February
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Sono sinceramente felice di essere riuscita a recuperare anche il mese
di febbraio in così poco tempo, spero di mantenere il ritmo,
anche se con alcuni prompt sono ancora in alto mare…
A ogni modo, parliamo un attimo di
questa seconda OS: mi sono squagliata mentre la scrivevo, forse
perché la tematica affrontata mi sta molto a cuore e vederla
vissuta da Ryoken e Yusaku ha avuto un effetto amplificato su di me.
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Anche in questo caso preferisco aggiungere delle N.d.A. a fine storia,
quindi tra poco vi lascio lo specchietto e vi aspetto più
giù.
Per ora vi dico solo che il titolo è ripreso da una frase di Home,
canzone degli Our Last Night — sì, sono sempre loro, ve
l'ho detto che secondo me shippano la Datastorm in gran segreto. Poi
troverete anche il ritornello a fine storia.
Vi auguro buona lettura!
February: Long distance
Prompt forum: “Gli abbracci sono un posto perfetto in cui abitare” (Anonimo) (Everybody Needs A Hug Challenge)
Rating: Giallo
Generi: Introspettivo, Romantico, Sentimentale
Note: Modern!AU, POV Yusaku
I will follow
my heart
back to you
1
Quando alzi lo sguardo per
osservare l'orario, ti sorprendi nel constatare che l'orologio appeso
alla parete segni già le undici. Hai trascorso le ultime tre ore
a pulire da cima a fondo il piccolo monolocale nel quale abiti e sei
felice dell'effetto distensivo che tutto l'impegno che hai adoperato ha
avuto su di te: ti senti stanco, sì, ma anche leggero, liberato
da un peso che gravava su ogni cellula del tuo corpo da un po' di tempo
a questa parte.
La sera addietro hai dato una forma
a questo peso, modellandolo in poche parole dall'impatto micidiale. E
forse è proprio per questo che, da quando ti sei svegliato, non
hai ancora controllato le notifiche sul telefono: perché,
nonostante siano dei semplici rettangoli posizionati l'uno sopra
l'altro, rappresentano comunque qualcosa di concreto. E in tutta quella
concretezza, sei certo di trovare anche un messaggio da parte sua.
Sei consapevole che non potrai
ignorarlo per sempre, che prima o poi dovrai armarti di coraggio e
affrontare la situazione a cuore aperto, ma… ora non ci riesci.
Provi uno strano senso di imbarazzo che ti serra la bocca dello stomaco
e non ne comprendi il motivo, visto e considerato che la sera addietro
Ryoken pareva pensarla come te… ma forse lui non la intendeva
allo stesso tuo modo, ed è proprio questo cruccio a
impensierirti tanto: perché mentre tu gli dicevi quelle parole
eri veramente disperato, ed è inutile girarci intorno, ti sei dichiarato a lui e prima te ne farai una ragione, meglio sarà.
Ti siedi sul piccolo divano con le
mani tra i capelli, i gomiti poggiati sulle cosce e gli occhi chiusi.
Avverti le palpitazioni farsi più concitate e questo non va
bene, quantomeno non in questo momento nel quale ti senti tanto fragile
e spaesato.
Respiri a fondo una, due, tre
volte, poi apri gli occhi e quasi ti ritrovi a fissare il tuo riflesso
nel pavimento che forse non ha mai brillato così tanto da quando
abiti lì
(cosa si fa pur di evadere dalla pesantezza e dagli spigoli appuntiti della realtà).
Scendi a patti con la tua coscienza
e decidi di controllare le notifiche sul telefono solo dopo aver fatto
la spesa — e questo implica che prima ti farai la doccia, che
trascorrerai minuti interminabili sotto il getto dell'acqua calda a
rimuginare senza sosta e che impiegherai altrettanto tempo per
asciugarti a dovere. Poi andrai a fare la spesa e sicuramente questa
volta presterai molta più attenzione a ogni singolo prodotto che
sei solito acquistare a occhi chiusi e ti perderai a lambiccarti nella
lettura dei prezzi, delle scadenze e dei valori nutrizionali,
nonostante tu li conosca ormai a memoria.
Farai in modo e maniera di dilatare
il tempo il più possibile perché, come tanti ragazzi
della tua età, sei caduto in una trappola in cui non avresti mai
pensato di precipitare: il fatto che l'umore di un'intera giornata
dipenda da un unico, semplice messaggio da parte di una persona
divenuta ormai troppo importante per te.
In realtà, e te ne rendi
conto solo ora, è già da un po' che Ryoken ha questo
effetto su di te: da quando un suo messaggio in cui ti augura il
buongiorno ti porta a incurvare le labbra nella rappresentazione
perfetta della felicità, da quando la sua voce calda e misurata
ti fa provare una pace interiore senza eguali e desideri solo poterla
ascoltare ininterrottamente per notti intere, quando la serata si tinge
di sfumature incantevoli perché sai che nel giro di qualche
minuto partirà la videochiamata… Ryoken fa ormai
così tanto parte di te e della tua quotidianità che ti
è impossibile staccarti da lui — tranne oggi, ma si tratta
di una situazione particolare.
Respiri a fondo un'altra volta
ancora e ti alzi dal divano, conscio che non potrai rimanere
all'interno delle tue quattro mura per sempre, che prima o poi dovrai
uscire dal guscio ed esporti.
In tutti i sensi.
2
Prima di conoscere Ryoken, hai
conosciuto Revolver. Uno dei tuoi passatempi preferiti sono i
videogiochi online ed è proprio lì che vi siete trovati
per la prima volta, in un mondo immaginario chiamato VRAINS mentre
cercavate di eliminarvi a vicenda nel corso di una missione — poi
gli scettici hanno pure il coraggio di dire che il romanticismo sia
sull'orlo dell'estinzione!
Revolver è stato il tuo
rivale per eccellenza per settimane intere, prima di lasciare il posto
a Ryoken. Già prima di scoprire la sua vera identità,
quando interagivi con lui tramite l'avatar di Playmaker, ti eri
convinto di aver trovato qualcuno di estremamente interessante e che
spiccava con una certa facilità tra la massa — solo non
avresti mai pensato che si sarebbe rivelato così tanto interessante.
È successo tutto in maniera
abbastanza celere ma, al contempo, graduale: dalla chat di VRAINS vi
siete spostati su un social — e lì hai potuto vedere Ryoken per la prima volta —, poi vi siete scambiati i numeri di
telefono e l'applicazione di messaggistica è diventata il vostro
nuovo mezzo di comunicazione — lì hai ascoltato per la
prima volta la sua voce, quando Ryoken ha preferito rispondere ai tuoi
messaggi con un audio anziché scrivere un testo lungo, in un
giorno come tanti che si è tinto di sfumature vermiglie e
incantevoli —, per poi aggiungere, infine, le videochiamate che
sono ormai diventate parte integrante delle vostre serate prima, dopo o
durante la cena. Lì entrambi avete modo di vedervi
e interagire come se fosse quasi la realtà — sicuramente
è il metodo che più si avvicina a essa, ma ormai non ti
basta più.
E dopo quanto accaduto ieri sera,
è diventato tutto maledettamente incerto, sospeso su un filo
sottilissimo che rischia di spezzarsi in qualsiasi momento.
Con lo scorrere dei giorni, delle
settimane e poi dei mesi, tu e Ryoken avete avuto modo di conoscervi ed
esporvi poco per volta; così ora sai che lui ama la cucina
thailandese, che è estroverso e intraprendente a differenza tua
che tendi più a chiuderti nel tuo guscio e a rimuginare per ore
intere su tante cose. Che casa sua dista non molto lontano dalla
Facoltà di Ingegneria Informatica — la stessa che
frequenti tu, solo in un'altra città e a centinaia di chilometri
di distanza —, che è bravissimo a dare ripetizioni di
Matematica e Fisica e che lo ascolteresti per ore intere senza
stancarti mai.
Ryoken si è guadagnato la
tua fiducia al punto tale che gli hai rivelato il tuo segreto prima di
allora inconfessabile: il tuo amore sconfinato, a tratti spasmodico per
i conigli, così come il desiderio che ti porti dentro fin da
bambino di volerne adottare uno che però non hai mai realizzato
per timore di non essere all'altezza.
Sentivi che a Ryoken una
rivelazione del genere potevi farla senza rischiare di essere
giudicato, e così infatti è stato.
Per mesi interi non avete fatto
altro che parlarvi con la consapevolezza di trovare dall'altra parte
dello schermo qualcuno in grado di accogliere e custodire ogni
più piccolo sussurro senza sminuirlo, un conforto benigno e
rassicurante. E più vi avvicinavate nell'anima, più ti
sentivi legato a lui. Avevi trovato un vero amico, qualcuno su cui
poter sempre fare affidamento… però poi hai realizzato
che non si trattava più solo di questo, che Ryoken si era fatto
spazio nei tuoi sentimenti per accomodarsi in un punto particolare,
proprio al centro del cuore.
E la sera addietro non sei
più riuscito a trattenerti e gli hai detto qualcosa che riflette
i pensieri che vorticano incessanti nella tua testa da un po' di tempo
a questa parte. Poche parole che, nella loro semplicità,
esprimono il mondo intero: vorrei che tu fossi qui.
Glielo hai confessato con gli occhi
lucidi e la voce che tremava in maniera quasi incontrollata. Glielo hai
confessato con il cuore a brandelli, perché non saresti voluto
arrivare a questo punto in una situazione tanto delicata: già
è difficile avere a che fare tutti i giorni con l'amara
consapevolezza che le centinaia e centinaia di chilometri che vi
separano rappresentano un vero e proprio ostacolo per qualsiasi vostro
progetto, figurarsi ora che ti sei dichiarato
(perché
sì, ormai l'hai capito e devi accettarlo: ti sei dichiarato alla
persona che ami e hai dato una forma ai sentimenti che fino a quel
momento hanno vissuto solo dentro di te).
Ryoken ti ha risposto con “Lo vorrei anch'io”
e non hai nemmeno paura che si sia trattato di un sogno, perché
quelle parole sei assolutamente certo di averle udite; ciò che
più ti terrorizza è il fatto che non sai come
interpretarle e questo ti ha portato a rifuggire momentaneamente il
dialogo.
Forse Ryoken voleva solo essere
gentile nei tuoi confronti, senza voler intendere chissà
cos'altro. Questo ancora non lo sai, anche perché la sera
addietro la videochiamata è durata poco, visto quanto accaduto.
Ed ecco, dunque, ciò che
è capitato: hai aperto il tuo cuore a Ryoken come mai hai fatto
da quando vi siete conosciuti. E ora è completamente esposto, in
balìa del gelo di febbraio.
(E ancora non sai
se le mani di Ryoken lo raccoglieranno da terra e lo proteggeranno con
il loro calore oppure lo getteranno via, in un sentiero dimenticato da
tutti).
3
Quando esci dal konbini, il cielo
ha assunto delle tonalità cupe, ma per fortuna non tanto
minacciose. Forse nel tardo pomeriggio pioverà per ore intere e questo
ti porta a pensare che, indipendentemente dai motivi che ti hanno
spinto a non andare a lezione quel giorno, hai fatto proprio bene a
rimanere a casa a dedicarti alle pulizie. Quantomeno non hai sprecato
l'intera mattinata steso sul letto a fissare il soffitto latteo.
Ora che hai fatto anche la spesa, puoi tornare a casa con un peso in meno sul cuore… in un certo senso.
Mentre fingevi di confrontare
prezzi, scadenze e valori nutrizionali solo per far scorrere il
più possibile il tempo — alla fine hai anche acquistato
più snack del consueto, paradossalmente —, hai inviato un
messaggio ai tuoi compagni di corso per informarli che quel giorno non
avresti presenziato neanche alle lezioni pomeridiane e rassicurarli sul
fatto che stessi bene; poi, inesorabilmente, il tuo sguardo è
inciampato su quella notifica in particolare e dall'anteprima hai potuto leggere solo due parole: Buongiorno, Yusaku.
Ryoken ti ha inviato un messaggio
questa mattina verso le otto, come di consueto, e se da una parte ti
sei sentito sollevato, dall'altra il senso di colpa per non avergli
ancora risposto dopo tutte quelle ore ha iniziato a divorarti
lentamente dall'interno.
Anche se in estremo ritardo, gli
hai finalmente dato il buongiorno una volta tornato a casa, e ora sei
qui intento a sistemare la spesa in frigo e negli appositi scaffali
quando ricevi il suo secondo messaggio: Come stai?
E non ci pensi due volte: con lui, a differenza dei tuoi compagni di corso, decidi di essere onesto — Potrebbe andare meglio, tu?
La sua risposta non si fa attendere per molto: Questa mattina la pensavo come te, ma ora va molto meglio.
E per un attimo ti illudi come uno
sciocco che si riferisca al fatto che finalmente gli hai risposto e che
quindi sia felice per questo, ma la parte pessimista di te cancella
subito ogni barlume di speranza dal tuo cuore. Forse ha ricevuto una
bella notizia in Facoltà, dopotutto in questo periodo Ryoken sta
lavorando a diversi progetti accademici e magari ne dovrà
esporre uno davanti a degli esperti, chissà.
Perché non chiederglielo? In
fondo gli hai ormai risposto, non puoi far scorrere altre ore tra un
messaggio e l'altro a causa della paura. Non più.
È successo qualcosa di bello?
E quando, dopo neanche un minuto,
ricevi la sua risposta, in un primo momento non capisci e la parte
pessimista che alberga nella tua coscienza ti porta a pensare che forse
ha sbagliato destinatario.
C'è però un frammento
di te, molto piccolo ma forte, nascosto chissà dove, che invece
ha già capito tutto e si sta trattenendo a fatica dall'esplodere
in un concerto di supernovae caldissime e accecanti.
Sono qui. Poche parole dall'effetto micidiale, lo stesso che hanno avuto le tue la sera precedente.
(Vorrei che tu fossi qui).
(Sono qui).
Accade tutto in un attimo: smetti
di sistemare la spesa, recuperi il cappotto e apri la porta per uscire
ancora una volta dalle tue quattro mura.
La stazione non dista molto da casa
tua e ancor prima di iniziare a correre per arrivare a destinazione il
più velocemente possibile, senti il cuore fare i salti mortali
nella cassa toracica. Ma non è niente in confronto a ciò che provi quando ricevi un altro messaggio da parte di Ryoken: Sono appena sceso al binario 3.
Ed eccola, la concretezza che andavi tanto cercando, la realtà che ha sempre popolato i tuoi sogni: Ryoken è qui e tu ora devi solo raggiungerlo.
Gli invii un messaggio veloce e poi inizi subito a correre più forte che puoi.
(Sto arrivando).
4
Quando giungi in stazione, i tuoi
polmoni reclamano ossigeno in maniera così disperata che sei
costretto a fermarti per qualche attimo. Da un punto di vista esterno
appari all'immensa folla come il classico ritardatario che se non si
affretta a raggiungere il proprio binario rischia di perdere il treno,
ma non è così. Qui non è questione di perdere
qualcosa, ma di rendere reale un sogno che non avresti mai pensato si
potesse realizzare, quantomeno non così in fretta.
La folla nella quale ti inoltri
pare quasi un ammasso di marosi con il solo scopo di sbatacchiarti da
una parte all'altra, e tu devi stare attento a non lasciarti
travolgere. Dopo quelli che sembrano lunghi minuti di apnea estenuante
raggiungi il binario e lo trovi lì che ti aspetta, con il trolley
tenuto per il manico in una mano e un grazioso sacchetto nell'altra.
Non sai cosa si trovi all'interno, ma in quel momento è l'ultimo
dei tuoi pensieri perché Ryoken è proprio lì, a pochi metri da te che fino a quella mattina erano centinaia e centinaia di chilometri insormontabili.
Lui è lì, è proprio lì,
ed è ancora più bello dell'immagine che sei solito vedere
proiettata sullo schermo del telefono o del computer. Ha l'aria un po'
stanca, ma in fondo chi non l'avrebbe dopo tutte quelle ore di viaggio?
Con le gambe tremebonde, il respiro
spezzato e il cuore agitato, ti avvicini a lui. E più ti
avvicini, più la realtà si materializza davanti ai tuoi
occhi.
Ryoken sorride e tu sorridi con lui. In questo momento
vorresti solo piangere dalla gioia e gettarti tra le sue braccia,
affondare il volto contro il suo ampio petto coperto da un cappotto
grigio chiaro e dirgli che questo momento l'hai atteso per mesi interi,
che il non averlo accanto ti stava distruggendo lentamente giorno dopo
giorno e che sei così felice di poterlo abbracciare, di
parlargli di persona e non più tramite uno schermo artificiale,
di poter udire la sua voce e respirare il suo profumo… ma
c'è troppa gente intorno a voi e tu non sei mai stato un tipo
tanto espansivo, anche se in questo momento vorresti davvero
abbracciarlo più forte che puoi e ringraziarlo per essere qui.
E Ryoken, che dal modo in cui ti
guarda pare pensarla proprio come te, decide di rompere il ghiaccio
porgendoti il sacchetto che tiene in mano. Lo afferri e, osservandone
il contenuto, noti subito due lunghe orecchie bianche e un musino
adorabile e paffuto, come il resto del corpicino candido come la neve.
È un coniglietto in peluche ed è la cosa più
carina che qualcuno ti abbia mai regalato — o forse lo è
perché si tratta del primo regalo da parte di Ryoken.
Il tuo sorriso si allarga ancora di
più e, mentre lo ringrazi, realizzi che questa è la prima
parola che gli hai detto dal vivo: «Grazie».
«Non
vedevo l'ora di regalartelo» ammette Ryoken, e mentre la sua voce
ti carezza i timpani, sovrastando senza urlare tutti gli anonimi rumori
che vi circondano, non puoi fare a meno di notare le sue gote tingersi
di un lieve rossore.
(Cielo, è adorabile).
«Da quanto l'avevi con te?» domandi incuriosito.
«Da quando
mi hai raccontato del tuo amore per i conigli. Avevo pensato di
spedirtelo per farti una sorpresa, ma poi ho pensato che mi sarebbe
piaciuto donartelo di persona e… vederti sorridere proprio come
hai fatto poco fa».
Ora è il tuo turno di
arrossire e dal modo in cui avverti il calore lambirti le gote, devono
essere ridotte a un ammasso di carne bruciata.
(Cielo, è davvero tanto, troppo adorabile).
Ryoken pare essere intenerito dalla
tua reazione — la quale vale sicuramente più di mille
parole —, difatti si lascia andare a un piccolo sbuffo divertito.
Poi si ricompone e, per la prima
volta da quando lo conosci, sembra trovarsi in difficoltà:
«Quando tempo fa mi hai detto che a Den City è impossibile
prenotare una camera d'albergo a meno che non lo si faccia con mesi di
anticipo, credevo scherzassi…»
Ora appare visibilmente a disagio e in un attimo capisci dove vuole arrivare.
«Non vedo dove sia il problema: vieni da me»
rispondi, e quasi ti sorprendi di tutta questa intraprendenza che, ne
sei certo, non hai mai posseduto fino a questo momento.
Ryoken pare essere sollevato dalla
tua risposta ma, al contempo, ancora un po' in imbarazzo: «Sicuro
che per te vada bene? Dopotutto sono piombato qui all'improvviso
e—»
Non gli lasci il tempo di finire la
frase: guidato da un coraggio sconosciuto e che speri non ti abbandoni
mai più, gli afferri la mano libera e inizi subito a camminare,
direzione casa.
«Non dirlo
neanche per scherzo. È la cosa più bella che qualcuno
abbia mai fatto nei miei confronti. Ospitarti mi sembra il minimo, non
trovi?»
Ryoken non risponde, si limita a
stringerti più forte la mano. E questo per te vale molto
più di ogni singola parola.
5
Quando uscite dalla stazione, noti
che il cielo si è incupito ancora di più, ma al momento
nessun accenno alla pioggia. Speri solo che non inizi a piovere proprio
ora, dato che hai dimenticato l'ombrello a casa, rifletti, mentre
attraversi le strisce pedonali con Ryoken. Vi tenete ancora per mano ed
è come se foste nati per quello.
«Ryoken» lo chiami diversi minuti dopo, quando intravedi la
tua abitazione. «Non interpretare male le mie parole, ti prego. Perché sei qui?»
Dato che ormai manca poco a casa
tua, credi sia giusto chiarire definitivamente quanto accaduto la sera
addietro. Proprio in quel momento, avverti la prima goccia di pioggia
adagiarsi sulla tua fronte.
«Perché ieri sera hai detto che avresti voluto che fossi
qui» ti risponde Ryoken senza neanche un filo di incertezza nel
tono di voce. «Questa mattina mi sono svegliato, sono andato a
lezione e mi è sembrato tutto così sbagliato
che sono tornato a casa, ho fatto la valigia e per puro miracolo sono
riuscito a trovare un biglietto del treno per Den City. Forse non te ne
sei mai reso conto, Yusaku, ma la cosa che più odio al mondo
è sapere che sei triste. E ieri sera mi si è spezzato il
cuore nel vederti in quello stato. Comprendo come mai oggi tu non abbia
risposto subito al mio messaggio del buongiorno… durante tutto
il viaggio ho atteso la tua risposta e non nego di essermi anche
preoccupato, ma in fondo questo è un viaggio che prima o poi
avrei comunque fatto. E l'avrei fatto sempre per te».
Piove un po' di più quando
Ryoken finisce di parlare. Vi affrettate a raggiungere la destinazione
e a malincuore devi sciogliere la stretta delle vostre mani per
recuperare le chiavi. Frattanto, le parole di Ryoken vorticano
incessanti nella tua testa, dolci come il miele e calde come un
tramonto estivo.
E quando entrate in casa, il
trolley e il sacchetto contenente il peluche sono momentaneamente messi
da parte per dare sfogo ai vostri veri sentimenti. Ti dispiace per il
coniglietto bianco che ora giace a terra, ma non puoi fare a meno di
pensare a quanto sia superfluo ora che Ryoken ti sta abbracciando e a
quanto questo rappresenti l'idillio perfetto nel quale hai sempre
voluto vivere.
Non vi siete nemmeno tolti i
cappotti, eppure il contatto fisico che vi unisce è unico e
speciale nel suo genere. Ora che siete soli, lontani da occhi
indiscreti, senti che con lui puoi lasciarti andare senza più
alcun freno.
Un sospiro di sollievo evade dalle
tue labbra e ti aggrappi a lui più forte che puoi. Vi lasciate
cullare per minuti interi dalla bellezza di quel gesto e dalla
meraviglia del sentimento che vi unisce.
Ti senti al sicuro tra le braccia di Ryoken, protetto da tutto il male del mondo.
(Senti
che quello è il posto giusto per te. Quello che ti spetta di
diritto. E finalmente ti senti in pace con te stesso).
Quando sciogliete l'abbraccio, la
distanza tra i vostri corpi non dura che pochi secondi. Pochi secondi
nei quali, tra il silenzio di quelle quattro mura, i vostri occhi si
dicono tutto in un solo istante.
E quando Ryoken poggia le labbra
sulle tue, ogni pensiero smette di vorticare e la tua mente si
zittisce, il tuo corpo si rilassa e il tuo cuore trabocca di amore.
Avverti un fremito percorrerti la spina dorsale nel momento in cui il
bacio si fa più audace e il tuo unico desiderio ora è
quello di diventare una cosa sola con lui… oltre a mangiare
qualcosa perché, non appena vi staccate per riprendere fiato, ti
rendi conto di non aver ancora pranzato e ti scopri decisamente
affamato.
Arrossisci e distogli lo sguardo, mentre Ryoken ridacchia divertito.
«Se ti
può consolare, sono affamato anch'io» confessa mentre si
toglie il cappotto. «Non mangio da questa mattina».
«Allora vado subito a preparare qualcosa» dici mentre anche tu ti sfili il cappotto di dosso.
Li lasciate entrambi
sull'appendiabiti, recuperi il sacchetto con il peluche dal pavimento e
vi dirigete verso l'angolo cottura. C'è ancora parte della spesa
da sistemare, ma forse alcuni ingredienti serviranno per il pranzo,
quindi non è un problema.
E mentre decidete che cosa cucinare, non puoi fare a meno di pensare a quanto tutto questo sia meravigliosamente giusto.
Perché tu e Ryoken ora siete a casa.
Insieme.
No matter how far we find ourselves
Our love will keep us close
I want you to know, you will never be alone
I’m coming home, I’m coming home
I want you to know, I’m coming home
N.d.A.
•
Qui giusto per dire che sono solo alla seconda OS e sono già
devastata, questi due sottoni saranno la mia rovina, me lo sento.
Yusaku follemente in love con i
coniglietti è un mio personalissimo Headcanon, Ryoken che
asseconda questo suo amore lo è altrettanto.
Anche la passione di Ryoken per la cucina thailandese è un Headcanon, questo più a livello fandomico.
Poi inutile dire che per come ho
sempre immaginato il loro rapporto dal punto di vista romantico, Ryoken
sarebbe disposto a tutto pur di rendere felice Yusaku, lui è
quel tipo di persona che sopporterebbe un viaggio improvvisato di ore
intere pur di vederlo e niente, mi squaglio.
•
Ebbene sì, io purtroppo sono ipersensibile alle relazioni a
distanza, sia dal punto di vista romantico che non, quindi scrivere
questa storia è stata una bella sfida che spero di aver superato.
Ogni volta che scrivo di Ryoken e
Yusaku lontani per qualsiasi motivo mi si spezza il cuore, quindi
inutile dire che la parte che più ho amato scrivere è
stata l'ultima, quando finalmente si incontrano e poi si
abbracciano… e avrei pure alzato il rating della storia se solo
entrambi non fossero stati affamati, lol
Ora taccio, grazie per essere arrivati fino a qui.
Abbiate pazienza, un giorno imparerò a non scrivere N.d.A. tanto prolisse.
M a k o
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