Gestire le sconfitte

di musa07
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Prompt: “Tramonto” di Darlene
“Notte stellata” di Luana A.



Parte terza

 

Era una notte stellata a dir poco meravigliosa.

D’altra parte era succeduta ad un tramonto a dir poco sensazionale e da mozzare il fiato.

Sembrava quasi lo stesso identico cielo…

 

Lo stesso identico cielo mozzafiato che si era stagliato la notte in qui avevano vinto le Olimpiadi. Dove l’ultimo punto era stato il frutto di una loro azione – magistrale - combinata.

 

 

Era Atsumu alla battuta e Kiyoomi, in prima linea, lanciandogli un’occhiata di incoraggiamento (e di amore infinito) da sopra la spalla aveva capito le sue intenzioni. Spericolate come al solito ma, a suo modo, calcolate.

- Forzerà la battuta. – Kiyoomi aveva sussurrato queste parole all’orecchio di Bokuto che aveva annuito appena, muovendo lentamente il capo, anche lui con la concentrazione portata allo spasmo.

E così era stato.

La palla, dopo una ricezione sbilenca da parte dei loro avversari, era ritornata dalla loro parte e da lì, velocemente, la loro azione. L’alzata perfetta, senza nessun tipo di sbavatura e forzatura. Alta e staccata dalla rete con la solita inquietante precisione millimetrica.

Così come era stata inquietante la precisione della sua diagonale, che aveva beffato il muro a tre avversario.

E la Nazionale Giapponese aveva segnato il punto decisivo. E vinto.

 

Inutile dire che nel momento stesso in qui aveva visto la palla planare a terra, sentendo il suono che aveva fatto nel momento in cui aveva impattato con il parquet, subito si era voltato verso Atsumu.

 

Atsumu che non lo aveva perso d’occhio neppure per un istante. Non aveva bisogno di seguire la palla, sapeva che Kiyoomi avrebbe segnato.

Si era perso quindi, in quei secondi, a guardarlo saltare, schiacciare e voltarsi infine verso di lui. Nonostante si fosse svolto tutto in una frazione d’istanti, Atsumu era riuscito a rapire ogni singolo frammento del suo Omi. La concentrazione negli occhi, nel volto, la sua rincorsa, come il suo salto sovrastasse di parecchi centimetri le mani del muro avversario.

Kami, gli si era mozzato il fiato. Era la perfezione assoluta.

E poi quello sguardo, quel sorriso appena accennato solo per lui.

 

Prima di essere travolto dagli altri, Atsumu aveva colmato la distanza che li separava con poche falcate.

E Kiyoomi era stato pronto a prenderlo. Le sue mani si erano posate sicure sulle cosce di Atsumu quando questi gli era saltato in braccio e lo schiacciatore aveva reso salda la presa.

- È stata o non è stata la miglior alzata che tu potessi mai desiderare? – gli aveva chiesto tutto pomposo, atteggiandosi, mentre gli poggiava la fronte sulla sua.

- Hmmm… - aveva finto di pensarci Kiyoomi, apposta per dargli il tormento, per poi posargli un bacio sulle labbra. Veloce. Frugale. Ma che per Atsumu voleva dire tantissimo.

Kiyoomi aveva sempre difeso in modo spasmodico, in tutti quegli anni che stavano insieme ormai, la sua vita privata che comprendeva anche la loro relazione. Intendiamoci, non aveva mai impedito ad Atsumu di postare foto di loro due sui suoi social ma aveva sempre cercato di evitare di dar in pasto alla ferocità dei media foto rubate di momenti di loro due, per quanto gli fosse possibile evitarlo.

Quindi in quel momento - il fatto che in mondo visione, davanti al mondo intero - Kiyoomi lo aveva baciato, aveva sorpreso ed emozionato non poco Atsumu.

- Amore… - aveva sospirato Atsumu, con il cuore in gola, scostandogli da davanti al volto il solito riccio ribelle.

- Ti amo. –

Kiyoomi aveva proprio deciso di farlo piangere davanti al mondo interno, non c’era che dire.

Se solo avesse saputo che cosa aveva ancora in serbo Kiyoomi per lui…

 

 

Ed erano proprio questi pensieri e quei ricordi che si stavano affollando la mente di Atsumu esattamente sei mesi dopo, mentre si trovavano nella terrazza del loro appartamento, avvolti nelle coperte ad ammirare la volta celeste con le stelle che brillavano glaciali in cielo.

- Sembra lo stesso cielo di quella sera. – sospirò Atsumu, appoggiandogli il mento sulla spalla mentre se lo stringeva addosso per tentare di scaldarlo, sentendo come Kiyoomi fosse completamente rilassato addosso a lui, seduto tra le sue gambe.

- Già. – sospirò lo schiacciatore beato, notando come dalle sue labbra il fiato si condensasse non appena ne usciva, ricercando la mano dell’altro per far intrecciare tra di loro le dita insieme.

Mani sinistre nelle quali, negli anulari, una fede brillava al pari delle stelle in cielo.

 

Kiyoomi il giorno in cui aveva segnato l’ultimo punto che aveva portato il Giappone alla vittoria delle Olimpiadi, sullo stesso parquet di gioco mentre i loro compagni intorno a loro si erano fermati dai festeggiamenti, si era inginocchiato davanti ad Atsumu – e davanti alle telecamere del mondo intero – chiedendogli di sposarlo.

 

 

 

 





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