Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo di Mokochan (/viewuser.php?uid=81458)
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Distante dal passato
#dafne
“Se ogni giorno sarà
scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo
[...] Allora sarà
amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.”
Sfiorando con le dita quell’altalena solitaria, Hinata
pensò a tutte le volte in cui aveva visto Naruto
dondolarvisi, i bambini che lo osservavano da lontano perché
i loro genitori li avevano invitati a non interagire con lui
– impauriti, ignoranti, preda di quei pregiudizi legati a
storie di mostri e guerre e sangue.
Lei per prima era stata cieca.
Come tutti gli altri si era tenuta distante, senza mai riuscire a
muovere più di un passo nella sua direzione, bloccata da una
timidezza di cui liberarsi era stato difficile, persino impossibile.
Poi qualcosa era cambiato – una parte di lei era maturata, il
suo io di ninja aveva scelto di muovere dei passi, a costo di
sacrificare tutto di se stessa.
Aveva trovato il
coraggio contro qualcuno che l’avrebbe sicuramente uccisa se
la fortuna non le fosse venuta in soccorso¹.
Hinata si sedette sull’altalena, osservando pensierosa i
bambini che correvano lì attorno, inseguiti da Shino,
insegnante severo solo in apparenza, ben più portato coi
piccoli di quanto creduto dalla maggior parte delle persone.
Lo salutò con una mano e un sorriso complice riservato
soltanto a lui e Kiba, compagni di team, amici insostituibili; persone
preziose.
Fu allora che intravide Naruto percorrere il viale esterno in compagnia
di Shikamaru, i fiori di ciliegio che cadevano leggeri attorno a loro,
piccoli vortici rosati spinti da una dolce brezza.
Proprio come quando era bambina, si limitò a studiarlo da
lontano, non vista – ladra
consapevole di attimi rubati
– accorgendosi di quanto lui fosse cambiato.
Entrambi
erano cresciuti, erano adulti, lo sapeva; lui era più alto,
le sue spalle erano più larghe, i suoi occhi più
maturi, i suoi sorrisi grandi ma carichi del peso delle esperienze
passate. E lei? Lei era la medesima ragazza, solo un po’
più alta, più donna nelle forme, più
coraggiosa per volontà; e perennemente in difetto, ancorata
a rimorsi nati da scelte codarde.
In bilico su una corda, pronta a scivolare.
Gli occhi cerulei di Naruto si spostarono d’improvviso da
Shikamaru e incontrarono i suoi. Una
strana emozione gli attraversò il volto,
notandola seduta su quell’altalena, e Hinata si
chiese se vederla lì lo addolorasse. Se le immagini di una
solitudine immeritata pesassero sul suo cuore anche in quel momento.
Corse verso di lei, pochi balzi fino a raggiungerla, e
afferrò le due corde a cui era saldamente aggrappata,
facendola ondeggiare.
«Perché sei seduta
proprio su questa altalena?» le chiese tutto d’un
fiato, curioso, incerto, come se quella domanda avesse preteso di
uscire dalle sue labbra.
Hinata abbassò lo sguardo per una frazione di secondo, una
ciocca di capelli corvini le sfiorò una guancia, e quando
sollevò gli occhi lilla disse: «Perché
mi ricorda quanto sono stata sciocca.»
Naruto si inginocchiò di scatto, sempre tenendosi alle corde
di quell’altalena malandata. «Non lo sei mai
stata!»
La determinazione con cui lo disse la sorprese – le fece
provare il desiderio di stringerlo a sé.
Poi si affacciò il rimorso, prepotente, divorandola dall’interno.
«Eppure... non ti saresti sentito meno solo se non mi fossi
limitata a guardarti da lontano? Se non fossi stata così
debole?»
Naruto esitò, poi emise uno sbuffo, le guance gonfie di un
disappunto che lo fece tornare per un attimo quel temerario dodicenne
desideroso di dimostrare a tutti di valere qualcosa.
Che urlava, costantemente, io
sono qui.
«Il passato è passato» disse infine il
ragazzo, «e non mi interessa cambiarlo. Io sono con te ora. E sono felice.
Sono felice di come eri e sono felice di come sei.»
Perché la
desiderava così e non la voleva in nessun altro modo.
Poi Naruto spinse giocoso l’altalena, allontanò
ridendo Hinata e, quando la ragazza tornò da lui rischiando
di cascare in avanti, l’afferrò
per la vita e le strappò un bacio.
Creando una nuova immagine, distante dal passato, legata al presente,
priva di rimpianti.
Note
dell'autrice
(¹)Si fa
riferimento allo scontro contro Pain.
•
Questo
è il quinto capitolo, ed è ispirato alla Dafne, chiamata
anche lavanda d'oriente.
•
La poesia con cui si apre il capitolo è di Neruda - again, contando che
anche il capitolo #2
contiene una sua poesia.
• Questa volta ho postato una one-shot! (okay, è poco
più di una flashfic, ma chissenefrega)
• Punto di vista di Hinata, perché mi mancava
scrivere di lei.
Salve! Eccomi per l'aggiornamento annuale (o decennale, quanti
anni son passati? D:). Okay, basta, questa battuta l'avevo fatta anche
nel duemilaenonricordocheannofa.
Spero che questa storia vi sia piaciuta, e vi ricordo che mi trovate
attiva nel fandom di Harry
Potter con la Long-fic Looking
too closely *pubblicità progresso* E altre fanfic
sempre nel fandom di Harry Potter. Da quando Naruto è
finito, l'ispirazione è poca per questo fandom, ma con Harry
Potter è scoccata di nuovo la scintilla. Evvabbeh.
Anyway, ringrazio ecila94hina
che ha recensito il precedente capitolo (è una lettrice
storica di alcune mie storie e sono contentissima di aver potuto di
nuovo vedere un volto noto ** grazieeee!) e coloro che hanno soltanto
letto e magari hanno apprezzato questi piccoli momenti tra Naruto e
Hinata.
Un bacione,
Mokochan
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