se posso avere la bocca piena di altro. >>
Crowley sogghigna aiutandolo ad alzarsi.
<< E di che cosa sporcaccione? >>
Aziraphale realizza l'ambiguità della sua frase, poi si
acciglia fingendosi indignato.
<< Delle tue labbra idiota >> risponde
sbuffando.
<< Ahh adesso lo chiamiamo così eh.
>>
<< Crowley se non la smetti ti faccio sparire quel
sorrisetto
dalla faccia >> lo supera uscendo dalla stanza, non
è il
caso che le piantine assistano a quegli scambi, anche se ha rinunciato
alla sua fazione rimane pur sempre un angelo e non può farsi
vedere così peccaminoso.
Il demone riprende a baciarlo facendolo finire con la schiena contro il
muro, non solo le labbra sono oggetto del suo desiderio ma anche quel
collo etereo che Aziraphale piega in maniera così sublime
lasciandogli spazio.
<< C-Cro... >>
<< Dimmi angelo >> sussurra sulla sua pelle
facendolo rabbrividire.
<< Mi sento strano. >>
Crowley solleva il viso e incontra quegli occhi celesti inebriati di
piacere.
<< Non sei strano >> dice baciandogli
nuovamente il collo, << sei solo eccitato.
>>
Aziraphale mugola arrossendo.
<< Non dire quella parola, mi metti in imbarazzo.
>>
Crowley sorride rimanendo a pochi centimetri di distanza da
quell'invitante pelle arrossata, con le mani cerca quelle dell'altro e
le trova stringendole nelle sue.
<< Il mio piccolo e pudico angioletto. >>
Lo morde piano spingendo il bacino contro il suo.
<< Oh dio! >> esclama Aziraphale tappandosi
il secondo dopo
la bocca, Crowley alza nuovamente il viso non potendo credere alle sue
orecchie.
<< Senti senti quello che si imbarazza...non avete una
regola lassù riguardo al non nominare...- >>
<< Dio Crowley cuciti la bocca... >> poi
realizza <<
oh no l'ho fatto di nuovo >> mugola tappandosi le labbra,
il
demone ridacchia e gli prende la mano baciandogliela dolcemente.
<< Non credo si arrabbierà sai o lo avrebbe
già fatto. >>
<< E tu come lo sai? >> domanda Aziraphale
guardandolo con quegli occhioni da cucciolo.
<< Perché non è la prima volta che
lo dici quando noi...- >>
<< Cosa!? >> domanda sconvolto diventando
completamente rosso fino alla punta delle orecchie.
<< Ma tranquillo lo dici senza rendertene conto, nel
momento in cui ti lasci andare completamente. >>
<< Oh Crowley perché non mi tappi la bocca in
quei momenti? >>
Il demone ride e poi lo guarda con una dolcezza unica.
<< Perché mi piace sentire la tua voce
>> risponde con gli occhi gialli che si illuminano di una
luce dorata.
<< Chissà quante altre cose mi vengono
fuori... >>
quella frase è ironica ma il suo fidanzato lo guarda in modo
strano.
<< Crowley? >>
<< Bé sei molto colorito nell'uso delle
imprecazioni. >>
<< Oh santo cielo... >> mugugna arrossendo.
Di nuovo il demone gli prende il viso e lo guarda sorridendo.
<< Veramente io lo trovo estremamente
eccitante. >>
<< Lo dici solo per farmi contento >>
mugugna facendo contorcere le viscere di Crowley.
<< Angelo se vuoi ti do una dimostrazione esplicita di
quanto mi
faccia piacere sentire le imprecazioni da questa boccuccia immacolata.
>>
A quel punto Aziraphale non ce la fa più, è
troppo.
<< Ti prego andiamo in camera >> mugola
prendendolo per
mano e il demone sorride divertito e follemente innamorato di quella
creatura così unica.
La mattina li ritrova abbracciati, con un'espressione pacifica e
soddisfatta sui loro volti, è stato tutto talmente bello che
Crowley ha dimenticato persino i suoi pensieri, si sveglia con un
sonoro sbadiglio e la prima cosa che vede sono quei riccioli biondi che
ama tanto, come ogni mattina sorride e ringrazia il cielo o meglio Dio
per aver dato vita a quel meraviglioso angelo e per averli messi sulla
stessa strada, non lo abbandonerebbe mai, nemmeno se dovessero
eleggerlo capo dell'inferno lascerebbe il suo posto accanto al suo
biondo principato.
<< Crowley? >>
Quanto ama la sua voce impastata dal sonno.
<< Dimmi angelo. >>
Aziraphale sbadiglia, si stiracchia, si stropiccia gli occhi e
finalmente li apre avvicinandosi e stringendo il petto del suo
fidanzato.
<< Stavo pensando a una cosa. >>
<< Ma se dormivi >> ridacchia il demone
accarezzandogli una spalla.
<< Non dormivo affatto, è solo che mi piace
sentirti respirare vicino a me. >>
Bene. Che il signore lo prenda pure perché non gli
è
rimasto un briciolo di fiato in corpo, se dovesse veramente morire
è quella l'ultima frase che vorrebbe sentire prima di
andarsene,
è sicuro che il suo corpo stia per sciogliersi o
scorporarsi,
come può Aziraphale pensare di dire certe frasi senza
ritrovarsi
ricoperto di baci.
<< A...A c-cosa stavi pensando? >> meglio
cambiare discorso se non vuole morire per autocombustione.
<< Gli umani festeggiano il compleanno celebrando il
giorno in
cui sono venuti al mondo, in un certo senso anche noi siamo nati e
penso sarebbe carino festeggiare, e non lo dico solo perché
durante i festeggiamenti si mangiano un sacco di dolci, mi piacerebbe
sul serio. >>
<< Ma Aziraphale quando noi siamo stati creati non
esisteva il
tempo, mi sembra impossibile identificare una data esatta.
>>
<< Lo so caro però potremmo sceglierne una
simbolica. >>
<< Mmm non hai tutti i torti >> risponde
Crowley giocando con i suoi capelli.
<< Ne hai in mente una? >> domanda poi.
<< Mmm il sei dicembre. >>
<< Perché proprio quella? >>
Aziraphale si rigira sulla pancia e lo guarda negli occhi.
<< E' la data del nostro primo accordo. >>
Crowley invece sgrana i suoi.
<< T-Te lo ricordi... >>
<< Certo caro, ricordo l'orario e anche che tempo faceva,
persino
ciò che ho mangiato. Bé a dire il vero la sera
non sono
riuscito a mettere in bocca niente perché ero nervoso e
agitato,
ma a mezzo giorno sì. >>
Il viso del demone improvvisamente si adombra.
<< Che ti succede? >>
<< Niente è che...io non ricordo tutti questi
dettagli. >>
Aziraphale sorride, si avvicina a lui prendendolo tra le braccia, poi
con una mano gli fa voltare il viso verso di lui e gli bacia le
palpebre, la fronte e poi le labbra, Crowley è confuso, si
sente
in colpa ma si chiede anche perché il suo angelo non si sia
ancora arrabbiato.
<< Gli angeli hanno una buona memoria >>
risponde serafico
tentando di rassicurarlo ma dalle labbra dell'altro esce solo un
pesante sospiro.
<< Aziraphale non...- >>
<< Quello che voglio dire è che l'amore non si
misura in
date, mi hai hai sempre dimostrato il tuo amore e io sono stato cieco,
adesso
finalmente ho aperto gli occhi e lo vedo ogni giorno. Mio
caro io non ho bisogno tu ti ricordi di niente, non sei scappato su
Alpha Centaury solo perché io...perché credevi mi
avessero eliminato. Pensi che non valga niente per me? >>
Crowley trema tra le sue braccia, si lecca le labbra e dopo un paio di
tentativi riesce a parlare.
<< Quindi non sei arrabbiato. >>
<< No sciocco >> risponde l'angelo
ridacchiando posandogli un bacio tra i capelli.
<< Però mi piacerebbe tanto ricevere la
colazione a letto. >>
<< Despota >> sussurra divertito Crowley
sulle labbra
eteree del suo fidanzato che gli lascia un soffice pizzicotto sul
braccio.
<< Sai cosa ti aspetta dopo >> dice il
principato e non è una domanda, Crowley si alza e gli fa
l'occhiolino.
<< Oh sì >> risponde e non vede
l'ora di affondare le labbra in quel morbido pancino.
La data scelta si avvicina e a dire il vero Aziraphale quando l'aveva
decisa non si era reso conto che sarebbe arrivata in un baleno, ma poco
importa ha giusto il tempo per scegliere un regalo e preparare tutto,
solo che deve trovare un modo per allontanare il suo demone, ma per
caso o volere divino è proprio lui che di buon mattino
decide di
uscire.
L'angelo sta beatamente sorseggiando il suo tè
accompagnandolo
con deliziosi biscottini alla cannella, seduto al suo tavolino
preferito quando un frettoloso demone si precipita giù dalle
scale, Aziraphale punta lo
sguardo sul suo fidanzato in attesa di spiegazioni.
<< Aziraphale devo assolutamente uscire. >>
<< Oh, d'accordo caro, mettici pure tutto il tempo che
vuoi
>> dice cercando di rimanere criptico, fortunatamente
Crowley
è troppo preso dai suoi affari per notare quell'ambigua
frase.
<< Vuoi un biscotto prima di uscire? >>
<< Oh no, ma voglio te >> sussurra con voce
roca e con un
sorrisetto malizioso facendo arrossire il povero angelo che ringrazia
di non aver avuto niente in bocca o si sarebbe certamente soffocato.
<< Ci vediamo dopo allora >> dice Crowley.
<< S-sì >> balbetta Aziraphale.
<< Ciao angelo mio. >>
<< A presto mio ca...- >> Crowley si china
lasciandogli un
soffice bacio sulle labbra, di sorpresa, il cuore dell'angelo scoppia
ma non fa in tempo a chiudere gli occhi che il demone è
già fuori casa, si sfiora le labbra sentendole ancora
pizzicare,
le chiude poi ci passa sopra la lingua sentendo il sapore di
tè,
biscotti e Aziraphale, spera che non se ne vada mai.
Aziraphale invece è rimasto con il biscotto a mezz'aria, le
labbra ancora socchiuse e le guance rosse e calde, il calore si espande
al petto scaldandolo dall'interno, spera che il suo demone torni presto
perché ha molta voglia di baciarlo a sua volta e non
staccarsi
più da lui.
Il telefono della libreria squilla dopo qualche ora.
<< Libreria di...- >>
<< Angelo sono io. >>
<< Crowley! Stai tornando a casa? >>
<< Veramente no, vorrei mi raggiungessi tu a palco
musicale. >>
Il cuore di Aziraphale si contrae, l'ultima volta che erano stati
lì avevano litigato.
<< Al...al palco? Perché? >>
<< Tu vieni e basta >> e attacca.
L'angelo rimane qualche istante con la cornetta in mano, la
preoccupazione inizia a salire e pensieri brutti prendono il posto
dell'allegria che aveva poco prima, teme voglia dirgli una cosa
importante riguardante loro due e in specifico la loro relazione, e se
non se la sentisse più di andare avanti? Oppure se fossero
tornate le loro fazioni a minacciarli?
Con un groppo in gola si dirige verso il luogo prestabilito, ma prima
di
arrivare incontra proprio il suo fidanzato che però gli
impedisce di parlare e gli lega persino una benda sugli occhi.
<< C-row...- >>
<< Shh angelo vieni con me >> lo prende per
mano facendolo
camminare e poi si fermano, Crowley slega il nodo, la benda scivola e
Aziraphale non può credere ai suoi occhi, il palco addobbato
con
nastri e palloncini, bianchi, neri e celesti.
<< Ma...ma io non capisco. >>
<< Buon compleanno angelo >> e gli da un
bacio sulla guancia.
I nodi di poco prima si sciolgono, la paura scompare facendo rimanere
solo il suo petto avvolto da quel calore speciale che solo Crowley
è in grado di fargli provare, gli occhi di Aziraphale
brillano,
luccicano più dei raggi del sole che si riflettono in uno
specchio d'acqua.
<< Oh caro io...io non so come...mi hai lasciato senza
parole. >>
Crowley ridacchia << allora ho proprio fatto un miracolo.
>>
Anche l'angelo ride prima di girarsi e tirarlo a sé per un
bacio
caldo e umido, il demone gli accarezza i fianchi, ma poi capiscono
entrambi di doversi staccare prima di finire a spogliarsi lì
davanti alle persone che passano.
<< Allora tagliamo questa torta? >>
<< Hai fatto anche la torta? >> trilla
Aziraphale con già il pancino che brontola.
<< Che razza di compleanno sarebbe senza una torta?
>>
Mangiano, bevono, ridono e si baciano, poi ballano un lento proprio al
centro del palco incredibilmente senza pestarsi i piedi, nei loro
sguardi tutto l'amore e devozione che hanno l'uno per l'altro,
è
l'angelo a rompere il silenzio.
<< Perché hai scelto proprio questo posto?
>>
<< Perché ci eravamo lasciati con un litigio,
e tutte le
volte che ci passavo accanto provavo una sensazione orribile,
così adesso l'ultima volta che ci siamo stati possiamo
ricordarla con piacere e questo posto sarà legato al tuo
primo
compleanno. >>
Aziraphale ridacchia un po', poi sposta lo sguardo e accarezza la
spalla di Crowley.
<< Per avere seimila anni direi che sono abbastanza
giovane. >>
Il demone ride e poi lo bacia, non si stancherà mai di farlo.
<< Prima di oggi evitavo di passare da qui, non volevo
ripensare
a ciò che era successo ma adesso grazie a te non
avrò
più alcun timore, perciò ti ringrazio e non solo
per
questo ma per non esserti mai arreso con me. >>
Le guance di Crowley diventano rosse, sorride imbarazzato e il suo
cuore accelera.
<< Se lo avessi fatto mi sarei dannato per
l'eternità
>> risponde, si guardano in modo languido e tutta
quell'emozione diventa troppa da sopportare senza versare una lacrima,
così si distacca un po' balbettando qualcosa.
<< Uhm...è il momento del regalo
>> si allontana a
prendere un pacchettino, Aziraphale sorride, gli dice che non ce n'era
bisogno, ha già fatto tanto per lui ma il demone insiste e
allora lo apre, solleva il coperchio di una scatolina blu e trova
dentro un
bellissimo papillon, sempre di tartan ma dalle sfumature più
celesti.
<< Crowley è bellissimo. >>
<< Ti piace? >>
<< Certo che sì. >>
<< Meno male, temevo fossi troppo affezionato al tuo.
>>
<< L'unico a cui sono affezionato sei tu mio demone
>> e lo bacia facendogli scoppiare il cuore.
<< Mi aiuti a metterlo? >>
E Crowley lo aiuta con le dita che tremano appena.
Aziraphale poi schiocca le sue dietro la schiena e fa comparire un
pacchettino, Crowley lo guarda con aria interrogativa.
<< E' anche il tuo di compleanno, e a casa avevo
preparato una
bella festa ma tu mi hai anticipato, continueremo i festeggiamenti
lì ma questo volevo dartelo adesso così il nostro
bel
ricordo sarà completo. >>
Crowley lo prende, è il primo regalo che riceve in seimila
anni,
è strano ma gli da una bella sensazione, lo apre e non crede
ai
suoi occhi, una Bentley in miniatura uguale identica alla sua.
<< Così potrai guardarla anche quando sei
dentro casa. >>
Il demone è senza parole, guarda lui poi il modellino, sta
per
piangere lo sente, ma Aziraphale non gli ha ancora dato il colpo di
grazia.
<< Suona anche le canzoni dei Queen se glielo chiedi
>> spiega sorridendo e il cuore di Crowley si ferma.
<< Caro? >>
<< ... >>
<< Crowley stai bene? >>
<< Angelo... >>
<< Sì? >>
<< Vaffanculo. >>
<< Cosa? Ma perché >> corruga le
sopracciglia bionde
confuso, ma Crowley si butta fra le sue braccia stringendolo forte e
iniziando a piangere cercando però di fare meno rumore
possibile.
<< Ti amo cazzo, stupido, adorabile che non sei altro.
>>
<< Oh Crowley >> gli accarezza la schiena
sorridendo, poi
gli prende il viso tra le mani, asciuga con i pollici le lacrime e lo
bacia.
<< Ti amo anche io. >>
Si sorridono.
Più tardi mentre si incamminano verso casa tenendosi per
mano il
demone capisce che quello è il momento giusto, sa che
Aziraphale
lo ama e non lo farebbe mai sentire uno stupido, finalmente lo ha
capito sul serio.
<< Angelo? >>
<< Dimmi caro. >>
<< Quella frase che hai detto...che io sono buono come
l'ultimo
biscotto inzuppato nel tè, che cosa voleva dire?
>>
domanda con le guance rosse e il cuore a mille.
Aziraphale sorride, poi si ferma e lo guarda.
<< Era questo che ti rendeva nervoso? >>
Crowley annuisce.
L'angelo vorrebbe dirgli che se glielo avesse domandato prima si
sarebbe risparmiato parecchia ansia ma non lo fa, rispetta i suoi tempi
e apprezza che sia riuscito a esternare ciò che lo turbava.
<< Significa semplicemente che ti amo, che non sei solo
unico ma
speciale, sei ciò che da sapore alla mia vita e non ti
baratterei con niente. >>
Il demone rimane qualche istante in silenzio tentando di ragionare.
<< Oh. Ma il biscotto cosa c'entra? >>
domanda grattandosi la nuca, Aziraphale ride e lo guarda dolcemente.
<< Lo sanno tutti che l'ultimo boccone è il
più buono. >>
<< Forssse lo sai solo tu angioletto. >>
<< Tu non mangi, non puoi saperlo >> dice
serafico Aziraphale sbattendo le palpebre.
<< Ho fatto i miei esperimenti sai >>
risponde Crowley.
<< Ah sì? Bé a dire il vero anche
io ho qualcosa da
sperimentare >> lo guarda ammiccando, e il demone si
domanda come
faccia quell'angioletto così candido a sembrare
così
lascivo, nemmeno fosse il tentatore numero uno.
<< Angelo sai che sei diabolico >> balbetta
accaldato.
Aziraphale abbassa le palpebre, si avvicina e lo tira dalla cravatta,
sussurra poi sulle sue labbra << e non hai ancora visto
niente.
>>
A quel punto Crowley ha molta fretta di tornare a casa, senza dire
niente lo prende per mano e inizia a correre con Aziraphale dietro che
ridacchia, probabilmente addobbare casa non era necessario visto che
sicuramente il resto dei festeggiamenti continueranno in camera da
letto.
Fine.
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