Corpi
a pezzi,armi
insanguinate,rabbia,dolore,fatica,il tutto in una manciata di una
mezz'ora passata a squartare,decapitare,tranciare,congelare ed
elettrificare nemici che,erano letteralmente troppo arrabbiati per
morire,ma questo non gli aveva impedito di essere gettati a terra
come carne da macello di poco conto. Koga,Ezio,Toran e Sesshomaru
erano quelli che si erano affaticati di più durante quello
scontro
colmo di assurdità sull'odio,il rancore e di magia che
permetteva a
chi ne entrava in possesso di non essere ucciso. Era solo questione
di tempo prima che gli ainu guidati da Marsatap venissero sconfitti e
che lo stesso Tengu venisse preso come bersaglio dai cinque che in
quel momento stavano ostacolando la sua offensiva verso la totale
vittoria della sua orda di fedeli. Koga si diresse verso l'ultimo
Ainu ancora in piedi,un piccolo kappa intento a intonare un
incantesimo di attacco,ma non fece in tempo che il giovane yoro lo
passò da parte a parte e con Goraishi aprirlo in due e
gettare le
due parti del corpo a casaccio in due punti distanti tra di loro.
“Bene,direi che
questo era l'ultimo. Adesso però tocca occuparsi di quello
lassù.”
E indicò lo sciamano dal nero piumaggio,ultimo rimasto di
quel
gruppetto di Ainu ancora in grado di combattere. Marsatap era intento
a difendersi dai colpi di Urtak,che dopo l'attacco a Sesshomaru
né
aveva approfittato per rispondere agli incantesimi dell'altro
sciamano e che solo adesso si rendeva conto della tremenda disfatta
che i fedeli della regina ora giacevano a terra,ancora vivi,ma in
pezzi o comunque impossibilitati a continuare lo scontro.
“No,com'è
possibile? Un intero manipolo di seguaci,annientati da un branco di
ficcanaso? No,non lo accetto questo,non ho mosso un intera fiumana di
fedeli solo per giungere ad un simile fallimento.”
Urtak
vide del
nervosismo nei movimenti del corpo di Marsatap,sebbene non gli fosse
vicino,poteva percepire lo sgomento che pervadeva il suo vecchio
maestro,di certo perché non si aspettava un simile
risultato,dopo
tutte le risorse che stava impiegando per penetrare nell'area
più
sacra del tempio. Ora Urtak era certo che il loro tempestivo
intervento aveva dato buon esito per respingere Marsatap e i suoi
invasori,le circostanze e le loro azioni avevano conseguito loro il
vantaggio sui loro nemici. La vittoria era a portata di mano.
“Arrenditi
corvo...”,disse Urtak mentre usciva dal muro di ghiaccio che
la
pantera aveva creato,a difesa dello shika hanyou , “Il tuo
seguito
è sconfitto e non faresti in tempo a volare via che ognuno
dei
presenti qui possa colpirti alle spalle prima ancora che tu riesca a
scappare. Non hai via di scampo,mio vecchio maestro.”
Urtak
aveva
ragione,chiunque di loro avrebbe potuto colpire Marsatap prima ancora
che potesse mettersi al sicuro. Eppure non stava tentando la
fuga,n'è
tanto meno stava cercando di difendersi,al contrario,nonostante la
rabbia che provava verso di loro restava fermo,immobile,come se la
speranza della vittoria fosse ancora dalla sua parte...e forse non
aveva tutti i torti. Però loro non lo sapevano.
“Oh Urtak,mio
sciagurato allievo,oggi sei stato nuovamente testimone del grande
potere che dona la magia del sangue. Sai per certo che questo genere
di magia,quando gira nel sangue di un essere vivente lo rende
qualcosa di completamente diverso dalla natura originale del soggetto
e inoltre,non gli permette di morire. Ma....”
Di
nuovo come
prima,Il sangue attorno a loro,iniziò nuovamente a prendere
vita,ancora una volta,con la mano,chiamò a se il sangue dei
caduti e
nel farlo,in mezzo ai lamenti e alle urla di dolore ed ira
all'improvviso smisero di urlare e i nemici,ancora vivi,ridotti a
moncherini e inutili pezzi di carne vibranti,ora
tacevano,zittiti,come privati della vita e tutta la loro rabbia,tutto
il loro dissenso e la voglia di continuare a combattere
cessò di
esistere,come la loro vita. Il sangue si alzò,ma questa
volta non
formò una palla,ma bensì una specie di grossa
coppa amorfa e quasi
definita,nella quale si riversava al suo interno,tutto il sangue che
poteva contenere e lo stringeva a se,nuovamente nel palmo della mano.
Era uno spettacolo orrendo,proprio come la vera natura del tengu. Non
solo aveva convinto quel vasto numero di Ainu ad assaltare un luogo
sacro ad un altra tribù,cosa spregevole da fare tra gli ainu
essendo
molto religiosi,ma aveva inebriato i sopravvissuti di coloro che
erano intenzionati a proteggerlo e a servirlo e lui,li aveva mandati
a morire,inebriandoli con un potere ricolmo di violenza e morte. Ma
adesso,aveva passato davvero il segno. Ora aveva ucciso anche gli
ultimi rimasti in vita,certo,ormai ridotti com'erano non poterono
più
combattere e con il termine naturale della magia sarebbero morti
comunque. Ma lui aveva posto fine alle loro sofferenze prima ancora
che potessero spirare per conto proprio,chiamando a se anche la loro
linfa vitale. Ma non era rimasto nessun altro all'infuori di Marsatap
ancora vivo tra gli ainu nei pressi della statua,perciò,fu
naturale
capire chi dovesse essere il bersaglio di quella nuova e malvagia
contaminazione.
“Quello che non
sai mezzo cervo, è che anche l'incantatore stesso
può essere
bersaglio della sua stessa magia,specie quando quest'ultima viene
usata per potenziare lo stesso incantatore,perciò...brindo
ai
caduti.”
E
in un solo
colpo,tutto il sangue raccolto nella coppa scarlatta,venne
trangugiato in un solo colpo,scendendo per il gargarozzo come se
fosse acqua fresca e bevendo persino lo stesso calice,poiché
anch'esso fatto di sangue. Una strana aura cominciò ad
essere
percepita,Urtak lo percepiva,mentre allo stesso tempo il vento
attorno all'area si fece più forte,sempre più
forte. Troppo forte
per essere una normale bufera invernale. Il vento iniziava a
vorticare,sospinta da energie invisibili e il teschio sporco di
sangue,come il suo possessore del resto,emanò nuovamente una
strana
luce nelle orbite e strani versi proveniente dal becco del tengu,un
debole gracchiare udibile a tutti e sospinto dal
vento,iniziò a
circolare nell'aria. Marsatap allargò le braccia con
entrambi i
palmi rivolti verso il cielo e li Urtak capì solo in quel
momento
cosa avessero udito in precedenza prima di giungere nel luogo dello
scontro.
“COPRITEVI LE
ORECCHIE,PRESTO.”, urlò Urtak in preda ad un
improvvisa
inquietudine,mentre con le braccia fece nuovamente altri
gesti,poi,sbatté violentemente i piedi contro il terreno in
un
piccolo balzò,poi con le mani imitò il gesto di
raccogliere due
oggetti da terra e di sollevarli con forza verso l'alto,come se li
stesse tirando.
“SCAGLIE DEL DRAGO
SOTTERRANEO.”
Dal
terreno di
fronte a loro,tre enormi e larghe lastre di pietra,spesse almeno
mezzo metro sbucarono dal terreno,tanto alte parevano da coprire la
vista verso il tengu,che in quello stesso frangente mosse le braccia
per unire le mani in un battito e urlare qualcosa contro il gruppo.
“URLO DI
KANDAKORO”.
Il
becco restò
aperto e da esso né un voce così potente e
tonante da spezzare le
tre lastre di pietra poste a difesa degli altri quattro,che seguirono
le istruzioni dell'hanyou alla lettera e persino Sesshomaru,che
pareva sempre tanto orgoglioso e testardo,sopratutto nel fare una
cosa all'apparenza così stupida,lo fece,sapendo che se
proprio come
lui,quell'Urtak non prendeva nulla alla leggera,allora doveva essere
una veramente importante. L'urlò aveva spezzato le
lastre,che
crollarono,lasciando solo macerie della loro apparente resistenza e
la voce di Marsatap giunse anche al gruppo,compreso Urtak che fu
preso in pieno,esattamente come gli altri. All'inizio parve solo come
un fischio nelle orecchie,poi si fece più forte,a tal punto
che i
timpani parvero spaccarsi,per Ezio fu doloroso,per Urtak leggermente
peggio,Per Toran quasi insopportabile,ma per Sesshomaru e Koga fu un
vero strazio,al pari di una tortura,tanto il loro udito era
così
sensibile ai suoni che quell'incantesimo fu per loro ben più
che
solo efficacie. Fu quasi letale. Ma furono fortunati,perché
le tre
lastre,seppur non avessero retto il potente suono,mitigarono e non
poco,l'effetto della magia diretta su di loro,che avrebbe potuto
ucciderli all'istante. Ezio essendo umano era riuscito in qualche
modo a sopportare il colpo,forse anche perché il cappuccio
lo aveva
parzialmente isolato acusticamente e quindi il fischio era riuscito
con maggior difficoltà a prenderlo,oltre al fatto di
possedere
qualità fisiche e mentali,che ben pochi umani,anche in quel
mondo di
mostri e leggende, a possedere. Riprese il controllo di se e con
spada alla mano tornò presto a combattere,ma sapeva anche
lui che
con una spada avrebbe potuto fare ben poco,doveva vedere come stavano
gli altri. Vide Urtak che si stava ristabilendo lentamente è
si
avvicinò al giovane sciamano controllando come fosse messo.
“Ehi Urtak...Urtak
mi senti?”
Lo
shika hanyou lo
osservò un attimo è cercò di
riordinare i pensieri,mentre scrutava
l'assassino con occhi carichi di fatica.
“Al meglio di
quello che riesco. Siamo stati fortunati a non morire all'istante,le
scaglie del drago sotterraneo hanno resistito abbastanza da parare in
parte la magia di Marsatap. Ed ora,pagherà caro il suo
errore,guarda
tu stesso straniero.”
Ezio
rivolse lo
sguardo verso l'altro sciamano e vide Marsatap,con la testa china e
le braccia lasciate molli lungo il costato. Sembrava esausto,tanto
quanto lo erano tutti loro dopo che ebbero finito con quegli
invasati. Ansimava e gracchiava allo stesso tempo e nel frattempo il
vento che turbinava tutt'intorno a loro si era calmato,seppur non
avesse smesso di ruotare,come se in quel momento si trovassero
nell'occhio di un ciclone,dalle raffiche tranquille,se così
si
poteva dire.
“Ah usato buona
parte del potere del sangue per poter lanciare quell'incantesimo. Ora
avrà bisogno di un po' di tempo per poter riprendere le
energie. Ha
abusato delle sue stesse capacità e adesso né
paga le
conseguenze.”,disse Urtak con le orecchie che gli fischiavano
ancora
“Non capisco nulla
di queste cose e tanto meno di questi stramberie con poteri,magie e
cose simili,ma se ha bevuto il sangue non dovrebbe essere
completamente impazzito?”,chieso Ezio
“Dovrebbe certo,ma
ha modificato l'incantesimo su se stesso affinché non lo
rendesse
folle. Certo,questo lo avrebbe reso più forte e insensibile
al
dolore,ma avrebbe perso la ragione e ciò gli avrebbe
impedito di
usare i suoi poteri al massimo delle sue capacità.”
“Non ci ho capito
molto,ma per ora dobbiamo colpirlo che è più
vulnerabile,come
facciamo a ucciderlo?”
“Prima di tutto
abbiamo bisogno che gli altri si riprendano è si preparino a
combattere.”
“Tu cerca di
riprenderti,io vado a vedere come stanno.”
Ezio
tirò in piedi
Urtak e lo lasciò a se stesso,mentre si dirigeva verso
Toran,Koga e
Sesshomaru per controllare come stessero. Fece pochi passi e li vide
tutti e tre stesi a terra,coscienti e lamentosi,ma ancora vivi e
vegeti. Per istinto da gentiluomo si mosse prima verso la pantera,le
si mise accanto e tentò di scrollarla,ma non pareva
reagire,allora
la sollevò da una spalla e le sollevò
delicatamente per il
collo,alzandole testa e tronco,le guardò gli occhi e vide
che
reagiva lentamente ed emettendo un suono simile ad un soffio,come un
gatto che viene infastidito. Poi si accorse di quello che stava
succedendo e il primo volto che vide da quando aveva subito il colpo
fu quello dell'assassino,quando istintivamente era un altro volto
quello che cercava.
“Ehi
Toran,Toran,mi senti?”
“Si,ah le
orecchie,non ci sento bene.”,disse Toran confusa,poi come
svegliatasi d'un tratto,il suo sguardo si fece più atteso e
debolmente si mise a cercare qualcosa con lo sguardo.
“Sesshomaru...dov'è
Sesshomaru? Sta bene?”
La
ragazza cominciò
ad agitarsi,in preda ad un improvviso timore scaturito dal fondo
dell'animo. Ma Ezio la tenne ferma,ma senza esagerare con la
forza,per timore di farle del male.
“Tranquilla,tranquilla,non
agitarti. Vedrai che starà a meraviglia,ma ti sembra che un
tipo
come quello si lascia piegare da una cosa simile? No,quello non
ascolta nessuno di noi,figurati se un brutto fischio come questo gli
ha fatto qualcosa.”
E
fu proprio mentre
parlavano di lui,che entrambi videro poco lontano dalla loro
posizione,l'inuyokai riprendersi dal colpo subito,ma non poco alla
volta,ma tutto d'un getto. All'inizio si era semplicemente
mosso,dando i primi segni di ripresa,ma poi si mise subito in
ginocchio,poggiando il peso squilibrato del proprio fisico solo sul
ginocchio,per poi alzarsi in tutta la sua statura con uno slancio
esagerato,come una bestia ferita che cerca di mantenere il controllo
delle proprie funzioni,anche quando ormai ha le forze esaurite.
“Ehi ragazzone,per
un attimo ho pensato che stessi male anche tu,ma credo che le mie
preoccupazioni fossero inutili. Dai,prova a svegliare
quell'altro.”
“E svenuto.”,disse
Sesshomaru disinteressato
“Svenuto? Che
abbia subito il colpo per intero?”
“Forse,oh forse
quando siamo giunti ai piedi della statua stava già
combattendo
contro gli Ainu da molto più tempo di quanto facesse,faceva
il
gradasso,ma probabilmente durante il combattimento ha dato adito a
tutte le sue energie e forse il colpo lo ha messo completamente a
terra,in ogni caso non sembra in fin di vita. E comunque ora quel
tengu e rimasto da solo.”
Quando
finì di
parlare Sesshomaru spostò la mano libera dietro il
cappuccio,affondò
l'artiglio nel telo del kimono e lo strappò via,liberando
così la
lunga chioma argentea,che gli scese dietro lungo tutta la schiena.
Finalmente,quella soffocante sensazione di chiuso non lo avrebbe
più
tormentato.
“Sesshomaru che
stai facendo?”,chiese Ezio incredulo a quello che aveva
appena
visto.
“Non ho bisogno di
mantenere segreta la mia identità,non sono un assassino
è tenere
quella cosa in testa di certo non mi agevolava. E poi,se è
vero che
questo uccellaccio è venuto per conto di Otsune è
evidente che
Akira sappia già della nostra presenza in queste terre. Se a
te
viene meglio muoverti nell'ombra a me non cambia niente,ma io sono
combattente e visto che adesso c'è da combattere,preferisco
farlo a
viso aperto.”
Il
fiorentino non
seppe cosa rispondere,sapeva per certo che le parole del ragazzo non
erano conformi a quello che stava cercando di insegnargli e questo
avrebbe dovuto farlo arrabbiare,visto che dopo il loro
scontro,Sesshomaru aveva perso e avrebbe dovuto seguire le
istruzioni del credo. Ma d'altro canto,chi era lui per imporgli
qualcosa nella quale non credeva e alla quale non era interessato,il
credo della confraternita,le sue regole e i suoi dogmi non erano
qualcosa che si poteva instillare con la forza,non erano templari e
di certo non voleva fare come loro. Era un tipo strano quel
Sesshomaru,lo conosceva da solo un mese eppure,era rimasto
incuriosito da quel personaggio dalle caratteristiche così
originali. Non riusciva ad essere arrabbiato con il giovane
dayokai,non condivideva la scelta,ma poteva capirlo.
“Non sei proprio
un tipo alla quale si possa dire di no vero?”
E
mentre i quattro
più in basso si riprendevano dal colpo subito,Marsatap
continuava a
sbattere le ali debolmente,tentando di restare in volo,usando il
minor dispendio di energie. L'incantesimo che aveva lanciato aveva
richiesto tutto il sangue che aveva assorbito dai seguaci morti
durante lo scontro precedente e buona parte delle sue energie. Prezzo
necessario per usare tutto quel potere in un solo ed unico colpo. Ma
Urtak aveva dimostrato ancora una volta di essere un allievo modello
e di saper contrastare un potente attacco come quello con una difesa
contraria,di natura contraria alla sua offensiva. Non poteva
negarlo,gli aveva insegnato bene,ma dire che era stato solo merito
dei suoi insegnamenti sarebbe stato insulto alla bravura del giovane
hanyou nelle arte magiche ed ora,doveva confrontarsi con quattro di
loro e fortunatamente uno era svenuto per la troppa fatica. Forse era
stato un bene che quel lupo si fosse mostrato a lui ben prima
dell'arrivo di tutti gli altri. Ma oltre al suo precedente allievo
c'era anche quell'altro,quell'inuyokai,ora poteva vederlo bene con i
propri occhi,era incredibile quanto assomigliasse all'antico sovrano.
Il primo re degli yokai,il primo a governare su quelle lande selvagge
ed aver dato alla sua,oltre che alle altre razze assimilate una
civiltà. La somiglianza era incredibile,anche con differenze
fisiche
ed estetiche evidenti,le antiche pitture lo dimostravano,ma per il
resto erano identici. Che fosse un discendente ho un cane con una
somiglianza casuale con il leggendario re,non aveva importanza. Forse
era lui quello che Akira aspettava la comparsa nelle terre degli
ainu,poco gli importava,lo avrebbe ucciso,insieme a tutti quelli che
Urtak si era portato dietro. Non avrebbe perso,non ora che la fonte
era così vicina. Aveva ancora del potere di riserva e il
vento
soffiava ancora forte,non poteva perdere,non con il vantaggio dalla
sua parte.
“E così Urtak,hai
trovato delle persone molto più forti di quello che
credevo,resistere ad un intera ondata di fedeli bagnati da un
richiamo del sangue non è da tutti,specie se così
in pochi,i miei
complimenti.”
“Gentile da parte
tua corvo. Mi piacerebbe pensare che hai trovato la ragione dopo gli
effetti della sconfitta della banda che adesso giace a terra. Ma
credo che non intendi arrenderti non è vero? Mio vecchio
maestro.
Soprattutto vecchio.”, disse Urtak volendolo provocare.
“MOCCIOSO
ARROGANTE. HAI ANCORA MOLTA STRADA DA FARE PRIMA DI RAGGIUNGERE IL
MIO LIVELLO E' L'AIUTO DI QUALCHE STRANIERO,ANCHE SE UNO DI LORO E
QUASI LA COPIA ESATTA DELL'ANTICO RE,NON AVRAI RAGIONE DI VINCERE
QUESTO SCONTRO,IL VENTO E DALLA MIA PARTE.”
“Questo e tutto da
vedere.”
“Ezio.”,disse
Sesshomaru mentre era intento a fissare la figura dello sciamano
alato.
“Dimmi.”
“Immagino che tu
non possieda nulla per abbattere un tengu da terra,giusto?”
“Avremmo quella
cosa da parte,ma non so quali sia la sua vera funzione e non ho idea
se possiamo usarla in quella maniera. Non c'è la siamo
portata
dietro per usarla come arma.”
“Già. In questo
caso lo sistemo io,voi state indietro.”
“Aspetta...”,disse
Urtak con tono sicuro e deciso, “Siamo in due. Io posso
ancora
combattere.”
“Anche io.”,disse
Toran divincolandosi dalle braccia dell'assassino e mettendosi in
piedi,con le forze che gli restavano. Per assurdo,tra tutti presenti
era quella che aveva combattuto di meno per tutta la durata dello
scontro e buona parte delle sue energie erano ancora disponibili per
un ultimo combattimento.
“Te la senti di
combattere?”,chiese Sesshomaru con tono distaccato.
“Se c'è la fai
tu,non vedo perché io dovrei essere di meno.”
Sesshomaru
n'è
aveva la conferma,Toran stava bene e poteva ancora unirsi alla
battaglia.
“E tu Ezio,che
pensi di fare?”
“Io? Per quanto mi
riguarda quel tipo lassù,finché non lo portate a
terra sono
completamente inutile. Certo potrei sparargli o lanciargli qualche
pugnale,ma francamente con quello che sa fare quello li lo ritengo un
impresa inutile. Mi sa che mi occupo del ragazzo qua a terra.”
il
dayokai distolse
lo sguardo dall'assassino e sapendo che non poteva fare leva sulle
abilità di Ezio contava solo due personaggi di supporto. Con
Koga a
terra ed Ezio completamente inutile contro Marsatap poteva contare
solo sulla pantera e lo sciamano. Non sapeva cosa fosse in grado di
fare il tengu,ma non si aspettava una battaglia facile.
“Va bene,io lo
attacco frontalmente,tu Toran dammi supporto da terra e attaccalo
sulla distanza e tu Urtak...”
“Lascia fare a
me.”
Sesshomaru
si zittì
quando lo sguardo dell'hanyou lo guardò direttamente negli
occhi,l'espressione era piatta e statuaria,quasi quanto la sua,non
poteva vederlo,ma lo avvertiva,una forte energia si stava formando
dentro Urtak e non ebbe più nulla da dire. Non
c'è ne era bisogno.
Forse,non c'è ne era mai stato. La sua attenzione
tornò a
Marsatap,con tutte le piume chiazzate da una grande quantità
di
sangue,come il suo bastone e l'orrido teschio avvinghiato ad esso.
Anche con gli evidenti sbalzi d'umore del tengu,forse dovuto al
sangue,ai sentimenti d'astio verso Urtak,alla sua incrollabile fede,o
a tutto queste cose assieme era chiaro che sapesse quello che faceva.
Ormai era certo,la fine dello scontro era giunto,ora,dovevano solo
giungere all'epilogo di quella fatica. Ora erano in tre a guardarlo,a
sfidarlo apertamente,Bakusaiga era pronta a tagliare,il gelido potere
di Toran a congelare e Urtak stava richiamando a se le forze naturali
presenti in quel luogo sacro alla sua gente. Ora o mai più.
Nessuna
parola fu pronunciata,eppure capirono tutti i presenti che l'ultimo
scontro aveva inizio. Il primo a scattare fu nuovamente
Sesshomaru,Balzò in aria diretto contro Marsatap,pronto a
tagliare
di netto la testa del corvo umanoide,ma non fece in tempo a
raggiungerlo che una violenta folata di vento lo spostò
dalla sua
traiettoria e lo fece sbalzare lateralmente e a quel punto Marsatap
strinse con forza il bastone e diresse lo sguardo del teschio verso
il guerriero scoperto,ma non fece in tempo a fare qualcosa,che una
serie di dardi di ghiaccio partirono da sotto e bersagliarono
Marsatap,ferendolo a malapena,ma distraendolo a tal punto da perdere
la mira sul bersaglio e fargli mancare il colpo,che consisteva in una
rapida folata di vento affilato come una lama,che andò da
tutt'altra
parte verso l'alto. Ma Marsatap non restò fermo ad aspettare
e
rispose ai deboli colpi della pantera e con il bastone
chiamò a se
una grande e larga nuvola proveniente dal cielo grigio e dando la
direzione con un violento colpo verso il basso la nuvola si
spostò a
velocità inaudita,come un macigno che cade dal cielo. Toran
non
aveva mai visto una nuvola comportarsi in quel modo,ma anche a lei
era chiaro che se si fosse schiantata su di lei,le avrebbe fatto
veramente male,se non ucciderla sul colpo. Ma la nuvola non giunse
mai su di lei,poiché quando fu quasi vicino alla
pantera,Urtak fece
altri segni con le mani e con voce gutturale iniziò a
parlare,dissolvendo la nube che avrebbe dovuto ucciderla. Ma la mossa
del giovane sciamano non finì qui,poiché
affondò una mano nella
terra sacra e l'altra verso le rapide correnti aeree è
intonò una
nuova formula.
“RISUCCHIO
DELL'ABISSO.”
Nel
punto del
terreno sotto Marsatap si creò un largo buco dell'ampiezza
di sei
metri e nel mentre una potente corrente d'aria discendente si
scontrò
contro lo sciamano dal nero piumaggio,spingendolo con molta forza
verso il largo foro fuoriuscito dalla terra. Il suo interno era
nero,come una sorta di oscurità proveniente da
chissà dove. Non
aveva idea di come Urtak fosse riuscito ad evocare una cosa simile e
di certo lui non gliela aveva insegnata,fatto stava
però,intuiva che
una volta dentro,non sarebbe successo nulla di buono,per
tanto,avrebbe fatto meglio a reagire e alla svelta. Sempre usando il
bastone e senza pronunciare neanche una singola parola,fendette
l'aria della corrente con un rapido colpo orizzontale,spezzando
così
la connessione che c'era tra il vento e la terra scomparve e infine
rimase solo un grosso buco nella terra,neanche tanto profondo,giusto
per farci cadere qualcuno all'interno,ma a parte questo nulla di
straordinario. Marsatap decise di passare all'attacco e come primo
bersaglio della sua offensiva di rivolgersi al primo che lo aveva
attaccato all'inizio dello scontro,l'inuyokai. Spiegò le
grandi ali
nere e con un potente battito scattò nella direzione di
Sesshomaru,con forza e rapidità che raramente aveva
percepito nel
suo corpo e quella,era una di quelle occasione. Non era un amante
degli scontri violenti,ma doveva ammetterlo,sentire tutta quella
magia del sangue,seppur non con la stessa intensità dei suoi
defunti
accompagnatori,era qualcosa di inebriante e lui,ne sentiva la potenza
in una piccola dose,abbastanza debole da permettergli ancora di
pensare e usare la magia,ma abbastanza carico da aver rinnovato le
sue energie. Sesshomaru lo vide arrivare e nel mentre cercava di
riprendere il controllo del suo corpo in quella corrente d'aria,fece
un veloce capriola all'indietro riacquistando stabilità e
spingendosi in avanti con tutta la forza che aveva nelle gambe,come
una freccia scagliata da un arciere,si preparò allo scontro
diretto.
Una volta vicino a Marsatap poggiò entrambe le mani sul
manico e
tirò un fendente orizzontale,nel tentativo di decapitarlo,ma
lo
sciamano fu più rapido,dimostrando che anche un tengu poco
avvezzo
al combattimento fisico,aveva un controllo migliore dei propri
movimenti in aria,suo elemento naturale. Passò
sottò Sesshomaru e
con una mano lo afferrò alla caviglia,poi aprì le
ali e in un
poderoso colpo delle stesse,si lanciò in alto,trascinando
con se
Sesshomaru,che capovolto a testa in giù non poté
far altro che
tentare di opporsi e la velocità raggiunta dal corvo era
tale che
l'inuyokai non riusciva a raggiungerlo con la sua spada. Stavano
andando in alto,più in alto di quanto Sesshomaru si
aspettasse,vide
che superava l'alta statua sacra ai cervi superata di poco,mentre le
strane correnti di quel vento inusuale li circondavano e davano forza
alla spinta di Marsatap verso il cielo. Vide la grande testa
dell'uccello nero girarsi verso di lui e guardarlo,con quei grossi
occhi da corvo.
“Sei la pallida
imitazione di un vero re,cane. Una brutta copia di chi un tempo era
riconosciuto con la giusta misura di che e degno di questo titolo. Al
contrario tu...”
Non
finì la frase
che con la forza della sua malvagia magia lo lanciò sopra la
sua
testa,mentre lui immobilizzò come se fosse atterrato su
terra
solida,vide il guerriero nuovamente impotente e decise di dargli il
colpo di grazia e questa volta non avrebbe fatto solo uso del suo
bastone. Aprì nuovamente le grandi ali nere verso
Sesshomaru,chiamò
a se l'aria attorno a lui per farla incanalare nella bocca del
teschio,che si aprì da sola,come se fosse dotata di vita
propria.
“Sei solo un
miserabile che pensava di essere qualcosa di più un povero
sprovveduto. BOATO DI KANDAK...
Ma
non pronunciò in
tempo l'incantesimo che da sotto di loro,qualcosa stava per
scontrarsi contro la schiena del Tengu. Pareva un grossa stalattite
di ghiaccio,molto simile a quella che aveva usato Toran durante lo
scontro contro Sesshomaru nella città sepolta. La grande
punta
gelata saliva in cielo,sospinta da un vento molto forte e quando
Marsatap si accorse dell'attacco in arrivo fu troppo tardi. Emise un
forte urlo quando la punta lo raggiunse e lo colpì dietro,fu
colpito
e quasi non rimase ferito,il sangue che aveva bevuto lo rendeva
più
resistente agli attacchi fisici,ma l'effetto principale del colpo,non
era quello infilzarlo. La schiena si fece più rigida e le
sue ali
facevano fatica a muoversi,mentre il ghiaccio che lo aveva colpito si
stava diffondendo sul retro della gabbia toracica,rendendogli i
movimenti quasi impossibili. Si sentì stupido in quel
momento,mai
avrebbe sospettato che un attacco di ghiaccio potesse raggiungerlo a
quella distanza,così lontano dalla terra,non poteva essere
stata la
ragazza da sola,no,Urtak aveva certamente collaborato a quel colpo e
lui avrebbe fatto meglio a procurarsi un altra barriera,ma ormai era
troppo tardi. Sesshomaru poteva solo intuire come una cosa simile
fosse capitata,ma non aveva tempo da perdere con quelle cose e
potendo cogliere l'occasione al volo lo fece.
“Adesso tocca a
me...DANNATO CORVACCIO.”
Sesshomaru
si
preparò all'ennesimo scatto,concentrò tutta la
forza nelle gambe e
chiamò in parte anche il fondo delle sue energie per potersi
dare
più slancio possibile. Doveva finirla li,una volta per
tutte,perché
sapeva che il vecchio tengu questa volta aveva rischiato seriamente
di ucciderlo. Si lanciò verso Marsatap e quest'ultimo nel
vedendolo
arrivare si preoccupò per davvero,doveva attaccare e in
fretta.
“ACULEI DEL
VENTO”.
Usò
ancora il
teschio e non avendo il tempo di lanciare un solo ed unico potente
attacco decise di cambiare tattica optando per un altra strada.
Avrebbe sfruttato la potenza di tanti piccoli attacchi concentrati su
un solo bersaglio,passando dalla potenza netta alla velocità
d'esecuzione. La discesa del cane fu velocissima mentre sentiva
l'aria di sotto farsi sempre più resistente al suo
passaggio,con
Bakusaiga pronta a tranciare il suo avversario,questa volta avrebbe
dato il tutto e per tutto nel colpo che avrebbe dovuto garantirgli la
vittoria. Mentre scendeva vide qualcosa venirgli
incontro,poté dare
solo una breve e fugace occhiata per definire cosa fosse e all'inizio
gli parvero gocce di pioggia che salivano verso di lui,poi lo
raggiunsero e iniziarono a tagliarlo,numerosi piccoli tagli si
stavano infrangendo sul suo corpo,prendendolo dalla testa ai piedi.
Singolarmente non facevano troppo male,ma tutti insieme riusciva a
lacerargli la pelle e a farlo sanguinare,come se si stesse scontrando
frontalmente contro centinaia di aghi acuminatissimi,fino a giungere
sotto la pelle. Non aveva idea di cosa fossero,ma se il tengu credeva
di poterlo fermare in quel modo,allora non comprendeva a pieno che
anche Sesshomaru sapeva essere resistente,molto più che
usando magia
e trucchi di qualsivoglia sorta. Con il braccio che teneva la spada
si parò il viso al meglio che poteva ponendosi di fronte al
volto la
mano chiusa a pugno,che stringeva Bakusaiga e con gli occhi protetti
al meglio che poteva, riusciva a intravedere la sagoma di
Marsatap,mentre gli puntava contro il teschio con la bocca
aperta,comprendendo che era da li che veniva all'attacco. Ora
Sesshomaru lo vedeva chiaramente,doveva solo essere più
vicino,più
vicino,ancora un po'. E li fece la sua mossa. Mise di restare in
difesa e preparò la spada per poter attaccare attaccare di
punta,con
la spada messa di punta per poter infilzare il suo avversario come un
pollo su uno spiedo mentre con l'altra mano,continuò a a
difensersi
dai piccoli tenendo la mano libera aperta. Doveva colpirlo,ora o mai
più. Marsatap lo vide arrivare come un falco in picchiata e
per
quanto si sforzasse,per quanto aria potesse accumulare dai forti
venti che aveva generato e che li stesse incanalando nel teschio era
tutto inutile. Non poteva chiamare un attacco più forte per
timore
di avere poco tempo di usarlo,non poteva scappare,poiché le
sue ali
si era quasi completamente ghiacciate e faceva fatica a stare in
aria,ormai lo vedeva arrivare,vedeva il scintillio della lama,vedeva
il forte guerriero piombargli addosso e con i suoi grandi occhi neri
non poté fare a meno di guardarlo,quello straniero,quella
copia di
re che presto gli sarebbe stato addosso e lui,non poteva fare
più
nulla per fermarlo. E infatti,Bakusaiga che trapassava il suo
ventre,fu una chiara dimostrazione di quella supremazia. Sesshomaru
lo aveva infilzato,trapassato da parte a parte e per esserne
sicuro,Sesshomaru si strinse a lui,artigliandogli una spalla e con il
tengu,precipitare verso il suolo,con poche energie ancora in corpo
per poter fare qualcosa durante la caduta. Era sfinito,complici anche
i numerosi colpi che Marsatap gli aveva precedentemente lanciato.
adesso poteva solo andare verso il basso. I due cominciarono a
scendere sempre più veloci,mentre l'aria,che prima girava in
maniera
incontrollata,quasi fosse una tempesta,ora invece sembrava calmarsi e
anche se il cielo sopra le loro teste non si faceva più
chiaro era
evidente che il vento non soffiava più in maniera
così forte ed
agitata,anzi,gli parve strana,a contatto con la pelle la sentiva non
solo con la calma di una brezza invernale ma quasi soffice,come ad
accarezzarlo,a toccarlo dolcemente. Poi,si accorse che mentre
scendeva insieme al tengu,la loro discesa rallentava,via via sempre
meno frenetica,accompagnata da una grande e dolce corrente
discendente,che attutiva la loro caduta,ora aveva la certezza che la
sua non fosse solo una sensazione,ma anzi,che qualcuno fossi li con
loro in quel momento. Stancamente si guardò attorno e non
vide nulla
se non roccia,aria,un cielo grigio e...una donna. Non gli pareva
reale,la vedeva,nel vento,sembrava un fantasma,tanto trasparente
pareva che per un attimo gli parve di vedere solo aria,ma la
percepiva,era li,abbastanza vicina da poterne definire solo i
contorni. Il Vento,una brezza gentile,una donna...era lei,ne era
certo.
“Kagura?”
La
vide per un
attimo,un attimo soltanto. Un immagine della mente,ma la vedeva
chiaramente,i capelli neri raccolti in una piccola coda,iridi
rosse,labbra rosse che gli sorridevano tra il dolce e il beffardo e
quel lungo e stretto kimono viola,con quella manica blu della
sottoveste che le copriva il braccio destro. Nessun ventaglio,nessuna
grande piuma sotto i piedi,solo lei e il vento. Non riusciva a
credere ai suoi occhi. Scendava piano,insieme a Marsatap vivo,ma
ancora per poco,troppo debole per reagire,troppo debole per poter
attaccare,ma ancora in forze per poter dire giusto poche parole.
“Non sei un re,non
il nostro antico eroe,una pallida imitazione,ecco...che cosa
sei.”
Poi
esalò l'ultimo
alito di vita,poi si spense,il bastone gli scivolò di mano e
precipitò. Sesshomaru liberò la lama dal corpo di
Marsatap e lo
fece cadere,insieme al suo bastone,era finita,aveva vinto,avevano
vinto. Per quanto odiasse ammetterlo Sesshomaru aveva speso troppe
energie durante lo scontro precedente e il tengu si era rivelato un
avversario molto più ostico e potente di quello che aveva
immaginato
è se questo Sciamano era stato difficoltoso non osava
immaginare
cos'altro gli avrebbe mandato contro quella terra selvaggia e
inospitale. Folli invasati,magia oscura e quell'inuyokai,Ichiin,il
primo re,era davvero così importante questa gente? E quel
luogo,quella zona sacra dei cervi,perché era così
importante per
Otsune occuparlo? E infine,Kagura,perché era li? Era
morta,era
divenuta vento e come tale era libera,ma allora perché era
li,con
lui,nell'Hokkaido? Non sapeva nulla,nulla sembrava avere senso. Pian
piano scese a terra,vicino alla base della grande statua,con Toran ed
Ezio che gli correvano incontro mentre Urtak era accovacciato vicino
ad un Koga disteso,ma lamentoso e fortemente indebolito. Un rumore di
corno echeggiava nell'aria proveniente dal campo di battaglia tra gli
ainu e defunti custodi in quell'istante videro la massa dei vivi
invasori abbandonare il campo di battaglia,abbandonare lo scontro e
darsi alla fuga. I difensori avevano vinto.
“Ehi
ragazzo,francamente non ho capito niente di quello che è
successo
contro questa specie di pennuto umanoide,ma lo hai ucciso,bravo. Come
ti senti?”,disse Ezio con un certo entusiasmo nella voce
“Come uno che è
appena uscito vincitore da uno scontro. Quindi bene.”
Per
quanto cercasse
di mantenere quell'atteggiamento da duro,era chiaro come la luce del
sole che Sesshomaru non avrebbe saputo reggere ancora per molto. La
fatica accumulata durante il combattimento contro l'orda degli ainu
immortali e Marsatap che aveva usato i suoi poteri contro di loro per
tutto quel tempo li aveva privati di molte forze e solo combattendo
uniti erano riusciti a vincere contro il rancoroso sciamano dalle
piume nere. Lo videro li,morto,esattamente come gli stessi seguaci
che lo avevano seguito e poi erano stati finiti da colui che avrebbe
dovuto aiutarli a vincere e non per essere usati come difesa
personale da usare contro i nemici di Otsune e pertanto suoi. Lo
scontro era finito,avevano vinto e potevano dire di aver messo tutto
se stessi nella battaglia. Stanchi,sporchi,feriti,ma vittoriosi. Un
importante smacco ai piani della sacerdotessa regina.
“Comunque
Toran...”,disse Sesshomaru rivolto alla pantera,
“Sei stata brava
con quel colpo,non mi aspettavo riuscisse a raggiungere quel tengu,mi
sei stata d'aiuto.”
“Le tue parole mi
confortano,ma non ci sarei mai riuscita senza l'aiuto di Urtak,mi ha
detto di lanciare un colpo e lui lo avrebbe reso più
potente. Mi ha
dato una pacca sulla spalla e il frammento di ghiaccio e diventato
una punta molto,ma molto più grande. Non ho la ben che
minima idea
di come ci sia riuscito.”
“Davvero?”
Lei
annuì con la
testa e subito Sesshomaru rivolse lo sguardo verso l'hanyou
più
lontano da loro,mentre stava aiutando un Koga intontito e lento nei
movimenti a riprendersi dal brutto colpo. Chi era davvero questo
Urtak e cosa celava realmente quel posto? Il fatto che fosse un posto
non lo convinceva abbastanza per poter credere che fosse l'unica
spiegazione per tenere lontani il popolo dei cervi alla quale era
dedicata,che c'entrasse qualcosa l'antico re? E
poi,Koga,perché era
qui prima del loro arrivo e da dove era giunto? Ma più
importante di
tutto,Kagura,perché si era manifestata in quel luogo?
Perché mai
proprio a lui? Per ora si sarebbe goduto la vittoria,poco male,un
servo della regina Otsune era morto e adesso lei poteva contare su
meno risorse da schierare e se le testimonianze erano vere,allora
anche Akira,se era realmente in quelle terre,sarebbe rimasto
danneggiato dalla sconfitta del corvo,forse non direttamente,ma
almeno era un inizio. Il primo passo in avanti era stato fatto. Ora
restava solo di farne altri,per completare il suo percorse che lo
avrebbe portato verso il maestro templare. Quanto gli piaceva
rovinare le aspettative di Akira.
Nel
frattempo,a
grande distanza dal tempio.
Su
una collina
distante,protetta dalla folta vegetazione del luogo,un piccolo gruppo
di individui,vestiti con bianche pellicce tessute in maniera
elaborate e con annessi cappucci a coprire il capo e alla vita erano
strette cinture tinte di rosso,con monili in osso a forma
triangolare,usate come fibbie. Erano assassini. Intorno a loro un
folto numero di combattenti erano stesi a tetti,tutti morti,ma non
erano i classici fanatici religiosi che seguivano il verbo della
falsa regina,no,questi erano vestiti di tutto punto con armi e
armature delle terre più a sud dei loro confini,tra loro
c'erano
yokai,hanyou e umani e tutti avevano una cosa in comune oltre
l'equipaggiamento. Una croce vermiglia sul petto,non c'erano dubbi.
Templari. Tra gli assassini presenti sul posto ve ne era uno,una
figura massiccia,dalle spalle larghe,indossava una pesante armatura
di metallo,leggermente dissimile da quelle dei soldati morti in mezzo
a loro e dall'aspetto grezzo e ruvido e alle spalle teneva un
mantello di una pesante pelliccia marrone,ma a vederla faceva un
certo timore indossata da un uomo così grosso. I dettagli
dell'armatura erano piuttosto primitivi,con zanne e artigli d'orso
sparsi su bracciali e stinchi e al collo portava un piccolo monile a
forma dello stesso animale con la bocca aperta. Le armi che si
portava appresso erano un pesante martello,dal manico di legno
ricoperto di tacche e la testa a sfera e uno scudo rotondo ma,di
legno,con una serie di tre strisce diagonali a rappresentare una
artigliata. Guardava in direzione del tempio e sapeva bene cosa
stesse succedendo al suo interno.
“Signore,signore...”
L'uomo
incappucciato
si girò verso la voce che lo stava chiamando e si rivolse ad
uno
degli assassini,una giovane yoro che cercava di attirare la sua
attenzione.
“Cosa c'è
ragazzina?”
“Signore,non crede
che dovremmo recarci anche noi al tempio?
“No,non ancora,hai
visto anche tu lo scontro che si è tenuto poco fa in quel
posto in
rovina e poi la nostra presenza serve qui,a impedire che altri
bastardi templari vengano a dare man forte ad Akira e alla sgualdrina
regnante.”
L'uomo
corazzato si
girò nella direzione opposta al tempio e iniziò a
incamminarsi
verso il fondo della collina,passando in mezzo ai corpi dei soldati
templari,seguito immediatamente dalla ragazza.
“Se le
informazioni della maestra Yuki sono giuste allora il figlio di
Inutaisho e anche accompagnato dalla signora delle pantere e da un
maestro assassino che si trova nel luogo e nel tempo sbagliato,per
non parlare di Urtak,quello si che sa fare bene il suo mestiere. Se
c'è anche Koga tra di loro hanno già trovato un
alleato sicuro di
cui fidarsi. Noi per ora abbiamo altro da fare. Che il giovane cane
faccia pure le sue scoperte,d'altronde,non è anche quello
che aveva
fatto anche sue padre in queste terre,no?”
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