Attori e spettatori

di Roe Jaeger
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Attori e spettatori

Essere il vicino di stanza di quel nuovo arrivato, a Megumi non andava molto giù. Insomma, chi desirerebbe avere Sukuna nella camera accanto? Sperava davvero che Itadori lo tenesse a bada il più possibile ed evitasse il peggio. 
Le settimane successive scorsero tranquille all’Istituto, finché il professor Gojo trascinò i suoi studenti in piscina per una giornata di totale relax, pochi giorni prima dell’inizio dell’incontro di scambio con l’Istituto di Kyoto. 
«Itadori, muoviti, sei in ritardo!» lo richiamò Kugisaki, mentre Yuji li raggiungeva all’ingresso. 
«Arrivo, arrivo!» si lamentò Yuji, raggiungendoli. 
«Sei appena resuscitato e già sei in ritardo.» continuò Nobara. «Ci stai facendo perdere tempo.» 
Yuji Itadori le lanciò un’occhiataccia, ma decise che era meglio non ribattere. 
 
«Eccoci arrivati ragazzi!» esclamò Satoru Gojo, mentre tutti posavano i borsoni sotto gli ombrelloni. «Mi raccomando, divertitevi!» aggiunse, prima di togliersi i vestiti e buttarsi in piscina. Probabilmente, pensarono tutti, aveva usato la sua tecnica per portarsi a bordo della vasca in men che non si dicesse. 
«Beh, che aspettiamo?» chiese Nobara, togliendosi il copricostume. «Andiamo anche noi!» 
Si tuffarono tutti, si divertirono e nuotarono, finché decisero di fare i tuffi dal trampolino. 
L’ultimo a tuffarsi fu Yuji, che salì sul trampolino e stava prendendo la ricorsa per buttarsi in acqua, ma scivolò e cadde dal lato del trampolino. 
Fortuna volle che ci fosse già l’acqua della piscina sotto, ma nonostante quello, sbatté la testa contro il bordo della piscina e perse i sensi. 
 
«Itadori! Itadori!» 
Yuji sentiva che più voci lo stavano chiamando: erano i suoi compagni, tutti preoccupati per lui. Schiuse leggermente le palpebre e li vide tutti raggruppati intorno a lui, compreso il professor Gojo che disse: «Ti sei svegliato, finalmente. Hai sbattuto la testa contro il bordo piscina e sei svenuto. Con un volo del genere un essere umano normale sarebbe morto, ma tu resti sempre il recipiente di Sukuna.» 
Yuji si portò una mano alla testa e si accorse di avercela fasciata. 
«Ti ha medicato Fushiguro.» riprese il professor Gojo. «Riposa ora, noi torniamo in acqua.» aggiunse con uno dei suoi soliti sorrisi radiosi, intenzionato a infondergli coraggio e serenità. 
E tutti seguirono il professor Gojo in piscina. 
Tutti meno che Megumi. 
«Tu non vai con loro, Fushiguro?» chiese Yuji, incuriosito. 
Per tutta risposta, Megumi si sedette accanto a lui sul lettino. «Come stai?» 
«Non mi fa più assai male, forse lo devo a Sukuna che mi sta rigenerando.» rispose Itadori. 
«Non correre più sul trampolino, per favore: non hai il fisico per fare queste cose.» disse Fushiguro. 
Yuji si sentì piccato nell’orgoglio. «Ehi! Non sei mica mio padre!» 
«No, ma mi preoccupo per te.» ribatté Megumi, guardandolo seriamente e accarezzandogli una guancia. 
In quel momento non pensarono che avessero Sukuna come spettatore, al professor Gojo e ai loro compagni in acqua poco distanti, ma semplicemente unirono le loro labbra in un dolce bacio. Quando si separarono, si guardarono un attimo rossi in viso e si sorrisero, per poi congiungere le loro labbra nuovamente, con più passione. 
In quel momento, per Megumi averlo come vicino di stanza non era più un problema. 




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