Challenge
1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock -
gruppo eventi multifandom”
1°
entries
Genere:
introspettivo
Tipo:
flash-fic
Personaggi:
Tooru Oikawa
Rating:
PG, verde
Avvertimenti:
slice of life, malinconico
PoV:
prima persona
Spoiler:
sì, post time skip
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi
in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Io, Tooru
(1° pagina)
1° aprile 2013
La scuola è finita.
È strano mi dovrei sentire felice, basta
lezioni, compiti, interrogazioni, esami. Si chiude un ciclo della mia vita e se
ne apre inevitabilmente un altro.
Invece…
Un enorme senso di malinconia mi ha pervaso ieri
alla consegna dei diplomi, non riuscivo a condividere la gioia dei miei
compagni.
Iwaizumi era seduto vicino a me e mi guardava…
sembrava sapere esattamente quello che mi passava per la testa, come sempre.
- Non sei mai soddisfatto - mi ha detto, - non
lo sarai mai - ha aggiunto quella sera tornando a casa dopo l’ultimo allenamento
del club…
La tristezza si è fatta avanti ancora, facendomi
pizzicare gli occhi, mi mancherà tutto questo… mi manca già e non sono ancora
partito.
Poi però ha proseguito - È stato un onore
giocare con te, perché sei il migliore alzatore, ci incontreremo ancora, Tooru
-
Hajime, il migliore amico che qualcuno
potrebbe desiderare. Sono stato davvero fortunato ad averlo avuto al mio fianco
in tutti questi anni. Molti scogli non li avrei superati senza di lui, non l’ho
mai ringraziato davvero, ma forse lo saprà già, è sempre stato un passo avanti
a me.
Non ho mai scritto un diario, l’ho sempre trovata
una cosa inutile, ma questo quaderno me lo ha dato Hajime, il suo regalo per il
diploma - Puoi usarlo come un diario di viaggio, così non ti dimentichi di
raccontarmi le cose, le appunti qui e quando ci sentiamo me ne parli e quando torni
hai un ricordo del tempo passato lì -
Quando tornerò…
Mi sono ritrovato a scrivere senza rendermene
conto.
Quando tornerò…
Parto per l’Argentina tra due settimane: è un
viaggio programmato da tanto, una opportunità che non posso lasciarmi sfuggire,
non ora, visto che la mia squadra non è andata ai nazionali dove avrei avuto la
visibilità di cui avevo bisogno, invece sono rimasto nell’ombra qui a Sendai.
Un’occasione che si presenta una sola volta
nella vita, grazie al coach Irihata che mi ha messo in contatto con Blanco.
Jose Blanco… guardando lui ho voluto diventare
un alzatore, per dirigere ed aiutare la squadra, lui mi ha ispirato a scegliere
la pallavolo come ragione di vita, come professione, ed ora grazie al suo
contatto ho la possibilità di giocare in una squadra della lega argentina… il Club
Atletico San Juan.
È inutile che ci giro intorno se voglio diventare
qualcuno me ne devo andare, anche se il solo pensiero di partire mi terrorizza,
sarò solo là, completamente solo.
Io e la pallavolo
La pallavolo ed io.
L’Argentina è lontanissima, ventimila chilometri
da qui, più di venti ore di volo, non posso tornare a casa tanto spesso… o per
Natale.
Un biglietto di sola andata è chiuso nel cassetto.
Solo andata.
È un anno che studio spagnolo è così diverso
dal giapponese, anche la scrittura lo è…
Sei sicuro?
Continuo a ripetermi, tentando di convincermi
che andrà tutto bene, che otterrò il ruolo di titolare in breve tempo, che mi
farò un nome che tornerò presto…
Quando tornerò…
Non sono ancora partito e ho già nostalgia di
casa, degli amici, dei miei genitori.
È un passo enorme, una decisione importante,
un passaggio verso il futuro, verso le stelle, risuscitò a toccarle un giorno?
Mi piacerebbe.
Sarà difficile?
Sì.
Ci riuscirò?
Non lo so, ma finché non ci provo non lo
saprò mai.
Cos’è che mi fa partire?
L’ambizione. Il voler dimostrare che sono il
migliore.
Quando tornerò?
Un giorno… forse… mai…