Tre vite
Il memoriale
per i caduti della seconda guerra magica sorge nell’atrio del Ministero al
posto del monumento di Voldemort alla magia come sopraffazione.
È stato
eretto per chi ha combattuto e perso la vita.
*
Hermione
Granger rimuove il drappo con un incantesimo non verbale, svelando la bacchetta
realizzata con le macerie rimosse da Hogwarts: polvere e pietra tenute insieme
per magia, nomi e date incisi sulla superficie in un motivo a spirale alto fino
al soffitto. Le vittime sono elencate per età e Hermione sa che dovrebbe
chinare il capo per leggere “Fred Weasley”, il cognato che non potrà mai
chiamare tale.
Harry è al
suo fianco, e non ha bisogno di scambiarvi parole per indovinare la direzione
analoga dei suoi pensieri. Non incrocia gli occhi di Ron, ma gli stringe più
forte la mano.
Hermione è
stata tra gli attori di quella guerra insensata, combattenti impavidi costretti
dalla crudeltà d’altri, maghi sporchi di sangue e sudore come riconoscimenti al
valore.
Andromeda
Tonks osserva l’opera seduta in prima fila, accanto ad altri parenti dei
caduti, invitati in rappresentanza di tutti. Tiene suo nipote seduto sulle
ginocchia e gli sussurra all’orecchio per spiegargli quanto sta vedendo: così
tutti ricorderanno il coraggio dei suoi genitori, dovrebbe essere per sempre
fiero del loro sacrificio, lì da qualche parte ci sono scritti i nomi di mamma
e papà.
«Mamma!» Il
piccolo Teddy sfugge alla presa della nonna e compie un paio di passi verso il monumento,
prima che Andromeda riesca a trattenerlo. Poi smette di parlargli, perché lui non
deve sentirla sul punto di piangere.
Andromeda ha
donato vite a una guerra spietata, ore e giorni ad accudire una casa in attesa
dei suoi abitanti, preghiere inesaudite di ritorni mai avvenuti.
Pansy
Parkinson ha impresso sulla pellicola ogni momento dell’inaugurazione. L’ultimo
scatto è dedicato allo slancio del piccolo mago in prima fila, che delizierà i
lettori più sentimentali del Profeta.
«Tu conoscevi
qualcuno?» le chiede il nuovo stagista della Skeeter. Pansy intende sottrarsi ai
suoi occhi curiosi e ai giudizi non richiesti, ma il collega scrive un’altra
parola, dedica ancora uno sguardo al monumento e quindi attende una replica.
«No.» Torna
al mirino della macchina fotografica, cercando un’inquadratura ulteriore. «No»
ripete, a chiudere ogni intrusione.
Pansy voleva
soltanto che quella dannata guerra finisse, immortalare in un autoscatto allo
specchio un abito delizioso, diplomarsi in una Sala Grande addobbata a festa e
non in un cimitero.
*
Il memoriale
per i caduti della seconda guerra magica è stato eretto per chi ha combattuto e
perso la vita.
Ma la mente
dei morti è polvere nella storia.
Il memoriale
sorge nell’atrio del Ministero per chi è stato attore del conflitto, chi vi ha
donato vite, chi voleva soltanto che finisse. Sono solo loro a poter evitare
che quanto è stato riaccada, che ogni esistenza segnata sia l’ultima.
Uno sguardo
muto, un abbraccio fantasma, una foto superflua: tre vite – e troppe vite.
Mi
rendo ora conto che si tratta della mia prima fanfiction pubblicata nel 2023,
inauguro con queste tre donne un nuovo anno di scrittura su EFP.
Grazie per il tempo dedicato alla lettura e grazie a chi vorrà
lasciare un commento.
Alla prossima!
Legar