Amalia

di RiaEsse
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Amalia correva a perdifiato.
Né i rami che le sfreggiavano il volto e le braccia scoperte, né la pressione al ventre ad ogni falcata potevano convincerla ad arrestare la sua fuga.
Suo fratello le aveva raccomandato di non fermarsi e lei non si fermò, non finché gli alberi non cominciarono a diradarsi e le prime luci dei capanni comparvero alla sua vista.
Venne fuori dalla boscaglia veloce come un animale braccato, attraversando la radura senza mai perdere il ritmo o inciampare sui propri passi. Sapeva di non potersi permettere niente di simile, a meno che non volesse fare la stessa fine dei suoi cari.
Solo quando fu in prossimità di un recinto per vacche si permise di avvertire la fatica e proprio in quel momento un dolore improvviso al fianco le spezzò il respiro. Fece un lamento di sofferenza e paura, ché già si immaginava il ventre dilaniato dai mostri dalle lunghe unghie d’acciaio.
Si voltò di scatto indietro, ancora presa dal terrore, col cuore che palpitava impazzito.
Non vide nulla se non la vasta radura che aveva percorso e il bosco in lontananza.
 
< E voi chi siete? >
Amalia urlò, per la prima volta da quando aveva iniziato a correre, spronata dal fratello a mettere le ali ai piedi senza mai voltarsi. Urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, portando d’istinto le mani a proteggere il ventre sporgente e dolorante. Il vecchio, che dapprima l’aveva osservata guardingo da dietro una vacca si fece avanti rivelando la propria presenza e protendendo le mani avanti nel tentativo di far tacere quell’urlo orribile che avrebbe allarmato l’intera città.
Nel vederlo la gola di Amalia si chiuse e dalla sua bocca non uscì più nessun suono, solo il fischio dei polmoni agitati e disidratati. Guardò il vecchio per un lungo istante, sentendo la fatica avanzare nel suo corpo così come lo sconosciuto avanzava verso di lei, con cautela.
Solo quando le fu abbastanza vicino da poter osservare i suoi profondi occhi scuri, permise alla stanchezza di prendere il sopravvento sulla paura e la preoccupazione e si lasciò svenire, con solo l’immagine di quegli occhi contornati di rughe e appesantiti da due gonfie occhiaie, che la guardavano con apprensione e curiosità.
 




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