Questa storia partecipa al Calendario
dell'Avvento 2023 indetto Fanwriter.it!
Giorno scelto: 27 dicembre
A Christmas present
Se c'era una cosa di cui
Aziraphale era completamente sicuro era che lui e Crowley fossero diversi
praticamente su tutto. E no, il fatto di essere un angelo e un demone non era
neanche la differenza più eclatante.
L'angelo beveva il tè,
mangiava le prelibatezze culinarie degli umani, pensava che dormire fosse una
perdita di tempo e amava leggere un bel libro sul suo divano, con una bella
coperta per stare al calduccio durante i freddi pomeriggi invernali.
Crowley, al contrario, preferiva
il caffè e, soprattutto, il vino, non mangiava, ma dormiva tutto il giorno se
possibile e il suo appartamento sembrava decisamente freddo, almeno per
Aziraphale.
Oh
certo, e poi c'era il Natale. Aziraphale adorava il Natale. Ovviamente, era un
angelo. Tutte le bellissime decorazioni natalizie, e i canti dei cori per
strada, e anche i dolci... oh dio, i dolci di Natale, una meravigliosa
invenzione di quegli umani.
E i regali, che splendida
tradizione scambiarsi i regali con le persone care.
Aziraphale amava fare i
regali, ma sfortunatamente non aveva molte persone a cui farli, solo un demone
sempre imbronciato che del Natale non aveva mai voluto sentir parlare,
figuriamoci festeggiarlo. L’unica cosa che si concedevano era andare a pranzo
al Ritz il giorno di Natale.
Aziraphale però negli
ultimi anni ci aveva pensato e sapeva, dentro di sé, di voler fare di più.
Voleva fargli un vero regalo.
Il problema era… cosa?
Cosa regalare a un
demone?
Doveva essere un regalo
speciale, non una cosa qualunque. Doveva essere qualcosa che, ogni volta che
Crowley lo guardava, gli facesse pensare a lui.
Era un pensiero
sdolcinato? Sì, assolutamente, dei più sdolcinati, se doveva essere sincero.
Se ne vergognava? In
realtà no, era solo la sacrosanta verità.
Sapere che Crowley
potesse avere sempre con sé qualcosa che gli facesse pensare a lui, beh, gli
riempiva il cuore con quel sentimento caldo e felice, un sentimento folle per
un angelo come lui.
Doveva solo trovare un
benedetto regalo di Natale adatto a Crowley. Un’impresa più facile a dirsi che
a farsi. Una volta aveva anche provato a chiedere a Crowley cosa desiderasse.
“Niente.” aveva
borbottato lui, il solito broncio dipinto sul suo viso.
Aziraphale aveva alzato
gli occhi al cielo. Certo, non gli rendeva le cose facili.
Da quel momento l’angelo
rinunciò a sperare di avere una qualche tipo di risposta da lui. Si era perciò
ripromesso di stare ben attento a ciò che Crowley diceva e faceva per cogliere ogni
minimo indizio che potesse aiutarlo.
Peccato che Crowley non
fosse un chiacchierone, e quando parlava le uniche cose che uscivano dalla sua
bocca riguardavano la sua Bentley, le sue piante e l’urgente desiderio di
recuperare al più presto un po’ di alcol. Tutte cose che non ispiravano
Aziraphale nella ricerca di un regalo per il demone, o perlomeno, non gli
ispiravano un regalo come voleva lui, speciale!
Ma poi, un giorno, l’idea
perfetta arrivò.
Era un giorno di inizio
dicembre, e come accadeva spesso, si erano incontrati sulla panchina di St.
James’ Park. Il freddo era diventato davvero pungente da qualche giorno, ma
Crowley si ostinava ad andare in giro con la sua solita giacchetta e la piccola
sciarpa grigia attorno al collo.
Aziraphale davvero non
capiva come riusciva a resistere. Lui, al contrario, era stato sempre molto
freddoloso. Tuttavia, quei corpi umani, di tanto in tanto, ricordavano ad
entrambi la loro vulnerabilità. Infatti, in modo improvviso, Crowley starnutì,
sorprendendo Aziraphale che lo guardò curioso.
Benedetto quello
starnuto!
Benedetto davvero perché,
altrettanto improvvisamente e inaspettatamente, ad Aziraphale venne in mente l’idea
perfetta.
Fu così che, più tardi,
quel giorno, a casa sua Aziraphale iniziò a lavorare senza interruzione, giorno
e notte. Quel regalo doveva essere fatto completamente da lui, senza miracoli. Era
faticoso, certo, soprattutto perché non aveva fatto molta pratica con i ferri, ma
sapeva che alla fine gli avrebbe dato soddisfazione. Sferruzzava senza sosta,
scucendo il lavoro ogni volta che sbagliava e riprovando finché il lavoro
svolto non fosse di suo gradimento.
Questo gli impedì di
dedicarsi ad altre cose, come leggere, ascoltare musica ma più di tutto, i suoi
ritrovi con Crowley. Trovava sempre qualche scusa per evitarlo. Non gli faceva
piacere, proprio per nulla; ma aveva i giorni contati
e doveva finire il lavoro in tempo.
Qualche volta Crowley si
presentava alla libreria senza avvisare. Aziraphale sentiva il motore della
Bentley ruggire dall’inizio della strada fino a fermarsi davanti alla sua
porta. Allora l’angelo doveva nascondere il regalo alla bell’e meglio, in mezzo
a qualche libro, sicuro che Crowley non sarebbe mai andato lì a curiosare.
“Angelo, si può sapere
che combini?” gli chiedeva Crowley.
Cosicché una volta la
scusa di Aziraphale era “Mi sono arrivati dei nuovi libri da catalogare, caro”,
e un’altra ancora era “Penso di aver preso un brutto raffreddore”.
Sta di fatto che in
qualche modo riusciva a cavarsela. Sapeva che Crowley ci stesse rimanendo male,
ma Aziraphale lo stava facendo solo per lui. Avrebbe tanto voluto rassicurarlo,
ma avrebbe rovinato la sorpresa e soprattutto…doveva finire il regalo in tempo
per Natale!
Aveva già tutto
pianificato. Come ogni anno sarebbero andati a pranzare al Ritz, e subito dopo Aziraphale
gli avrebbe dato il pacchetto, avvolto in una bellissima carta natalizia e un
fiocco luccicante.
Già pregustava la faccia sorpresa
di Crowley dopo aver scartato il regalo. Di sicuro non si sarebbe aspettato un
regalo da parte sua, figuriamoci qualcosa fatto a mano da lui.
Arrivò quindi la sera della
Vigilia di Natale. Aziraphale fece le ultime sferruzzate e finalmente il suo
regalo per il demone era pronto.
Lo guardò tutto
soddisfatto. Insomma, forse la taglia non era esattamente quella giusta,
sicuramente gli sarebbe andato un po’ largo. Ma non importava: non era mai
stato tanto pratico dei lavori a maglia, ma si era impegnato a fondo per questo
ed era contento del risultato.
Sperava solo sarebbe
piaciuto a Crowley almeno un po’.
Stava giusto mettendo a
posto i ferri e la lana, canticchiando Hark! The herald
angels sing, quando
improvvisamente la porta della libreria si aprì. Lo sguardo di Aziraphale
scattò immediatamente per incrociare un Crowley molto arrabbiato sull’uscio.
“Angelo!”
Aziraphale lo guardò,
ansioso. Non aveva sentito il motore della Bentley, quindi forse era apparso
miracolosamente per coglierlo di sorpresa.
“Crowley? Che cosa ci fai
qui?”
“Che cosa ci faccio qui?”
ripeté Crowley, entrando con la sua andatura sbilenca, ma ora molto nervosa, “Che
cosa combini tu? Sono settimane che mi stai evitando.”
Aziraphale iniziò ad
agitarsi, dando una veloce occhiata al regalo di Crowley sulla sedia, sperando
che il demone non lo notasse.
Sperando in un miracolo.
“Ah io… io veramente…”
balbettò l’angelo, non riuscendo proprio a tenere la voce ferma.
Non era mai un buon segno
il balbettio di Aziraphale, perché sapeva che Crowley avrebbe capito subito che
stava mentendo. Lo faceva sempre, quando mentiva a Crowley o quando gli stava
nascondendo qualcosa.
“Sei di nuovo nei guai,
vero, angelo? Di che si tratta?” lo incalzò Crowley, “I tuoi superiori stanno
ficcando il naso come sempre?”
“Oh no, mio caro, non è
questo.”
“E’ per qualche altra strana
profezia che predice la fine della Terra?” chiese il demone, sospirando.
“Davvero, Crowley, sei
fuori strada.” cercò di rassicurarlo Aziraphale.
“Allora cos’è?” sbottò rassegnato
Crowley, togliendosi gli occhiali, “Sono io? Ti ho fatto arrabbiare in qualche
modo?”
E per la prima volta in
quelle settimane in cui l’aveva evitato, Aziraphale riuscì a percepire
chiaramente la frustrazione nella sua voce, oltre che il dolore nei suoi occhi
color ambra e la tristezza che adornava i suoi lineamenti.
“No.” si affrettò a
rispondere Aziraphale con un lieve sussurro.
“Perché guarda, angelo,
ho provato a pensare a cosa potessi aver fatto per costringerti ad evitarmi, ma
non sono riuscito a trovare alcuna risposta. L’unica cosa che ho pensato è
stata che forse ti eri stancato di me.”
L’immagine di Crowley
così perso e sofferente di fronte a lui, che in qualche modo aveva trovato il
coraggio di confessargli la sua paura, tirò le corde del suo cuore. Aziraphale
si portò una mano sul petto, guardando il demone con uno stupido sorriso e gli
occhi pieni di amore.
Come avrebbe mai potuto
stancarsi del suo sciocco demone?
Guardò di nuovo il suo
regalo. Voleva che fosse una sorpresa, vero, ma non poteva permettere che
Crowley restasse un solo minuto in più nella convinzione di aver fatto qualcosa
di sbagliato o, peggio ancora, che Aziraphale si fosse stancato di lui. Non
poteva permettere che soffrisse in quel modo.
“Oh
caro, non è niente di tutto questo. Te lo giuro. Io ero solo impegnato con una…
cosa.”
“Cosa?”
Aziraphale sospirò,
avvicinandosi alla sedia e prendendo il regalo. Lo aprì davanti agli occhi di
Crowley. Era un maglione di lana rosso fuoco e c’era un serpente nero sul davanti,
con un paio di occhiali da sole come quelli di Crowley, un cappello da Babbo
Natale e la lingua biforcuta che fuoriusciva dalla bocca proprio come se stesse
sibilando.
“Stavo lavorando a questo.
Per te.”
Crowley guardò prima il
maglione, poi Aziraphale, poi ancora il maglione.
Gli occhi ben aperti
lasciavano trasparire tutta la sorpresa di quella rivelazione. L’angelo non
poteva essere più felice. Anche se i suoi piani non erano andati come previsto,
beh, perlomeno Crowley non si aspettava nulla del genere.
“Per me?”
“Certo.”
“Perché?”
“Beh, per Natale.”
rispose Aziraphale con una piccola risata, “Per quale altro motivo?”
“Avevamo detto niente
regali, mi sembra.”
“Sì, ma ci tenevo
comunque. Sai, volevo…” disse Aziraphale, sentendo un fuoco accendersi sulle sue
guance e abbassando lo sguardo, “Volevo fare una cosa speciale per te.”
Crowley fu davvero
fortunato che il suo angelo avesse abbassato lo sguardo, perché così non vide
quanto anche lui fosse arrossito, come un pomodoro, su tutto il viso fino alla
punta delle orecchie.
“Oh. E… ehm, lo hai
finito?” chiese Crowley, noncurante, cercando di nascondere la sua curiosità e fallendo
miseramente nel tentativo.
“Beh sì.” rispose
Aziraphale e guardò il maglione attentamente per un ultimo controllo, “Direi
proprio di sì.”
“Quindi lo posso avere?”
“Adesso?”
Crowley rivolse lo
sguardo di lato, ancora troppo imbarazzato per guardare l’angelo negli occhi, e
poi annuì impercettibilmente.
“S-sì, certo.” rispose
Aziraphale con un piccolo balbettio insicuro.
Il demone prese il
maglione con le mani, lo guardò un attimo e lo mise sotto il braccio.
“Ci vediamo domani al
Ritz allora.” disse Crowley, poi si rimise gli occhiali e girò sui tacchi,
avviandosi verso l’uscita.
Ma prima di arrivare alla
porta, si fermò e si voltò un attimo verso Aziraphale.
“Comunque… grazie.”
Detto ciò, uscì dalla
libreria, lasciando Aziraphale da solo e ancora sorpreso da quanto accaduto.
L’angelo sorrise fra sé.
Tutti i piani che aveva fatto, il regalo avvolto in una bella carta natalizia e
consegnato a Crowley alla fine di un goloso pranzo al Ritz, erano saltati. Ma
andava bene così.
Conosceva abbastanza
Crowley per sapere che era rimasto colpito dal regalo di Aziraphale e tanto gli
bastava.
Era stato un lungo
lavoro, con momenti di frustrazione alternati a momenti di soddisfazione. Eppure,
alla fine ce l’aveva fatta e Crowley aveva anche richiesto di portarlo con sé,
senza aspettare il giorno dopo.
Per Aziraphale era già un
buonissimo Natale.
****
Se l’angelo pensava che
non avrebbe ricevuto nessuna sorpresa per Natale, si sbagliava di grosso.
Enorme fu infatti il suo
stupore quando il giorno dopo, al Ritz, Crowley si presentò con indosso il
maglione fatto da Aziraphale, lasciando l’angelo a bocca aperta.
Aziraphale non pensava
che Crowley lo avrebbe mai indossato, gli bastava sapere che il demone avesse
il maglione a casa sua, che pensasse a lui ogni volta che lo vedeva. Eppure,
eccolo lì, di fronte a lui, il viso rosso della stessa tonalità di quel
maglione davvero troppo largo per Crowley, gli occhiali come quelli del
serpente che spiccava prepotentemente sul suo petto. Era molto buffo, pensò
l’angelo, ma anche estremamente adorabile.
E questo non gli impedì
di sorridere dolcemente alla visione.
“Cosa?” gli chiese Crowley,
borbottando.
L’angelo scosse il capo, facendo
finta di nulla, “Niente.”
“Bene, allora andiamo, necessito
al più presto di avere dell’alcol in corpo.”
Crowley si incamminò verso
l’entrata del Ritz e Aziraphale lo seguì con una piccola corsa per stargli
appresso.
Per una volta doveva
proprio dargli ragione. Se lo meritava, dopotutto, per il coraggio dimostrato
indossando quel maglione proprio al Ritz.
“Buon Natale, Crowley.”
“Sta’ zitto, angelo.”
Note dell’autrice:
Buon Natale a tutti e buone feste!!
Una piccola storia
natalizia per questi due adorabili idioti. Mi piaceva l’idea di Aziraphale che
senza magia fa un maglione super trash per Crowley, un maglione che normalmente
non indosserebbe mai, ma ehi, glielo ha regalato Aziraphale! 😉
Grazie alle ragazze del
gruppo di sostegno di Good omens che mi permettono di
condividere questa passione con qualcuno. <3
Buone feste a tutti e a
presto.
kia