Settembre
era alle porte. L’estate, unica in tutto il suo
splendore, stava passando rapida come una folata di vento. Sarah
Gilmore spostò
una ciocca di capelli neri che ricadeva prepotentemente sul suo viso
leggermente
abbronzato. Gli occhi cerulei erano rivolti al cielo, contemplando i
gabbiani
che si libravano in volo e, che ogni tanto, toccavano la liscia
superficie del
mare cristallino.
Lì,
a piedi nudi, con un vestitino svolazzante che le
arrivava fino al ginocchio, camminava accanto a Fred Weasley, il
suo migliore
amico, il quale aveva messo una mano dentro la tasca dei
pantaloni ed
osservava silenziosamente il mare.
Tra
due giorni sarebbe iniziato il sesto anno ad Hogwarts e
Sarah era meno entusiasta del solito.
Primo,
perché non sarebbe stato lo stesso senza la presenza
di Fred; secondo, perché incominciava a stufarsi dello
studio e preferiva
dedicarsi a cose nettamente più importanti.
Mentre
camminavano, volse uno sguardo al ragazzo che non si
decideva ad aprir bocca.
Capiva
il suo stato d’ animo. Non poteva certo pretendere tutta
la sua benevolenza, a quel punto. Se la loro piccola relazione era nata
per
sbaglio, l’anno prima, adesso era finita così come
era incominciata.
Per
Sarah, Fred era un ragazzo speciale, un
confidente, qualcuno a cui aggrapparsi nel momento del bisogno. Non
riusciva a
considerarlo solo un amico dopo tutto
quello che c’era stato tra di
loro, ma l’affetto che provava per lui era solo una dannata
attrazione.
Un’attrazione alla quale aveva voluto mettere la parola
“fine”, dopo tanto
tempo. L’amore era ben altro, si
diceva. Non poteva far soffrire
Fred, e neanche sé stessa. Quindi, eccola lì a
passeggiare sulla candida
sabbia. Insieme a lui, naturalmente.
Un
po’ incoerente, eh? No, lei non aveva mai detto di voler
troncare ogni rapporto.
Per
lei, Fred era più importante di chiunque altro. Anche se
adesso non stavano più insieme.
Si
stiracchiò le braccia e volse uno sguardo malinconico al
cielo, che non era particolarmente bello. Qualche nube si espandeva
verso
destra, e le giornate di quel genere facevano imbronciare la ragazza
come una
minestra a colazione. Odiava la minestra.
Decisa
ad aprire un dialogo accettabile, o qualcosa che
potesse distrarla dai suoi noiosi pensieri, mise un braccio attorno a
quello di
Fred che si destò dalle sue riflessioni.
Benissimo,
venne
da pensare al ragazzo, una cosa è
venire
a passeggiare con lei sulla spiaggia, con quest’ atmosfera da
far cariare i
denti. Un’ altra, è trovarmela agguantata al
braccio.
Lei
gli sorrise.
«A
che pensi?»
Fred
si schiarì la voce. Era palese che pensava a lei.
Pensava a lei da quando si erano lasciati, e diamine, stava diventando
un punto
troppo fisso.
«A
nulla» rispose, semplicemente «E tu come la metti?
La
scuola e tutto il resto»
«Bah,
come al solito odio studiare ma devo farlo» fece lei
con una smorfia «Beato te che hai concluso!»
«Attenzione,
senza prendere il diploma!» venne da
sogghignare al Weasley «Sarebbe la stessa cosa per una
Gilmore come te?»
Sarah
alzò gli occhi al cielo. Non le era mai andato
giù che
sia Fred che George non avessero portato a casa i loro M.A.G.O come
tutti gli
altri. Fred era un ragazzo intelligente, un ragazzo dotato di molte
qualità.
Perché non doveva applicarsi in qualcosa al di fuori dei
suoi scherzi?
«Lo
sai che non mi è mai piaciuto il vostro comportamento da
immaturi» sbottò «Tu e tuo fratello
siete incorreggibili. Se fossi in Molly, vi
sbatterei fuori casa!»
Al
ragazzo venne da ridere. Sarah non tollerava certe cose,
era fatta così.
«Infatti
ce ne andremo noi a breve. Non mi va di vivere in
quella casupola con mamma che strafà per tutti e che ci
tratta ancora come dei
bambini!»
«Non
scapperete di casa, spero!»
«No,»
rise Fred, sbattendo la testa «ma ho voglia di
crescere»
Fu
forse quell’ ultima frase che degenerò
malsanamente l’umore
nero di Sarah. Lei non voleva crescere troppo in fretta. Aveva paura di
non
godersi la vita e di bruciare velocemente le tappe.
«Davvero?»
chiese, guardandolo nelle sue iridi azzurre.
Fred
la guardò a sua volta, fin quando non fu distratto dal
verso dei gabbiani. Alzò la testa al cielo, osservandone
ogni movimento.
«Sono
così liberi» disse la ragazza, imitandolo.
«Anche
io voglio essere libero»
Sarah
abbassò di colpo la testa.
«Perché
dici così?» chiese, mordendosi il labbro.
«Te
l’ho detto, voglio crescere» ribadì lui
«Tu non vuoi?»
«Non
ci tengo!» sbottò contrariata «Non
è una cosa che
rientra nelle mie aspettative. Tu piuttosto, perché te la
prendi tanto a
cuore?»
Fred
sospirò. Era da lei irritarsi per qualsiasi cosa che
non le andava a genio. Non capiva che crescere significava
lasciarsi tutto alle spalle, costruirsi un futuro e maturare.
Forse
Sarah non se ne accorgeva, ma lui si sentiva molto
cambiato. Non aveva più quella gran voglia di giocare.
Non aveva
più tutto quello sfizio di restarsene con le mani in mano.
Voleva
solo cambiare vita, ricominciare. Chiedeva
troppo?
«Lo
si fa, prima o poi» disse «Potrebbe succedere
qualcosa
che cambierà completamente la tua vita e crescerai»
La
mora sbuffò. Da quando in qua Fred faceva questi
discorsi?
«La
mia vita è monotona. Cosa vuoi che succeda?
«Beh,»
ghignò, lui. Era tipico dei gemelli fare quel
sorrisino tremendo che a Sarah faceva adirare «hai me,
e ammetti
che sono uno spasso!»
«Okay,
corri finché sei in tempo, Weasley!»
Si
gettò in rincorsa del ragazzo che rideva. Era meglio
così. Non era ancora tempo di stupide preoccupazioni; Sarah
doveva essere allegra.
Non
poteva incupirsi come spesso faceva lui.
Infatti
adesso lo tirava da un braccio, urlandogli contro di
correre sulla sabbia bagnata. Fred scosse la testa. Era completamente
pazza a
volte. Ecco perché gli piaceva.
«Inseguimi,
su!» lo incitava lei «Scommetto che non mi
prenderai, perdente!»
«Ah
sì?» la rimbeccò il gemello con un
ghigno «Sta’ attenta
a quel che dici, Gilmore. Potresti finire male» e si
gettò alla rincorsa,
mentre lei rideva divertita.
Quei
due erano così. Un attimo prima si preoccupavano di
qualcosa e un attimo dopo erano a giocare come bambini.
La
ragazza rideva, mentre si voltava verso l’amico che era
in netto svantaggio.
«Sembri
Hermione che cerca di montare a cavallo su una
scopa!» lo derise.
Non
fece in tempo a ridacchiare di nuovo che un piede storto
per fallo la fece scivolare a pancia in giù. Fred la
raggiunse e le si parò
davanti, sbellicandosi dal ridere. Era proprio buffa quando ci si
metteva.
Incrociò le braccia con aria superiore.
«Beh?»
fece «Chi è il perdente,
adesso?»
Lei
lo guardò indispettita «Non sperarci, Weasley. Non
mi
hai ancora presa!»
Ma
Fred fu più veloce e si abbassò, bloccandole i
polsi .
«Fatto.
Ripeto, chi è il perdente?»
Sarah
non mollava.
«Mi
hai catturata con l’inganno. Non hai vinto!»
«E’
inutile che cerchi di liberarti» diceva Fred, mentre lei
si dimenava «Ti tengo serrata finché non mi dirai
chi è il perdente»
Sarah
sbuffò. Ogni qualvolta che cercava di sfottere Fred
Weasley, quest’ultimo sfotteva alla fine lei. Era una cosa
inopportuna per il
suo orgoglio: lei era Grifondoro nel cuore!
Decise
di contrattaccare.
«Eddai,
Freddie caro» disse, con voce mielosa «Non si
soffia
la vittoria ad una donna» sbatté le palpebre
ripetutamente.
«Che
c’hai un moscerino negli occhi?» la prese in giro
lui «Sembri
Lisa Zabini che cerca di sedurre Lee. Con me non attacca»
«Ah
no?»
«No…»
soffiò lui, perdendosi nei suoi occhi cristallini. Non
smetteva di pensare quando fossero belle quelle iridi. Le rendevano un
taglio
d’occhi così affascinante.
A
pensarci bene,
pensò Fred, tutto di lei
è affascinante.
Con
uno scatto della mano le accarezzò i capelli, ormai
sparsi sulla sabbia. Non volendo le sfiorò anche una
guancia, provocandole un brivido
lungo la schiena.
Aveva
un braccio libero, eppure non riusciva a muoversi. Era
ipnotizzata da lui. Il mondo era sembrato sparire, in quel momento
esistevano
solo loro. Non i gabbiani che svolazzavano sopra le loro teste; solo
Fred e
Sarah.
«E’
strano... tutto questo...» mormorò,
quest’ ultima,
mentre lo attirava a sé con un bacio. Qualcosa di spontaneo,
di dolce. Qualcosa
che a Fred era mancato.
«Già…»
rispose lui sulle sue labbra, approfondendo quella
piacevole danza di lingue.
Sarah
gli circondò il collo con le braccia e si lasciò
cullare da una miriade di emozioni. Erano mesi che non succedeva. Forse
stava
facendo male, ma lei era impulsiva. Sarah
Gilmore agiva come più le
diceva la sua mente; non contava quasi mai fino a tre, no.
Lo
sapeva benissimo anche Fred, ma non se ne curava tanto.
Ogni occasione era buona per sentirla sempre più vicina e questa era una delle cose che desiderava.
Oltre
al gestire il suo negozio di scherzi, ovvio.
Le
baciò il collo con una irrefrenabile voglia. Quasi con
una certa urgenza, se si può definire.
Sarah
aprì le gambe, facendolo inserire sopra di sé.
Erano
in giorni come quelli che si sentiva realmente una
stupida, ma in quel momento, le interessava soltanto lui. Lui che la
baciava, e
le accarezzava la pancia da sotto il vestitino.
Lui
che non capiva più niente, e sentiva il cuore battere
forte, appena le sfiorava un centimetro di pelle con le sue dita.
Lui,
Fred Weasley, con il quale stava facendo l’ amore
ancora una volta.
«F-Fred»
ansimò «Non fermarti...»
E
lui non lo fece.
Stremati,
si accasciarono una accanto all’altro. I cuori
battevano all’unisono. Quale per l’affanno, quale
per amore.
Già.
Il
rosso voltò la testa verso di lei, fissandola. Non poteva
fare a meno di amarla.
«Sary…»
sussurrò, con il respiro ancora pesante
«Io… Forse,
abbiamo… questa volta abbiamo esagerato...»
Non
riusciva nemmeno a parlare.
Sarah
si mordicchiò il labbro inferiore. Perché si
faceva
sempre e solo trasportare dalla sua brutta impulsività? Non
poteva comportarsi
da bambina capricciosa alla quale tutti esaudivano ogni desiderio
proibito.
Sospirò,
ma decise di far finta di niente.
«Hai...
hai i capelli ramati» disse, accarezzandogli una
ciocca «Si sono schiariti col sole»
«Non
cambiare discorso» obiettò, però, lui.
Perché tentava
di fuggirle ogni volta che c’è l’aveva
in pugno? Dannazione, mi fa impazzire,
pensò, Fred.
Sarah
si mise a sedere, togliendosi un po’ di sabbia dai
capelli.
Era
stato bello fare l’amore insieme, dopo tanto tempo. Ma
lei era stata una stupida. Adesso Fred poteva illudersi in una nuova
storia, in
qualcosa che andasse al di là dell’ amicizia.
«Facciamo
finta che non sia successo niente» sussurrò.
Fred
la fissò stranito. Come poteva chiedergli questo? Fino
a pochi minuti fa gemeva tra le sue braccia ed invocava il suo
nome… Perché era
così dannatamente lunatica ed incoerente?
«Perché?»
gli venne da chiedere. Già, perché. Fred Weasley
aspettava una risposta da parecchio tempo ormai. E Sarah non riusciva
mai a
trovarne una decente.
«Perché
è meglio così» disse semplicemente
questa. Si alzò,
sistemandosi il vestitino e i capelli oramai leggermente ondulati.
«Sei…
Sei strana, Gilmore» Fred fece altrettanto, spostando
lo sguardo verso il mare. Un velo di malinconia e tristezza,
solcò i suoi occhi
azzurri.
«Ti
assecondo. Se è quello che vuoi»
Forse
stava imparando a farsi da parte, si disse. Non poteva
forzarla. Non poteva farle fare una cosa che non desiderava.
«Ma
non pretendere ogni volta la stessa storia»
continuò
«Sono stanco»
Sarah
lo guardò, mordendosi il labbro. Era rimasto male, si
vedeva. E lei era piena di rimorsi. Ma purtroppo era fatta
così e le spiaceva
ammetterlo. Non voleva che il suo amico soffrisse,
ma non
poteva più prendere in giro nessuno. Giusto.
Visto che l’aveva appena fatto di nuovo.
«Scusami,
ti prometto che da oggi in poi non farò più
l’
idiota» soffiò, mentre lui annuiva.
Facile
a dirsi. Anzi, direi conveniente,
pensò il ragazzo.
«Andiamo
a casa, dai» Fred mise le mani dentro le tasche dei
pantaloni e s incamminò nella sabbia.
Abbandonando
l’ ennesimo luogo di delusione.
«Pace?»
fece stupidamente la ragazza, porgendo una mano al
rosso che tenne la sua al proprio posto.
«Non
ce l’ ho con te. Ma è meglio se torniamo a casa.
Molly
si preoccuperà non vedendoci arrivare»
esibì uno dei suoi sorrisi più finti per
tranquillizzarla. Infatti Sarah ricambiò come se nulla
fosse. Si mise a fianco
a lui e insieme si avviarono alla Tana.
Il
sole stava tramontando ed incominciava a fare freddo.
Freddo,
come ciò che sentiva adesso Fred dentro il suo
cuore.
Un freddo
d’amore.
~*~*~*~*~*~*~
Altrove,
a chilometri di distanza, in una villa di grandi
dimensioni, un ragazzo dal volto pallido e dai capelli biondi
sorpassò sua
madre evitando di guardarla negli occhi.
«Dove
stai andando, Draco?» Narcissa Malfoy aveva assunto
uno sguardo severo. Suo figlio non la stava ascoltando. Lei aveva
pianto tutte
le sue lacrime e suo figlio, il suo unico figlio, la snobbava.
«Madre,
non ho voglia di stare qui a sentirti» disse quello
«Se non ti dispiace, me ne salgo in camera»
La
bionda donna tentò di sbarrargli la strada. Ma Draco,
più
alto e risoluto, la spinse leggermente da un’altra parte e
salì le scale.
I
pugni erano serrati e la testa scoppiava. Il braccio era
incandescente ed aveva le lacrime agli occhi.
Narcissa
tentò di chiamarlo «Aspetta, Draco! Scendi subito
giù! Ubbidisci!»
Ma
il ragazzo aveva appena sbattuto la porta e si era
sdraiato sul suo letto, a pancia in giù.
La
signora Malfoy si portò una mano sulla bocca. Quanto male
per il suo Draco!
Non
poteva permettere una cosa del genere. Calde e amare
lacrime scesero a picco sul suo bel volto. Era anche un po’
colpa sua se il suo
amato figlio adesso era in pericolo di vita.
Lei,
che non era riuscita ad
impedire ciò.
Loro,
lei e
suo marito Lucius, i quali erano stati incapaci di ribellarsi a colui
che non
sapeva amare. Colui che aveva appena marchiato
per sempre il
suo bambino.
La
sua gioia, la sua ragione di vita.
Pianse
ancora una volta e si ripromise una cosa: la mattina
dopo avrebbe parlato con Severus Piton. L’unico che poteva
aiutarli.
Draco,
nel frattempo, era sdraiato sul suo caldo letto ad
osservare il soffitto. Spostò lo sguardo nella proprio
stanza. Era bella, non
poteva desiderare di meglio. Aveva tutto ciò che gli
serviva. O almeno quasi.
Perché
la sua vita aveva preso quella brutta piega, allora?
Lui
non voleva essere un Mangiamorte. Lui non voleva uccidere.
Draco
voleva solo vivere, essere felice e avere una
famiglia. Nient’altro.
Si
passò una mano sulla fronte e osservò il Marchio
Nero,
tatuato sul suo avambraccio.
Un
tatuaggio indelebile, segno di fedeltà.
Baggianate!
Lui non voleva essere fedele a nessuno, specie a
Voldemort.
Il
mago che aveva distrutto la famiglia di Harry Potter,
anni prima, e che adesso stava distruggendo la sua.
Ma
no, questo non sarebbe accaduto. Perché, anche se non
possedeva la forza, avrebbe ucciso Silente
e salvato sua madre
e suo padre.
Una
lacrima capricciosa gli solcò il viso. E se non ce
l’avrebbe
fatta?
Sarebbe
andato incontro al suo destino?
Istintivamente,
pensò a colei che rappresentava il suo unico
punto fisso.
Sarah
Gilmore tartassava la sua mente e diventava, a mano a
mano, uno dei dolori principali.
Sbuffò.
Perché la sua vita era difficile? Così
incredibilmente
pericolosa?
Altre
lacrime caddero giù ed il sonno prese il sopravvento
subito dopo.
La stanchezza, oramai,
faceva parte di lui.
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