The last of the Starks

di bimbarossa
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Per un attimo pensò di essere tornato a casa, libero, in cima alle scogliere di Castel Granito dove il vento era il padrone insieme al cielo azzurro e al profumo del mare al di sotto di quei monoliti di roccia e oro.

Tuttavia quando aprì gli occhi e li strizzò nel buio tutte le sensazioni di costrizione tornarono, le mani strette dietro la schiena, il sudiciume che si portava addosso, il tanfo dei suoi stessi escrementi.

“Sei sveglio.”

La voce di Catelyn Tully Stark era più fredda di un blocco di ghiaccio, gelida come il cuore di una stella.

“Ho interrotto il mio sonnellino per godere appieno della vostra meravigliosa presenza, mia lady.”

La strafottenza nella propria voce quasi lo stupì.

Si sentiva uno straccio, sporco, indolenzito per il poco movimento, lontano da Cersi da mesi, eppure non riusciva a non essere quello che era.

Un Lannister.

“La tua sfacciataggine non mi tocca. Voglio solo una cosa da te. Sapere perché mio figlio è diventato storpio.”

Ma certo, il ragazzino!

Una parte di lui aveva dimenticato quello che era successo in quella torre, un'altra invece ci pensava tutti i giorni.

Così glielo disse, confessò tutto alla signora di Grande Inverno, che impettita gli stava davanti, chiara come una statua di neve, l'odio che cresceva nei suoi occhi come una creatura antica, e quando alla fine terminò essi brillavano rossi e spietati nel volto di pietra.

“Goditi ancora per un altro po' l'ospitalità di Delta delle Acque, Sterminatore di Re. Se gli dei sono giusti io vedrò la tua morte e quella di tua sorella.”





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