Ben più in alto del sole

di khrenek
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Le mani sono ancora unite e gli occhi di uno non vogliono saperne di staccarsi da quelli dell’altro. La presa sul pallone si fa sempre più lasca fino a quando questo scivola a terra. I due ragazzi però non se ne accorgono neanche.
Shoyo si avvicina a Tobio che continua a fissarlo con un’espressione indecifrabile sul volto e un leggero rossore. Le dita del numero cinque si intrecciano lentamente a quelle del numero due e il volto si fa sempre più vicino.
Tobio sembra comprendere e abbassa leggermente il volto, socchiudendo le labbra, poi, quando le sue e quelle di Shoyo si uniscono, non esiste più nulla, la palestra, il volley, nulla; esistono solo loro in quel momento congelato nel tempo che cambia tutto e porta una consapevolezza nuova.
Rimangono così per un tempo che sembra infinito, poi quando si sciolgono, Tobio guarda Shoyo.
“Muoviti a raccogliere quel pallone, Shoyo boke!”
“Si, ti amo anch’io, Tobio kun.”


Nota finale:
Questa flashina, che dedico a Guiky80 che mi ha chiesto “e poi?” (spero ti piaccia), è una specie di seguito di “Sguardi” senza troppe pretese.
L’idea è arrivata all’improvviso dopo aver visto una art su twitter, che potete vedere qui, ed è uscita praticamente di getto (e manco a dirlo, su un autobus XD)
Il titolo arriva direttamente da una poesia di Jacques Prevert (I ragazzi che si amano).
Come sempre ringrazio chi vorrà lasciare un commento e chi avrà letto solamente.
Siete tutti benvenuti :-)




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