Il chiacchiericcio in sottofondo gli ronzava in testa come uno sciame d’api impazzito. Appoggiò il bicchiere sul bancone e lo fissò con sguardo vuoto fino a quando il liquido ambrato non smise di ondeggiare.
Seduto su quello sgabello la sua mente vagava tra le immagini di quei giorni passati con quella ragazzina. Si chiedeva ripetutamente cosa avesse di tanto speciale per riuscire a fargli perdere la testa in quel modo. Ma, ancora, non riusciva a darsi una risposta plausibile.
Schienò il liquore godendosi il caldo bruciore dell’alcool lungo la gola.
-
- Fammene un altro!-
-
- Certo che reggi bene... è già il decimo!-
Ridacchiò senza alzare lo sguardo.
Eccola lì, l’ultima locanda del paese. Dopo mezz’ora di cammino in salita, finalmente l’aveva trovata in cima a quell’unica collina. Se non lo avesse trovato nemmeno lì sarebbe dovuta tornare alla nave da sola, di notte senza uno straccio di buona notizia per la ciurma preoccupata.
Sospirò e aprì la porta. Lo vide, seduto al bancone della locanda mentre sorseggiava un bicchiere di whisky.
Si diresse verso di lui cercando di ignorare i fischi e i richiami di uomini ubriachi che cercavano di attirare la sua attenzione. Si sedette sullo sgabello di fianco a lui e ordinò, anche lei, un bicchiere di quel liquore ambrato. Il silenzio regnava sovrano e, per quasi un’ora, nemmeno i loro sguardi si incontrarono.
- Cosa ci fai qui ? –
Finalmente la voce dell’uomo ruppe il silenzio. Lo guardò con la coda dell’occhio e vide che il suo sguardo era rimasto fisso sul bicchiere ormai vuoto. Alzò le spalle sospirando.
- Potrei farti la stessa domanda...non penso sia ora di smetterla di scolarti tutta la riserva di whisky della locanda?-
Non rispose alla domanda ma lo vide accennare un sorriso. “ doveva essere proprio ubriaco per non controbattere” Pensò.
Si alzò dallo sgabello allontanandosi per un minuto dal capitano. Sussurrò qualcosa al locandiere e gli passò un sacchetto. Lui le chiese qualcosa, lei rispose innescando una risata sotto i baffi da parte dell’anziano signore che spiò con la coda dell’occhio quell’uomo che da tre giorni era seduto nella sua locanda.
Tornata dal suo capitano gli prese un braccio e se lo passò attorno al collo afferrando con una mano l’uncino mentre, con l’altra, gli sostenne la vita cercando di fare forza sulle gambe per rimetterlo in piedi. Lui si alzò a fatica, brontolando che avrebbe potuto benissimo camminare da solo nonostante le sue ginocchia dimostravano il contrario.
Cominciarono a salire le scale un gradino alla volta, gli girava la testa e la vista era offuscata dall’alcool. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era come la sua dignità di uomo, in quel momento, fosse svanita. Dover essere accompagnato in una camera da una ragazzina era frustrante.
Girò lo sguardo. Quegli occhi verde smeraldo fissi sui loro piedi e i denti che mordevano leggermente il labbro, delineavano una certa concentrazione. Vederla così attenta a non inciampare su qui gradini pericolanti, gli suscitò un sentimento tenero che nemmeno lui riuscì a spiegare. Cercò di scacciare quel pensiero cercando qualcosa da dire per interrompere il silenzio che si era creato.
- Tu e quel vecchio sembravate abbastanza complici poco fa ...-