Preghiera

di Lady Moon
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Mani troppo grandi
hanno loro,
talvolta le sfioro e vado via,
talvolta precipito
nella loro ombra.

Occhi troppo grossi,
una bocca troppo larga
hanno loro.
Sono impresentabili,
spocchiosi e volgari.

Vorrei un vortice
più mostruoso di loro
li avviluppasse.

Vorrei la loro carne
fosse servita a cena su piatti d'argento,
consumata con forchetta e coltello.

Dio, colui che l'assaggia,
il rosso che lacrima,
ad ogni serafico boccone
di quella zuppa di sangue,
dai lati delle sue labbra.

Inizia dalla testa,
con talentuosa precisione
ripulisce i contorni.
Sottile è la pelle ma
saporita e dolce.

Dio li perdona,
ora che sono
nella sua pancia tonda,
Dio li compatisce,
pondera accuratamente
sui loro desideri terreni,
sui loro pensieri,
riavvolge il nastro
delle loro parole,
ora che sono tutti
nel loro momento di silenzio.

Dio non è cattivo.
Dio è colui che giustizia,
è l'anima degli insoddisfatti,
dei fragili,
dei sensibili,
degli oppressi.

Dunque congediamoci,
adesso che può finalmente degustare
il suo banchetto delizioso.

È la mia preghiera.

 





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