Per Marti
Lestrange, con tanti auguri di Buon Natale! ♡
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La Magia
del Cenone di Natale
«No Draco,
non se ne parla proprio!»
Narcissa non aveva alzato la voce né si era scomposta in
alcun modo, ma la sua voce era divenuta glaciale.
«Ma io, Harry, noi…» tentò
Draco, insistendo sulla posizione concordata insieme ad Harry.
«Per Salazar, Draco! Non hai pensato a che figuraccia faremmo
a fare a modo vostro?»
Draco cercò di sostenere il suo sguardo fiero e
dardeggiante, provando a sondare la sua mente nel tentativo di trovare
uno spiraglio di possibilità, ma sua madre era granitica e
impenetrabile.
«La società magica certamente si è
evoluta negli anni, ma non fino a questo punto!»
Draco si stupiva ancora di come sua madre potesse infiammarsi con certi
discorsi senza perdere l’aristocratico aplomb dei Malfoy, e
la cosa non lo aiutava certo a perorare con efficacia la sua causa.
«Non puoi impedircelo, abbiamo già pensato a tutto
e…»
Narcissa tagliò corto, zittendolo con un’occhiata
più penetrante delle altre.
«Ti ho detto di no. E non cambierò mai
idea!»
Poi sua madre continuò, perdendo per una frazione di secondo
quell’aura di compostezza e quasi arrischiando in un incrocio
tra un sospiro affranto e un singhiozzo di dolore: «Se ti
sentisse tuo padre, proporre questo genere di
nefandezze…»
Draco cominciò a sentirsi a disagio di fronte a quella
virata sul melodrammatico da parte di sua madre, e cominciò
a rigirare la fedina attorno al dito sperando gli portasse fortuna
mentre si giocava l’ultima carta…
«Nefandezze? Sul serio?»
Harry lo guardò di sbieco, aggrottando le sopracciglia
dietro le lenti che non schermavano affatto il disappunto nei suoi
occhi.
«Già…», roteò gli
occhi il biondo, squassando le spalle. Non sapeva bene cosa aggiungere,
data l’assurdità di tutta la questione.
«Per Merlino, tua madre è più
melodrammatica di te, Draco!», commentò Harry,
alzando gli occhi al cielo senza speranza.
Draco si accigliò: «Come prego? Melodrammatico? Io?»
Il biondo si portò la destra al petto fingendo di essersi
offeso grandemente, rimarcando la frecciatina del suo compagno per
stemperare.
«Sì, proprio tu», gli sorrise divertito
Harry, che a quanto pare non se l’era presa più di
tanto per il rifiuto di sua madre. «Dopotutto la mela non
può cadere troppo lontano dall’albero! Certo che
fare tante storie per una cena a casa nostra, come se fosse la prima
poi…»
Draco si schiarì la voce, come a sottolineare un punto di
vista lievemente differente.
«Beh, mamma esagera sì, ma non è una
cena qualsiasi Harry…»
«Natale viene tutti gli anni, Draco. Immagino che anche tua
madre lo sappia, no?»
Harry si era avvicinato un poco, per prendergli le mani tra le sue e
confermare che alla fine avrebbero trovato comunque una soluzione.
«Sì, certo che lo sa», sbuffò
il biondo: «Ma è comunque una festa importante, e
anche la cena lo è».
«Ma non ha mai fatto queste storie negli ultimi anni!
L’anno scorso c’era, e anche quello prima no?
Perché quest’anno non vuole più venire
da noi?»
Draco ripensò agli ultimi due Natali passati insieme, a sua
madre che tornava a Grimmauld Place per le feste dopo decenni
dall’ultima volta in cui vi aveva messo piede. La prima volta
Narcissa aveva mascherato a stento il disgusto per le condizioni della
sua vecchia casa di famiglia durante le feste – evidentemente
Draco non era riuscito a ridurre efficacemente la quantità
di addobbi natalizi di dubbio gusto che Harry aveva messo in casa.
Troppo rosso e oro a Natale dopotutto…
«Non hai capito niente. E poi era diverso, lo sai anche
tu…», cercò di spiegare, stupito dalla
cecità del Grifondoro. Davvero non ci era ancora arrivato?
«Perché diverso scusa? Anche l’anno
scorso c’erano i Weasley, e se non ha Cruciato Molly a vista
un anno fa non vedo quale sia il problema
quest’anno…»
Draco ancora si chiedeva come fossero usciti indenni da quel primo
Natale in famiglia allargata, quando sua madre aveva dovuto passare
metà della giornata di festa non solo a casa loro, ma aveva
persino incrociato la truppa dei Weasley a Grimmauld Place. Nel momento
in cui sua madre aveva suonato al campanello in perfetto orario, Draco
si era immobilizzato e aveva cominciato a sudare freddo, preparandosi
mentalmente ad avere non uno, bensì entrambi i genitori ad
Azkaban. Gli ospiti si erano intrattenuti più del previsto,
lui non aveva controllato l’orologio, ed ecco che Narcissa
era entrata mentre il nugolo di capelli rossi si stava preparando a
lasciare casa loro – nel caos più totale per
giunta. Eppure, sua madre era riuscita a pronunciare persino qualche
parola di augurio nei confronti di Arthur, Molly le aveva fatto i
complimenti senza estrarre la bacchetta – insomma, meglio di
così non avrebbe potuto andare dopotutto…
Harry aveva intrecciato una mano con la sua, e Draco ritornò
al presente. Afferrò più saldamente la mano di
Harry e la girò in modo che la fedina che portava al dito
fosse sotto gli occhi di entrambi, scintillante nel suo oro puro.
«Questa
è il problema», evidenziò il biondo.
Harry strabuzzò gli occhi, non capiva ancora.
«Cosa c’entra la fede ora?»
«C’entra, Harry Potter tra-non-molto In Malfoy»
sibilò lui, sottolineando le ultime parole
affinché il suo futuro marito capisse.
«Ci dobbiamo sposare, ricordi? Quindi ora è
già come se fossimo un’unica famiglia. E come io
diventerò, mio malgrado, parte della genia dei
Potter…», spiegò Draco:
«Anche tu entrerai a far parte della famiglia
Malfoy».
Harry lo guardava inebetito, come se non avesse ancora colto il peso
della loro nuova situazione.
«E quindi? Non c’era scritto da nessuna parte che
chiedendoti di sposarti non avremmo più festeggiato il
Natale insieme, no?»
Il moro era confuso e sembrava si stesse agitando, e Draco sospirando
decise di calare tutte le carte e fargli comprendere appieno il tutto.
«Il problema, sciocco di un Grifondoro che non sei
altro», iniziò Draco: «Non è
che mia madre non vuole festeggiare con noi il Natale».
«E allora perché non vuole più venire a
Grimmauld Place?»
Harry lo guardava come un cagnolino confuso, in attesa della risposta
rivelatrice.
«Davvero non l’hai capito?»,
sospirò Draco, sfilando le mani da quelle del moro.
Poi salì a prendere il volto di Harry tra le sue e
rassicurarlo, preparandolo alla doccia fredda della verità.
«Mamma vuole che festeggiamo il Natale tutti insieme
sì… ma a Villa Malfoy!»
I cancelli della Villa erano stati addobbati con cura, così
come le siepi che affiancavano il viale d’ingresso
all’imponente dimora di campagna. Stava nevicando, e le
piccole lucine invocate con la magia scintillavano in mezzo al freddo
metallo donandogli il calore delle feste, una scia di candeline che
affiancava le siepi a rendere più piacevole il tragitto
verso un luogo pieno di cupi ricordi. Al di là delle alte
finestre, si potevano scorgere candele più imponenti
illuminare le alte stanze decorate, e due grandi alberi di Natale erano
stati eretti ai lati del portone d’ingresso. Anche addobbati
solamente con decorazioni d’argento, portavano
un’ulteriore nota accogliente e di deciso buon gusto, e Harry
non poté che ringraziare la mania di perfezione e sfarzo
innata nella sua nuova famiglia d’adozione.
«Questo posto continua a mettermi i brividi»,
brontolò Ron, che lo affiancava insieme ad Hermione
precedendo il resto degli invitati. La ragazza gli diede un colpo col
gomito per farlo tacere ed evitare di elettrizzare ancora di
più una situazione già sufficientemente tesa. Il
resto degli invitati li seguiva a debita distanza, in un silenzio
ovattato che niente aveva a che vedere con il normale caos allegro che
accompagnava la truppa della Tana. Harry e Draco avrebbero preferito
ridurre all’osso gli invitati per evitare incidenti
diplomatici di qualunque sorta, ma alla fine erano in più
persone di quante preventivato. Gran parte dei Weasley aveva preferito
andare a festeggiare in Francia con Bill e la famiglia di Fleur, ma
Arthur e Molly dopo un’iniziale esitazione avevano deciso di
accompagnare Ron ed Hermione alla festa – probabilmente per
consentire a Molly di vegliare sul figlio in un luogo potenzialmente
ostile. Anche Andromeda, una volta informata del cambiamento di
programma rispetto alla tradizione di famiglia, non aveva mostrato la
benché minima esitazione nell’accettare
l’invito della sorella – Harry sapeva che si erano
in parte riavvicinate negli ultimi anni, ma non ne avevano mai parlato
veramente. E infine, anche i genitori di Hermione avevano insistito per
esserci, e lei non aveva avuto cuore di lasciarli da soli proprio per
Natale.
Non era la prima volta che il Golden Trio tornava a Villa Malfoy
insieme. In tutti quegli anni di frequentazione prima e convivenza poi,
Harry era stato numerose volte a casa di Draco, e aveva iniziato ad
apprezzare l’imponente dimora e a vederne anche i lati
più luminosi e piacevoli. Hermione e Ron lo avevano seguito
alcune volte nell’ultimo anno, per aiutare lui e Draco a
decidere alcune cose riguardo al matrimonio, godendo
dell’atmosfera fresca degli immensi giardini durante la calda
estate. Eppure, trovarsi di nuovo lì in inverno e dovervi
nuovamente entrare all’interno era tutta un’altra
cosa, soprattutto con gli altri invitati appresso.
Draco li stava attendendo ai piedi della scalinata
d’ingresso, esattamente in mezzo ai due alberi di Natale e
vestito di tutto punto. Harry poteva percepirne l’imbarazzo
per la situazione perlomeno curiosa in cui si stavano per trovare
tutti, ma non appena furono a portata per salutarsi con un abbraccio,
tutto sembrò riprendere a funzionare a dovere.
L’abbraccio di Draco era caldo e rassicurante anche nei
momenti tesi, e Harry si disse che se c’era un momento buono
per compiere quell’unione di opposti era proprio questo
– e chissà, magari la magia del Natale li avrebbe
anche aiutati.
Draco osservava gli ospiti arrivare a casa sua cercando di trattenersi
dal torcere le mani per il nervosismo. Aveva scelto di precedere Harry
alla Villa per controllare le ultime cose e verificare che fosse tutto
a posto, mentre il suo compagno andava a prelevare la sua futura
famiglia d’adozione – Per Salazar! Ancora non
riusciva a crederci! – per accompagnarla alla festa di Natale
così tanto voluta da Narcissa Malfoy.
L’ora d’arrivo prevista era arrivata e passata da
poco, e Draco per un attimo aveva temuto che avessero cambiato tutti
idea, che non sarebbero davvero venuti – dei Weasley e ben
due Babbani a Villa Malfoy? Non s’era mai sentito dopotutto
– ma poi lo schiocco della Materializzazione era arrivato, e
Harry era apparso al di là del grande cancello con gli altri
al seguito.
Avrebbe dovuto essere un momento di sola gioia e accoglienza, ma era
percepibile la cauta prudenza con cui gli invitati attraversavano il
cancello e si avviavano sul vialetto, verso di lui, e Draco si sentiva
in enorme imbarazzo per quella sensazione di distacco che lui stesso,
più giovane e idiota, aveva contribuito a creare. Eppure, il
tempo era passato, lui era cambiato, sua madre era cambiata, avevano
scelto di farlo, e poi c’era Harry e presto si sarebbero
sposati… Era necessario abbattere quella muraglia di
diffidenza, e quale miglior momento se non il giorno di Natale?
«Benvenuti a Villa Malfoy!», esordì
sfoggiando il suo sorriso migliore, nascondendo qualunque traccia di
insicurezza dietro la solida realtà di avere Harry
lì vicino, pronto ad aiutarlo. Abbracciò
Hermione, che nel corso degli anni gli era persino diventata amica; poi
strinse la mano a Ron, che ci teneva evidentemente a mostrarsi quanto
più distaccato possibile di fronte alla sua famiglia
– anche se quando andavano tutti insieme a qualche festa, gli
si mostrava ben più amico di quanto volessero entrambi
ammettere.
Poi giunse il momento di accogliere gli altri ospiti:
«Signora Weasley, Signor Weasley, buon Natale!»,
salutò, intrattenendosi in una specie di accenno di
baciamano con Molly e in una stretta di mano con Arthur simile a quella
avuta col figlio, prima di accogliere sua zia in un abbraccio
impacciato subito sostituito dall’affetto del piccolo Teddy
che gli saltò in braccio con l’entusiasmo che
tutti i bambini hanno il giorno di Natale.
La carica del piccolo stemperò in un attimo gli animi, e
mentre Harry lo prendeva per mano per fargli vedere più da
vicino i grossi alberi di Natale, Draco incontrò finalmente
i genitori di Hermione.
«Signori Granger, benvenuti a Villa Malfoy! Grazie per aver
accettato il nostro invito!» esordì, stringendo la
mano ai due Babbani nascondendo l’imbarazzo dietro a qualche
scambio di battute di circostanza.
Stava proprio per invitarli a salire la scalinata per entrare, quando
le pesanti porte d’ingresso della Villa si aprirono dietro di
lui e sua madre fece la sua apparizione. Narcissa indossava uno
splendido vestito da festa verde foresta, incorniciato da un
coprispalle argenteo per affrontare il freddo dell’esterno.
Sua madre scese con grazia la scalinata, raggiungendoli nello spiazzo
tra gli alberi di Natale per accogliere gli ospiti.
«Benvenuti a Villa Malfoy, e buon Natale!»
iniziò Narcissa, porgendo la mano ai nuovi arrivati ed
esibendosi nei più eleganti dei saluti. Sebbene fosse pur
sempre aristocratica e trattenuta nel comportamento, Draco poteva
avvertire un qualche forma di calore provenire dalle sue parole e
soprattutto dai suoi gesti.
Si chiese da dove poteva venire, così come la
tranquillità che sua madre aveva mostrato in tutti quegli
ultimi giorni di preparazione per la festività. Era come se
lo spirito del bon-ton avesse improvvisamente posseduto completamente
Narcissa Malfoy, mettendo a tacere qualunque voce da famiglia
Purosangue in nome dell’accoglienza superba da riservare ai
propri ospiti.
Terminati i convenevoli di rito, la tensione all’interno del
gruppo sembrava essersi del tutto sciolta, e fu col cuore
più leggero che quella strana combriccola infine
varcò la soglia della Villa, pronta a testare finalmente sul
campo la tenuta di quell’incontro tra mondi incompatibili.
«Beh, il piccolo Robbie aveva dei denti davvero ben affilati,
vede? Qui mi è rimasta la cicatrice, ben due punti di sutura
per richiuderla…»
«Mi spieghi meglio questa cosa dei punti, signor
Granger, la prego. E chi è questa Sutura? Sembra
affascinante!»
Narcissa sembrava seriamente interessata dal lavoro del padre di
Hermione, e ad Harry fece sorridere risentire l’aneddoto su
Robbie Fenwick così tanti anni dopo da quella sera al
Lumaclub, e stavolta raccontato direttamente dalla "vittima". Non
avrebbe mai pensato di vedere la sua futura suocera intrattenersi con
dei Babbani: invece, la signora Malfoy si era mostrata una padrona di
casa eccellente e si stava intrattenendo da un po’ con i
coniugi Granger, grazie all’aiuto mediatore di Arthur Weasley.
A guardarli in quel momento, Narcissa aristocratica ma rapita dal
racconto delle disgrazie di un dentista, Arthur intento a spiegare a
modo suo cosa fosse uno scavino prima di essere corretto dalla signora
Granger, nessuno avrebbe detto che quel cenone di Natale si stava
svolgendo proprio nell’ex quartier generale di Voldemort.
Il pranzo era filato perfettamente liscio, e la signora Malfoy aveva
servito ai propri ospiti i cibi natalizi più deliziosi
sfornati dagli elfi domestici della Villa e il miglior vino che il
Mondo Magico poteva offrire. Fin dall’inizio, era stata
Andromeda a condurre i discorsi a tavola su terreni innocui ma
godibili, permettendo alla sorella di sfoggiare i propri interessi
facendo dimenticare a tutti i timori precedenti all’incontro.
A quanto pare le due sorelle erano più che in buoni
rapporti, anche a vedere da come Teddy si muoveva con confidenza per
l’ampio salone addobbato a festa – e Harry si
pentì solo di non aver mai parlato con Andromeda di come
fosse migliorato il suo rapporto con Narcissa dalla morte di Bellatrix.
Era sicuro che anche la sua relazione con Draco e il ritrovato rapporto
tra zia e nipote avesse accelerato la distensione interna alle sorelle
Black, ma mai avrebbe pensato fino a quel punto.
Anche Molly si era dimostrata perfetta durante il pranzo, e sebbene
stonasse in maniera evidente in quel contesto così ricco e
sfarzoso, la sua decisione di portare con sé i dolci tipici
di casa Weasley e aggiungerli alla tavola aveva contribuito a unire
ancora di più i due mondi attraverso il cibo.
Era poi giunto il momento dei regali da scartare, dominato da Teddy e
da un Ron e Draco ben più che assecondanti
all’entusiasmo del nipote adottivo, e lo spuntare di tutti
quei maglioni e sciarpe lavorati a mano da Molly aveva definitivamente
fatto sentire tutti a casa. Molly aveva persino preparato una
improbabile ghirlanda decorativa in lana per Narcissa, che era rimasta
decisamente sorpresa dal ricevere un regalo proprio da una Weasley,
sancendo la perfetta riuscita dell’esperimento tanto voluto
dalla mamma di Draco.
«È andato tutto per il meglio, alla
fine», sussurrò Harry nell’orecchio di
Draco, raggiungendolo sul divano dove parlottava con Hermione mentre
guardavano Ron e Teddy giocare con i nuovi regali ricevuti dal bambino.
«A quanto apre sì», gli sorrise Draco,
stampandogli un bacio sulla guancia: «Mi sa che abbiamo
entrambi dubitato troppo di mia madre…»
Anche Hermione sorrise ai due, spostandosi un poco per permettere a
Draco di lasciare spazio anche ad Harry: «È stato
davvero un pranzo accogliente, Draco. Tua madre è davvero
una lady…»
«Una Malfoy non tratterebbe mai male un ospite»,
annuì il biondo, al settimo cielo per la riuscita
dell’evento. Aveva discusso per un giorno intero con sua
madre pur di farle cambiare idea, di distoglierla da quel senso
dell’onore che l’aveva obbligata a invitarli tutti
lì quel giorno, ma alla fine aveva potuto di dimostrare
ampiamente la propria serietà.
Harry ripensò a quando Narcissa aveva persino sfidato
Voldemort pur di accertarsi del benessere di suo figlio, e non si
stupì dal registrare come anche quel giorno avesse fatto lo
stesso. Come gli aveva giustamente fatto notare Draco, da quando gli
aveva chiesto di sposarlo Harry era entrato a far parte della famiglia
Malfoy, e il moro cominciò a pensare che quello non sarebbe
stato che il primo degli eventi in cui la sua futura suocera avrebbe
voluto sfoggiare la grandezza della sua casata.
Inoltre, Ron un giorno gli aveva ricordato come fossero in previsione
le nuove elezioni per il Ministro della Magia. Kingsley non aveva nulla
da temere, ma Hermione negli ultimi anni aveva scalato i ranghi interni
al Ministero, e si stava dando da fare all’interno
dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia con ottimi
risultati. Ciò che Ron aveva insinuato era che
quell’invito potesse essere un tentativo di Narcissa per far
bella figura con Hermione, per poi in seguito poter ottenere qualche
miglioramento per la condizione in cui Lucius versava ad Azkaban, visti
anche i progetti di riforma dell’istituzione che la sua amica
aveva in mente.
Harry lanciò un’occhiata alla tavolata mentre
Draco gli stringeva la mano e riprendeva a parlare con Hermione:
Narcissa stava disquisendo serenamente con i Granger e Arthur, anche
Andromeda si era inserita nel discorso mentre Molly aveva abbandonato
la sua postazione per raggiungere il figlio a giocare con Teddy.
Se anche l’intuizione di Ron fosse stata vera, beh, se questi
erano i risultati, tanto meglio.
Draco strinse in un ultimo abbraccio Hermione e salutò per
l’ultima volta la combriccola, restando ad osservarli mentre
scendevano la scalinata felici e soddisfatti, prima di vederli
Smaterializzarsi e abbandonare la Villa. Poi chiuse la porta, e
raggiunse Harry che stava aiutando sua madre nel rassettare in parte il
salone, mentre gli elfi facevano il grosso del lavoro.
Il suo ragazzo era di ottimo umore, e anche sua madre, tornata la
solita, aristocratica Narcissa di sempre, emanava un’aura di
tranquillità che non gli vedeva addosso da tempo.
«Grazie per averci permesso di festeggiare qui a casa sua,
Narcissa», le stava dicendo pieno di gratitudine Harry. Draco
scosse la testa: stavano insieme da quanto, otto anni?, e ancora le
dava del lei…
«È stato tutto perfetto, non me lo sarei mai
aspettato…»
«Così mi offendi però», gli
aveva risposto subito lei, tornando immediatamente seria:
«Ovvio che è stato tutto perfetto, chi credi di
star per sposare, signor Potter?»
Harry si era irrigidito, ma poi aveva colto l’ironia di sua
madre e le aveva sorriso scuotendo la testa.
«Ha ragione, mi scusi. Non potevo che…»
«Aspettarti che il meglio da noi Malfoy? Esatto, ben
detto!», aveva concluso Draco raggiungendoli e ridacchiando.
Narcissa abbozzò un sorriso e rimise nel posto giusto
l’ultimo cuscino, prima di dare uno sguardo
d’insieme allo stato dei divani e ritenersi soddisfatta.
«Ci sono stati solo due problemi,
però…», replicò sua madre,
mentre Harry tornava a irrigidirsi e cercava la sua mano per
confortarsi.
«Primo: l’anno scorso c’era molta
più gente a casa vostra! È indegno che una villa
come questa ospiti così poche persone a Natale!»
Harry e Draco si guardarono negli occhi, e annuirono rivolti a Narcissa.
«Sono sicuro che l’anno prossimo ci saranno tutti,
mamma», esordì lui.
«Gli altri Weasley erano in Francia a festeggiare col
fratello più grande, Bill. I suoi suoceri vivono
là e volevano conoscere Louis, l’ultimo nipotino
nato, e così gli zii li hanno
accompagnati…», provò a giustificare
Harry.
«Poco importa», tagliò corto Narcissa:
«Anche Edward¹ è un bambino e si
è divertito un mondo qui, possono venire tutti i figli degli
Weasley che vogliono, non si annoieranno…»
Draco e Harry strabuzzarono gli occhi davanti a
quell’affermazione su Teddy e i pargoli dei Weasley,
spingendo la donna a specificare meglio la sua affermazione.
«Intendo ovviamente per Natale. Non ho intenzione di aprire
la Villa a qualunque Weasley di passaggio, ma le feste si passano
insieme. E poi questi parenti francesi sicuramente non sarebbero un
problema, sono persone di classe loro…»
Narcissa sembrò sognante per un attimo, al pensiero di
potersi interfacciare con qualcuno potenzialmente della stessa classe
sociale cui appartenevano i Malfoy, poi tornò in
sé e continuò.
«E a proposito di classe, ecco l’altro problema,
gravissimo».
La donna recuperò la ghirlanda decorativa in lana regalatale
da Molly, un assurdo intreccio di maglia verde e argento effettivamente
abbastanza pacchiano se messo a confronto con l’ambiente
nobiliare di casa Malfoy.
«L’anno prossimo questa dove la metto? Non sta bene
con niente qui dentro!»
Draco si mise a ridere, e anche Harry finalmente si sciolse davanti a
quella battuta.
Alla fine, la magia del Natale aveva davvero unito anche due mondi
così incompatibili – al semplice costo di una
ghirlanda Weasley in cerca del suo posto a Villa Malfoy.
¹ Per chi non lo ricordasse, il vero nome di
Teddy Lupin è Edward Remus. Non ce la vedo dopotutto
Narcissa a chiamare il nipotino con un soprannome, non ancora per lo
meno.
NdA:
Un po' come Babbo Natale, eccomi anch'io di ritorno su EFP a un anno di
distanza per consegnare questo piccolo regalo a Marti Lestrange, la mia
"Babba Natale" segreta del Secret
Santa 2023!
Non scrivevo Drarry da un po' (quasi due anni!), e questi due scemi mi
hanno richiamato al loro mondo e stavolta non per qualcosa a rating
rosso, ma per riportarmi alle contraddizioni comiche di questa coppia
che comunque amo alla follia. Ho voluto immaginare cosa sarebbe
successo una volta che questi due idioti avessero deciso finalmente di
sposarsi dal lato Malfoy della nuova famiglia: e quindi ecco una
Narcissa che, fregandosene del fatto che suo figlio sposi Harry (quello
magari è un problema per Lucius, e chissà se mi
verrà voglia di scrivere anche su questo in futuro), insiste
però che ora che le cose sono ufficiali, siano i Malfoy a
prendere in mano la situazione e mostrare al Mondo Magico la loro
ricchezza e il loro status - anche ad una cena di Natale!
Lo so, forse questa Narcissa è un po' OC in quanto fin
troppo accomodante con persone che la sua famiglia d'origine
nonché quella d'acquisto hanno sempre disprezzato, ma il
gesto che fa nel salvare Harry mi ha sempre fatto pensare che, sotto
sotto, sia più simile ad Andromeda che a Bellatrix, e da qui
questa sua caratterizzazione.
Spero che la storia vi sia piaciuta, soprattutto a te Marti!, e che ti
abbia strappato un sorriso.
Tanti auguri di buone feste, e tanta tanta felicità! :)
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