Quel momento in cui Riza diventò madre senza rendersene conto

di _SbuffodiNuvola_
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Ai miei Alphonse e Edward, che mi hanno ispirato la flashfic...
perché in fondo io sono un po' Riza.

~_SbuffodiNuvola_


Quel momento in cui Riza diventò madre senza rendersene conto


Riza odiava fare la spesa. Odiava stare in coda dietro le vecchiette pettegole che parlavano di qualsiasi cosa avvenuta in città, odiava dover girare per tutto il mercato alla ricerca delle cose che servivano a casa e odiava il dover farsi largo, spesso tirando gomitate, fra la gente. 

Decisamente, il mercato non era il posto adatto a lei. O meglio, la città non era il posto adatto a lei, una donna cresciuta in un piccolo paesino di campagna, dove il mercato del venerdì mattina era una bella scusa per allontanarsi da casa per passare un po’ di tempo senza sentirsi completamente sola al mondo ed essere sicura di non essere di’intralcio a suo padre e al suo allievo.

Già, l’allievo di suo padre che adesso era riuscito a raggiungere, con non pochi problemi, la carica di colonnello dell’esercito di…

-AHIA! AL, MI HAI FATTO MALE!

-NON L’HO MICA FATTO APPOSTA, FRATELLONE! 

I pensieri della giovane donna, che non era nient’altri che il braccio destro del sopracitato colonnello, vennero interrotti dalle urla di due adolescenti che ormai era costretta a trascinarsi dietro. 

-Tenente Hawkeye! Alphonse mi ha spinto!

-Non è vero!

Riza sospirò. Ma perché capitavano tutte a lei? Quel sabato mattina voleva semplicemente godersi il tanto agognato arrivo del weekend e approfittare di non essere al lavoro per rimodernare un po’ il suo armadio e fare qualche acquisto per la casa… e si era ritrovata i due fratelli Elric alle calcagna. Come fosse successo non lo sapeva neppure lei. 

-Edward, Alphonse. Non avete tre anni. -disse, attingendo a tutto l’autocontrollo che possedeva. -Non litigate, da bravi.

-Va bene… -risposero in coro i due fratelli. Poteva benissimo essere finita lì, come Riza, stremata da tutta la settimana passata a fare da balia al colonnello e ai suoi sottoposti, sperava.

Ma noooo.

-Al! Guarda! Quei bicchieri hanno dei pirati disegnati sopra!

-Che figo! Li possiamo prendere?

-Tenente! Possiamo prendere i bicchieri con i pirati? -chiesero in coro. La donna, che stava guardando le ceramiche esposte alla stessa bancarella, si voltò in direzione dei due ragazzi.

-No. -rispose solo. Poi tornò a concentrarsi sulle tazzine da té che aveva davanti.

-Ma tenente! Per favoooooore! -fece Alphonse. Probabilmente avrebbe fatto i cosiddetti “occhi da cucciolo”, se non fosse stato un’armatura.

-Faremo i bravi, promesso! -aggiunse Edward. 

-Ragazzi. No. Se li volete, li comprerete da soli. -disse Riza, abbandonando l’idea di comprare un nuovo servizio di tazzine da té. S’incamminò, con Hayate al guinzaglio.

La situazione peggiorò quando passarono davanti alla bancarella che vendeva i dolci.

-Tenente, possiamo prendere il cioccolato al latte?

-No! Quello fondente!

-Ma è più buono quello al latte, fratellone!

-Ma che dici! Fondente tutta la vita!

-Al latte!

-Fondente!

-AL LATTE!

-FONDENTE!

-BASTA! La figlia del tenente colonnello Hughes si comporta meglio di voi due! E ha solo tre anni! -esclamò Riza, perdendo definitivamente la pazienza. -Siete in castigo! Niente dolci per un mese. E adesso, filate! Forza! 

-Ma tenente Hawkeye…

Edward ammutolì appena vide l’espressione della donna, che fissava lui e suo fratello, o meglio, l’armatura che conteneva l’anima di suo fratello, come se avesse potuto incenerirli con lo sguardo.

-Ci scusi… -mormorarono in coro.

-I ragazzini di oggi… -sospirò Riza, mettendosi a controllare le taglie di un abito ad una bancarella.





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