Nous

di Janet Mourfaaill
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Desero

Desero

 

 

 

Il foglio bianco tra due dita e gli occhi chiusi.

Un taglio amaro in quel viso pallido, e il tremolio delle labbra.

Vado a morire, Mello.

Non aveva mai avuto paura del momento dopo, non aveva mai preteso una morte dignitosa.

Per tutta la vita, il suo unico desiderio era stato quello di morire prima di chiunque altro, lasciandosi alle spalle l'angosciante idea di essere abbandonato.

Abbandonare era più semplice.

Aveva lasciato cadere il foglio, immergendosi nella notte morta.

Dietro a sé, parole vane e vuote a smentire il suo terrore.

No.

Abbandonare era un'agonia.

Fuori gelava.

Vado a morire.

 

 

 

 

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

 

 

 

 

 

 

Spazio dell'autore:

 

Wherena: Oppalà, chi si rivede. Al solito Ego è con te e gli manchi quando non ci sei – sta saltellando, qui a fianco – poiché non esiti mai a sburattinarmi in faccia tutta la mia presunta genialità, il che viene sempre più che amato e apprezzato. Scherzi a parte; per un autore il riuscire ad essere il personaggio nel preciso momento in cui si vuole esserlo e soprattutto il riuscire a darlo a intendere è sempre molto gratificante, ragion per cui ti ringrazio molto. Spero che anche quest’altro sputacchio esaltato sia di tuo gradimento: nel caso non recensire proprio, che sennò Ego mi muore stecchito.

 

 

AngelVirtues: Dannazione, voi recensori siete fatti apposta per farci diventare degni discepoli di Narciso. Almeno, per quanto riguarda me – chi mi conosce sa che non è affatto difficile farmi sentire adulata, e soprattutto godere dammorire. Detto ciò: grazie per i complimenti, onorata di averti trasmesso un chicchessia di lontanamente apprezzabile.

Ah, inciso: Raye Penber è di per sé un personaggiotto pressoché desolante, un pochino tonto, ma devo dire che mi è piaciuto molto scrivere qualcosa su di lui: è uscito da sé, pensa che inizialmente era nata come una drabble su Raito e il suo primo unico vero amore. Per dirti il cambiamento. Poi non so, mi è venuta in mente Naomi e di conseguenza quel fessacchiotto di Rayeevvuallà. Strano a dirsi, eh, ma piace anche a me. Sì, nel caso te lo stessi chiedendo, devi smetterla di farmi i complimenti finché sei in tempo.

 

 

Lupus: Figliolettino adoroso, grazie per il Pronto Intervento e per le commoventi paroline. Le tue riflessioni su Raito sono state esattamente quelle della tua mammins, il che sta a ribadire quanto il sangue non tradisca mmmmmaih. Noi ci si becca, perciò non sto a dilungarmi in smoccolosaggini e sbrodolose pucciosità – anche perché quando ci provo il risultato ha dell’inquietante. Appresto, figliettobbeddo.

 

 

 

Direi che è tutto, Siori e Siore.

Non so, spero di ritrovarvi tutti e sessantotto nel prossimo capitolo.

Ha ha ha ha ha.

D’accordo, me ne vado.

 

 

Alla prossima, cortesi recensori.

 

 

 





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