“Quando
si è di fronte alla morte, meglio ballare che sdraiarsi ad aspettarla.”
Finché il sangue scorre
Bellatrix è intrepida, non la si può definire in altro modo se non così.
Tom la osserva, in tralice, non visto – quella risata piena, quasi
ululante,
quei capelli selvaggi, quel coraggio sporco d’incoscienza.
Bellatrix scende in battaglia per piacere. Come se non le
importasse di
vivere o morire, finché il sangue scorre.
Bella è giovane, ma non innocente. Predatrice, e mai preda.
Bella sa benissimo che lo sguardo del Signore Oscuro le scava il volto
in cerca
di debolezze – tracce sudicie del sesso a cui appartiene – ma
lei non
intende offrirgliene.
Bella è una donna, ma non per questo dev’essere una vittima.
Tom la guarda sempre più spesso. L’unica donna ch’abbia accolto tra i
suoi
ranghi, sangue puro dei Black. La bellezza del suo casato che le
devasta il
viso ogni volta che ride.
Tom ha già assaggiato il desiderio, in un ricordo passato sbiadito che
sembra vecchio
di mille anni, ma lei lo fa bruciare come non si fosse mai spento, ogni
volta
in cui, davanti alla morte, la vede ballare.
Bella lo compiace con ogni gesto e, quando lui la manda a uccidere, non
torna
mai a mani vuote. Ridente e perfetta, sporca di sangue – la
scintilla che
arde sotto pelle, nascosta, non vista.
Diventa in fretta una delle sue favorite. Gli altri Mangiamorte
bruciano
d’invidia, suo marito di gelosia, ma a lei non importa. Per lei altro
non
esiste, se non lui, se non quella crudeltà che il Signore
Oscuro fa
fiorire in fondo alla sua anima di carbone.
Tom si chiede,
sempre, come Bella possa non
temere affatto la morte. Quando la vede danzare tra gli incantesimi
letali,
quando scorge il suo corpo flessuoso tendersi tra i lampi di luce
verde, quando
la sente ridere, ridere senza sosta, mentre combatte. Lei è un enigma
che
spacca le tempie – nemmeno lui ha mai avuto tanto ardire, è stata
la paura d’una
vita mortale a indurlo a superare ogni limite, anche il più oscuro.
Lei però ride, e quando torna dalla battaglia, velata di sangue, ha
negli
occhi una luce feroce che arde come una pioggia di stelle.
“Non hai mai paura di morire, Bella?”
Il suo Signore le pone quella domanda quasi per caso, mentre sono soli.
Lei
china il capo, ma sotto quella massa di riccioli neri sboccia un
sorriso
smisurato.
“La morte mi avrà quando io lo vorrò. Fino ad allora, voglio ballare.”
Tom la guarda e pensa che mischiare la morte al piacere l’ha già
scottato una
volta – le sue anime non gli parlano quasi più, ormai, non da
quando s’è
allontanato da loro nei suoi viaggi, affogando nel male assoluto, un
rito
oscuro dopo l’altro, eppure si chiede cosa direbbero di lei.
Bella ride eccitata, raccontando la caccia ai Babbani a cui ha
partecipato con
gioia infantile. Lui la guarda parlare e sorride – quanto gli manca
sentire
le sue anime sussurrargli all’orecchio.
Quando si fa avanti e la bacia, il desiderio esplode in scintille
incandescenti – sa già che la brucerà fino a consumarla.
Note dell’Autrice
Il prompt per questa flash era “Quando si è di fronte alla morte,
meglio
ballare che sdraiarsi ad aspettarla” da Hell Bent, di L.
Bardugo,
proposto da blackjessamine.
Siamo arrivati alla fine di questa piccola raccolta – anche se non
escludo di
aggiungere qualche altro capitolo in futuro. Ho voluto concludere con
una
Bellatrix/Tom, coppia di cui non sono una grandissima fan (di fatti
penso di
non averne mai scritto prima), ma che per amor di precisione non potevo
escludere.
Spero che la raccolta vi sia piaciuta!
Mary
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