Cara
Abby, questa storia mi è stata ispirata dal capitolo 5 della
tua parodia “Chiamami per nome”, spero che ti piaccia e
di aver rispettato i caratteri di Theon e Ramsay.
Il
Ponte di Pyke
Ramsay,
mezzo congelato per il freddo e fradicio d'umidità marina,
osservò sconsolato il ponte sospeso tra le due torri
chiedendosi che accidente ci faceva lì, quando se ne sarebbe
potuto stare tranquillamente in camera sua a rilassarsi al calore del
camino acceso. Intorno a lui era praticamente buio pesto, riusciva a
malapena a scorgere le luci delle fiaccole poste all'ingresso della
torre al di là del ponte.
Pochi
minuti prima Theon gli aveva detto qualcosa attraverso la porta a
proposito di una richiesta urgente di Yara e poi era uscito di corsa
dalla loro camera urlando di raggiungerlo non appena avesse finito di
fare qualsiasi cosa stesse facendo in bagno. (Che poi, che accidente
pensava che stesse facendo, in bagno?)
Così
ora Ramsay si trovava davanti a quello stupido ponte, tutto
solo e terrorizzato all'idea di poggiare su quelle stupide
assi di legno anche solo la punta dell'alluce!
«Giuro
che quando lo trovo, gliela faccio pagare!»
Il suo unico neurone cominciò a vibrare intensamente.
«Ah,
è vero, non posso più torturarlo!»
Si ricordò, un po' contrariato.
Sbuffò.
Per quanto trovasse il “nuovo Theon” decisamente più
interessante di quello che aveva torturato per anni, a volte
rimpiangeva i bei tempi (a voler essere sinceri era solo lui a
ricordarli come tali) in cui poteva disporre delle dita di Theon a
suo piacimento.
Lanciò
un altro sguardo angosciato al ponte e poi finalmente il suo orgoglio
ebbe la meglio. Ecchecavolo! Non aveva alcuna intenzione di
fare la figura del vigliacco con quello stupido Greyjoy.
Allungò
un piede tremando e lo poggiò sulle assi del ponte che
scricchiolarono in modo inquietante. Ramsay sbiancò e cominciò
a sentire caldo nonostante il vento umido sferzasse il suo volto.
Afferrò
la corda del parapetto e chiudendo gli occhi portò anche
l'altro piede sul ponte. Non successe niente di spaventoso.
Sentendosi
un po' più sicuro fece un paio di passi che provocarono il
dondolio del ponte. Ramsay si aggrappò terrorizzato alla corda
del parapetto.
«Razza
di bastardo, se riesco ad arrivare vivo
dall'altra parte, lo ammazzo!»
Pensò terrorizzato.
«Anzi,
prima gli taglio le dita ad una ad una, cominciando dai piedi…»
Il neurone si svegliò nuovamente ma stavolta Ramsay lo rimise
a dormire. Tenendosi stretto alla corda avanzò di un altro
passo continuando a fantasticare. «...
poi gli scuoio i polpacci. Prima il destro, anzi no... prima il
sinistro…»
Insomma,
sarà stata la forza di volontà o più
probabilmente il fatto che escogitare torture elaborate lo distraeva
(a dirla tutta gli metteva anche una certa dose di buonumore), fatto
sta che un passo alla volta riuscì a raggiungere, per così
dire, la terraferma.
Quando
se ne rese conto l'adrenalina accumulata evaporò all'istante
facendolo crollare in ginocchio. Non aveva mai provato tanta paura di
morire, a parte quando il bastardo Stark lo aveva aggredito e
massacrato di botte.
«Bé,
hai visto che avevo ragione? Sei riuscito ad attraversare il ponte da
solo!»
Esclamò Theon alle sue spalle.
Ramsay
si girò furente. «Da
dove accidente sbuchi, tu?»
Theon
sorrise allegramente. «Da
dietro le tue spalle. Sono stato dietro di te tutto il tempo, nel
caso avessi bisogno di aiuto. Ma eri talmente concentrato che non te
ne sei neanche accorto!»
Rispose Theon strizzandogli l'occhio. «Sei
stato bravissimo! Un vero Uomo delle Isole di Ferro, sono orgoglioso
di te!»
Ramsay
si alzò in piedi, osservò Theon guardarlo con quel
sorriso pieno di soddisfazione e per la prima volta in tutta la sua
vita, ebbe una vaga (stiamo pur sempre parlando di Ramsay, non
possiamo pretendere troppo) percezione di cosa significasse ricevere
un complimento.
«E
adesso che ti succede?» Domandò Theon notando gli occhi
di Ramsay inumidirsi.
«Niente!»
rispose lui un po' imbarazzato buttandosi tra le braccia di Theon in
preda a una serie di emozioni che non riusciva a comprendere bene.
Il
giovane Greyjoy lo strinse a sé e Ramsay pensò che,
almeno per qualche istante, non aveva voglia di stare da
nessun'altra parte se non tra le braccia di Theon.
|