Una vita di eccessi,
è possedere una lingua forcuta,
che dà amore e dolore,
piacere e lacrime.
Urlare e godere alla luna,
prendere possesso,
graffiare la schiena,
piangere e fottere
fottere e piangere.
Cercare la profondità,
ma non dell'anima.
Vorrei sfondarti la coscienza,
ripetutamente.
Vorrei farti urlare il mio nome,
nel cuore della notte.
Vorrei, vorrei, vorrei,
così tanto che vorrai.
E se vorrai,
non potrai,
perché non cederò,
non lo concederò.
Sono un Re vizioso,
ambizioso,
crudele.
Brillo,
ubriaco di luce,
così tanto intenso da non poter essere guardato.
Come idea, ti fotto la testa.
Effetto avverso del sesso insano.
Prova a guardarmi,
vedrai solo le ombre riflesse del mio cuore.
Ti prenderai gioco di me perché non potrai mai.
Vincolata a me, la tua anima è già schiava del gioco.
Vorrai urlare alla luna,
sentire graffiata la tua pelle,
ma non lo farò.
Il tuo semplice supplizio sarà la mia paga.
E appagato cercherò nelle movenze di tutti le tue movenze.
E ti maledirò, e mi maledirai.
E mi vorrai, vorrai, vorrai,
che iò verrò,
e tu cederai.
Maledetto istinto animale,
mi dirai,
e riderò
e tu sarai fottuta,
come ogni fibra del tuo cuore desidera.
Allora avrò vinto.
E tu, in ginocchio. |