non funziona
Questa
storia nasce come spin off di uno dei 100 motivi ShikaIno. Per chi
non li conosce, lascerò il link qui, e indicherò il punto esatto
in cui si colloca la shot ShikaIno rispetto a questa storia con un
asterisco, che troverete più avanti.
Il
link è questo:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=404993
Questa
storia l'avrei voluta dedicare a suni,
ma non è degna di lei, quindi diciamo che le dedico l'intenzione di
scriverla, o qualcosa del genere. E la ringrazio per il pre-betaggio.
Compreso di “Sasuke
potrebbe essere I.C., sì, no.”
Ringrazio
la Sil
per il betaggio finale, cosa che fa su ormai tutte le mie storie,
povera donna. Se l'intenzione la dedico a suni, a lei dedico
l'epilogo e Ino e Kiba che la fanno sempre morire. E a me fanno
morire i suoi commenti sulla storia.
Sakura
lo guardò: i capelli biondi per una volta pettinati, i vestiti dai
colori meno sgargianti del solito, in mano un mazzo di rose che aveva
visto giorni migliori, rovinato probabilmente dalla pazza corsa
contro il tempo fatta da Naruto appena si era accorto di essere in
ritardo, e lo sguardo.
Lo
sguardo che la pregava in maniera adorabile di non inveire contro di
lui e di accettare lo sforzo.
Poi
ricordò il proprio riflesso allo specchio, quel filo di trucco, quel
leggero rossore alle guance dovuto all'idea di avere un appuntamento,
ma non al fatto che uscisse proprio con lui, perché era Naruto, e
per quanto potesse essere imbarazzante provare ad essere una coppia,
il rossore era soltanto la prova dell'emozione di avere un
appuntamento, non dei suoi desideri, speranze, del suo batticuore.
Queste cose non c'erano affatto.
Guardò
ancora quegli occhi azzurri, che chiedevano scusa, e lì comprese.
«Non
funziona.»
Naruto
sgranò gli occhi.
«Ma...
io... la sveglia, è solo... sono solo dieci minuti!» boccheggiò,
ancora ansante per la corsa. Poi si illuminò di un sorriso furbo.
«Offrirò io, naturalmente. Ti farò sentire una principessa oggi,
Sakura-chan!» esclamò, felice di aver trovato la soluzione.
Sakura
sospirò. «Lo fai già, ogni giorno.» disse lentamente, con voce
sicura, «Non è quello il problema. Naruto, guardati.»
Il
ragazzo osservò velocemente la felpa grigia e i pantaloni neri, poi
si sfiorò i capelli diversi dal solito cespuglio. Sakura considerò
distrattamente che stava davvero bene così, ma non ci fu alcun
batticuore, di nuovo. «Lo sapevo che non dovevo dar retta a Kiba...»
mugugnò Naruto, «Sono inguardabile, vero?» domandò
vergognosamente, ma con un sorriso di scuse, ancora.
«No,
sei veramente carino oggi. Più di quanto mi aspettassi.» rispose
Sakura in tono piatto, e Naruto alzò lo sguardo, prima acceso e poi
sconcertato dalla sua espressione. «Naruto, tu ti stai sforzando di
essere qualcun altro per piacermi, e non è così che dovrebbe
essere. Guardati. Hai vent'anni ormai, sei riuscito a farti accettare
da tutto il villaggio per quello che sei, e ora, per uscire con me,
ti sforzi di essere un'altra persona. Questo non può essere giusto.
Dovrebbe essere tutto molto più naturale, più... Tu devi stare con
qualcuno che ti voglia così come sei.» spiegò, incerta. Nella sua
mente trovò gli occhi bianchi di Hinata, il suo sacrificio nella
battaglia contro Pain cinque anni prima, e si sentì più sicura.
Naruto
restò in silenzio.
«E
io invece... io dovrei sentirmi elettrizzata, ma sento che è come se
stessi uscendo con un fratello. Sì, è diverso, sono in imbarazzo e
anche io ho cercato di rendermi carina, ma... ma è diverso. Non
dovrei sentirmi così, io so come mi dovrei sentire...» la sua voce
terminò in un mormorio colpevole.
Il
sorriso fioco di Naruto la colpì al petto: «Ti sei già sentita
così in passato col Teme, no?»
«Naruto...»
cominciò lei, e per un attimo fu terrorizzata all'idea che i due
litigassero seriamente a causa sua.
«E
io oggi sono venuto qui perché tu eri gelosa di Hinata.» ammise il
ragazzo.
«No,
aspetta, lasciami spiegare! E' vero, è tutta colpa mia...» notò
l'espressione divertita di Naruto, ma continuò, «Davvero, lo so. Ma
non ero gelosa di Hinata in quel
senso, è che forse mi dava fastidio l'idea che qualcuno ti
allontanasse per sempre da me. Sono egoista, lo so, ma...»
«E
io avevo paura che tu ti allontanassi da me se io avessi chiesto ad
Hinata di uscire, invece che provarci con te. Avevo paura di
perderti. Noi della nostra squadra siamo un po' troppo ossessivi con
queste cose, che strano, eh?» scherzò lui, poggiandole una mano
sulla spalla. «Lo so da sempre chi ti piace, e credo che forse, un
pochino,
sono stato egoista anche io. Quindi te lo concedo, ecco.» terminò,
giocosamente solenne.
Sakura
sentì gli occhi bruciare e li alzò verso il cielo, pregando di non
piangere anche in quel momento. «Tu no, Naruto, tu non sei stato
egoista.» negò lealmente, «Io dovevo spiegarmi, invece che fare
l'offesa. E' che...»
«Non
funziona.» riprese lui, agitando il mazzo di rose a riprova del
fatto. «Siamo amici, Sakura-chan, e sempre lo saremo.» la
rassicurò, dandole poi un bacio sulla fronte, che ad entrambi
ricordò Tsunade.
Stavolta
Sakura non fermò la prima lacrima, l'occhio destro l'aveva tradita
quando aveva cercato di sorridere, e annuì debolmente. «Grazie.»
«E
di che.» fece lui, col sorriso che tornava a splendere.
«Allora
vai, ed esci con la persona giusta.»
Stavolta
Naruto la guardò apertamente confuso, «La persona giusta?»
«Ah,
che idiota, non ti sarai già dimenticato di Hinata?» sbottò lei,
dandogli una spinta un po' troppo violenta contro la spalla. «Va' da
lei, corri, sei sicuramente ancora in tempo.»
«E
tu?» azzardò lui, timoroso, tenendosi la spalla dolorante con una
mano.
Sakura
fece un'alzata di spalle indifferente. «Io ora me ne torno a casa e
mi riposo un po', sarei comunque stravolta dalla stanchezza, dopo
questi giorni all'ospedale. Ci vedremo alla festa.»
«Penso
che inviterò Hinata lì, invece che uscirci ora. Non sarebbe carino
presentarmi da lei col mazzo di fiori che ho per te.»
Sakura
inarcò le sopracciglia. Va bene che Naruto era cresciuto, ma non
l'avrebbe mai creduto così sensibile, davvero. «Hai ragione.»
concordò, più stupita che altro.
Poi
da lontano riconobbe i vestiti neri e striminziti di uno dei compagni
di squadra.
«Toh,
c'è Sai. Vado da lui. Ci vediamo alla festa, Naruto.»
E
prima di dargli il tempo di rispondere, fuggì letteralmente via.
It
doesn't work.
Si
scrutò allo specchio, con sguardo critico. Spostò una ciocca rosa
indietro, a suo giudizio troppo lunga per ricadere con le altre
davanti, e aggiustò con un piccolo tocco la crocchia sulla nuca. Poi
abbassò lo sguardo al decolleté, che non sarebbe mai stato pieno
come quello di Ino, inutile illudersi, ma che faceva un po' la sua
figura grazie al kimono che perdipiù sottolineava il ventre piatto
con la stretta cintura. Suo cruccio che sottolineasse anche i
fianchi, a suo parere troppo larghi. Le gambe lunghe erano messe in
risalto dallo spacco. I tacchi la rendevano ancora più slanciata.
Eppure
non si piaceva.
Tornò
a guardarsi, alla ricerca di eventuali difetti: le unghie troppo
corte, lavorando in ospedale non poteva permettersi eccessi, il
kimono tutto nero che forse faceva troppo contrasto con la sua
carnagione chiara, avere i capelli raccolti invece che sciolti come
al solito, gli orecchini troppo grandi o troppo piccoli, ma niente la
soddisfò come causa del suo malessere. Ci rinunciò, rassegnata.
Voleva
sapere se a Naruto le cose erano andate bene, comunque, o perlomeno
meglio che a lei, ché Sasuke non l'aveva visto neanche di striscio,
neppure dall'Hokage, il quale essendo nient'altri che Kakashi aveva
il privilegio di essere degnato della presenza dell'Uchiha tutte le
volte che la richiedeva.
Con
un sospiro, accettando definitivamente che non si sarebbe piaciuta
neanche restando un'altra ora davanti al grande specchio, ruotò i
tacchi e si diresse nella stanza in cui si preparavano i ragazzi. Era
un ricevimento formale, a cui erano stati invitati i rappresentanti
delle nazioni amiche, e tutti dovevano fare bella figura.
Quindi
i ragazzi si erano chiusi in uno stanzino per consigliarsi a vicenda
ed evitare che qualche membro del proprio gruppo combinasse guai e
fosse confinato in una missione di tre anni lontano da Konoha con
tutta la squadra. Erano peggio delle donne poi, quando cominciavano a
scambiarsi pareri sui vestiti che finivano in offese, risate, e
infine botte giustificate. Come quando Kiba aveva chiamato i capelli
di Neji, tipici capelli Hyuga, una “chioma da donna”, condendo il
tutto con la solita risata sguaiata che a Sakura ricordava quella di
Ino nei momenti in cui blaterava di roba piccante. Per una volta il
genio della casata cadetta aveva lasciato perdere maniere e modi di
fare indifferenti per passare alle mani.
Ad
onor del vero, non che Kiba ci fosse andato tanto lontano. Ma visti i
gusti estetici dei suoi tre compagni di squadra, sì, tutti e tre,
Sakura aveva preferito tacere ed evitare di concordare.
Sentì
le voci dei ragazzi e
iindividuò
la porta giusta appena svoltato l'angolo.
«Sembro
un dannato cretino. Oh, i miei poveri veri vestiti...» si stava
giusto lamentando Kiba.
«Se
intendi la robaccia di pelle che indossi di solito, sei quasi
decente con questi. Ti consola?» intervenne Neji, con tono piuttosto
altezzoso. Niente, si era legato la storia della chioma al dito.
E
probabilmente lei stava arrivando giusto in tempo per fermare una
rissa.
«Maledizione!»
esclamò Naruto, facendola sobbalzare.
«Sei
scemo?» sbottò Kiba, in tono sgomento, dimenticando Neji.
«L'obi!
Non riesco a fare questo stupido nodo! Non uscirò di qui, chiaro?»
si impuntò in tono offeso, sbattendo poi la testa contro una
specchiera identica a quella della stanza in cui si era cambiata
Sakura.
«Allora
dev'essere una cosa prettamente maschile e genetica non riuscirci.»
sbuffò Sakura, comparendo alla porta socchiusa. I ragazzi erano già
più o meno vestiti, perciò si limitarono a saluti sconsolati che le
davano ragione. Naruto non doveva aver detto loro nulla, perché
sembravano perfettamente a loro agio e convinti che i due facessero
coppia.
Già,
Naruto. Quando Sakura lo vide ci mancò poco che si commuovesse
ancora. Era davvero bello e impacciato al tempo stesso, con la
cintura tutta storta e gli occhi speranzosi a illuminarne il viso.
«Mi
aiuti tu, Sakura-chan?»
«Certo
che sì. Stai molto bene.» si complimentò, raggiungendolo. «Guarda,
non è difficile, ci stavi riuscendo... questo va su...»
«Se
dopo lo fai anche a noi, ci fai un favore...» borbottò Kiba
contrito.
«Io
lo so sistemare.» intervenne Shino, tetro. «Certo, se qualcuno
notasse la mia presenza e chiedesse a me...»
«Scusa
Shino, scusa!» si affrettò a dire Kiba, «Aiutami tu e facciamola
finita, dai.»
«No.»
«Come
no?»
«Adesso
non ti aiuterò più.»
Sakura
sospirò.
«Che
occhi tristi hai, Sakura-chan.» sussurrò Naruto, e lei lo guardò
stupita. Gettò uno sguardo alle specchio dietro di loro,
riconoscendo che incorniciati dalla matita nera le erano sembrati
perfetti e non aveva badato alla propria espressione.
«Ecco
cos'era a non piacermi...» mormorò.
«Come?»
«Niente.
Tranquillo, stasera mi divertirò. Tu devi pensare alla tua dama,
poi.» gli ricordò a voce più alta, mentre Naruto arrossiva e
sorrideva.
«Sì,
beh, anche...» farfugliò.
«Prego?
Non sei tu la sua dama, Sakura-san?» domandò Lee, esprimendo il
pensiero che era passato per la testa di tutti.
«Io?
No, no.» rispose lei, scuotendo la testa. «Ecco la tua cravatta.
Ora va' da
lei.»
Naruto
restò immobile a fissarla per altri due secondi, poi fece un passo
indietro.
«Sei
bellissima comunque.»
«Certo
che lo sono.» cinguettò lei, sforzandosi di apparire serena. Poi
gli diede una pacca sul sedere, esclamando un: «Fila via!» che lo
fece ridere. Anche gli altri risero, pur restando visibilmente
curiosi.
«Ehi,
vacci piano! Sakura, il tuo cavaliere quasi mi investiva...» si
lamentò Ino, introducendosi a sua volta nella stanza dei ragazzi.
Quando vide l'amica quasi trattenne il fiato, portandosi poi
drammaticamente una mano al cuore.
«Il
tuo kimono è quasi
più bello del mio. Te lo straccerò mentre scenderemo le scale, te
ne rendi conto, vero?»
Sakura
osservò il bellissimo abito blu in cui era avvolta l'amica, e fece
una smorfia poco convinta. «Comunque non è il mio cavaliere.»
precisò.
«Come?»
domandò Ino, andando automaticamente a raggiungere Shikamaru e Choji
per occuparsi dei loro abiti eleganti.
«Naruto
non è il mio cavaliere. Ballerà con un'altra, stasera.» spiegò
Sakura, guardandosi allo specchio. Rifletté se togliere la matita,
che portava l'attenzione sui suoi occhi. Per un momento desiderò
averne imperscrutabili come quelli di Neji.
«Scusami?
Devo prenderlo a calci?» la voce di Ino era salita, facendosi
minacciosa. «Dimmelo perché lo rincorro ora.»
Sakura
si voltò di scatto, allarmata. «Stai buona, ce l'ho spedito io.»
Ino
la guardò come se fosse totalmente scema, e Sakura in parte ci si
sentì. Poi ricordò le circostanze in cui era finita in quel modo.
«Non funzionava, Ino, semplicemente.»
I
ragazzi cominciarono a fissare qualsiasi oggetto presente,
imbarazzati dall'argomento.
«Oh.»
fu il saputo commento di Ino, «E quindi l'altra chi è? Spero...»
«Hinata.»
Le
reazioni a quel nome furono diverse: Neji sgranò gli occhi, poi con
profondo disappunto lisciò la gamba del pantalone e sospirò,
accettando la cosa di buon grado per il bene della cugina; Kiba
spalancò la bocca e si portò poi una mano sulla fronte a coprire
gli occhi, minacciando interiormente Naruto se avesse osato combinare
guai con la delicata compagna di squadra; Shino spostò di qualche
millimetro la testa indietro con uno scatto, forse spalancando gli
occhi dietro gli occhiali scuri o forse no, poi scosse la testa,
arreso.
Ino
stirò le labbra in un sorriso che le illuminò anche gli occhi,
portando nuovamente le mani al petto.
«Sta
zitta! Dici sul serio? Oddio, la nostra piccola Hyuga avrà un
infarto prima della fine della serata!» squittì eccitata, mentre
Kiba si lasciava sfuggire un singhiozzo di disperazione e guardava
Shikamaru, affinché la fermasse.
«Le
vogliono bene...» rispose il Nara, vago.
«Sì,
e a Naruto conviene fare le cose per bene.» accennò Sakura, ponendo
le mani sui fianchi. Il tono però era fin troppo affettuoso, e il
sorriso da gatta di Ino mutò in uno dolce.
«E
lo stesso vale per lei, immagino. Non che si corra il rischio che sia
lei quella a fare sciocchezze ma...»
«Sono
veramente carini insieme.» commentò Sakura, tornando allo specchio.
Ino
tirò di più l'obi di Shikamaru e annuì soddisfatta al suo
indirizzo.
«Va
bene?» borbottò lui stancamente, e lei tirò fuori ancora una volta
il sorriso dolce.
«Sei
un bel cavaliere.»
Shikamaru
nascose il rossore voltando il viso e portando una mano dietro la
testa, mentre Ino raggiungeva Sakura e la faceva voltare.
«Ferma
così.» ordinò, mentre lei si immobilizzava. Le sue mani andarono
alla crocchia rosa, che sciolse dalle innumerevoli forcine sotto gli
occhi inorriditi dell'amica.
«Hai
idea di quanto tempo...» tacque, sentendo le ciocche ora ondulate
ricaderle sulla schiena, e poi qualcuna sul viso, che Ino si premurò
di scostare con un tocco che sapeva di carezza.
«Così...»
sussurrò, osservando il proprio operato. «Ecco. Ora sei la più
bella.» pronunciò le parole con tanto orgoglio che Sakura evitò di
protestare.
«Credevo
che quella fossi tu.» sottolineò con un leggero broncio.
«Beh,
per stasera io sono al secondo posto.» ribatté Ino, inclinando il
viso. «Ora fa' un vero sorriso, eh? Sei stupenda e ti cadranno
tutti ai piedi.»
Sakura
arrossì, sentendo anche gli sguardi degli altri su di sé. «Ino...»
cominciò, lamentosa, e l'altra le mise le mani sulle braccia.
«Sei
splendida, veramente. Un fiore.» disse piano, sperando che le parole
sortissero l'effetto sperato. Non ne poteva più di vederla così,
davvero.
All'altra
tornarono in mente i discorsi su cosmee e su come lei fosse un fiore
che ancora non era sbocciato.
«Un
fiore?» ripeté Sakura, incerta.
Ino
sorrise, con l'affetto non di un'amica ma di una sorella, e la lasciò
andare.
«Vado
a vedere se Naruto non si è già messo nei pasticci. Tu, mi
raccomando...» e si portò due dita ai bordi delle labbra,
sollevandole verso l'alto in un buffo sorriso.
Sakura
principalmente stava per piangere, ma finì col tirar fuori una
risatina, mentre Ino si imbatteva in Tenten nel corridoio.
«Ehi,
donna, vieni con me! Naruto deve fare il cavaliere di Hinata!»
«Di
Hinata?!» si sorprese ovviamente anche Tenten, e si bloccò, mentre
passava di fronte alla porta spalancata e coglieva Sakura che ancora
ci guardava attraverso.
«Bellissima.»
si complimentò, alzando un pollice e poi tornando a sollevare la
gonna per seguire Ino di corsa.
«Che
ragazza dolce... Shikamaru, evita di farla prendere a qualcun altro.»
commentò soltanto Kiba, il primo a lasciare la stanza.
Shikamaru
sussultò, e Sakura voltò il capo verso di lui, divertita. «Ino
Yamanaka in Nara. Ti piace Choji?»
«Assolutamente.»
rispose questi, mentre si apprestava insieme a Lee a porgerle il
braccio. Sakura accettò entrambi, e fu scortata fuori.
Neji,
ripresosi dall'imbambolamento, solo mentale, che l'aveva colto alla
vista di Tenten, diede una pacca sulla spalla a Shikamaru e imboccò
la porta, con Shino al seguito. Sai, aspettando che Shikamaru
lasciasse la stanza, fu forse il primo a chiedersi dove fosse Sasuke
quando serviva.
Sakura
invece si sistemò al fianco di Ino, che si era fermata ancora al
piano di sopra ad osservare la sala piena di persone in abito di
sera, salutando con un cenno la sua scorta.
Ino,
ovviamente, le domandò: «Come ci sei finita a fare da madrina a
Naruto e Hinata?»
«Sai
com'è... non ha funzionato. Siamo amici.»
«Ci
sei arrivata ora? E' così che funzionano i team di solito.»
«Beh,
il tuo di team.»
«Shikamaru
e Choji sono amici!» ribatté Ino scioccata, guardando Choji
affrettarsi ad attraversare la sala, forse avendo individuato qualche
vecchia conoscenza.
«Ma
tu e Shikamaru non siete amici.»
L'occhiata
che Ino le scoccò era peggio che omicida e Sakura si affrettò a
spiegare la situazione.
*
E
mentre lo faceva capiva che ancora, dopo tanti anni, era sempre e
solo Sasuke quello che rispondeva a ciò che cercava. Se
avesse ricambiato, naturalmente. Non
era neppure lo stesso amore che aveva da ragazzina. Era convinta di
averlo superato in quel senso, quando era tornato a vivere tra loro,
e proprio per questo si poteva dire che se ne fosse innamorata di
nuovo, stavolta di Sasuke per ciò che era, senza idealizzarlo. Un
egoista, egocentrico, presuntuoso, rabbioso, vendicativo, infantile,
orgoglioso, incivile, splendido uomo, che regalava un sorriso una
volta l'anno o meno, ma che sapeva farla sentire l'unica al mondo con
un solo sguardo.
Il
che era peggio che essere legata alla sua vecchia cotta.
Finito
di chiacchierare con Ino, che comunque non gliela contava giusta con
tutta quella dolcezza ingiustificata, prese la via delle scale. E
dopo i primi gradini capì che per l'amica la serata avrebbe
raggiunto una brusca virata verso il basso, nel momento in cui
incrociò Temari e Kankuro salire le stesse scale. Avrebbe voluto
aiutarla, lei le aveva persino suggerito dove trovare Sasuke, ma
quando si voltò ancora indietro scoprì che Ino stava già sparendo
lungo il corridoio di sopra. Tornò a scendere, salutando con un
cenno poco partecipe i due fratelli.
Rallentò
all'ultimo scalino, ora che Sasuke non era più visibile, nascosto
dalla marea di persone. Poco dopo arrivò Sai, al suo fianco.
«Oggi,
davvero, non sembri un cane rabbioso.»
Sakura
non ebbe la forza di prendersela per quell'aggettivo che le
affibbiava da sempre e ringraziò riluttante.
Improvvisamente
notò che tutti i suoi conoscenti tornavano a salire le scale, forse
per salutare i due del deserto, e si fece da parte.
«Scappa
appena puoi, è noiosissimo qui.» le consigliò premurosamente Lee,
e persino Neji si aggiunse al gruppetto.
Lei
annuì con un mezzo sorriso, scoprendo che Sai era rimasto accanto a
lei.
«Cosa
c'è?»
«Niente.»
rispose lui, nascondendosi dietro un sorriso criptico. Diverso dai
soliti sorrisi falsi, perlomeno.
«Sai,
non mi sai mentire.»
«Mi
chiedevo se tu non avessi bisogno di compagnia, fino a raggiungere
Uchiha.»
Sakura,
semplicemente, lo abbracciò.
«Non
capisco...» ammise il ragazzo e lei rise.
«Sei
stato veramente carino a preoccuparti per me, Sai. Sei un ottimo
amico e compagno di squadra, te lo avevo mai detto?»
A
giudicare dalla sua espressione no, non glielo aveva mai detto.
«Anche
tu lo sei.» rispose Sai con schiettezza, e Sakura sorrise
rincuorata e incoraggiata.
«Ce
la faccio, tranquillo. Prima raggiungo Tenten però, per due
chiacchiere tra donne. Tu ti ambienterai?»
«Ho
visto Juugo.» rispose lui tranquillo. Un po' inquieta, lo lasciò
andare. Juugo non era esattamente l'esempio di persona affidabile a
suo parere, ma del resto era meglio lui che a regger candela con
Suigetsu e Karin, che le sembravo le copie più violente di Shikamaru
e Ino, o di se stessa e Naruto ai tempi dell'accademia. Anzi,
sicuramente i primi, visto che Naruto non aveva mai osato
stuzzicarla, e neppure era
arrivato
a certi picchi di malignità come Suigetsu. Quanto a Karin, che
com'era scontato odiava Sakura ricambiata, purtroppo le sembrava
molto simile alla ragazza che era stata, sebbene ora si fossero
calmate entrambe. L'aria di pace che si respirava a Konoha faceva
bene a tutti, non c'era da dir nulla in quanto a questo.
«Tenten.»
la raggiunse, e la ragazza smise di giocare coi propri ricci.
«Sakura...
Sono fuggiti a salutare quelli di Suna.»
Tenten
era sicuramente molto professionale e cortese in missione, ma non
avrebbe mai mandato giù il suo primo incontro con la ragazza del
team Sabaku, che oltre a batterla l'aveva umiliata e aveva infierito
sul suo corpo esanime. Erano cresciute tutte, certo, ma alcune ferite
dell'orgoglio non se ne andavano facilmente con due visite ogni anno.
«Ho
notato. Ino sarà entusiasta.» si lasciò sfuggire.
«Eh...
a proposito di Ino, ti direbbe che hai fatto un bel colpo.»
«Che
intendi?» domandò Sakura, poggiandosi una mano contro l'altro
braccio.
«Che
la faccia del nostro Uchiha-sama
mentre abbracciavi Sai è stata impagabile.» spiegò Tenten,
terribilmente divertita. «Pensavo che sarei morta cercando di
trattenere le risate.»
«Mi
stai prendendo in giro.» decise Sakura, incredula.
«Oh
no, no. Assolutamente no.» confermò Tenten, di nuovo sul punto di
ridere, «Non lo facevo pure geloso insieme agli innumerevoli difetti
che elencate sempre. Ma lo è.»
«Più
che geloso direi possessivo, e lo sarebbe anche con una posata se
gliela togliessero di mano.» specificò, abbattuta.
«Ma
insomma, dov'è la Sakura che non smette mai di sperare? Lui si sta
servendo su un piatto d'argento e tu che fai, guardi da un'altra
parte?» esclamò Tenten, a metà tra l'esasperato e l'incoraggiante.
«Si
sta servendo su un piatto d'argento?» ripeté scettica, con una
smorfia divertita sul viso.
Tenten
ghignò. «Con tanto di mela in bocca.»
Si
separarono sghignazzando, probabilmente prese per ritardate da buona
parte dei presenti, e Sakura riuscì a recuperare compostezza e
dignità solo in vista del suo obbiettivo, che beveva vino con un
calice dietro cui più che altro si nascondeva dagli attacchi rapaci
di un gruppo di spasimanti.
Sasuke
Uchiha a vent'anni era incommensurabilmente bello, qualcosa che si
poteva solo immaginare a dodici o a quindici. Era un uomo così
affascinante da far capitolare anche le donne sposate, di questo ne
avevano prove sicure, e neppure le voci del suo passato riuscivano a
sviare l'attenzione delle signore, anzi. Sembrava quasi che l'aura di
mistero e pericolo facesse da afrodisiaco.
Tutte
immaginavo un ragazzo dal carattere praticamente perfetto, ostacolato
dal destino e da un consiglio malvagio, che usciva pulito persino
dopo essere stato tre anni sotto le file di un sennin pazzo e
pericoloso e che salvava Konoha da un Hokage e un consiglio
corrotti, da un Kyubi e da un suo stesso antenato. Un cavaliere senza
paura e con qualche macchia data dalla giovane età.
Certo,
tutto vero, tranne il piccolo particolare del carattere.
«Lasciatemi
in pace, siete noiose.»
Appunto.
Qualcuna
si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa e offesa vera e propria e
le prime cominciarono ad abbandonare il campo.
«Sto
per farmi portare la katana dal mio compagno.» ammonì le restanti,
che decisero che era giunto il momento di lasciarlo solo.
«Spero
tu parli di affettare sushi.» disse Sakura in tono di rimprovero.
Lui le concesse un'occhiata agghiacciante, che invece che spaventarla
o farla sentire in colpa la fece quasi gongolare.
Tenten
aveva ragione.
«Vattene.»
la scacciò subito, privo di tono. Poteva essere scambiato per il
Sasuke dei primi tempi a Konoha, ma il fuoco che gli ardeva negli occhi
era qualcosa che mancava a quel ragazzo che sembrava senz'anima.
Tenten
aveva mortalmente
ragione.
«No.»
rispose lei, prendendo posto accanto a lui, con le mani poggiate al
muro dietro la schiena e un sorrisetto soddisfatto.
Sasuke
represse a malapena un moto di stupore, poi ringhiò: «Devo essere
più esplicito?»
«Puoi
provarci, ma sai che né io né Naruto ti ascoltiamo.»
«Tsk,
quell'altro.» sputò, «Dov'è il tuo cavaliere?»
«Con
la sua dama. Guarda in cima alle scale.» suggerì lei, onestamente
divertita.
Sasuke
alzò la testa di scatto, e lei ne ammirò segretamente il profilo
perfetto.
«Hinata?»
pronunciò quel nome con aperto sconcerto. Sapeva soltanto che fino a
due giorni prima tutta Konoha mormorava di un appuntamento tra Naruto
e Sakura, poi si era chiuso in casa, avendo altro da fare che non
ascoltare i pettegolezzi di un villaggio a cui non sentiva di
appartenere granché, e ora non riusciva a collegare le due cose.
«Hyuga.
In carne e ossa.»
«Ti
ha mollata per lei?» sbottò Sasuke, ancora incredulo, voltandosi a
guardarla. Certo, in quanto a tatto, Sakura aveva poco da ammirare.
Se davvero fosse andata così avrebbe minimo meritato uno dei suoi
pugni. C'era anche da dire però che la piega sulla sua fronte
segnalava disapprovazione all'idea, e ciò era adorabile.
«No.
Ci siamo mollati insieme per lei.» lo corresse. «Anzi, mollati non
è il termine giusto, non è mai cominciato nulla.»
Sasuke
tornò velocemente impassibile, e riportò il calice alle labbra.
Sakura
si sforzò di smettere di guardarlo, e notò che Sai aveva raggiunto
Tenten invece che Juugo. O forse era il contrario, che l'amica
tentasse di far ingelosire Neji seguendo il suo esempio?
Anche
Sasuke li aveva evidentemente notati, perché aveva di nuovo
aggrottato la fronte e le aveva lanciato un'occhiata di sfuggita.
Sakura l'aveva percepita, era impossibile non notare che Sasuke la
stesse guardando dato che le dava sempre i brividi, sempre,
ma non aveva detto nulla, limitandosi a mostrarsi serena anche su
quel fronte. Per quanto potesse essere serena con lui accanto.
«Tornano
tutti giù.» constatò, approvando l'occhiata di Neji che era caduta
sulla compagna di squadra e Sai.
«Sai
non uscirà vivo da questa sala.» osservò Sasuke.
«Cerca
di non sembrarne così compiaciuto.» lo rimproverò.
«Non
lo sono.» si giustificò lui, senza troppa convinzione. Ora la stava
scrutando. «Perché dovrei?»
«Perché
lo detesti da cinque anni a questa parte?» lo provocò Sakura con un
falso sorriso innocente. Sasuke si irrigidì, colto sul fatto.
«Ti
sbagli. Non provo il minimo interesse per lui.»
Sakura
fu tentata di stuzzicarlo ancora, ma era sicura che lui l'avrebbe
abbandonata sul posto piuttosto che sorbirsi una cosa simile, specie
dato che palesemente mentiva, e lasciò cadere.
Partì
una canzone romantica, e alcune coppie cominciarono a ballare. Naruto
e Hinata diedero il buon esempio quasi per primi.
Sakura
si rassegnò a passare il resto della serata al muro, in compagnia di
Sasuke, senza riuscire a trovare la cosa avvilente o patetica. Le
bastava. Avrebbe preferito parlare, ma conoscendolo era praticamente
impossibile, quindi si accontentò.
Per
questo quando dopo due minuti Sasuke aprì bocca, Sakura sobbalzò.
«Non
mi chiedi di ballare?»
Lo
guardò stralunata, rischiando di cadere a terra mentre si ritraeva.
«Vuoi ballare?» chiese sgomenta.
«No.
Ma mi chiedevo perché non fosse già arrivata la tua domanda.»
spiegò lui, arrogante, facendo poi un cenno in direzione di altre
commensali che lo mangiavano con gli occhi. In realtà Sasuke non era
così sicuro di sé, anzi, dopo aver visto Sakura scendere le scale
si era convinto che per averle dato tutte le volte della poco
attraente o noiosa negli ultimi anni doveva esserci qualcosa di molto
sbagliato in lui, però per il suo orgoglio doveva limitarsi ad
essere il solito stronzo ed evitare di farle capire quanto quella
sera lo incuriosisse più del solito.
In
realtà, da quando era tornato a Konoha, ormai da tre anni, e da
quando era tornato a vivere a tutti gli effetti, due anni, il team
sette più Sai aveva ricominciato a fare i primi passi assieme, e non
c'era stato poi così tanto tempo per considerazioni di quel tipo. O
meglio, per un altro ci sarebbe stato, ma non per Sasuke, che prima
aveva messo un po' d'ordine nella sua testa e nella sua vita.
E
quando un bel mattino si era svegliato relativamente in pace, per
quanto appunto potesse esserlo, e aveva trovato Sakura a cucinargli
la colazione [Naruto
dormiva stravaccato sul divano ma questo era altrettanto tipico],
si era reso conto di trovarlo non solo naturale, ma come un qualcosa
di più che benvenuto. Necessario.
E
lì aveva notato che Sakura non era più quella di prima.
[Poi
aveva svegliato Naruto con un calcio, naturalmente.]
«Perché
davo per scontato che non ti saresti mosso di qui.» rispose Sakura,
schietta e forse un po' brusca a causa del tono dell'altro.
«E
se non mi muovo io non lo fai neppure tu?» indagò, con una luce di
interesse negli occhi. Quello sarebbe stato dalla “vecchia Sakura”
non dalla nuova.
«Sono
stanca.» ammise. «Sto studiando un nuovo volume che mi ha mandato
Shizune-san con... Beh, non importa.» si interruppe.
Sasuke
si staccò dal muro, stirando appena un braccio addormentato. Sakura
catalogò la smorfia del suo viso che si risvegliava dal torpore come
“deliziosa”. «Onestamente credo che parlare dei tuoi volumi di
medicina sia molto più interessante che stare qui a guardare persone
ballare senza il minimo senso del ritmo o della vergogna. Di cosa
tratta?»
E,
incredula, Sakura si ritrovò coinvolta in una conversazione
intellettuale con Sasuke.
Certo,
mentre lui esprimeva qualche opinione lei si perdeva in quei capelli
corvini che ricadevano sul suo viso, o magari se faceva l'errore di
incontrarne gli occhi scuri, liberi ormai dalle occhiaie e tornati
allo splendore che avevano forse solo quando era un bambino, perdeva
il filo del discorso, ma Sasuke sembrava averlo perdonato e lo
accettava come se gli fosse dovuto.
Imbarazzante
a dirsi, ma era probabilmente abituato al fatto che lei perdesse
facoltà mentali guardandolo negli occhi, ad eccezione dei momenti in
cui lo stava curando o che lo prendeva in giro, dimentica del fatto
che fosse “lui”.
E
Sakura non sapeva che effetto lei stesse facendogli, ogni volta che
scostava le ciocche dei lunghi capelli indietro, che a volte
scivolavano sino alla scollatura, oppure dondolando da una gamba
all'altra, o quando si erano seduti e le aveva direttamente
incrociate, con lo spacco che mostrava generose porzioni di gamba,
oppure ascoltandolo rapita con quegli occhi che sembravano due
smeraldi, spingendosi avanti e aprendo leggermente le labbra.
Quando
Sakura si accorse che Ino era ricomparsa, e niente meno che mano
nella mano con Shikamaru, fu solo per caso e per fortuna, perché
Sasuke stava giusto arrivando al limite e cominciava a perder pezzi
del discorso lui stesso.
«Scusa
un secondo.» si interruppe lei, sporgendosi poi sul tavolo. «Psss!
Ten!»
L'altra,
vicina al buffet, si voltò stupita e notò che Sakura le indicava
le scale per poi tornare composta facendo finta di nulla.
Sasuke
la guardava interrogativamente.
«Shikamaru
e
Ino.»
spiegò lei, trattenendo a stento l'entusiasmo. Si alzò in piedi,
guardando il suo interlocutore dall'alto verso il basso, con un
sorriso che non riusciva a reprimere. «Torno immediatamente.»
Sasuke
la guardò allontanarsi velocemente e saltare sulle spalle di Tenten,
come se fossero ancora due ragazzine. Sbuffò, divertito all'idea che
non sarebbe mai cambiata in quel senso. Solo in quel senso, ma quello
migliore che poteva restare anche così.
Alzandosi
a sua volta incrociò lo sguardo di Naruto che rideva. Anche i suoi
occhi erano gioiosi, in quel modo particolare che faceva sentire
Sasuke contemporaneamente a disagio e bene, perché sentiva di essere
in parte l'artefice di quella felicità profonda, che quasi lo
riscattava di tanti suoi errori.
Naruto
sillabò un “Teme” a cui rispose con un “Dobe”. L'altro fece
un'
espressione
tanto buffa al vederlo rispondere di nuovo così, come se fossero ancora due
bambini, che Sasuke faticò a non ridere.
«Che
c'è?» domandò Sakura di ritorno, un'altra col sorriso genuino.
«Finito
di spettegolare?» domandò, tentando di apparire maligno ma finendo
col sembrare soltanto paziente.
«In
realtà no, ma sono così carini che aspetterò a domani per
torturare Ino.»
«E
lei torturerà te?» domandò, insinuando come la sua presenza
assieme a lui non fosse casuale o soltanto amichevole.
Sakura
si finse nel dubbio, portando un indice alle labbra: «Beh, purtroppo
non avrebbe molto da farmi dire... Finirà col cercare te, magari,
per rifarsi di pettegolezzi.»
«Questo
non possiamo permetterlo.» dichiarò lui. «Usciamo a fare un giro.
Inventerai qualcosa domani su quel che abbiamo fatto.»
Sakura
annuì, cercando di non ridere istericamente.
Non
solo stavano civettando, ma forse avrebbe avuto qualcosa da
raccontare davvero.
“Piano,
non montarti la testa, Sakura...” si disse, cercando di calmare i
battiti del proprio cuore. “Se ti illudi va a finire che ci resti
male. Lui non vedeva l'ora di scappare dall'inizio, quindi calmati.”
Mentre
la seguiva ebbe una fugace impressione di Tenten che seguiva Neji
fuori dalla sala, per una porta che dava all'interno del palazzo, e
non sembravano felici. Reprimendo la curiosità e sperando in bene
per l'amica, continuò a camminare, seguendo le spalle di Sasuke e
poi accelerando, per trovarsi perlomeno al suo fianco.
«Ino
ti fa così paura da costringerti a fuggire?» domandò infine
divertita.
Sasuke
sbuffò. «La Yamanaka sa essere incredibilmente fastidiosa e
testarda, quasi pari a Naruto.» replicò altero.
«Concordo.»
disse Sakura, con una sfumatura di affetto nella voce.
Sasuke
le rifilò un'occhiata attenta. «Non litigate più.» considerò
come se questo particolare avesse un'importanza capitale. «Non sul
serio.»
«Stava
ballando con Shikamaru, hai notato? Direi che lei non è più
interessata a te, se non come bell'uomo da guardare...» cicalò
Sakura con leggera malizia, alzando lo sguardo al cielo stellato.
Represse un gemito di stupore alla vista di tutte quelle stelle, più
visibili persino che a Konoha.
«Il
modo in cui sottolinei che è lei a non esserlo sembra quasi
un'offerta da parte tua.» constatò Sasuke.
Sakura
non si fermò ma non poté trattenersi dal guardarlo. Sasuke era
impassibile, esclusa la piega delle sue sopracciglia che suggeriva
una leggera ironia nelle sue parole.
“Certo
che se l'aspetta, lui è quello che tutte amano, bastardo
presuntuoso...” le suggerì la coscienza, che poi si lanciò in una
serie di commenti su quanto del resto lui avesse ragione.
«Io
non mi offro.»
specificò, «Ma non nego che per quanto mi sforzi probabilmente ti
amerò per sempre, non ci posso fare nulla. Così come tu e Naruto
sarete per sempre sia amici che rivali, è più forte di voi, ce
l'avete nel sangue, no? Beh, io ho te
nel sangue.» si interruppe. «Oh, speravo in una metafora migliore,
questa è leggermente macabra.»
«E
ti sta bene così?» sbottò Sasuke, stupefatto dal suo tono
fatalista e rassegnato.
«Io
sono felice.» rispose lei, con un largo sorriso, danzandogli
attorno, «Non potrei essere più felice!»
Sasuke
la afferrò per un braccio e la tirò a sé bruscamente, rischiando
di farla cadere e costringendola a stringersi a lui per non
inciampare. Quando Sakura sollevò la testa con espressione
scioccata, pronta ad assalirlo, lui poggiò entrambe le mani sulle
sue guance per tenerla ferma e la baciò, togliendole il fiato.
«Non
potresti?» ripeté lui piano, sulle sue labbra.
Sakura
riuscì a malapena a reggersi sulle proprie gambe per i successivi
secondi, e solo quando fu certa che la sua voce non avrebbe tremato
rispose: «In effetti potrei esserlo.»
Lui
sorrise appena, soddisfatto, e Sakura non poté trattenersi dal
saltargli letteralmente addosso, sfogando anni di repressione in un
colpo solo e facendo cadere entrambi tra i cespugli.
Forse
non era il luogo più romantico o più sicuro, e forse era tutto
troppo veloce, ma nessuno dei due ebbe tempo di pensare a null'altro
che non fossero loro.
«Ma
porca miseria!» Sakura evitò di lanciarsi in imprecazioni peggiori
solo perché Sasuke alle sue spalle le aveva appena poggiato un bacio
sulla spalla.
«Mh.
Che strana reazione.» commentò lui.
«Non
per te! Guarda, il vestito si è strappato! E Ino saprà tutto nel
momento in cui mi si accosterà per rientrare...» borbottò
abbattuta.
«Certo
che sei rumorosa...»
Sakura
si voltò a guardarlo per dargli una meritata rispostaccia, ma si
bloccò nella contemplazione del genio che si stiracchiava con
l'eleganza di un gatto e che poi sollevava le maniche del kimono per
poterlo indossare di nuovo.
«E
perversa, te lo si legge in faccia.» terminò Sasuke, severo.
Sakura
arrossì, mandandolo a quel paese mentalmente e afferrando i lembi
dell'obi disfatto.
«Dammi
una mano a legare questo, o vedrai quante te ne dirà Naruto...
oppure potrei mandarti direttamente Ino.»
«E
io tradisco Konoha.»
«Sei
un idiota al pari di Naruto.» proclamò lei di cuore.
Sasuke
la afferrò per le spalle e la tirò indietro di scatto: «Per
questo, Sakura, potrei seriamente arrabbiarmi.» le soffiò accanto a
un orecchio, facendola rabbrividire.
Un
raggio di sole li colpì, ed entrambi si immobilizzarono. Si erano
addentrati ancora più profondamente nel bosco, al coperto sotto le
fronde, e non si erano resi conto di quanto il cielo fosse luminoso.
«Non
sarà mica... passata l'alba? Siamo rimasti qui tutta la notte?» azzardò
Sakura, già sapendo naturalmente la risposta. «Va bene che il tempo
vola quando ci si diverte, ma non pensavo, cioè...»
«La
compagnia della Yamanaka ti fa male...» asserì distrattamente
Sasuke, ancora sconcertato dall'aver passato dieci ore così senza
rendersene conto. Si chiese se di quel passo l'avrebbero finita col
vivere chiusi in qualche camera da letto in modo tutt'altro che
dignitoso. E piacevole, naturalmente. Ma comunque poco dignitoso.
«Cos'è
quella faccia?» indagò Sakura con un accenno di sorriso.
«Per
quanto riguarda Naruto e gli altri...» cominciò Sasuke
riprendendosi, pronto a dire di tenere la cosa per loro, quando fu
interrotto dalla voce orribilmente ilare di Ino.
«Grazie
al cielo siete vestiti...» esordì ridendo, «Naruto stava per
mandare squadre di ricerca, ci ha messo un po' ad accorgersi della
vostra assenza essendo occupato... beh, non quanto voi ovviamente.»
insinuò, facendo arrossire Sakura e assumere un'aria truce a Sasuke,
«Comunque l'ho bloccato, salvandogli la sua anima pura
probabilmente. Vi aspettiamo entro mezz'ora per tornarcene a casa.
Sakura, ho un vestito di ricambio in camera. Tu...» osservò Sasuke
per un momento, «Sei quasi perfetto come sempre. Per te ho un
pettine in camera. Ci vediamo dopo!» li salutò infine, schioccando
loro un bacio con una mano sulle labbra.
«Questo
è imbarazzante.» decretò infine Sakura col viso tra le mani, dopo
qualche secondo.
«No.
Se fosse arrivata dieci minuti fa lo sarebbe stato.» obbiettò
Sasuke, tornato odiosamente calmo. «Ah, dato che la Yamanaka
spargerà la voce all'istante con le donne ma si tratterrà almeno un
minimo con gli altri, saresti pregata di attendere la mia presenza
prima di dirlo a Naruto.» la informò, sadicamente convinto di ciò
che diceva.
Lei
soffocò un urlo di frustrazione.
Poi
Sasuke si portò le mani ai capelli, come colto da improvviso panico.
«Un pettine
ha detto?»
«Era
geloso di Sai, ti rendi conto? Sai è perfetto per far mettere
insieme la gente! Guarda anche Sakura e Sasuke...» stava dicendo
Tenten a Hinata, mentre le quattro erano rimaste dietro la file per
fare i loro “discorsetti amichevoli”, come li aveva chiamati Ino.
Sakura
alzò gli occhi al cielo: «Non so se ci si può definire “insieme”
dopotutto.»
«Come
no? Avete passato la notte a far sesso, per ore e ore...» le ricordò
Ino con entusiasmo, mentre il viso di Hinata prendeva una sfumatura
indefinibile e Tenten mostrava un'espressione di puro rispetto.
Sakura
si voltò furente: «Mi raccomando, racconta tutto ai quattro venti!»
ringhiò, facendo voltare anche i ragazzi impegnati in un'altra
discussione.
Ino
si bloccò, priva di espressione, e con lei Tenten e Hinata, ora
entrambe allibite.
«Io...
Io scherzavo
prima. Pensavo voi aveste solo... Non che addirittura...»
boccheggiò Ino, incredula. Sakura si portò una mano alla bocca,
sgranando gli occhi. Tipico di Ino darsi arie di donna da gran mondo
e poi pensare che avessero passato la notte a baciarsi, come aveva
potuto non arrivarci prima?
«Voi...
Tu! Come ti sei permesso?!» strillò Ino rivolta a Sasuke, che aveva
curiosamente assunto una colorazione rosata e fissava stoicamente
altrove senza rispondere, mentre Naruto quasi aveva un mancamento a
quella vista.
«E
tu... così in fretta... Ah, maledizione! Cosa mi tocca sentire! E
cosa mi è quasi toccato vedere!» il lamentò di Ino si tramutò in
agonia e la ragazza fuggì verso l'inizio della fila, lasciando una
Sakura sgomenta.
«Sai,
penso la turbi principalmente che tu l'abbia fatto prima di lei.»
ipotizzò Tenten. Shikamaru pensò che avrebbe potuto risolvere la
faccenda, ma non disse nulla. Choji gli aveva letto in faccia quel
pensiero, perché si era quasi strozzato con le patatine.
«Mi
spiace, Sakura.» pigolò Hinata, notando il suo evidente imbarazzo.
«Teme
di merda! Sei un pervertito! Un maniaco!»
«Pensa
agli affaracci tuoi, dobe. E comunque è Sakura quella.»
«SASUKE!»
Naruto
scoppiò a ridere di fronte a Sasuke coi capelli scarmigliati e
ancora mezzo svestito.
«Ero
venuto a invitarti a pranzo, ma immagino tu non abbia fatto
colazione.» boccheggiò.
Sasuke
lo fissò con disprezzo.
«Eddai,
Teme, non capita tutti i giorni di vederti così arruffato!»
La
fronte di Sasuke e il suo raddrizzarsi indicavano minaccia.
«Va
bene, va bene. Hai visto Sakura-chan?»
L'altro
inarcò un sopracciglio.
«Giusto,
svegliato ora. Comunque, sai, per quanto riguarda lei...»
Gli
occhi del moro si allargarono appena, e una mano strinse
involontariamente la stoffa dei pantaloni. Naruto rise di nuovo.
«A
me sta benissimo la storia tra voi due. Non disturbarti a dire che
non ce n'è, ho capito che sei riservato e cose così. Quindi
comunque non preoccupatevi, io non penso più a lei.»
«Mh.»
grugnì Sasuke, affermativamente. In realtà, in fondo, sollevato,
anche se non l'avrebbe ammesso mai.
«Una
cosa però devo chiedertela...» cominciò in tono cospiratorio, e
Sasuke alzò gli occhi al cielo, «Poi, se rispondi a questo, ti
lascerò in pace sul resto. Niente domande, tebayo.»
Ora
l'Uchiha si fece attento, invitandolo a continuare con un cenno del
capo.
«Ma
quando l'hai capito, di voi due? Perché da fuori non si notava
niente... Da te,
dico. Da lei sì.»
Sasuke,
che in realtà se lo chiedeva da circa due mesi, si passò una mano
tra i capelli e poi dovette coprire uno sbadiglio.
«Credo
sia una cosa di sangue.» borbottò, concentrato.
«Che
cosa?» fece Naruto, sgomento.
«Niente.
Tra un'ora portami qualcosa da mangiare.» ordinò, chiudendo la
porta e ignorando le lamentele offese di Naruto dall'altra parte.
Fu
con insolito passo svelto che si diresse in camera propria, tornando
a letto e attirando a sé una Sakura coperta solo dal lenzuolo.
«Di
sangue, eh?» mormorò lei con voce soffocata.
Sasuke
la lasciò andare, maledicendo il suo udito da pipistrello di prima
mattina. O pomeriggio che fosse.
«Citavo.»
bofonchiò, imbarazzato, «E tu sei noiosa. Torna a dormire.»
Sakura
si voltò, con un sorriso soddisfatto, abbracciandolo.
«Dormire?»
ripeté, maliziosa.
Anche
Sasuke ghignò.
«No,
per una volta hai ragione.» concesse, scivolando sopra di lei.
Salve
a tutti. Qui dovrebbe cominciare la raccolta SasuSaku, che prende questo titolo dai loro nomi (per chi non lo sapesse Sasuke significa scoiattolo, mentre Sakura Haruno non ricordo se fiore di ciliegio o ciliegio in fiore, ma del resto lei viene paragonata ad un bocciolo da Ino e ho scritto di conseguenza); Il giardino tutt'attorno sarebbero i loro amici, senza cui non esisterebbe nulla di tutto questo. Anche se, visti i loro nomi, forse sarebbe stato meglio parlare di zoo o manicomio.
Per
rispondere a suni, che magari non leggerà mai ma fa niente, quando
ho scritto che Sasuke invitava Sakura ad uscire non sapevo perché lo
facesse, ora sì: ha paura di quanto Ino sappia essere rompiscatole
(1), Sakura è riuscita a svegliare il lato uomo che è in lui (2) se
di lato uomo si può parlare, mentalmente almeno.
Alla
Sil che mi fa notare come il breve scambio di convenevoli alla festa
tra Sasuke e Naruto sia pericolosamente simile a quello di due
amanti, purtroppo temo che tutto il loro rapporto, anche I.C. sia
tale XD E che ho aggiunto l'epilogo perché si chiedeva se tra Sasuke
e Sakura finisse lì. Col cavolo, cara, quei due si sposano.
Spero
di aver fatto un Sasuke almeno un po' simile all'originale, anche se
già solo essendo innamorato diventa un po' estraneo... E quella
battuta finale sul sangue l'ha ripresa dal discorso con Sakura ed è
comprensibile solo a lui, perché del resto non ce la fa a dare una
risposta sensata a Naruto che comprenda un'ammissione di sentimenti
da parte sua. Mentre il suo orrore all'idea del pettino viene dal
fatto che ha immaginato i suoi capelli inguardabili [più del solito]
e come ho già detto altrove, ce lo vedo Sasuke a preoccuparsene,
come di tutto il resto del suo aspetto.
Se
pensate che tutto sia avvenuto troppo in fretta, son passati anni da
quando è tornato, eh XD
Se
vi fa pena Naruto, ricordate che questa storia è NaruHina oltre che
HinaNaru.
Grazie
se siete arrivate sin qui! Se volete recensire è sempre un piacere, e se trovate qualcuno ooc ditemelo e lo segnalerò.
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