Writober 2023

di ChiiCat92
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Quei due, guardali: sono due relitti. Giovani come l’erba appena dopo il disgelo e già così stanchi. Raggomitolati uno sull’altro mentre intorno a loro la gente entra ed esce dal vagone, niente sembra disturbarli, né il pianto del bambino in braccio alla signora asiatica, né il puzzo di sudore che viene dal barbone coperto di stracci che gli siede accanto, né il ciarlare continuo della donna italiana che chissà cosa avrà da raccontare a sua zia Concetta da un’ora e mezza. Guardali! Si sa già dove vogliono andare, ma soprattutto da chi stanno scappando. Hanno uno zaino a testa e sono gonfi, imbottiti di tutto quello che hanno potuto trovare come il tacchino il giorno del ringraziamento quando si ha poco tempo per fare la spesa e cucinare. C’è da chiedersi dov’è che stanno andando, e perché ci stanno andando con questa tranquillità, man mano che il treno si allontana dalla stazione centrale, le fermate con i nomi sempre più strani, provincia, frazioni, frazioni di frazioni, paesi, un solo binario. Continuano ad andare finché sul vagone non c’è nessuno, poi sul treno. Il controllore va avanti e indietro e li vede, non cambiano quasi posizione. Solo per un attimo al più piccolo, il più magrolino, quello con i capelli argentei, scivola la felpa sulla spalla e sulla pelle lattea si scorgono lividi, escoriazioni, causate da cosa? Sembrano mani, sembrano bruciature, poi lui si gira e tutto scompare, non è mai esistito. L’altro ha capelli neri corvini, ma alla radice sono scoloriti, tendono al biondo, ha gli occhi chiusi ma fremono, sotto le palpebre si vede il movimento delle pupille, le ciglia lunghe e nere altrettanto che vibrano. Il suo sonno è leggero, come quello dei conigli, attento a ogni rumore e pronto a balzare in piedi.

Anche mentre dormono continuano a tenersi per mano, le dita intrecciate, le unghie masticate e coperte di smalto nero sbeccato. Sembrano felici. Si può essere felici in queste condizioni? Sperduti, soli, sui sedili appiccicaticci del treno che sono un miscuglio di umori e tempo e pensieri. Sembra di sì, ma è difficile dirlo. Finché tengono gli occhi chiusi e le dita intrecciate possono essere qualsiasi cosa. Possono essere felici, liberi, lontani, possono essere qualsiasi cosa vogliano. Rimani a guardarli ancora, finché il treno non arriva al capolinea, segui con ansia il loro risveglio, il tornare alla vita che hanno allontanato con il sonno. Per un attimo sono sperduti, spaventati, muscoli che si tendono e il respiro che si trattiene, poi le porte del treno si aprono e l’odore del sale riempie la carrozza, il vento porta dentro un po’ di sabbia e loro si guardano. Ce l’hanno fatta! Sono arrivati alla fine della corsa!

Si alzano, all’improvviso hanno il fiatone, hanno fretta di scendere e arrivare dove sono già arrivati, vogliono vedere se è come lo immaginavano, se i sogni che hanno fatto mentre dormivano, l’uno sulla spalla dell’altro come due gattini di strada, sono reali. Saltano fuori dalla carrozza e non appaiono spauriti, o almeno non lo sembrano. 

Le porte si chiudono alle loro spalle e, pian piano, stridendo dopo il fischio del capotreno, si allontana sui binari, supera la banchina e sparisce all’orizzonte: torna là dove loro non torneranno mai. Si tengono per mano, ancora, sempre, e un passo alla volta, un po’ correndo, un po’ tirandosi l’un l’altro, un po’ spingendosi per essere quello che arriva per primo con il timore di poter essere afferrato da dietro, vanno verso il mare. 

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The corner 

Lo so, non è ben chiaro quale sia la ship, ma non volevo che lo fosse, chi lo sa lo sa! 
Sono ridondante, anche l'anno scorso per questo prompt ho scelto lo stesso argomento, però va bene così, mi piace tornare su certi momenti.

Chii

 




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