Post Camlann

di oscar 82
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(Note: Post Camlann. Merlin ha salvato Arthur e ora entrambi sono ad Avalon, permettendo ad Arthur di guarire completamente).
 
 
La notte avanzava placida e silenziosa, un manto caldo e scuro che copriva il bosco e tutte le sue creature. Alcune sonnecchiavano, altre vegliavano, ma senza fretta, adeguandosi al ritmo che li circondava.
 
Arthur non dormiva.
Per la prima volta dopo giorni, il riposo diurno lo aveva rinvigorito tanto da non lasciargli sonno. Ma con Merlin non c'era possibilità di discutere: il Re aveva bisogno di recuperare tutte le sue energie e, nelle ore di luce praticamente non gli permetteva di fare alcunché. Si occupava lui di tutto, alacre, instancabile, senza mai fermarsi. Solo di recente si era concesso il lusso di addormentarsi prima del Sovrano, consentendosi finalmente qualche ora di   meritato ristoro.
 
Mettendosi seduto, la vista avvezza a catturare la luce lunare, si soffermò a osservare l'uomo profondamente addormentato accanto a lui. Il viso pallido ed etereo faticava a rasserenarsi, come se sentisse il bisogno di tenere sempre alta la guardia, la magia che crepitava vigile sotto la pelle per scongiurare ogni pericolo. Arthur poteva percepirla nel battito delle ciglia che, veloci come un lampo, lasciavano intravedere, solo per un frangente, lo sfarfallio dorato dei suoi occhi.
 
Era qualcosa che regolarmente lasciava Arthur senza fiato, la bellezza dell'oro puro delle iridi di Merlin. Una bellezza ammaliante e pericolosa, come la lama di Excalibur e cento volte di più, come la più sicura e micidiale delle armi.
Ed era sua. Era di Arthur.
Il cuore del Re palpitava di orgoglio, pensando che la fonte di tutto quel potere fosse destinata a lui.
 
Un'ondata di tenerezza lo sopraffece. Con un gesto delicato scostò un ciuffo ribelle dalla fronte del mago, quasi una carezza, una dolce carezza.
Continuò a guardarlo, abbacinato. A volte, la ferocia della devozione, della lealtà, dell'amore che Merlin provava per lui gli facevano quasi paura.
Era degno di tutto quell'amore? Lui, un semplice mortale, come poteva ispirare un sentimento così assoluto? Come poteva essere così indissolubilmente vincolato a lui, immortale e invincibile?
 
Sorrise appena, mentre le domande cominciavano gradualmente a scemare. Non avrebbe trovato una risposta, se non quella che già conosceva da tempo. Merlin gli apparteneva. Erano uniti da una doppia corda, forgiata nel loro stesso sangue, protetta dalla stessa magia, e nulla, nulla avrebbe mai potuto separarli. 
E la sola, l'unica cosa che Arthur poteva fare, era ricambiare quell'amore con tutto sé stesso: con tutta la sua forza, il suo coraggio, la sua testardaggine, con la stessa affamata, disperata ferocia con cui Merlin amava lui.
 
Erano l'uno per l'altro, l’uno con l’altro, l’uno dell’altro: nessun nemico, nessun regno, nessuna battaglia o calamità avrebbe potuto cambiare questo. Mai.
 
Con l’anima che cantava a quella consapevolezza, Arthur si chinò per lasciargli un leggero bacio sulla testa corvina.
 Dormi, mio ​​stregone, pensò.
Per stanotte, lascia che sia io a proteggerti.




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