Tutto
è corpo
Per Maqry ♥
Ci
sono le stelle, fuori. C’é l’odore caldo
e salato e umido dell’estate piombato sulla città,
su di voi, come l’improvviso scroscio di un temporale.
È dorato e abbondante, è ovunque, ti bagna le
guance, le braccia, la fronte. Qualcuno, fuori, scoppia a ridere sotto
la finestra. Percepisci una felicità dirompente da quella
voce, è quel tipo di felicità che si
cristallizza, pulsante, per sempre– somiglia alla tua.
Siete
accoccolati sul divano, ve ne infischiate dell’afa
appiccicata alla pelle e va bene così. Shouyou dorme con la
testa sulle tue gambe. Lo guardi e provi a deglutire per
l’ennesima volta, ma non succede nulla: gli spilli in gola
sono ancora tutti lì, conficcati. Non si tratta–
non si tratta di dolore, bensì di meraviglia: in bocca ti
crepita il sapore pungente dello stupore, come se avessi mangiato una
stella filante. È solo che è difficile credere
che dopo tutto quel tempo siate ancora lì. È
difficile credere che dopo tutto quel tempo, lo adori – lo
veneri – ancora così profondamente. Shouyou si
è piantato fra le tue costole e con il tempo, da germoglio
testardo, si è trasformato in un albero. Abbraccia alcune
– troppe – parti di te e le tiene insieme con rami
e radici, mentre tu lo custodisci con la stessa bramosia con cui un
drago protegge il suo tesoro – nessuno deve azzardarsi ad
avvicinarsi a lui. Nessuno. Potresti uccidere, per questo.
(Il
rumore di una macchina. La luce che aumenta, gradualmente. Il sole sta
per sorgere. Tornerete al mare.)
Inspiri
profondamente, come se potessi risucchiare i coriandoli dorati di
quell’istante. Sei felice. Sei spaventosamente felice. Sei
così felice che non sai più neanche dove
metterla, tutta quella felicità –
perciò la lasci andare, lasci che sgorghi copiosa dalle tue
mani, come porporina. Gli accarezzi il collo. Disegni una linea breve
con la punta delle dita, arrivi alla clavicola e poi percorri lo stesso
tratto al contrario, fino all’orecchio.
C’è un po’ la metafora di tutto quello
che siete, in quel gesto: un costante e gentile e ostinato andare
avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro, come le onde
del mare. Shouyou sarà sempre la nuova, inaspettata
avventura da stringere e vivere. Sarà sempre la casa in cui
ritornare. Sarà sempre – sempre, sempre, sempre
– l’estate sotto la pelle.
Shouyou
si muove. Strofina la guancia contro il tuo ginocchio come un gatto.
Poi spalanca gli occhi ed è come se avessi piantato un
coltello dentro al sole per squartarlo a metà –
c’è così tanta luce. Ti guarda e
sorride.
“Mi
piacciono le tue mani,” dice, afferrando quella con cui lo
stavi accarezzando. Shouyou preme il suo pollice prima contro il tuo
polso – indugia qualche istante, come per ascoltare la tua
vena che pulsa – e poi contro il tuo palmo. Poi ti allarga le
dita, e ci infila in mezzo le sue. Tiene, stringe forte.
Ti
senti instabile. È come quando qualcuno lancia un grosso
sasso nell’acqua e quella tremola senza controllo. Vacilli,
come se le tue stesse ossa stessero per crollare l’una
sull’altra. Fa caldissimo. Quell’estate
è talmente calda e umida che sembra sia uscita direttamente
dalle vostre viscere. Non siete mai stati così vicini.
Shouyou ti guarda dal basso con gli occhi spalancati e a te sembra come
se ti stessi sporgendo da un precipizio: in fondo,
c’é un oceano dorato. Ci vuoi saltare dentro. Ci
vuoi annegare dentro.
Hai
fame. Hai sempre avuto fame di Shouyou. E forse lui ha fame di te nello
stesso feroce e indescrivibile e disperato modo, perché si
avvicina la tua mano alla bocca e ti morde due dita. Senti il suo
respiro, la punta dei suoi canini contro i polpastrelli. Shouyou morde
di nuovo, più forte.
*
Anni
prima, Kuroo ti aveva detto: “sei ossessionato da lui. Sei
così ossessionato che credo non ti passerà
mai.”
Kuroo
aveva ragione. Non ti era passata.
Shouyou
fissa l’oceano, seduto sulla spiaggia a gambe incrociate. Tu
fissi Shouyou, seduto accanto a lui. Lo vuoi mangiare. Vuoi masticare
per bene il suo corpo e poi ingoiarlo con tutte le ossa,
così rimarrà per sempre dentro il tuo stomaco,
sarà per sempre e solo tuo. Ma come si può
ingoiare il sole? Come si può diventare grandi abbastanza da
ingoiare tutta quella luce?
“Kenma,”
dice Shouyou. “Ti piace il mare?”
Sposti
lo sguardo sull’oceano. È calmo, il tramonto ci
galleggia sopra, arancione e brillante, e l’acqua sfarfalla
come se qualcuno ci avesse versato dentro quintali di porporina. Non
puoi vedere la fine del mare. Non puoi vedere neanche dove comincia. Il
mare è incontenibile, e prima o poi ingerirà di
nuovo tutta la terra ferma. Ti ricorda Shouyou, in un certo senso, mai
sazio e mai confinabile dentro dei contorni, dentro una forma.
Probabilmente Shouyou non li ha mai avuti, dei limiti, è
semplicemente la quintessenza della libertà,
l’aria che ha deciso, per una volta, di provare a diventare
una persona.
“Mi
fa un po’ paura,” rispondi, sinceramente.
Perché è vero. Il mare uccide. Il mare
è spietato. Il mare è–
“Ma
lo guarderei per sempre.”
Shouyou
ti sorride. Poi poggia la guancia calda contro la tua spalla nuda.
Senti i suoi capelli soffici nella curva del collo. Senti la pelle
d’oca. Senti il mondo che brucia.
Shouyou
e l’oceano hanno lo stesso odore. Forse sono la stessa cosa.
*
Finisci
la caipirinha che Shouyou ti ha preparato. Tutto gira. Non tanto, ma
abbastanza. Shouyou ti sorride. Tu lo guardi e gli dici: “mi
dispiace. Ti ho mentito.”
Shouyou
sembra sorpreso. Inclina la testa. “Riguardo a
cosa?”
La
sponsorizzazione, pensi. Non
ti ho detto tutta la verità.
Il
fatto è che Kuroo ha sempre avuto ragione. Il fatto
è che quando ti nascondevi dalle persone e Shouyou ti
trovava sempre, accucciandosi di fianco a te senza dire una parola
mentre giocavi con la Nintendo, tu pensavi: non
è abbastanza. Quando
Shouyou ti mandava messaggi, o ti chiamava chiedendoti a cosa stavi
giocando o di venire a trovarlo, tu pensavi: non
è abbastanza, non è abbastanza.
Perché, una volta terminato il liceo, una volta terminata la
pallavolo, cosa sarebbe rimasto di esclusivamente vostro a tenervi
agganciati l'uno all'altro? Cosa sarebbe rimasto a garantirti che
Shouyou sarebbe stato sempre ossessionato da te, come tu lo eri con
lui? Dovevi fare qualcosa. Dovevi trovare un modo efficiente al cento
per cento per incatenarlo a te, per preservare quell'interesse
illogico, folle e monopolizzante che Shouyou provava nei tuoi
confronti, anche una volta abbandonato il campo. Perciò, la
sponsorizzazione. La nuova gabbia dove rinchiuderlo a sua insaputa
anche dall’altra parte del mondo, anche quando le vostre vite
non avrebbero potuto diventare più diverse. Non lo
rimpiangi, quello mai, ma Shouyou deve sapere, deve sapere che
l’hai fatto per egoismo, che l’hai fatto
perché volevi dirgli: io
posso darti tutto. Loro no.
Perciò
glielo dici. E Shouyou ascolta, seduto di fronte a te. E quando hai
finito, Shouyou sorride.
"Per
me è stato lo stesso."
"Che
intendi dire?"
Shouyou
picchietta con l'indice due volte sul tavolo.
"Quando
ti sei offerto di sponsorizzarmi mi sono sentito sollevato. E non per i
soldi, ma perché ho pensato: se mi sponsorizza, non
potrà lasciarmi andare. Non potrà dimenticarsi di
me. Non glielo permetterò."
Rimani
interdetto per qualche secondo, poi pensi:
ma che cazzo. Perché abbiamo un rapporto così
malato? E forse
anche Shouyou pensa la stessa cosa perché ride, e allora
ridi anche tu. È folle, tutta quella voglia di possedere
l'altro, tutto quel terrore di perdersi, non c'è niente di
sano o di gentile nel modo in cui vi imprigionate a vicenda.
Però va bene così. È giusto.
È ossessivo, sbagliato, e violento. Ma è
speciale, è vostro.
*
Guardi
il corpo di Shouyou e pensi: è solo un corpo, solo un corpo.
Un corpo fatto di carne e ossa, contrazione di cuore e diaframma. Un
corpo che per la maggior parte è costituito da polvere di
stelle, come tutti i corpi e come tutto ciò che si trova
intorno a te. Però, forse, nel corpo di Shouyou la
percentuale di materia intergalattica presente è
più elevata, altrimenti non si spiega come mai tu non riesca
a smettere di guardarlo. Dentro Shouyou c’è
qualcosa di accecante, di astrale. È impossibile non
riuscire a sentire in gola il sapore di quella luce
iridescente, bollente. Devi toccarlo. Devi sentirlo respirare
dentro di te. Devi abbracciarlo stretto stretto e poi morderti la
lingua a sangue perché non basta, non basta mai. Quando
troverai la pace? Quando smetterai di smaniare per qualcosa che non
sarà mai abbastanza tuo? Non puoi assorbire un corpo. Non
puoi assorbire l’anima di una persona. Però lo
vuoi, tantissimo, vuoi lui, vuoi il sole, vuoi sapere cosa si prova a
ingoiare una stella intera, vuoi dargli tutto quello che desidera, il
resto dell’universo può anche sparire,
c’è un universo intero dentro Shouyou, l'unico che
importa, sotto le sue unghie, dentro i suoi occhi, in bocca.
“Shouyou.”
Shouyou
è accucciato a terra alla ricerca di conchiglie. Solleva il
viso e ti fissa dal basso con gli occhi luccicanti. Il sole gli accende
le guance, e tu pensi: siamo
ancora qui, siamo ancora qui.
“Che
c’é?” domanda Shouyou, sorridendo.
Per
una volta sei tu che ti accovacci di fronte a lui in silenzio e lo
baci.
*
Potresti
chiamarlo cannibalismo. Ci pensi, ogni tanto. Se si potesse mangiare
senza uccidere, allora saresti sicuramente un cannibale. Ma non si
può, perciò ti limiti ad affondare i piccoli
denti nella sua pelle, a lasciare solchi sottili. Ti trasformi in un
animale. Mutate entrambi verso quella parte meno umana, la
più bestiale, il raziocinio muore e restano solo gli istinti
e l’incontrollabile voglia, bisogno, di toccare e tenere e
stringere forte, la fame febbrile che vi fa crepitare le viscere. E la
dolcezza. C’è così tanta devozione e
così tanta paura, in quei momenti: devozione
perché il corpo di Shouyou – tutto quello che
c’è dentro – è tuo, solo tuo.
Paura perché se dovessi perderlo tu finiresti in pezzi, ti
sbricioleresti come qualcosa di troppo vecchio e troppo stanco.
Perciò non sbatti le palpebre, perché forse il
tempo si ferma così, perché forse tenere gli
occhi fissi sul presente è l’unico modo per
mantenerlo tale.
Uccideresti
per lui. Ti consumeresti le dita grattando contro l’asfalto,
contro la pietra. Ti
uccideresti
per lui. Diventeresti un cane, eseguiresti qualunque ordine. Shouyou
però ti chiede solo di rimanere con lui a vedere il mare. E
lo fai. Poi ti chiede di farlo a pezzi. E lo fai. E poi ti chiede di
ricomporlo. E lo fai, lo ricomponi, e lasci che lui faccia lo stesso
con te, manipolando il tuo corpo e tutto quello che
c’è dentro, dilatandolo e attorcigliandolo come se
fosse plastilina. Fate castelli di sabbia mentre il mare prova ad
afferrarvi le caviglie e poi li buttate giù a calci.
E
mentre guardi Shouyou che ti abbraccia e che abbraccia la vita e che
ride e gioca a pallavolo e respira il sole con la sabbia dorata fra la
ciglia, pensi: questo
ragazzo è immortale. E poi
pensi anche: se
non posso ingoiarlo, allora ingoierò ogni luce, ogni
tonalità di colore, che si rifletterà sulla sua
pelle. Ingoierò tutto quanto il resto. Così
l’unica cosa che Shouyou potrà guardare e
afferrare e stringere, sarò io.
Note
d'autore
HELLO.
CREDEVATE CHE FOSSE FINITA LA MIA HAIKYUU ERA (ma chi)-- e invece
no! HAHA!!! Ho attraversato tipo due mesi in cui mi
sono affossata con wednesday e con la wednesday/tyler (sono ancora
affossata) e poi un mese in cui ho dovuto studiare per fallire i miei
esami e poi una settimana e mezza per riprendere in mano la mia vita e
sconfiggere il blocco nonostante il fallimento MA!!!! SIAMO QUI!!!!
HA!!!! va bene. tenete questa kenhina minuscolissima ma era per
uccidere il blocco e per dare qualcosa a maqry che li ama
visceralmente-maqry ti giuro arriveranno fic migliori, intanto prendi
queste bricioline guaste,....!!
Grazie
a tuttx per aver letto GRAZIE SPERO STIATE PASSANDO UNA BELLA GIORNATA
VI MANDO ONDATE POSITIVE OLè !!!! I LOVE YOU ALL!!!! alla
prossima!!!
See
ya! ♥
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