Dal rumore dei tuoi passi
I tuoi occhi non sono cambiati, ma quanto sei alta ora!
Ho paura e ti guardo: tu corri e la terra trema sotto i tuoi piedi. Hai muscoli scarlatti e un corpo di elegante enormità. Mi chiedo come appaia questo prato dalla nuca del gigante femminile. Sei qui per ammazzare uno a uno i miei compagni e io stupidamente spero che non ti succeda nulla.
Ti fermi, mi osservi, ti allontani. È qualcun altro che stavi cercando; a me hai concesso di vivere ancora. Forse stai sbagliando: ho capito che eri tu dal rumore dei tuoi passi.
Capisco che sei tu dal rumore dei tuoi passi. Forse stai sbagliando. Vorresti lasciarmi vivere ancora, uscire da questo cristallo. Vieni sempre a cercare me. Ti fermi, mi parli, ti allontani.
Sei andato a sterminare in massa i miei compagni e io ogni volta spero che non ti succeda nulla. Mi chiedo come appaia il porto di Liberio dalla nuca del gigante colossale. Hai muscoli scarlatti e un corpo troppo enorme per essere elegante. Ho paura ma ti immagino: tu avanzi e la terra brucia sotto i tuoi piedi.
La tua voce è un po' cambiata: quanto sei alto ora?
Nota dell'autrice
Rieccomi con i miei due giganti preferiti. Grazie per essere qui!
Ho provato a immaginare i pensieri di Armin nel momento in cui riconosce Annie dietro le sembianze del Gigante femmina e di Annie quando lui le racconta l'attacco a Liberio. Riconoscere una persona dal rumore dei suoi passi denota l'intimità dimessa e assidua di chi ha vissuto a lungo fianco a fianco. Nel caso di Annie ed Armin, ho immaginato che questa familiarità sia nata fra gli interstizi degli anni di addestramento e abbia portato con sé un'attrazione reciproca ancora inespressa.
L'idea di sperimentare il formato della drabble a specchio viene dall'iniziativa "Le 12 fatiche dello scrittore di fanfiction" indetta da LadyPalma e Mati sul forum Ferisce la penna.
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