Snake
Erano settimane ormai che andava avanti quella storia, Aziraphale
usciva, stava fuori per ore poi rientrava come se niente fosse, gli
chiedeva come era andata la sua giornata e poi si comportava come
sempre.
I primi giorni Crowley non ci aveva nemmeno fatto caso, stavano insieme
da più di un anno ormai e avevano instaurato una sorta di
routine perfetta, poi però le stranezze hanno cominciato a
divenire sempre più frequenti.
Come quella sera mentre erano comodamente seduti sul divano, Aziraphale
senza fare troppo rumore si avvicina a Crowley, sempre più
vicino, lo osserva come un archeologo osserverebbe un prezioso
manufatto antico, allunga una mano e con pollice e indice solleva il
labbro superiore del demone, il quale sussulta e si volta sgranando gli
occhi.
"AZIRAPHALE CHE CASPITA FAI!?"
Sereno e con il viso di un innocente pargoletto l'angelo abbassa la
mano.
"Oh niente caro, volevo solo guardare i tuoi canini"
Crowley sbatte le palpebre più volte chiedendosi se non
avesse sentito male.
"I miei cosa?" gracchia nervosamente.
"I canini, sai quei bei dentini che ai carnivori servono per lacerare
carne...e ai serpenti per mordere"
Crowley è sempre più perplesso, posa una mano
sulla fronte di Aziraphale per sentire la temperatura.
"Angelo sicuro di stare bene? Non è che hai la febbre, voi
potete prendervela la febbre?"
Aziraphale prende la mano del demone tra le sue e vi posa un bacio
sulle nocche.
"Fortunatamente no tesoro, e ti assicuro che non c'è niente
di strano in me."
Crowley è rosso in viso come una ciliegia matura, il suo
cuore palpita come se dentro galopassero mille cavalli, anche se sono
passati due anni non si abituerà mai alle tenere effusioni
di quell'angolo benedetto.
"Ngk...no certo, sicuramente, sicuramente sono io quello che non sta
bene" si alza e si dirige febbricitante per le scale, con ancora le
viscere attorcigliate e il battito cardiaco accelerato.
Il giorno dopo per colazione l'angelo ha preparato dei deliziosi panini
alla MARMELLATA, posa il piatto davanti a Crowely che sta stravaccato
sulla sedia, insieme alla solita tazza di caffè.
Crowley solleva un sopracciglio fissando con una domanda scritta in
fronte il suo paffuto fidanzato che ovviamente non la coglie.
"Che dovrei farci con questi angelo? Sai che non mangio."
"Speravo potessi fare un'eccezione, la quella marmellata l'ho preparata
io con le mie mani"
"TU!? E quando?"
Aziraphale sposta lo sguardo pensoso.
"Durante uno dei tuoi numerosi pisolini."
Crowley beve un sorso di caffè e fa una smorfia.
"Non dormo così tanto!"
"Sarà...come vuoi tu Crowley, ad ogni modo ti andrebbe di
essere così gentile da assaggiarli. Puoi essere sincero e
dire che non ti piacciono nel caso."
"Gentile..." ringhia il demone.
"Sorvola per questa volta mio caro" dice Aziraphale facendo il giro del
tavolo e lasciando un tenero bacio su quella disordinata capigliatura
ramata.
Il cuore di Crowley perde un battito.
"V-va bene ma solo un morso."
"È quello che mi serve...uhm volevo dire perfetto caro"
quella frase non ha destato sospetti nella mente piena di mini
Aziraphale di Crowley, almeno non sul momento.
Il demone prende la fetta di pane, apre la bocca e addenta il primo
morso, in tutto questo Aziraphale lo ha fissato molto attentamente.
"Mmm non male."
L'angelo lo guarda come se fosse appena sceso dalle nuvole.
"Mh?"
"Ho detto non male, la marmellata, Aziraphale mi hai pregato di
assaggiarla e..."
"Oh sì certo caro perdonami, sei stato bravissimo."
Il sopracciglio di Crowley raggiunge vette irraggiungibili.
"Senti angelo..."
"Che sbadato sono, Crowley tesoruccio mi andresti a prendere la mia
tazza con le ali che ho lasciato di sopra?"
"Ma non puoi usare un altra per l'amor del té!?"
Aziraphale mette il brincio.
"Non sarebbe la stessa cosa..."
"Ahhhhh per tutti i gironi dell'inferno va bene!" sbotta e si alza di
mala voglia, facendo attenzione a sbattere i piedi mentre sale le scale
così da fare capire a quell''angelo tentatore che non
è contento per niente.
Mentre Crowley è di sopra, Aziraphale prende la fetta di
pane che ha addebitato e osserva il morso, lo tocca con l'indice e lo
annusa.
"Non sembra esserci nulla di strano" dice tra sé, poi
sentendo i passi del fidanzato la rimette velocemente al suo posto.
Quando il demone torna con la tazza Aziraphale si alza dicendo che deve
andarsene, gli schiocca un bacio sulle labbra e di fretta esce di casa,
lasciando il demone in piedi come un idiota con la tazza in mano a
chiedersi cosa caspiterina ha fatto di male, oltre a "tradire il
paradiso" ovviamente, e anche l'inferno in effetti.
Dopo dieci minuti buoni di inattività neurale Crowley scuote
la testa decidendo di evitare di pensarci, sarebbe sicuramente uscito
pazzo.
Successivamente aver urlato alle sue piante e minacciate di non
raccontare nulla ad Aziraphale si mette a pulire la cucina,
così magari quando il suo adorabile fidanzato
farà ritorno sarà più incline a
raccontargli cosa diamine sta succedendo.
Mentre sistema, apre un mobiletto per mettere via la tazza e sorpresa
trova un barattolo di confettura di marmellata, di quelle che si
trovano al super mercato, appena aperta.
"Piccolo angioletto bugiardo."
Non può fare a meno di sogghignare, anche se questo si
aggiunge alla lista di completamenti bizzarri, però sapere
che il suo bellissimo angelo non è così santo
come vuole fare credere gli crea sempre un pizzicore piacevole al
bacino.
Verso sera l'angelo fa ritorno beatamente a casa con una borsa piena di
libri, ad attenderlo trova il suo sexy fidanzato appoggiato con il
busto ad un mobile mentre sorseggia qualcosa dalla sua tazza bianca con
le ali, nella posa più accattivante ed eccitante, e il
povero angelo si chiede come si possa risultare incredibilmente sexy
anche senza fare nulla.
"Bentornato a casa...angelo."
Aziraphale deglutisce, per poco non gli cadeva a terra la busta con i
libri.
"Crowely..."
Il demone sogghigna mostrando quella perfetta dentatura, fa segno con
l'indice ad Aziraphale di avvicinarsi e l'altro come se fosse sotto un
incantesimo lo fa, Crowley si china posandogli una mano sulla guancia e
lo bacia, Aziraphale chiude gli occhi respirando quel profumo
così buono che ama tanto, senza neanche a dirlo quel bacio
lo lascia stordito.
Deglutisce, si schiarisce la voce e tenta di darsi un tono.
"Ehm...allora, come mai stai bevendo dalla mia tazza?"
"Perché mi mancavi dolcezza" sogghigna nuovamente
dirigendosi in cucina ancheggiando i fianchi nella maniera
più provocante possibile, Aziraphale lo segue ipnotizzato da
quel movimento, poi scuote la testa arrossendo, si vergogna un pochino
sentendosi un pervertito che non può fare a meno di
guardare, le sue pare mentali vengono distolte dalla voce tagliente del
suo fidanzato che lo chiama e gli prende la busta dalle mani
appoggiandola in un angolo.
"Sai angelo mio, oggi ho trovato proprio una cosa curiosa."
"Oh" Aziraphale si lascia andare a una risatina nervosa.
"Ah sì? E che cosa?"
Crowley si avvicina con un espressione strana in volto, gli prende il
viso tra le mani e gli bacia le labbra, la fronte, il naso e le
palpebre, lascia una scia di caldi baci.
"Crowley..." mugugna.
"Il mio angioletto..."
"Mmm."
Il demone continua con i suoi baci stringendo i fianchi di Aziraphale
che tiene gli occhi chiusi e ansima piano.
"Sei il mio angelo vero?"
Aziraphale annuisce.
"Il mio piccolo angioletto bastardo che nasconde le cose" sussurra nel
suo orecchio, Aziraphale sgrana gli occhi, gli gira la testa per quanto
è stato trasportato velocemente alla realtà.
"C-che...cosa..." deglutisce.
"A che ti riferisci?"
Crowley gli posa l'indice sulle labbra.
"Shh mio paradisiaco principato."
"Ti dirò tutto a momento debito" dice con la voce sinuosa
mentre gli slaccia il papillon e sbottona i primi bottoni della
camicia, inizia a lambire parti di pelle del collo, Aziraphale che si
preme col bacino contro al tavolo mentre Crowley lo divora nella
maniera più passionale possibile, ha un tarlo in testa, ma
quella lingua demoniaca gli sta facendo vedere le stelle con tutti i
pianeti. Crowley schiocca le dita, si stacca un momento e mentre
l'angelo ha ancora gli occhi chiusi prende la palla al balzo.
"Che mi sai dire di questa a n g e l o?"
Aziraphale apre gli occhi infastidito da quell'interruzione, ma quando
vede ciò che il suo fidanzato in mano sbianca.
"Che c'è Aziraphale il gatto ti ha mangiato la lingua o
meglio il serpente?"
"Sei subdolo Crowley!"
"Un serpettaccio cattivo!"
E si allontana in salone con il demone al seguito.
"Io subdolo!? Chi è che ha finto di aver fatto la marmellata
con le sue manine fatate!"
"Senti Crowley avevo i miei buoni motivi per dirlo!"
"E quali sarebbero di grazia!"
Aziraphale lo guarda, arrossisce e sposta lo sguardo.
"N..n posso...irtelo" borbotta a bassissima voce.
"Che!?"
"NON POSSO DIRTELO!" squittisce l'angelo con voce acuta, si allaccia
nervosamente il colletto.
"E se vuoi saperlo mi stavo divertendo ma questa stasera andrai in
bianco mio caro!" strilla puntandogli l'indice contro e sale le scale,
fingendo di essere arrabbiato mentre invece è solo
profondamente in imbarazzo per essere stato scoperto.
"Angelo? A-angelo!"
"Fino a prova contraria ero io quello arrabbiato!" sibila inseguendolo
fino in camera da letto, dove lo trova seduto, con le braccia
incrociate.
Il suo cuore demoniaco si scioglie, non c'è storia, contro
quel bel faccino non riuscirà mai ad averla vinta.
Si avvicina lentamente e si inginocchia di fronte a lui.
"Ehi..." gli sfiora un ricciolo biondo.
"Io volevo solo fare una cosa carina" mugugna l'angelo guardando in
basso.
"Con la marmellata?" domanda e sulla fronte si formano delle pieghette.
"Sì...più o meno."
"Be'angelo mio in primo luogo non devi fare niente per me, mi basti
già tu, e seconda cosa se proprio vuoi farlo basta dirmi la
verità" gli accarezza una guancia, il cuore dell'angelo si
riempie di calore, arrossisce e si sente un ipocrita a non parlare
nemmeno dopo quelle dolci parole.
"Anche se ammetto che è eccitante sentire le bugie da questa
boccuccia immacolata."
Aziraphale diventa rosso come un pomodoro ma non può fare a
meno di sorridere.
"Mi spiace di averti mentito Crowley."
"Già dimenticato" sorride e il cuore del povero angelo si
spezza, ma non può dirgli la verità, non ancora
almeno.
"Allora chi ha fame?" domanda il demone sollevandosi e lasciando un
tenero buffetto sotto il mento di Aziraphale, i suoi occhietti celesti
si illuminò.
"Io!"
E così la serata procede, e la busta di libri viene
dimenticata sul tavolo, i due piccioncini dopo cena si dilettano in
attività parecchio piacevoli, e Aziraphale cade sfinito tra
le braccia di Morfeo.
Crowley starebbe volentieri a guardarlo ma il suo corpo umano sta
iniziando a fare i capricci e abituarsi alle esigenze di quelli esseri,
tutto quel movimento gli ha messo una gran sete, decide di scendere in
cucina, meglio non sprecare troppi miracoli o a quelli di sotto
potrebbe venire in mente di levargli i poteri.
Apre il frigo prende l'acqua e un bicchiere, mentre beve vede la busta,
per un attimo appare confuso poi la nella sua mente si accende una
lampadina, posa il bicchiere, si guarda intorno, si concentra e sente
distintamente il respiro del suo fidanzato che è lento e
cadenzato porprio come quando lo ha lasciato, quindi ha via libera.
Si avvicina alla busta, la apre e deve sfregarsi gli occhi
più volte.
"Libri sui serpenti...che diamine se ne fa Aziraphale di questa roba?".
L'ora tarda e il suo fisico stango gli impediscono di interrogarsi
ulteriormente sulla faccenda, chiederà spiegazioni
l'indomani, lascia tutto e torna a dormire.
Il mattino dopo Aziraphale si sta godendo una bella doccia, canticchia
sereno e appagato dalla nottata precedente, finito, spegne l'acqua,
apre lo sportello e...
Un urlo secco lascia la sua gola.
"CROWLEY PER L'AMOR DEL CIELO!" strilla tendando di acchiappare
l'ascigamano per coprirsi.
"Che hai da urlare tanto?" domanda il demone sollevando un
sopracciglio.
"E me lo chiedi pure! Ti sembra il modo di spuntare all'improvviso, e
spostati che non riesco a coprirmi!"
"Come se non ti avessi mai visto nudo" sbotta Crowley ridacchiando,
Aziraphale arrossisce.
"Non è la stessa cosa!"
"Va bene. Ssssenti per caso ho buttato uno sguardo in quella busta, per
quale paradisiaco motivo ti servono tutti quei libri sui serpenti
quando qui hai un esperto" domanda indicando se stesso.
Il cervello di Aziraphale smette di ragionare, elettroencefalogramma
piatto.
"Impiccione!" sbotta poi.
"E se avessi voluto farti un regalo!?"
"Volevi farmi un regalo?" domanda Crowley.
"No ma...ma...senti esci da qui e smettila di ficcare il naso dove non
ti riguarda" lo spinge fuori, chiude la porta e ci si appoggia sopra
con la schiena prendendo dei lunghi respiri.
Crowley invece scende in cucina certo che il suo nervosissimo angelo
prima o poi cederà.
Anche Aziraphale scende una mezz'oretta dopo, vestito e profumato, e al
demone gli si riaccende qualcosa dentro ma cerca di trattenersi non
volendo fare la figura del depravato.
Aziraphale prepara la colazione, il caffè per Crowley e
tè e biscottini per sé, si siede e iniziano a
mangiare in silenzio.
Ad un certo punto la voce tesa di Aziraphale rimbomba nella stanza e
nel cranio di Crowley.
"Ho scoperto che gli umani nei momenti di intimità si
mordono giocosamente e allora volevo tu lo provassi su di me ma non
sapevo se fossi velenoso o meno" lo dice tutto d'un fiato, il viso
rosso e caldo per l'imbarazzo, non guarda nemmeno nella direzione del
fidanzato.
Crowley sputa malamente il caffè che stava sorseggiando
causando l'indignazione da parte di Aziraphale che lo rimbecca.
"Caro! Ma ti sembra il comportamento da avere a tavola!"
Crowely tossicchia, le sue orecchie fischiano, fissa Aziraphale come se
fosse un alieno e l'angelo di nuova torna nella sua nuvola di imbarazzo
e disagio.
"Tu cosa...cosa volevi provare? Fammi capire, vuoi che io...che io..."
"Lascia stare Crowley, ho esagerato, fa finta non ti abbia detto
nulla."
Fa per alzarsi ma Crowley è più veloce della luce
e si piazza davanti a lui, gli afferra delicatamente un polso e lo tira
piano a sé.
"No no angelo non agitarti, i-io voglio morderti, cioè non
in maniera..." sospira, e meno male che doveva essere lui il demone.
Si gratta la nuca nervosamente.
"Ascolta io voglio farlo, mi farebbe un piacere immenso ma...a dire il
vero non lo so nemmeno io. Credo di no perché in forma umana
non dovrei avere...il veleno."
"Non hai mai morso nessuno nel corso della vita?" domanda ingenuamente
Aziraphale.
"Ti pare che me ne andavo in giro a mordere le persone!?"
Aziraphale solleva le spalle.
"Comunque no non l'ho mai fatto, però so a chi possiamo
chiedere" dice sogghignando.
E quella mattina Anathema Device si ritrova due creature soprannaturali
davanti alla porta di casa che le pongono domande bizzare, c'era voluto
un miracolo per convincere Aziraphale ad andare da lei e alla fine ci
è riuscito promettendogli che non avrebbero fatto parola sul
motivo della curiosità.
La giovane aveva voluto vedere Crowley sottoforma di serpente, e una
volta aperto qualche libro aveva affermato che la sua non era un razza
velenosa quindi non ci sarebbero stati problemi.
Crowley non era stato molto felice di sapere che nemmeno da serpente
era velenoso, che razza di beffa, ma quando Aziraphale gli aveva
strinto la mano e guardato con un sorrisetto malizioso tutte le sue
insicurezze erano state mandate a farsi benedire e i due erano corsi a
casa a provare quella nuova attività che l'angelo aveva
scoperto.
Non c'è bisogno di dire che la trovarono parecchio
divertente e che venne ripetuta più volte durante il corso
dei secoli.
Fine
Storiella nata dal disagio
su telegram e condiviso con Neamh Moonstar e le altre fanciulle, vi vi
bi gente.
NeamhMoonstar |