(Edvard Munch - Amore e dolore, Vampiro - 1895 - The Munch Museum, Oslo)
La notte a volte si spezzan catene
Diventan mostri le dolci sirene
Mostro avvilente, di pietà mancante
D'un cuore di ghiaccio, che me ne faccio?
I muscoli sciolti son cavi d'acciaio
Curavi un corpo che adesso è un carnaio
Insonnia, occhi pesti
Pensieri molesti
Gli amati capelli strappi con rabbia
Non trovi l'uscita di questa gabbia.
Calva divento, mi chiudo in convento?
Gabbia dorata, di spine ammantata.
Immondi lampi squarcian le tenebre
Ti senti al centro del corteo funebre.
Morta son dentro, più vita non sento
Nemmeno lo strale, può più farmi male
Dormi bambina, aspetta domani
Possano calma ridar le mie mani
Carezze gentili, il sonno io invoco
Bilbo, rimani, carezzami un poco
Veloce ė la notte, e il giorno pure
Non c'è più tempo per le arrabbiature.
Alba dissolve il pianto indecente
Apollo m'investe, di luce abbagliante.
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