3
3.
Yona urlò.
In un attimo l'arco lungo fu lanciato lontano e la rubina
iniziò a correre in direzione della sua figura.
Era lui. Era lui ed era lì, difronte a lei. Era vivo. Era
tornato.
Per lei.
Cercò di non annaspare mentre i propri occhi vagavano
frenetici su quel corpo.
Quel corpo così malandato. Pieno di graffi, lividi,
contusioni...
Il cuore le perse un battito quando vide il braccio destro di Raiju a
penzoloni che, nonostante le condizioni, trascinava
dietro di se la pesante spada lunga, facendola strusciare con non poca
fatica sul terreno.
Il
ragazzo ormai così esausto da non riuscire neanche a
sollevarla.
Il viso di lui era una maschera di sangue. La rossa intravide delle
spesse bende fasciargli la testa. Si erano allentate e gli cascavano
leggermente
sugli occhi, logore. La sua tunica era sporca di terra, fango e sangue
ma quando si accorse che finalmente solo pochi metri li sepavano, la
ragazza trattenne lo stesso il respiro.
Era lui e le potenti vibrazioni che emanava erano inconfondibili.
E' Hak.
Mentalmente se lo ripetè più volte, come un
mantra, e si diede finalmente il permesso di tornare a respirare.
Lo vide arrancare verso di lei... Quel giovane uomo per lei
così importante.
L'unico della sua vita a non averla mai abbandonata ad
esserle
rimasto fedele. L'unica spalla su cui sapeva di poter contare, su cui
poteva piangere e appoggiarsi senza aver paura di essere tradita.
Sentì le proprie mani tremanti sollevarsi verso di lui.
Ancora pochi
passi e l'avrebbe stretto tra le sue braccia e non l'avrebbe lasciato mai più.
L'eccitazione però, durò poco.
Gli occhi rubino della principessa del Regno di Koga si puntarono in
quelli cobalto di Raiju e quello che a malapena intravide la fece
arrestare di colpo.
Scosse il capo incredula.
Non c'era traccia di Hak dentro quegli occhi.
Yona si portò tremante una mano alle labbra e
cercò invano di dire qualcosa mettendo meglio a fuoco la sua figura che si
trascinava in una camminata lenta e altalenante che sembrava sfiancarlo
ad ogni incerto passo che compiva.
Si gelò e non riuscì a proferire parola,
protraendo
invece, con dolcezza e trepidazione, una mano verso quell'uomo a lei
sconosciuto, - ma allo stesso tempo dannatamente familiare, - dall'aria
stanca e sconfitta.
Una scossa le percorse la schiena. Una scossa carica di aspettativa e
desiderio che la rossa non riuscì a reprimere, al pensiero
di quel
contatto da lei così bramato.
Un contatto che mai arrivò...
Yona sgranò gli occhi cremisi quando Raiju la
superò affaticato.
il mondo si spense intorno a lei e un freddo gelido la
circondò, facendola rabbrividire. Facendola sentire sola.
Si girò meccanicamente, quasi a fatica, intravedendo con gli
occhi pieni di lacrime - a cui non dava ancora il permesso di cadere
liberamente -, la figura sfocata di Hak accasciarsi sulla spalla di
quello che un tempo era il terzo elemento del loro trio. Il loro caro
amico d'infanzia, ora loro Sovrano. Vide il Re sgranare gli occhi,
incerto su come muoversi.
Il volto del biondo era segnato dalla
stanchezza e dalla sofferenza che la malattia gli stava procurando.
Lo
vide abbassare poco e lentamente lo
sguardo, accettando la presenza inspiegabile e scioccante, - per lui,-
del
ritrovato ex-amico.
Gli occhi cerulei tremolanti, mentre ne constatava
le condizioni.
Alla principessa non sfuggì un'importante particolare...
Nella
presa ben salda della mano del moro v'era un sacchetto logoro, di un
marrone scuro.
"E' l'erba Senju..." il sussurrò di Raiju le
arrivò
chiaro alle orecchie e la vista di lui che piano scivolava nelle
braccia di SuWon le fece venire alla gola un conato di vomito.
"HAK!" Gli corse incontro, anche se il suo cuore era titubante.
Si diede della stupida mentalmente.
In quel momento, la principessa,
valutava il valoroso e altruistico gesto della Bestia del Tuono come
un'oltragio, un tradimento, e si sentiva tremendamente in colpa per
questo.
La verità era solo una. L'unica.
(*)
Voleva esserci lei.
Lì, in quel momento, voleva essere lei ad abbracciare,
sostenere e ricomporre,
Hak.
Ma, la cosa che le faceva stringere il cuore, era il pensiero che
lui, invece, non la pensasse così. Che non la valutasse
degna.
Che non avesse pensato a lei ogni secondo in quella forzata lontananza
come invece la principessa aveva fatto. Ogni minuto, ogni istante, si
era ricordata di lui. Si era impegnata ad imprimere a fuoco l'immagine
del ragazzo nella mente, agoniando il momento del tanto desiderato
incontro.
Quei pensieri la schiacciarono con una forza inaspettata mentre si
avvicinava cauta all'uomo, - accasciato e privo di forza,-
fonte
della sua fissazione.
Allungò una mano verso di lui e gli toccò piano
una
spalla ricopera dalla leggera veste in lino, sporca di sangue.
Quel leggero e breve contatto la fece scoppiare in lacrime mentre,
bramosa, fece scivolare la mano sulla schiena di lui, avvicinandosi.
"Hak..." le fuoriuscì in un sussurro. "Hak, Hak... HAK!" la
voce
le si alzò di un'ottava, mentre lo sguardo ancora sconvolto
di
SuWon cercò il suo, di un disperato rubino.
"Yona... Sta respirando. E' vivo!"
La principessa si immobilizzò.
Avrebbe voluto urlare, in quel momento.
Lascialo! E' mio! Sono io a doverlo medicare!
Lascialo andare!
Lascialo a me!
Nella sua mente, i suoi veri pensieri lottavano per uscire. Pensieri di
una principessa viziata e malavezza. Pensieri di una natura
così
lontana da lei. Pensieri che la fecero vergognare e sbottare in
lacrime, afflosciandosi a terra.
Pensieri di una donna innamorata.
***
L'acqua era ovunque intorno a lui.
Ancora...
La sentiva schiacciante, in ogni parte del corpo, ed il rumore che gli
risuonava nelle orecchie era assordante.
Sono ancora fermo qui?
Hak
pensò che sicuramente, quella era la fine. Pensò
di
ritrovarsi in un vortice che mai avrebbe smesso di girargli intorno.
Pensò che mai sarebbe riuscito a salvarsi e tornare da loro.
A
quei giorni spensierati. Quando tutti insieme vagabondavano per la
contea, felici anche solo di essersi svegliati salvi, affamati e uniti.
Quanto gli mancavano quei momenti. Erano l'unica luce che, nel buio di
quegli istanti interminabili, gli avevano donato la forza per non
crollare...
Ancora.
Aprì un occhio. Poi un altro.
Era notte. Lo intuì dal fatto che non cercò
subito di
coprirsi le iridi. Si schiarì la gola e si guardò
intorno
spaesato, tirandosi su a sedere con fatica. Appurò di
trovarsi in
una tenda ed abbassando lo sguardo sul suo corpo si accorse di essere
stato medicato.
Dove sono?
Cercò invano di far riaffiorare i ricordi, ma era tutto
così sfocato, nella mente del guerriero, che non
potè
dire con certezza di essere finalmente al sicuro.
Al sicuro?
L'attenzione dell'uomo venne catturata da un leggero ticchettio.
Inizialmente era flebile e proveniva al di sopra di lui. La
Bestia del Tuono alzò lo sguardo ed il fastidioso rumore si
estese insistente intorno a lui... Lo circondò. Pesante.
Assordante. Ritmico.
Acqua.
Raiju schizzò a sedere. Ignorò le vertigini che
prepotenti lo annebbiarono e cercò di trascinarsi fuori da
quel
momentaneo rifugio.
"Devo... Devo riferirlo a Yun!" I pensieri gli vorticavano in testa
insistenti e malevoli.
Immagini di distruzione e dolore gli si presentarono davanti agli
occhi. Il villaggio non sarebbe stato distrutto e gli abitanti non
avrebbero sofferto se solo lui fosse riuscito ad avvisarli. Se solo lui
avesse avuto più forza. Se solo lui fosse riuscito ad
arrivare
in tempo.
Uscì dalla tenda e, mentre il rumore dell'acqua si faceva
sempre
più nitido alle sue orecchie, sentirla cadere e posarsi su
di
lui gli fece pian piano perdere quel poco di senno che gli era rimasto.
***
Yona sollevò di lato il leggero ombrello rosso rubino e lo
sguardo si posò curioso sul paesaggio intorno a lei.
Immobile.
Sembrò che il tempo si fosse fermato mentre i contorni delle
capanne si facevano nitide ai suoi occhi ed il rumore dell'acqua
diventò un sottofondo piacevole e continuo. Si era presa
solo
quell'unico momento per lei, da quando tutti insieme si erano recati
all'accampamento per medicare i feriti, riposarsi e rimpiangere i
morti.
La scarlatta aveva aiutato in giro a preparare letti, assistendo i
soldati ridotti in condizioni più o meno critiche. Tuttavia,
in
molti avevano riportato ferite. Fisiche e non.
Passando tempo nelle tende, - nella realtà della guerra,
così nuda e cruda, - aveva provato e percepito molto dolore,
riconoscendo paura e lealtà nel viso di chi aveva medicato.
La principessa si ritrovò a perdersi e ritrovarsi in
quell'unico
istante. Si rivedeva lì, in piedi sotto la pioggia, con il
frenetico mondo che le scorreva intorno.
Stava facendo di tutto per non fermarsi a pensare, (a lui).
Sta bene.
Inspirò.
E' vivo.
Espirò.
Uno spostamento. Un rumore di passi pesanti poco distanti la lei...
E lei, si girò.
Vide una grande figura. Familiare. Zoppicava... allontanandosi. (da lei)
Sgranò gli occhi quando mise finalmente a fuoco.
Era grondante d'acqua. Le bende, la tunica, i piedi... Tutto di lui era
fradicio. I capelli gli si erano attaccati alla fronte. Molto
più lunghi di come lei li ricordasse.
Cosa stava facendo? Il ragazzo era malridotto e pieno di ferite. E,
dallo sguardo vitreo, Yona capì che quell'uomo che arrancava
davanti a lei, non era lui.
"H-...Hak?" un sussurrro.
Lo udì, ma non si voltò.
Yona scattò in avanti, parandosi davanti il ragazzo,
cercando di
afferrargli un braccio. "Hak! Cosa stai facendo?!" la voce
risultò allarmata anche alle proprie orecchie.
"Sei ferito, non dovresti essere qui fuori!" Lo scosse, cercando di
riportare l'attenzione dell'uomo su di lei.
Lo sentì tremare e lo vide alzare il possente braccio,
scostando
malamente il suo, - al confronto esile e fragile - e l'ombrellino della
rossa cadde sul terreno con un tonfo ovattato dalla pioggia.
"Hak! Dobbiamo tornare dentro, devi riposare! Hai riportato gravi
ferite..."
"Devo avvertire Yun! Devo avvertire le persone del villaggio...
Scappate!" Gli occhi dell'uomo erano fissi davanti a lei, la
oltrepassavano, ma non guardavano nessun punto in particolare.
Fu in quel momento che Yona capì che il suo fedele compagno
e
amico, era sì, lì davanti a lei, ma allo stesso
tempo non
era più lì con
lei.
Lo sguardo di Hak trasudava di tristezza e d'impotenza e... di paura.
Una paura quasi tangibile.
Yona posò gli occhi sul volto dell'uomo, scansionandolo.
Comprese solo allora, guardando i grandi cerchi viola intorno agli
occhi e le rughe intorno ad essi che Hak non si era mai mosso dal
villaggio dov'era avvenuta la 'Grande
Inondazione'. Il ragazzo si trovava ancora lì, intento a
combattere e a difendere gli innocenti anche a costo della propria
vita.
La principessa si chiese solo per un secondo se mai l'avesse
ritrovato e, a quel pensiero, scosse freneticamente il capo.
"Hak, guardami!"
Vuoto. I suoi occhi erano vuoti.
"Hak... perfavore..." sussurrò.
Lo vide fermarsi e voltarsi, con lo sguardo perso, nel suo.
Finalmente.
"P...Principessa?" Un sussurrò di lui, che
risuonò come
un grido nelle orecchie di lei. Si avvicinò, entrando piano
tra
lesue braccia.
Si posizionò al centro del
suo petto e lo vide alzarasi e abbassarsi, ritmicamente, affannato.
I lineamenti duri di lui si ammorbidirno un poco e negli occhi atoni
passò una breve scintilla di consapevolezza.
Chinò il
capo, guardandola. Come se la rivedesse per la prima volta, dopo un
lungo, interminabile, periodo.
"Voi siete... Davvero la principessa?" Hak chinò il capo
mentre,
incessante, la pioggia cadeva senza pietà su i due giovani.
Yona puntò gli occhi nei suoi, carichi d'emozione.
"Sono io. Ora... Puoi riposare, ci sono io." Alzò tremante
una
mano e la posò leggera sui capelli fradici di lui,
accarezzandoli.
Di risposta Hak afferrò saldamente la mano della rubina,
trascinandosela a coprire l'orecchio. Chinò il capo e scese
lentamente ad appoggiare la fronte su quella di lei, chiudendo gli
occhi.
"Salvami." un mormorio.
Yona scoppiò in lacrime mentre portava anche l'altra mano a
coprire l'orecchio del guerriero e rimaneva così, a fissarlo
tra
i singhiozzi, volendo cancellarne tutte le sofferenze.
Yona pianse a dirotto, scossa da potenti singhiozzi, sotto la pioggia.
Pianse per tutte le battaglie passate fino a quel momento. Pianse per
tutti i morti, i feriti e i dispersi... Pianse per il suo regno, e per
tutta la cattiveria che la circondava. Pianse per la malattia del Re
che si aggravava ogni secondo che lei passava lì fuori;
pianse
per il destino dei quattro Draghi e allo stesso tempo per la
felicità di averli conosciuti.
Pianse per lei stessa. Pianse per l'orrenda fine che era
inesorabilmente toccata al suo povero padre, cercando invano di
scacciare gli agghiaccianti flash di quella notte che, a tratti,
sembrava
rivivere senza una fine.
E, alzando gli occhi e guardando il ragazzo davanti a lei, pianse per lui.
Che aveva sacrificato la sua intera esistenza per servire lei, per
accompagnarla, sostenerla e guidarla.
E alla fine tra i due era stato il primo a perdersi.
Entrarono nella capanna abbandonata uno alla volta, infreddoliti e
gocciolanti.
Erano così distanti, - non solo fisicamente,- che a Yona
sembrò di non riconoscere affatto la persona davanti a lei.
Vide le spalle grandi di lui precederla ed entrare nell'abitazione.
Tutto era distrutto ed abbandonato. Le travi sopra il soffitto erano
marce e perdevano acqua, mentre il rumore della pioggia era scemato
quasi
del tutto.
Intorno a loro c'erano solo pochi mobili ammuffiti e coperte logore
buttate a terra, ricoperte di fango e terriglia.
La principessa si girò verso il muro, dando le spalle
all'uomo, con l'amaro in bocca ed un nodo allo stomaco.
Aveva passato le ultime notti prima dello scontro con il Kai del Sud a
porsi domande su dove potesse essere la Bestia del Tuono... Se fosse
vivo e nascosto da qualche parte. Se la stesse aspettando e pensando
come faceva lei tutti i giorni dalla sua scomparsa. Ma ora che l'aveva
nuovamente davanti agli occhi era ferma al suo posto, impotente.
Si sentiva bloccata.
Bloccata dalle proprie emozioni. Non riusciva a reprimerle ma
sopratutto a dimostrarlgiele.
Come se in quel momento, anche un semplice
abbraccio di bentornato, oltre all'affetto e alla
familiarità che da sempre legava i due giovani, sapesse ora
anche di un'altro sentimento.
Consapevolezza.
"Aspettiamo che la pioggia cessi del tutto poi tornerem-!" Yona si
bloccò sul colpo, mentre due braccia possenti la
circondarono da
dietro, facendola immobilizzare.
"H-Hak..?" Sentiva il torace scolpito dell'uomo premere dietro
la
sua schiena e deglutì alla sensazione di sicurezza
che la
invase. Raiju la fece girare, chinandosi su di lei, afferrandole il
viso con una stretta delicata, ma allo stesso tempo ferrea.
"Credevo..." Puntò gli occhi cobalto nei suoi, di quel
rubino
così intenso che sarebbe potuto rimanere a fissarli per ore.
"Che non ti avrei più rivista."
Un brivido corse lungo la schiena della ragazza che coprì le
grandi mani del guerriero con le proprie, così minute a
differenza
dell'uomo, e guardandolo si emozionò.
Lei stava toccando quelle mani... Mani ruvide piene di calli, schegge
e tagli. Mani forti che ricoprivano interamente le proprie. Mani calde
come il fuoco che lasciavano scie bollenti sul suo corpo. Mani che
avevano salvato così tante vite.
Le sue mani.
E lei, non avrebbe mai voluto altre mani a toccarla.
"E invece siamo qui... Insieme." sussurrò. Alzò
gli occhi
quando il viso di lui si abbassò alla propria altezza e
rimase
estasiata dal colore acceso e dall' urgenza di come la guardava. Come
se non esistesse nient'altro che loro due, in quel momento.
In quella
bettola abbandonata.
Raiju la fissò intensamente, chinandosi fino a sfiorarle la
fronte. I propri occhi seguirono la curva dritta del nasino di lei e si
incatenarono a quelle labbra piene e rosee che aveva sognato senza
tregua, in quei giorni.
"Principessa..." un sussurro appena percettibile sul suo labbro
inferiore e Yona deglutì, aspettando con ansia il momento
del
contatto. Le palpebre le si abbassarono poco, socchiudendosi,
protraendo il viso verso quello di lui.
Hak sghignazzò intuendo l'urgenza di lei. "Vi sono mancato?"
quando solo pochi millimetri li separavano, lei annullò del
tutto la distanza, fiondandosi sulle sue labbra,
assaporandole in un timido ma fremente bacio.
La testa di Yona vorticava mentre i due erano un non ben identificato
intreccio di labbra e mani. Raiju le teneva la testa china, tirandole
leggermente i capelli, non staccandosi nemmeno per un secondo da quelle
labbra così perfette. I leggeri gemiti che si susseguivano
languidi da lei gli facevano perdere quel poco di lucidità
rimasta. La mano lasciata libera corse alla veste della principessa,
cercando invano un modo per toglierla.
Yona si era completamente sciolta alle effusioni di lui. Effusioni che
celavano un desiderio ed una fretta che la lasciarono senza fiato.
Certo, non era la prima volta che si lasciavano andare a quelle
dimostrazioni, ma stavolta tutto era diverso. Sentiva le mani di lui
ovunque, le percorrevano il corpo magro che fremeva ad ogni tocco.
Voleva di più. Molto di più.
Avvicinò il corpo minuto a quello di lui, molto
più
grande. La sovrastava e la cosa le piaceva da morire. La eccitava. Si
schiacciò su quel petto scolpito ed alzò una mano
sul
tessuto di lino, infilandola dentro. Era caldo. Di un caldo bollente
che la fece sospirare mentre i baci di lui si spostavano sulla linea
dritta e delicata della sua mascella, scendendo in una scia infuocata
verso il
collo dove alternava morsi e leccate che la fecero sussultare dal
piacere.
Gli aprì poco la veste di lino e accarezzò quei
pettorali
scolpiti, attenta a non toccargli le bende che spuntavano prepotenti a
mezzo busto.
Toccarlo la fece sentire finalmente viva e al sicuro.
Lui
era lì con lei.
"Mh... cazzo?!" Hak cercò nuovamente
un'apertura nella veste della donna e, non trovandola,
mugugnò
sul suo collo.
"Al diavolo!" imprecò e, con un gesto rapido e preciso,
afferrando l'estremità di una spalla, gliela
trascinò via
lungo i seni, finalmente scoperti.
Alla sua vista, con il volto
arrossato, le labbra gonfie e la veste raggomitolata lungo i fianchi...
Con il seno scoperto e i capezzoli turgidi all'aria fresca, il cervello
di lui ebbe un black-out totale.
Si tuffò su quella vista, chinando il volto sui seni di lei,
che
gemette, inarcando la schiena, permettendogli il pieno accesso. Hak li
leccava, li mordeva e non poteva più aspettare. La sua pelle
morbida era un richiamo davvero periocoloso per lui ed in quel momento
capì che c'era un solo posto dove voleva essere. Dentro di
lei.
Yona si ritrovò a stringere le mani intorno ai capelli
corvini
dell'uomo, mentre sussurrava il suo nome misto a dei gemiti che nessuno
le aveva ancora mai fatto emettere.
Con lui, la sua timidezza andava a farsi un giro e rimaneva solo la
voglia che la ragazza sentiva in sua presenza. La voglia di toccarlo,
di stargli accanto. Di supportarlo. Di passare la vita con
lui. E
con gli altri. Magari viaggiando, alla ricerca di avventure... Non
importa, lei non voleva la vita di palazzo.
Ma ormai solo di una cosa era certa... Aveva capito. Le loro vite erano
legate.
Solo con lui si sentiva viva e libera di esprimersi appieno. Senza
pregiudizi. Ma con la costante consapevolezza di sapere che per lui
sarebbe rimasta sempre la principessa del Regno di Koga.
Solo per lui.
Hak fece scivolare le mani al di sotto della tunica, vicino alle cosce
di lei, ed ebbe un brivido quando non vi trovò nessun
tessuto a sbarrargli la strada.
Si arrestò e la guardò, bramoso.
"Io davvero..." Cominciò. La voce rauca e piena di lussuria.
Aveva bisogno di dirglielo. Voleva che lei capisse.
"Voi non potete capire cosa significhi per me vedervi ora. In questo
esatto istante. Ed iniziare a comprendere davvero che siete reale...
Che io non sono morto."
E Yona si ruppe.
Era sicura di essersi rotta a quelle parole.
La donna era ansante e carica di eccitazione. Gli piaceva la piega che
stava prendendo la situazione ma quelle parole la riportarono
bruscamente alla realtà.
Lo guardò e gli prese il viso tra le mani.
Le sue dita così piccole si posavano delicate sulla
spigolosità della mascella di lui, in un gesto
così dannatamente tenero che sciolse il cuore già
malridotto di Raiju.
Yona cercò di caricare il suo sguardo con tutta l'emozione
che provava in quel momento e di trasmetterglielo.
Uno sguardo carico di passione, di nostalgia, e di tutti i sentimenti
che aveva provato quando aveva saputo della sua scomparsa. La
lacerazione che aveva subito il suo spirito a quella perdita.
"Hak. Io sono qui e tu sei qui. E io non ti lascerò andare
di nuovo." L'affermò, convinta e sicura.
"Non lascerò nuovamente che il mio mondo vada in frantumi."
sussurrò.
Hak sgranò gli occhi a quelle parole. Il cuore che batteva
frenetico nel petto. Le prese una mano e se la portò proprio
su quell'organo che ora, sotto lo strato di pelle, batteva solo per
lei.
La guardò, suggellando una tacita promessa.
"Lo senti?"
Yona chiuse gli occhi, sorridendo al suono regolare e ritmico.
"E' tuo. Io sono tuo, per
sempre."
Le labbra di lui trovarono con foga quelle della rubina, alternando
baci infuocati a carezze ed effusioni che mandarono tutti e due in
estasi, estraniandoli dalla realtà e da tutto ciò
che questa comportava.
Quel giorno, in una capanna abbandonata, due giovani si amarono in
silenzio.
In quella giornata di pioggia battente, da dietro le spesse nuvole
cariche d'acqua, uscì il primo raggio di sole.
NOTE DELL'AUTRICE:
(*: se avete notato i due hanno pensato la stessa frase. Ho voluto
fargli esprimere lo stesso concetto per far intendere che anche se non
l'ammettono apertamente hanno preso coscienza dei sentimenti per
l'altro.)
Dio mio che fatica!
Salve e buona domenica! :) Credevo che non sarei mai riuscita a
pubblicare, sembrava che questo capitolo non avesse mai una fine per me.
Continuavo a scrivere e aggiungere cose inutili che poi mi portavano ad
aggiungerne altre e insomma... Sarebbe durato altri quattro. XD
In definitiva mi dispiace per due cose: la fine forse un pò
frettolosa (ma davvero, sennò non sarei mai riuscita a
concludere) ed il fatto che attenendomi ai capitoli del manga, cercando
di far prendere la piega che volevo io, ho potuto giocare poco di
fantasia. Ma alla fine era solo una revisione dei capitoli quindi...
vabbuone cusì.
Potevo spingermi più in la nelle scene hot? Bhè
si ovvio, ma avrei dovuto cambiare il genere e ho preferito rimanere
sul leggero...
Alla fine sono comunque molto contenta di aver scritto questa breve
storia! Spero che anche a voi sia piaciuta e di esser riuscita a
regalarvi qualche emozione!
Vorrei - almeno nella mia testolina - prima o poi scrivere un'originale
con personaggi ambientazione etc tutto creato da me... Staremo a vedere
e spero la seguirete!
Mando a tutti un abbraccio e di nuovo, buona domenica!
cyra.
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